• User

    Ops, per le ultime 2 simulazioni ho dimenticato l'IRAP al 3,9% per i proventi superiori ai 9500 euro, ma la sostanza non mi pare cambi di una virgola.

    IRAP 10000 euro = 500 x 3,9 / 100 = 19,5 euro
    IRAP 18000 euro = 8500 x 3,9 / 100 = 331,5 euro


  • Moderatore

    La convenienza di un regime fiscale deve essere testata caso per caso.
    Non esiste infatti il regime conveniente per tutti.

    Quanto hai scritto mi sembra globalmente corretto, compreso il secondo post dove precisi il calcolo dell'Irap.
    Per rispondere alla tua domanda sugli studi di settore, se lo desideri puoi uscire dal regime e optare per i minimi. Tuttavia bisogna capire quanto possano essere davvero importanti, nel caso specifico, gli studi di settore. Ricordo infatti che non è sufficiente la non congruità per avviare un accertamento vero e proprio.


  • Super User

    Confesso di non aver letto l'intero post, però mi pare di non aver visto evidenziato la mancanza della detraibilità dell'IVA sugli acquisti per i "minimi", che a mio giudizio è l'handicap maggiore di questo regime.


  • User

    Ringrazio sia Michelini per l'intervento che OEJ per la precisazione.

    A tal riguardo, circa l'indetraibilità dell'iva chiedo un piccolo chiarimento.
    A quanto avevo capito il funzionamento del "sistema" dovrebbe essere questo:
    Immaginiamo di fare un acquisto di 100 euro + iva per cancelleria.

    Nei regime delle nuove attività produttive lei andrebbe in credito iva di 20 euro (la detrarrebbe) e avrebbe 100 euro di componente negativa al fine della determinazione del reddito netto.

    Nel regime dei minimi l'iva diviene un costo quindi non detrarrebbe nulla ma avrebbe 120 euro di componente negativa al fine della determinazione del reddito netto.

    Sbaglio qualcosa? Perche da IMMENSO ignorante alla fine dei conti mi pare più o meno la stessa cosa (ma forse mi sfugge qualcosa che i più "avveduti"/pratici notano immediatamente).

    Un ultimo chiarimento su questi regimi: da quanto capisco sono sostitutivi all'irpef, quindi perderebbe tutte le detrazioni previste dai primi articoli del tuir (vado a memoria dal mio arrugginito esame di tributario -studio giurisprudenza-).

    Che ne so, ad esempio, non potrebbe detrarre spese mediche, spese per assicurazioni personali (ma la spesa per l'eventuale assicurazione per infortuni dei pazienti o incidenti nello studio penso sia deducibile per INTERO perchè inerente la produzione del reddito), detrazioni sull' affitto della casa.

    Quindi in pratica se UNICO raggruppa le dichiarazioni IVA + REDDITI + IRAP + IRES e lei nel corso dell'anno

    • non effettua operazioni IVA (le prestazioni mediche se ricordo bene sono esenti)
    • non raggiunge i 9500 euro di IRAP
    • non è soggetto passivo IRES

    In pratica non presenta nulla??? Scusate se ho detto una "baggianata" ma è solo per non arrivare dal commercialista completamente "a digiuno" di tutte le nozioni.
    Grazie come sempre e scusate la lunghezza!


  • User Attivo

    Come ha avuto modo di indicare l'Agenzia delle Entrate, cominciamo col dire che l'Irap non è dovuta se, nonostante il contribuente non appartenga ai Minimi, ne rispetti le condizioni. Ciò è stato ribadito dalla Corte di Cassazione con Sentenza del 23/01/2008 n. 1414, che ha stabilito che il libero professionista e l'autonomo che nello svolgere la loro attività si servono di strutture organizzative minime, con beni strumentali ridotti, e senza avvalersi del lavoro di altre persone, non sono sottoposti ad Irap.

    Normalmente il regime dei Minimi rispetto a quello delle Nuove Iniziative conviene solo quando si ha un valore basso dell'Iva sugli acquisti, margini elevati, prevalenza di clientela privata, aliquota Iva sulle vendite ordinaria o maggiore dell'aliquota sugli acquisti.

    Per quanto riguarda la tua ragazza, nel caso aderisca ai Minimi, se effettua prestazioni specialistiche esenti Iva non potrebbe "lucrare" quel 20% che per i "normali" contribuenti è Iva a debito, quindi difficilmente le potrebbe convenire quanto meno da questo punto di vista.

    N.B.

    • Per quanto riguarda l'Iva come costo o come credito: 20 euro a credito sono soldi... 20 euro come costo sono 20*20% (di sostitutiva) = 4 euro di risparmio di imposta:
    • Le partite Iva sono obbligate a presentare Unico, le dichiarazioni Iva,...

    Concludo dicendo di fare molta attenzione sul valutare la convenienza o meno fra i tre regimi: Minimi, Nuove Iniziative, regime fiscale Irpef ordinario; il tutor difficilmente ti indicherà il da farsi, dal momento che non rientra fra le sue mansioni dare questo tipo di consulenza e valutare i diversi impatti, comunque prova a chiederglielo.
    [...]


  • User

    Ringrazio anche CommercialistaPadov per l'intervento e per avermi chiarito ulteriormente alcuni punti che non avevo compreso.

    Il mio indirizzo di massima è quello di "inviarla" verso un commercialista quanto meno per "cominciare con il piede giusto" la sua attività senza incappare in grossolani errori.

    nel caso aderisca ai Minimi,se effettua prestazioni specialistiche esenti Iva non potrebbe "lucrare" quel 20% che per i "normali" contribuenti è Iva a debitoSe ho capito bene quindi, poichè i contribuenti minimi non sono soggetti passivi IVA, quella inserita in fattura diviene una componente attiva del reddito.
    Ossia: fattura da 100 euro + 20 euro iva.

    Per un contribuente "ordinario" questo NON è un "guadagno" poichè va compensata con quella a credito e liquidata a fine anno.
    Per il contribuente minimo è "un guadagno" perchè non paga (ma nemmeno "scarica") l'IVA.
    Altrimenti non saprei come interpretare quel "lucrare"

    E' solo una curiosità (per vedere se ho capito :D): come già sottolineato le sue prestazioni saranno al 99% esenti.


  • Super User

    La precisazione che le sue attività saranno quasi esclusivamente esenti è di importanza capitale: l'IVA non la detrarrebbe in ogni caso (e non ti sto a spiegare il motivo perchè è cosa molto tecnica).
    In tal caso, il regime dei minimi guadagna molti punti.


  • Consiglio Direttivo

    Ciao skumpic e Benvenuto nel Forum GT 🙂
    Innanzitutto ti faccio i miei complimenti, visto che da quanto scrivi dimostri di esserti adeguatamente informato, anche se dubbi ovviamente ce ne possono sempre essere.
    Come "comunicazione di servizio" ti consiglio, se cerchi un commercialista a Padova, di inserire un annuncio nella relativa sezione:
    http://www.giorgiotave.it/forum/annunci-fisco-e-leggi/


  • User

    @lorenzo
    Ti ringrazio per i complimenti. In realtà è stato molto più semplice del previsto (fermo restando che non mi voglio "improvvisare" esperto in un settore che è complesso e che non conosco minimamente): il forum lo "lurko" da molto ed è un pozzo di informazioni e spunti utili da cui partire per cercare di "approfondire" in rete.
    Quella sezione non l'avevo vista: abbiamo preso qualche contatto con i professionisti che hanno avuto la pazienza di intervenire in questo post, ma certamente quella pare essere l'area più consona per le nostre necessità.

    @OEJ
    Ti ringrazio per il chiarimento su quest'aspetto che non avevamo minimamente preso in considerazione.
    Se ho capito bene (ho cercato qualcosa in rete in questi giorni) si ricadrebbe in una delle ipotesi di detraibilità dell'iva "pro-quota", visto che potrebbe svolgere sia attività esenti (pazienti) che imponibili (corsi, consulenze...).
    Stante la situazione iniziale (solo pazienti privati), tale rapporto (esenti/imponibili) sarebbe marcatamente "schiacciato" verso l'esenzione da cui deriverebbe l'indetraibilità "di fatto" dell'iva sugli acquisti. GRAZIE !!!

    In pratica, se ben capisco, converrebbe il regime dei "minimi" perchè in questo modo l'iva sugli acquisti diviene un costo e quindi si potrebbe "aggirare" la "limitazione" sull' indetraibilità che avrebbe in regime ordinario o "forfettino".

    Vi è però da dire che, nonostante molte simulazioni ("fai da me" e quindi probabilmente erronee), questo "vantaggio" -unito alla detraibilità del inps- del regime dei minimi rispetto al forfettino non riesce mai a "vanificare" la differenza dei 10 punti di aliquota tra i 2 regimi agevolati.

    Ex.
    RICAVI= 28000 euro
    SPESE= 12500 euro
    IVA A CREDITO = 2500 euro
    IVA A DEBITO = 0 euro (solo operazioni esenti)

    ENPAP (minimi) = 140 + 560 + 1300 = 2000 euro
    ENPAP ("forfettino") = 140 + 560 + 1550 = 2250 euro

    IMPOSTA MINIMI= 28000 - 12500 - 2500 - 2000 = 11000 x 20 / 100 = 2200 euro
    IMPOSTA "FORFETTINO"= 28000 - 12500 = 15500 x 10 / 100 = 1550 euro
    IRAP assunta come non dovuta. (niente collaboratori o organizzazione).

    In pratica sia dal tuo ultimo intevento che da quello precedente di CommercialistaPadov sono chiari i vantaggi derivanti dall' adesione ai "minimi" rispetto all' "ordinario" (il punto di "rottura" mi pare già intorno ai 10000 euro),** ma il primo (minimi) almeno a me non risulta MAI più favorevole rispetto al "forfettino".**
    Poi magari sbaglio: non so se avete qualche esempio a prova di "ebete" che mi possa fare chiarezza sul contrario 🙂

    A me, anche andando volutamente verso i massimali dei 2 regimi (quindi con la "maggior fregatura" in termini di valore dell'iva a credito e di contributi previdenziali) il "forfettino" risulta sempre nettamente "migliore" dell' altro.


  • User Attivo

    Considerato che nella fattispecie si ha un'attività professionale con bassi costi e che, inoltre, la detraibilità per prorata non si applica alla detraibilità iva per i beni strumentali (vedi auto, cellulare, pc,...), sottolineo che la miglior scelta contabile-fiscale sia sempre l'adesione al regime delle Nuove Iniziative Produttive, proprio perchè nel regime dei Minimi anche l'Iva afferente i beni strumentali non è detraibile...