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Social Network megafono dei Giovani Razzisti?
Da Tiscali Notizie - Cronaca leggiamo:
[Indagine ?Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti?. Presentato alla Camera, lo studio è promosso dalla Conferenza delle Assemblee delle Regioni nell'ambito delle iniziative dell'Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo ed è stato realizzato da Swg che ha intervistato 2.000 giovani.
L?indagine ha permesso anche di realizzare una sorta di identikit del giovane razzista. Secondo gli esperti l?intollerante ostenta superiorità e persistente bisogno di potenza. Ha atteggiamenti apertamente omofobici, spinte antisemitiche e una profonda convinzione dell'inferiorità delle donne. Questo clan - rileva la ricerca - si distingue non solo per l'intensità estremizzata delle proprie posizioni, ma anche per la sua capacità di produrre un vero e proprio modo di essere nella società, per la sua tendenza a essere una comunità, per quanto chiusa e ristretta. Si tratta di un agglomerato che sviluppa un forte senso di appartenenza, che ha trovato nella rete il proprio ambito di espressione e riconoscimento, e il proprio megafono. Un clan che sta assumendo le forme di una sorta di brand, con lo sviluppo dei tipici pilastri che compongono e conformano un marchio tipologico:
- Propone una visione netta, una missione priva di ambiguità
- Esprime un potere sopra i nemici (dove nemici sono tutti gli ?altri?)
- Sviluppa un proprio storytelling, ossia edifica la propria identità su un'impalcatura di racconti e storie, dicerie e senso comune
- Manifesta un senso di grandezza e potenza
- Si riconosce attraverso l'uso di simboli e rituali.
Questo clan ha una propria strategia di ?espansione?, per creare nuovi fan, per sviluppare e far crescere i propri adepti, di ingrossare le proprie fila. Per raggiungere il proprio obiettivo si servono anche dei social network. Per gli esperti, al momento, sarebbero oltre un migliaio i gruppi razzisti e xenofobi che si trovano su Facebook.
Gruppi razzisti e xenofobi su Facebook - "Nel nostro studio sul razzismo e i giovani - ha spiegato il direttore di Swg, Enzo Risso, nel suo intervento - abbiamo condotto un'indagine su Facebook, una sorta di censimento sui gruppi xenofobi, effettuato tra ottobre e novembre. Ne abbiamo contato un centinaio anti musulmani, 350 anti immigrati alcuni con punte di 7 mila iscritti, 400 anti 'terroni' e napoletani e 300 anti zingari, anche qui con fino a 7mila iscritti". Risso ha spiegato che questa parte dell'indagine "non può essere considerata un censimento vero e proprio perché quella di internet è una realtà che varia continuamente, ma ha un valore indicativo".
18 febbraio 2010]Oltre ad evitare il razzismo in qualunque forma si presenti e si espanda; io vorrei sottolineare come il nostro Forum GT, grazie a precise regole di cortesia e moderazione riesca ad evitare sia fenomeni di razzismo che di populismo, tendendo ad aumentare la conoscenza piuttosto che discorsi demagogici e privi di fondamento scientifico.:x
Un grazie a tutto lo staff GT.
ciao
marlomb
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Ciao Marlomb,
i dati da te riportati sono davvero preoccupanti... se è nei giovani che stanno iniziando a trovare spazio atteggiamenti e sentimenti di razzismo, xenofobia ed intollerenza non voglio pensare a come proseguirà la situazione... Purtroppo sempre più spesso leggo link e post razzisti che attaccano senza ragione, a volte in modo più scherzoso a volte in modo più offensivo, le minoranze etniche come i "Rom" ma anche delle "minoranze" neanche tanto minori come gli Extracommunitari, gli immigrati fino ad arrivare a delle autentiche guerriglie Nord contro Sud!
Ma la cosa non si limita ad Internet... mi scuso per questo piccolo paragrafo OT ma volevo solo evidenziare il fatto che spesso basta uscire e fare una piccola passeggiata nel proprio quartiere per leggere messaggi pieni di insulto e che mostrano un profondo odio razziale...
Continuo a sperare che presto questi sentimenti di superiorità sugli "altri", chiunque essi siano, e questi atteggiamenti xenofobi e razzisti cessino di esistere nella nostra società, ma purtroppo sembra che non accennino a diminuire... anzi, a volte mi sembrano ancora più presenti!
Un grazie a tutto lo staff GT.
Anche da parte mia!
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@marlomb said:
.... abbiamo condotto un'indagine su Facebook, una sorta di censimento sui gruppi xenofobi, effettuato tra ottobre e novembre. Ne abbiamo contato un centinaio anti musulmani, 350 anti immigrati alcuni con punte di 7 mila iscritti, 400 anti 'terroni' e napoletani e 300 anti zingari, anche qui con fino a 7mila iscritti" ...
Per il 95% sono gruppi a scopo di trolling e i "7 mila iscritti" spesso sono entrati per insultare gli amministratori.
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Una sola annotazione a margine: secondo il mio modestissimo parere, l'aumento apparentemente inarrestabile delle spinte razziste (xenofobe, omofobe, a danno di minoranze generiche o contro le donne) è la semplice e inevitabile conseguenza di un fenomeno di chiusura da parte di una società terribilmente impaurita - anzi, proprio terrorizzata - che non riesce più ad esprimere un'idea propositiva per il futuro.
Pensiamoci; l'obiettivo finale del razzista è duplice: da un lato isolare sé stesso e gli altri in nicchie definite e stereotipate (con le quali può dialogare usando un lessico ridottissimo fondato solo su luoghi comuni), dall'altro imporre il proprio dominio (con la scusa tipica della "superiorità") su queste nicchie per controllarle e impedire che da esse giungano "pericoli" qualsivogliano.
E chi è che si comporta in un modo siffatto, se non persone impaurite e prive di cultura, senza più speranza nel futuro?
Al contrario, una civiltà culturalmente avanzata in primo luogo permette a chi ne fa parte di conoscere molte parole, grazie alle quali instaurare un dialogo fecondo in cui sia agevole considerare le sfumature, stabilire le analogie, stemperare le differenze e comunque padroneggiare la complessità della comunicazione.
Se una persona non conosce abbastanza parole per stabilire un contatto con l'Altro (donna, straniero, "diverso" che poi diverso non è) e non ha gli strumenti per lanciarsi nel difficile percorso del confronto costante, preferirà sistematicamente rintanarsi in ambiti sempre più piccoli e ristretti, costituiti da suoi simili con altrettanta povertà di linguaggio, nei quali sperare di essere al sicuro da ogni elemento in grado di turbare le sue malferme e ottuse certezze.
Essere razzisti è molto facile; sedersi a un tavolo per parlare a lungo e con fatica non lo è altrettanto.
Temo non esistano alternative per uscire dal baratro in cui stiamo precipitando, anche perché non è affatto una questione economica - siamo una società molto ricca rispetto al passato e rispetto agli standard minimi di sopravvivenza - ma solo di educazione, istruzione e diffusione capillare della cultura.
Se saremo in grado di dare alle persone gli strumenti dialettici e verbali per parlarsi tra di loro, il razzismo tornerà a livelli fisiologici (la madre degli stupidi...) e noi potremo costruire un progetto di vita integrato e sereno, magari essendo tutti un po' più poveri nel portafogli, ma anche molto meno sospettosi e avvelenati.
E, tanto per chiarire, quando parlo di "cultura" non mi riferisco solo all'identità nazionale o alle tradizioni locali, ma ai valori universali più nobili dell'umanità, che sono identici per tutti e vanno ben oltre le miserrime differenze fra la pizza napoletana, la cotoletta milanese, le sarde siciliane e il riso cantonese.
Attenzione, però: una società culturalmente avanzata è fatta in massima parte da cittadini consapevoli e attenti, che non si fanno fregare o abbindolare da chi li governa e controllano con molta cura ogni passo del processo democratico.
Ciò spiega il tentativo da parte di numerosi regimi di impedire l'accesso alla cultura per vaste fasce della popolazione: meno sanno le persone, più facilmente potranno essere convinte di qualsiasi cosa e manovrate come fantocci, aizzate con la scusa della paura e controllate con l'espediente del razzismo (o con il miraggio del sesso, del cibo, della ricchezza a portata di mano, del "miracolo" economico etc.).
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Ciao Leonov,
sono d'accordo con te... ma una domanda mi sorge spontanea. L'Italia non è una dittatura, non ha un regime autoritario e non esistono forme di censura (a parte quelle imposte dai limiti della decenza). Nel nostro paese vige, almeno sulla carta e spesso anche nei fatti, la libertà di stampa, di parola e di pensiero. Di fatto, chiunque sia minimamente interessato ha libero accesso a più fonti di informazioni ed a moltissime opinioni al riguardo.
Sono d'accordo che molte trasmissioni televise hanno un livello culturale davvero molto basso ma, sapendo selezionare, è possibile comunque seguire dei programmi interessanti ed intelligenti. I quotidiani sono (al momento) liberi e molti di loro sono attendibili e sufficientemente oggettivi. Quasi ogni città con un numero sufficiente di abitanti ha almeno una libreria fornita di ogni genere di libri che trattano dei più diversi argomenti.
E non dimentichiamoci del più grande "magazzino" di informazione libera esistente: Internet! Riconosco che non tutti hanno la possibilità di avere una connessione costante dalla loro abitazione, ma credo che una buona percentuale degli Italiani abbia la possibilità di collegarsi ad Internet regolarmente.
Le potenzialità ci sono... cosa manca? Manca l'interesse da parte dei cittadini! Ci sono le librerie, ma molti preferiscono comprare giornali di gossip nell'edicola accanto, ci sono le trasmissioni interessanti, ma il Grande Fratello raccoglie comunque più ascolti, c'è Internet, ma molte persone preferiscono usarlo per giocare o chattare...
Ma sopratutto, manca l'impegno da parte delle istituzioni a volere distribuire le informazioni e ad incitare i cittadini a volerle! Partendo da un sistema scolastico in cui i voti contano molto di più di quello che si sa e l'interrogazione alunno/professore diventa una sfida personale fino ad arrivare ai notiziari in cui i vincitori di San Remo e delle varie partite di calcio vengono annunciati prima delle notizie di politica, di cronaca e di "cultura generale".
Tutto questo ha dato vita ad un circolo vizioso in cui molte persone si disinteressano dei problemi "reali", dando più importanza alle partite di calcio e all'ultimo eliminato dalla casa del Grande Fratello (esempio) che al declino del nostro sistema scolastico, ospedaliero, pubblico... Le poche notizie che in qualche modo vengono "spinte" nei pochi minuti rimanenti dopo le notizie da "show" arrivano distorte, malcomprese e farcite di "glamour" per fare più scena, così che, alla fine, gli abiti dei politici hanno più importanza di quello che hanno detto durante un discorso! (Altro esempio)
Ma non credo che questo sia un problema solo Italiano, molte fonti riportano che negli scorsi anni pochissime famiglie Americane hanno comprato un libro, che il rendimento medio scolastico globale è sceso, sopratutto quando legato all'impegno ed alla serietà degli studenti, e che in generale c'è un disinteresse ed un'osilità maggiore nei confronti della scuola che, a sua volta, sta confondendo la forma per la sostanza dando più importanza a finire i programmi che al fatto che gli studenti abbiano imparato.
Perché ho dato così tanta importanza alla scuola arrivando a dedicarle metà dei paragrafi che ho scritto? Perché secondo me è da li che parte tutto, un sistema scolastico in declina produrrà inevitabilmente una società in declino. Una scuola che da più importanza ad una versione di greco o di latino che ai problemi di attualità, una scuola dove i professori ignorano le voci e le proteste degli studenti, una scuola dove troppo spesso non c'è posto per le critiche, la libera interpretazione e le domande ma dove quanto sta scritto sui libri o detto dai professori viene preso come "oro colato" e dove i professori non instaurano neanche un minimo di rapporto con gli studenti è destinata a perdere la fiducia e la collaborazione dei giovani che la frequentano!
E se uniamo una società che di suo non è fra le più attive nella "ricerca alle informazioni" o nell'attenzione a quanto succede nel suo governo e nel mondo ad un sistema scolastico ormai sempre più "cosmetico" e meno effettivo abbiamo davvero ragione di stupirsi del fatto che i gruppi Xenofobi e Razzisti stiano proliferando e spopolando fra i giovani?
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Un post che manderei ai giornali. Davvero
Comunque hai ragione in tutto, ci vogliono far tornare "ignoranti" o comunque disinteressati.
Se il motto dei giovani è "Me ne frego" qualche motivo c'è.
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@Leonov said:
Una sola annotazione a margine: secondo il mio modestissimo parere, l'aumento apparentemente inarrestabile delle spinte razziste (xenofobe, omofobe, a danno di minoranze generiche o contro le donne) è la semplice e inevitabile conseguenza di un fenomeno di chiusura da parte di una società terribilmente impaurita - anzi, proprio terrorizzata - che non riesce più ad esprimere un'idea propositiva per il futuro.
Al contrario, una civiltà culturalmente avanzata in primo luogo permette a chi ne fa parte di conoscere molte parole, grazie alle quali instaurare un dialogo fecondo in cui sia agevole considerare le sfumature, stabilire le analogie, stemperare le differenze e comunque padroneggiare la complessità della comunicazione.
Se una persona non conosce abbastanza parole per stabilire un contatto con l'Altro (donna, straniero, "diverso" che poi diverso non è) e non ha gli strumenti per lanciarsi nel difficile percorso del confronto costante, preferirà sistematicamente rintanarsi in ambiti sempre più piccoli e ristretti, costituiti da suoi simili con altrettanta povertà di linguaggio, nei quali sperare di essere al sicuro da ogni elemento in grado di turbare le sue malferme e ottuse certezze.
Essere razzisti è molto facile; sedersi a un tavolo per parlare a lungo e con fatica non lo è altrettanto.
@max0005 said:
Ciao Leonov,
sono d'accordo con te... ma una domanda mi sorge spontanea. L'Italia non è una dittatura, non ha un regime autoritario e non esistono forme di censura (a parte quelle imposte dai limiti della decenza). Nel nostro paese vige, almeno sulla carta e spesso anche nei fatti, la libertà di stampa, di parola e di pensiero. Di fatto, chiunque sia minimamente interessato ha libero accesso a più fonti di informazioni ed a moltissime opinioni al riguardo.
Sono d'accordo che molte trasmissioni televise hanno un livello culturale davvero molto basso ma, sapendo selezionare, è possibile comunque seguire dei programmi interessanti ed intelligenti. I quotidiani sono (al momento) liberi e molti di loro sono attendibili e sufficientemente oggettivi. Quasi ogni città con un numero sufficiente di abitanti ha almeno una libreria fornita di ogni genere di libri che trattano dei più diversi argomenti.
E non dimentichiamoci del più grande "magazzino" di informazione libera esistente: Internet! Riconosco che non tutti hanno la possibilità di avere una connessione costante dalla loro abitazione, ma credo che una buona percentuale degli Italiani abbia la possibilità di collegarsi ad Internet regolarmente.
Le potenzialità ci sono... cosa manca? Manca l'interesse da parte dei cittadini! Ci sono le librerie, ma molti preferiscono comprare giornali di gossip nell'edicola accanto, ci sono le trasmissioni interessanti, ma il Grande Fratello raccoglie comunque più ascolti, c'è Internet, ma molte persone preferiscono usarlo per giocare o chattare...
Vorrei aggiungere alle vostre osservazioni che il razzismo, come altre forme di apatia culturale, si fonda su caratteristiche innate:
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l'uomo ha un cervello che è una perfetta macchina del risparmio, questo gli consente di scegliere la via più economica ovvero più facile, pensate a quanto meno energia serve:
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per obbedire rispetto ad argomentare una disobbedienza,
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per effettuare azioni abitudinarie rispetto ad azioni innovative
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a proteggere con l'autorità del gruppo razzista un potere imposto, piuttosto che a sviluppare con l'autorevolezza della democrazia un potere nuovo:)
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...
Per fortuna d'innato nell'uomo c'è anche la curiosità, che gli permette di scoprire il mondo e l'altro, ecco, a mio parere, quello che dovrebbe sviluppare la scuola è la voglia di conoscere per potere amare i due mondi del nostro contesto la Natura e l'Altro.
ciao
marlomb
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