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- Vaticano: NO alle ore di religione "multiconfessionali"
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Ciao max0005,
ciao Leonov,
i vostri punti di vista non possono che trovarmi concorde.Aggiungerei,
da uomo laico non battezzato e che non ha mai fatto nè l'ora di religione a scuola nè tanto meno alcuna forma di catechismo,
che non solo i genitori 'potrebbero' risentirsi per una loro volontà violata,
ma che li stessi bimbi e ragazzi, che come per tutta la mia vita passata in luoghi pubblici,
subiscono quotidianamente la violenza dovuta alla presenza del Crocefisso.Infatti è tuttora impossibile, come lo era per me 28 anni fa (dico 28, mica ieri), poter assistere ad un'ora di matematica o inglese, che nulla hanno a che fare con la religione, o essere ricoverati in una stanza di un qualunque ospedale italiano senza essere 'vegliati' (ad essere educati) da quell'oggetto di culto.
Che però è di culto per gli altri ma non per me.
Trovo che sia semplicemente normale che l'ora di religione non valga proprio una cicca nel computo totale di fine anno scolastico, questo perchè non è effettivamente una materia importante e non serve per migliorare le abilità mentali: ho avuto una carriera scolastica migliore e più brillante di molti che facevano religione a scuola e catechismo dopo, e di contro chi era migliore di me lo era perchè studiava di più e con più profitto.
Deve rimanere facoltativa per non fare violenza su tutti quelli che non credono o credono ad un altro Dio.
Ciao
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@max0005 said:
L'Italia è un paese con un'altra percentuale di persone che praticano altre religioni, fra queste anche molti ragazzi in età scolastica. Non è giusto nei loro confronti obbligarli a saltare l'ora di religione perchè durante tale ora viene praticata una religione che non è la loro.
Dovrebbe essere il Vaticano per primo a rendersi conto della situazione e a capire che non è possibile monopolizzare le ore di religione. Del resto i fedeli (quelli veri) hanno molti modi per praticare la loro religione e non sarà l'ora di religione a cambiare il modo in cui il figlio vede la religione "suggerita" dai genitori.
Il mio parere in merito lo conoscerete già, ma voglio anche io partecipare e manifestare la mia indignazione per quanto ancora oggi avviene con l'ora di religione nelle scuole italiane.
Vorrei citare un passaggio della costituzione di uno stato che ora non ricordo, forse quello Russo, che diceva:"LO STATO FUORI DALLA CHIESA E LA CHIESA FUORI DALLA SCUOLA".
Purtroppo, caro max0005, il Vaticano non capirà mai, anzi, vista la crisi che stà passando, ha capito molto bene che non deve mollare niente di quanto è riuscito a strappare con i concordati ai deboli politici italiani che hanno, di fatto, rinnegato la Costituzione.:o
Voglio arricchire l'argomento invitandovi, anche in questo caso, a consultare l'associazione U.A.A.R., L'ora di Religione, perchè dà spiegazioni e consigli su come ribellarsi e difendersi da queste ingiustizie ai danni dei Laici e di chi crede in altre Religioni.
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Grazie per avere condiviso la pagina, Zeitgeist_gt!
Sono rimasto particolarmente colpito da questa affermazione:
DA QUANTI STUDENTI È FREQUENTATA?
Non esiste un?informazione ministeriale sulla partecipazione, che diminuisce progressivamente man mano che l?età degli studenti si innalza: con la possibilità di scegliere affidata agli studenti, infatti, il dato raggiunge i suoi minimi.I dati del ministero, risalenti ormai al 2005, parlano di una media nazionale del 93%, che per le superiori scende all?87%: le regioni centro-settentrionali sono sicuramente le più laiche (primeggia la Toscana), mentre nel sud le percentuali di partecipazione sono bulgare.
Nelle metropoli come Milano, invece, il dato delle scuole superiori crolla al 49% (addirittura una minoranza) e 183 classi sono completamente prive di IRC, in quanto nessuno studente se ne è avvalso (dati 2004).
Il fatto stesso che, ovunque, la partecipazione crolli alle superiori (quando lo studente decide da solo se frequentare o meno) dimostra quanto conti, nell?effettuare la scelta, il condizionamento familiare.
E' evidente che appena lo studente può scegliere per se ed è quindi (almeno parzialmente) libero dal condizionamento familiare scelga di "abbandonare" l'ora di religione. Le ragione sono molteplici (eg: Lo studente è laico/ateo/di un'altra religione, vuole uscire prima da scuola, non va d'accordo con il professore...) tuttavia è chiaro che la chiesa sta affrontando, per quanto riguardo i giovani italiani, una vera e propria crisi.
Per ultimo, vorrei citare la prima parte dell'articolo sette della costituzione:
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
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@Zeitgeist_gt said:
Voglio arricchire l'argomento invitandovi, anche in questo caso, a consultare l'associazione U.A.A.R., L'ora di Religione, perchè dà spiegazioni e consigli su come ribellarsi e difendersi da queste ingiustizie ai danni dei Laici e di chi crede in altre Religioni.
Articolo molto interessante e istruttivo. Un contributo importante, Zeitgeist.
Ovviamente, nel sito citato la posizione è contro l'insegnamento scolastico di qualsiasi confessione religiosa (a meno che non si tratti di una rassegna - del tutto laica - sui risvolti socio-antropologico-culturali delle religioni), mentre forse sarebbe più opportuno, specie nelle scuole primarie, cercare di creare un "sincretismo giocoso" per favorire l'integrazione dei bambini.
Meglio insomma che i piccoli si confrontino da subito e siano guidati dai maestri a trovare i punti di contatto tra le confessioni delle rispettive famiglie, altrimenti la differenza nel credo potrà facilmente diventare terreno di scontro (specie se il divario sarà fomentato da famiglie intolleranti e genitori miopi al cambiamento che sta avvenendo nella nostra società).
Un percorso del genere, però, non può certo essere affidato a professori di nomina curiale come accade oggi, ma deve essere rigidamente controllato da una struttura statale laica - per motivi che tutti possono comprendere.
Sulla storia del crocifisso concordo in pieno con Mirkoagrati: non ho nulla contro un simbolo religioso che può dare conforto o ispirare il bene (ma che ognuno può portare con sé in forma di rosario o catenina), però nei luoghi pubblici preferirei di gran lunga vedere la Bandiera Italiana, quella Europea e al massimo lo stemma comunale.
Ogni altro simbolo mi è sempre sembrato estremamente fuori luogo in zone frequentate da persone di ogni tipo e confessione religiosa.
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Ovviamente, nel sito citato la posizione è contro l'insegnamento scolastico di qualsiasi confessione religiosa (a meno che non si tratti di una rassegna - del tutto laica - sui risvolti socio-antropologico-culturali delle religioni), mentre forse sarebbe più opportuno, specie nelle scuole primarie, cercare di creare un "sincretismo giocoso" per favorire l'integrazione dei bambini.
Meglio insomma che i piccoli si confrontino da subito e siano guidati dai maestri a trovare i punti di contatto tra le confessioni delle rispettive famiglie, altrimenti la differenza nel credo potrà facilmente diventare terreno di scontro (specie se il divario sarà fomentato da famiglie intolleranti e genitori miopi al cambiamento che sta avvenendo nella nostra società).
L'idea è buona, penso però che piuttosto che creare una specie di "puzzle" dove ognuno incastra i pezzi della propria religione che sono compatibili con quelle degli altri compagni rischiando di formare una specie di sotto-religione con il rischio di confondere i bambini sarebbe meglio spingerli a rispettare le credenze degli altri.
tra le confessioni delle rispettive famiglie
Credo che sarebbe più utile invece di spingere gli studenti a praticare una religione (come accade ora) farli ragionare e in un certo senso scegliere la religione che gli sembra più giusta (o anche nessuna religione).
Sulla storia del crocifisso concordo in pieno con Mirkoagrati: non ho nulla contro un simbolo religioso che può dare conforto o ispirare il bene (ma che ognuno può portare con sé in forma di rosario o catenina), però nei luoghi pubblici preferirei di gran lunga vedere la Bandiera Italiana, quella Europea e al massimo lo stemma comunale.
Mi ricordo una scuola che avevo visitato una volta (che purtroppo poi non ho scelto visto che presentava lacune in altri ambiti ) che nell'aula di religione aveva appesi alle pareti i simboli di tutte le maggiori religioni del mondo più quelli di alcune religioni "secondarie" praticate da alcuni studenti. (Si trattava di una scuola privata visto che, purtroppo, in una scuola statale ciò non sarebbe permesso... ).
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@mirkoagrati said:
Aggiungerei,
da uomo laico non battezzato e che non ha mai fatto nè l'ora di religione a scuola nè tanto meno alcuna forma di catechismo,
che non solo i genitori 'potrebbero' risentirsi per una loro volontà violata,
ma che li stessi bimbi e ragazzi, che come per tutta la mia vita passata in luoghi pubblici,
subiscono quotidianamente la violenza dovuta alla presenza del Crocefisso.
CiaoCaro mirkoagrati e compagni, anche in questo caso, il Crocefisso esposto in **tutti **i luoghi pubblici, mi trovo pienamente daccordo con voi.
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A mio parere, nel rispetto di coloro che non praticano la religione cattolica bisognerebbe o eliminare i crocefissi dai luoghi pubblici o provvedere a rappresentare equamente anche le altre religioni. Temo però che perché ciò accada in Italia sia necessario molto tempo.
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Solo un appunto, non critico ma alla ricerca di un'alternativa costruttiva:
Che alternativa vedreste all'ora di religione, specie per i più piccoli?
Come potrebbe chiamarsi o cosa potrebbe davvero insegnarsi in alternativa?
Un'ora di fantasia, pseudofilosofia (intendendo una filosofia semplificata per i più piccoli, sicuramente ci sono termini e insegnamenti più adatti che ora, però, non mi vengono in mente), di fantascienza, anche di solo pensieri, disegni e giochi in libertà .... mi piacerebbe fosse contemplata al posto delle ore di religione.Alla materna di mio figlio, l'ora di religione per ora è intesa un po' così. I bimbi non vengono indirizzati ma lasciati liberi di esprimere con disegni e parole, i loro pensieri intorno alla vita ed anche alla religione.
Non ci sono, nemmeno poi, discussioni sul perchè si è fatto un disegno o si è fatto in quel modo; mi sembra più un modo per lasciarli liberi di esprimere e magari scoprire da soli se hanno domande da fare o qualcosa da dire che li interessa o li spaventa.Insomma, credo che qualche ora dedicata al Mistero, al profondo direi in un certo senso, possa essere importante fin dall'inizio della scuola e non quindi da evitare (ma nemmeno da momopolizzare come avete giustamente gia detto e come, invece, fa la Chiesa cattolica).
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Ciao,
secondo me sarebbe utile un'ora aggiuntiva da assegnare alla materia che complessivamente (a livello di classe) risulta essere la meno compresa.Questa mi pare una buona soluzione:
Alla fine della settimana, l'insegnante o gli insegnanti, notano che l'ultimo argomento di matematica affrontato è risultato poco compreso dalla maggior parte degli alunni: bene, quell'ora che avanza (se proprio deve avanzare) la si dedica a rispiegare quell'argomento.Che dici?
Non c'è mistero, ma la volontà di seguire gli alunni cercando di colmare la distanza (che inevitabilmente esiste) tra i migliori e i peggiori della classe,
evitando che alla fine dell'anno 10/30 della classe non siano pronti a seguire gli argomenti dell'anno successivo.Ciao
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Ciao Mirkoagrati,
la tua è sicuramente un'ottima idea, mi piace, anche se forse un po' difficile da organizzare volta per volta.Al Mistero un posticino lo lascerei comunque, nel senso che potrebbe essere un argomento che i ragazzi (in realtà parlavo anche di bimbi più piccoli) potrebbero scegliere di approfondire (magari no ...).
Fra i tanti argomenti in cui mi trovo in difficoltà, come genitore, c'è appunto il capitolo "oltre la vita". I bimbi chiedono e -in questa generazione di anziani, vengono spesso precocemente a contatto con la perdita di qualche affetto e le conseguenti domande impossibili.
Alcuni argomenti, come il dolore, sono a mio parere fondamentali tanto quanto il resto. Mi sembrava, appunto, che al posto dell'ora di religione si potesse trovare il tempo per approcciare al meglio anche tali aspetti. Capisco, però, che per molte persone questi sono argomenti quasi tabù, su cui si preferisce sorvolare o come fa la chiesa- inquadrare in precise regolette e dogmi.
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Buonasera,
cherryblossom la tua idea è senz'altro interessante e da prendere in considerazione. Si potrebbe iniziare alla materna con un'ora di pseudofilosfia come hai sugerito dove invece di venire "insegnata" la religione (eg: "Dio è...") si discuterebbe insieme di vari argomenti religiosi, morali o semplici domande.
Nelle classi frequentate da ragazzi più grandi (medie/liceo) si potrebbe iniziare a parlare delle varie religioni esaminandone la storia, le tradizioni, le festività...
Ciao,
secondo me sarebbe utile un'ora aggiuntiva da assegnare alla materia che complessivamente (a livello di classe) risulta essere la meno compresa.Questa mi pare una buona soluzione:
Alla fine della settimana, l'insegnante o gli insegnanti, notano che l'ultimo argomento di matematica affrontato è risultato poco compreso dalla maggior parte degli alunni: bene, quell'ora che avanza (se proprio deve avanzare) la si dedica a rispiegare quell'argomento.Questo dovrebbe avvenire a ogni lezione ma purtroppo il tempo a disposizione delle insegnanti spesso non è sufficiente neanche per spiegare nuovi argomenti ed è quindi difficile trovare anche il tempo per ripassare quelli già svolti.
La tua idea è più che buona, si potrebbe organizzare un'ora alla settimana dove i vari professori sono a disposizione di una o più classi dello stesso livello (eg: Prima Media) e ripassano gli argomento svolti in settimana.
Ciò purtroppo spesso non è possibile visto che gli insegnanti faticano già a seguire le classi all'interno delle lezioni regolari e offrire delle specie di "ripetizioni pubbliche" risulterebbe molto difficile e laborioso, specie se destinate a ripetersi con regolarità. L'idea rimane tuttavia valida e sono convinto che se venisse applicata si ridurrebbero drasticamente il numero di insufficienze/bocciature/debiti.
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Ciò purtroppo spesso non è possibile visto che gli insegnanti faticano già a seguire le classi all'interno delle lezioni regolari e offrire delle specie di "ripetizioni pubbliche" risulterebbe molto difficile e laborioso, specie se destinate a ripetersi con regolarità.Ciao, la situazione citata è tristemente veritiera,
e proprio per questo mi chiedo cosa è che ti rende così
fiducioso riguardo a:Si potrebbe iniziare alla materna con un'ora di pseudofilosfia come hai sugerito dove invece di venire "insegnata" la religione (eg: "Dio è...") si discuterebbe insieme di vari argomenti religiosi, morali o semplici domande.
Nelle classi frequentate da ragazzi più grandi (medie/liceo) si potrebbe iniziare a parlare delle varie religioni esaminandone la storia, le tradizioni, le festività...Stiamo parlando delle stesse maestre/i, professoresse e professori?;)
Comunque,
per tornare sul tema,
io penso che non esista nessun insegnante, in Italia ed indipendentemente dal tempo a disposizione e dagli impegni, che sia in grado di garantire pari insegnamento e 'dignità' ad ogni religione affrontata con gli studenti.Il mio prof di Filosofia (tempi del liceo) spese più di un trimestre per spiegare S.Agostino ed invece altri filosofi (Espinosa, Kant) li ha liquidati in 3/4 lezioni.
Sai perchè?
La mia classe era una di quelle con la minor presenza di alunni durante l'ora di religione.E quindi continuo a sostenere che per me, che sono ateo ed italiano come tutti gli altri italiani, è meglio non vedere nessun simbolo religioso piuttosto che vederli tutti, e che avrei preferito fare più ore di matematica piuttosto che starmene parcheggiato da qualche parte a scuola attendendo che passasse l'ora di religione.
Ciao
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Ciao Mirkoagrati,
si potrebbe "rivedere" il programma dell'ora di religione aggiungendo un'analisi (non praticare, analizzare!) delle principali religioni mondiali e magari aggiungendo qualche dibattito/studio filosofico.
Credo che in questo caso trattandosi non di uno studio mirato a incitare a praticare/convertire il soggetto ma bensì di un'analisi il più possibilmente oggettiva e rispettosa delle varie religioni non ci sarebbe più ragione di sentire i propri diritti o le proprie credenze violate. In questo caso i vari simboli religiosi verrebbero mostrati solo all'interno dello studio della religione a cui appartengono e quindi in un contesto giustificato e più appropriato.
In una situazione simile credo che nessuno dovrebbe sentire i propri diritti violati visto che comunque non lo si sta spingendo a rinnegare la propria religione a favore di un'altra ma si sta solo venendo a conoscenza del fatto che esistono alle religioni nel mondo e che anche loro hanno i propri riti, costumi, tradizioni... oltretutto la storia delle religioni, indipendentemente dalle proprie credenze sono spesso molto interessanti visto che sono molto legate alla storia "classica" e sono quindi degne di essere studiate a prescindere dalla propria religione.
Riguardo al fatto della "parzialità" di alcuni professori, credo che ciò sia inevitabile. Anche con le migliori intenzioni e molti sforzi rimaniamo esseri umani e non (per fortuna) robot o computer. Un minimo di "parzialità" è quindi giustificato ciònonostante credo sia comunque possibile insegnare e discutere di molti argomenti "delicati" nel rispetto delle credenze di tutti.
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OK Max0005,
quello che proponi può essere pensato e realizzato,
ma permettimi di continuare a ritenere tali insegnamenti utili al di fuori dell'orario scolastico regolare, e non obbligatori.A riguardo ho due obiezioni da porti che argomentano la mia posizione.
La prima obiezione che sollevo è di fattibilità:
per fare una lezione dove solo in quel momento siano esposti tutti i simboli religiosi richiederebbe probabilmente un laboratorio o uno spazio che non sia la stessa classe nella quale si seguono le lezioni perchè, te lo puoi immaginare, quei simboli finirebbero per rimanere sempre appesi.
Spesso mancano i laboratori di lingue e le palestre (si perchè esistono scuole che non hanno palestre, spesso private) figurati uno spazio del genere.La seconda obiezione è di carattere sensibile, e per argomentarla ti porto il mio caso:
io non sono battezzato, non ho mai seguito lezioni di religione ne di catechismo: sono ateo.Nonostante questo (o forse proprio per questo) sono a conoscenza dell'esistenza di altre religioni (non ci è voluto nessuno che me lo insegnasse), le rispetto tutte e rispetto tutti i loro credenti.
Ho dei bellissimi rapporti con musulmani, cristiani, ortodossi e anche induisti.
Tutta gente che frequento in ambito lavorativo o che conosco e frequento dai tempi del liceo e addirittura delle medie.Non abbiamo mai avuto scazzi per motivi religiosi, io sono neutro: prendo nota, a volte mi sono stupito di cose che manco mi sognerei di provare a fare (tipo il ramadan) ma questo non è mai stato percepito come mancanza di rispetto. E questo perchè la mia posizione di ateo non è giudicata come forma di antagonismo, e neanche di totale negazione.
Quello che però secondo me fa la differenza è il modo con cui ci si pone
con le persone e questo non rientra nell'ambito religioso, ma nella sfera educativa.I miei genitori mi hanno sempre educato al rispetto delle persone (siamo tutti uguali con li stessi diritti e doveri, con pari dignità) e sottolineo la parola persone perchè se si andasse oltre al problema della convivenza tra le religioni e si affrontasse il problema della convivenza e del rispetto tra le persone cose che ora appaiono importanti di colpo sembrano non esserlo più.
Quindi, andando oltre e avendo in mente ciò che per me significa la parola 'persona',
la tua proposta rimarrebbe sempre un valore aggiunto, ma continuerei a non considerarla ne importante ne fondamentale.Ciao
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Quindi, andando oltre e avendo in mente ciò che per me significa la parola 'persona',
la tua proposta rimarrebbe sempre un valore aggiunto, ma continuerei a non considerarla ne importante ne fondamentale.Non stiamo parlando un'insegnamento religioso che spinge le persone ad "abbracciare" una determinata fede, ma piuttosto di un'approccio teologico/filosofico per discutere di certi argomenti sotto un'altro punto di vista oltre che presentare agli studenti altre religioni e le loro tradizioni. Sotto questo punto di vista la materia potrebbe "aumentare di valore" fino a poter essere considerata una materia vera e propria... una sorte di estensione a Filosofia e Storia.
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Una breve osservazione sull'argomento.
Della proposta di Max - o di Cherry - ispirata a sincero desiderio di integrazione e crescita degli studenti potremmo dire che è fondata sulla situazione attuale, ovvero sul fatto che, in una vasta maggioranza di casi, ai ragazzi la religione è insegnata comunque e l'alternativa (ciondolare per la scuola che non ha potuto organizzare attività equipollenti) non è il massimo.
Se allora le cose stanno così in ogni caso, meglio sfruttare quell'occasione per lasciare ai ragazzi un messaggio di pace, apertura e sereno rispetto delle fedi di tutti.
In un mondo ideale - o semplicemente in uno Stato laico come dicono sia il nostro - vedrei invece francamente meglio la proposta di Mirko: simboli religiosi solo nei luoghi di culto o addosso alle singole persone (rosari, ciondoli, tao etc.) e insegnamento della religione impartito solo negli oratori, nelle scuole coraniche o nelle sinagoghe.
Poi si può parlare di inserimento della Storia della Religione - in termini eminentemente storico-socio-culturali - nei vari programmi di alcune materie (Storia, Filosofia, Italiano, Lingue straniere, Storia dell'Arte), dove però non si usi l'occasione per fare proselitismo, ma solo per proporre teorie equivalenti, proprio come si presentano i vari stili architettonici e poi ogni studente sceglie il suo preferito.
Sarebbe molto bello, ma temo non avverrà così presto...
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Ciao Leonov,
la religione ha influenzato moltissimo lo sviluppo della storia umana e continua a farlo. Volenti o nolenti le religioni hanno ancora una grandissima importanza e coinvolgono la maggior parte della popolazione mondiale. "Chiudere" l'insegnamento (come ho detto prima in modo oggettivo e nel rispetto di tutte le religioni) e la spiegazione delle varie religioni e i dibattiti che potrebbero nascerne all'interno di altre materie e classificarli come "materiali addizionali" mi sembra una misura un po' drastica.
Ovviamente sono d'accordo in un'insegnamento nel rispetto delle credenze di tutti (togliere i vari simboli, illustrare senza spingere a praticare...) tuttavia, come ho già detto, eliminare quasi del tutto l'argomento rischia, a mio parere, di farci passare da un'estremo all'altro. Al di fuori delle religioni stesse, esse (scusate il gioco di parole... spero riusciate a capirmi) hanno influenzato moltissimo la storia umana e le decisioni più importanti. Inoltre uno studio, o anche solo un'"infarinatura" delle varie credenze aiuterebbe a comprendere meglio la società contemporanea.
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La mia non voleva tanto essere una proposta astratta, come ha ben sottolineato Leonov, quanto una ricerca -o solo piccola provocazione-costruttiva di un'alternativa valida ed aderente alla realtà.
Il fatto che ancora non esista o che siano difficili da reperire le figure chiave di un qualche insegnamento di questo genere non toglie bontà alla direzione della ricerca.
Forse dovrebbe sempre trattarsi di ore facoltative, in modo da rispettare chi non ha interesse a condividere domande o tentativi di risposte che non lo riguardano ma -dal canto mio- non sarei così sicura che non avrebbero un buon seguito, specie se si guardasse più alle fondamenta sia della ricerca religiosa che dei tentativi di risposta.La molteplicità delle risposte possibili non implica che siano da sottovalutare le domande; sono daccordo con Max quando sottolinea di non poter prescindere da una valutazione/considerazione religiosa o pseudotale, quando si parla di uomo, di persona, di animale sociale in generale.
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Forse dovrebbe sempre trattarsi di ore facoltative, in modo da rispettare chi non ha interesse a condividere domande o tentativi di risposte che non lo riguardano ma -dal canto mio- non sarei così sicura che non avrebbero un buon seguito, specie se si guardasse più alle fondamenta sia della ricerca religiosa che dei tentativi di risposta.
Non sono d'accordo... visto che non stiamo più parlando di lezioni durante le quali si pratica una determinata religione ma bensì corsi dove vengono studiate le religioni (storia, tradizioni, cultura...), vengono analizzate e vengono discussi vari argomenti non credo che ci sia più ragione per renderle facoltative.
Per fare un'esempio, se la mia scuola decidesse di dedicare un'anno allo studio della storia spagnola e io non fossi interessato, la scuola non mi permetterebbe di non frequentare il corso semplicemente perché non sono interessato agli argomenti trattati. Credo che l'esonero da un corso possa essere concesso solo quando c'è una reale necessità ma in questo caso non riesco a vederne.
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Ciao Max0005,
visto che non si tratterebbe più di lezioni di religione ma bensì di storia,
allora non si espongono i simboli religiosi di nessuno.Esattamente come solitamente non ci si veste da fenici o non
si appendono soli, coccodrilli e mummie quando si studiano gli egizi.Per evitare poi di parlare dei tempi più bui: medioevo e nazi-fascismo.
Oppure,
quando si studierà il medioevo si potrebbero appendere brandelli di vestiti e di ossa bruciate di donne e uomini considerati eretici.