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- Adozioni; come dialogare del problema?
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Ciao Orlandino, ho spostato qui il tuo post e gli ho dato un titolo generico (però leggermente meno generico di: e poi? ;)).
Purtroppo non riesco a capire bene di cosa tu voglia parlare.
Il mio consiglio (se posso) è di cominciare a dire (cioè scrivere) tu -per primo- come la pensi su un certo argomento di cui vuoi discutere o su cui senti di aver qualcosa da dire.
Restando sul generico è difficile interpretare quale aspetto della questione ti interessa.Relativamente alle adozioni, per esempio, a me interesserebbe conoscere bene la normativa o le pecche di quest'ultima (se ce ne sono);
parlare della differenza con l'affidamento; delle difficoltà che possono incontrarsi o del perchè adoperarsi in questa direzione.
Ma anche più in generale mi piacerebbe discorrere sul perchè la gente ha voglia o ha bisogno di fare figli o di adottarne.
Perchè alcuni -magari pur non avendone le possibilità- sentono di procrearne tanti.
Perchè oggi, invece, ci sono carovane di figli unici; come venire incontro alle difficoltà che le famiglie moderne incontrano, anche sotto questo aspetto di carenza di rapporti sociali ...Prova a raccontarci delle tue esperienze, sarà più semplice instaurare un dialogo, far nascere delle domande o dei confronti.
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No, _no.... _un discorso così ad ampio raggio potrebbe verificarsi nel corso delle tante discussioni che scaturirebbero dal problema principale.-
Sarei solo presuntuoso se mi proponessi come conoscitore del problema sociale di figli voluti o non voluti, di adottati e non , di affidati e non.-
Com'è facile intuire, il problema, visto da questo punto di vista , farebbe scorrere fiumi di inchiostro, dal momento che neanche chi programma una paternità biologica o adottiva ne esce sempre soddisfatto.-
Piuttosto, io desidererei trattare del problema "adozione", dando le dritte necessarie perchè si possa, in qualche modo, riuscire, almeno, ad indicare una via maestra,pur se tanto tortuosa e difficile da percorrere.-
Essendo stato, poi, il padre adottivo più giovane d'Italia ed, ora, il nonno adottivo di ben tre nipotini, potrei aggiungere che, dal lato pratico, niente mi dovrebbe essere sconosciuto.-
Ma, oserei dire, anche dal lato legale... _avendo esercitato la mia attività quarantennale nell'ambito del servizio di stato civile del mio paese.-
E' un problema di grande attualità che potrebbe interessare tantissime persone alla ricerca della propria realizzazione genitoriale.-
Filosofare sul "perchè" e "per come" non mi dispiacerebbe, ma è bene iniziare col piede giusto.- Cominciamo col parlarne e poi il resto verrà da se ed è un "resto" socialmente impegnativo ed interessante.-
Mentre scrivo, il nipotino più piccolo mi legge la lettera e per me è una grande gioia, è il senso della pienezza totale, della realizzazione come genitore a tutti i livelli.-
Cordialmente.-
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Ciao Orlandino,
spero troverai nel forum qualche interlocutore più addentrato -come te - nel concreto della questione :).
Per me ... la difficoltà che incontrerei personalmente nell'affrontare un percorso adottivo, è la mia età. Sapevo -ad esempio- che dovevi rientrare in un certo limite di età, di differenza con quella del bimbo da adottare ... ma non sono affatto aggiornata sulla situazione odierna.Ho pensato che, forse, l'affidamento o l'impegno diretto in iniziative a favore dei bambini e delle loro famiglie in difficoltà, siano percorsi più adatti al momento, al mio momento ...
Ancora -seppur gia attiva- sono quindi sommersa dalla fase "psicologica" :).Ma tu? A quanti anni sei diventato papà (visto che sei stato il più giovane)?
Al contrario io sono diventata mamma solo a 37 anni e guardo come a una chimera l'esser nonna ... però mi sento ancora un bambina
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Vista la formidabile lista di possibili argomenti di sviluppo indicata da Cherry:
- adozioni, la normativa o le pecche di quest'ultima (se ce ne sono)
- la differenza con l'affidamento
- le difficoltà che possono incontrarsi
- perchè adoperarsi in questa direzione
- perchè la gente ha voglia o ha bisogno di fare figli o di adottarne
- perchè alcuni -magari pur non avendone le possibilità- sentono di procrearne tanti
- perchè oggi, invece, ci sono carovane di figli unici
- come venire incontro alle difficoltà che le famiglie moderne incontrano
- carenza di rapporti sociali.
Mi sembra che questo topic mostri potenzialità di forte interesse e spero mi perdonerete se lo sposto di nuovo, stavolta in area Società ed Impegno Civile.
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Sono qui da qualche tempo, dopo un leggero guasto del PC che mi stava rimandando al portatile, più rinfrancato di cinque minuti fa.-
Mi ero, proprio, scoraggiato.-
Il problema adozione, mia cara cherry, è un vero problema che, se ti coinvolge, ti rapisce totalmente dai tuoi pensieri correnti.-
Non è, dunque, un modo di organizzarsi, ma uno stato mentale che ti porta, molto spesso, alla sofferenza per inconcepibili lungaggini, per inspiegabili preferenze, per una voglia di essere mamma che tarda ad essere sodisfatta.-
Parlare di questo argomento, quindi, con chi non ha un minimo di coinvolgimento emotivo, potrebbe dare gli stessi effetti di chi vede, ma non legge, l'Avviso Elettorale del Comune.-
Come dire, cose scontate di nessun interesse vero ed immediato.-
L'adozione, invece, è qualcosa di eccezionalmente interessante, è un viaggio alla scoperta di nuove situazioni di vita, di gratifiche anche pubbliche, di rapporti delicati ed amorevoli, di totale dedizione alla causa ed all'origine della stessa.-
Si,certo, la legge parla di limitazioni ed è una delle più perfette (ma sempre perfettibile) al mondo.- Garantisce il minore,in caso di ADOZIONE SPECIALE (nazionale o internazionale), ma dà anche una mano agli aspiranti genitori lungo, ma anche dopo, l'iter che va in quella direzione.-
Per esempio, visto che hai proposto il problema, oltre ai tre anni di convivenza dimostrabile, è necessario che vi sia un matrimonio, che , ovviamente, puo' coprire questo lasso di tempo da solo. Ma un matrimonio, serio, forte, tenace, con basi solidissime senza interruzione alcuna neanche per un giorno.-
Occorre che tra figlio adottivo e il più giovane dei genitori ci siano almeno 18 anni di differenza, che il limite massimo tra il genitore più adulto e il futuro figlio ci siano non più di 45 anni di differenza.-
Ma dire di questi passi di una legge tanto articolata (184/1983 modificata quasi totalmente dalla 149/2001) è come ridurne la portata e la forza dal momento che neanche i predetti limiti sono rigidi di fronte a situazioni particolari su cui il giudice puo' derogare (esempio: un figlio già adottato da un genitore fuori quota (45) con un fratello bio ,fuori quota, dichiarato in stato di adottabilità).-
Tuttavia, nessuno pensi ad una passeggiata ,ma non pensi neanche a soluzioni impossibili, se non vi è preclusione verso il colore della pelle del bambino, alla sua età, alla sua razza, al numero di fratellini e, in fondo, anche all'eventuale problema fisico o mentale del bambino (che si puo' accettare, come rifiutare).- Dunque, una graduatoria di merito che deve dare il senso della maturità di una coppia in itinere.- E che sia in viaggio lo dimostrano i tanti ostacoli ed esami da superare, ivi compreso un corso per ottenere l'idoneità all'adozione internazionale, ma, quasi necessario, anche se la legge non lo contempla, per quella nazionale.-
Soldi, quasi niente per l'adozione nazionale (ovviamente, un terno all'otto) e somme importantissime per quella internazionale.-
L'affidamento ? E' una cosa diversa non sempre persequibile per via dei corsi, anche fuori provincia, da dover superare.- Ma, in questo caso, ci sarebbe un supporto economico (quasi 700 euro mensili) da parte delle autorità (spesso, al Nord, il Comune).-
Sulla mia ex qualità di genitore adottivo più giovane d'Italia (ora ce ne sono di più giovani) ne riparleremo in un'altra occasione.-
Grazie per l'attenzione.-
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Ciao Orlandino,
grazie intanto per i chiarimenti legislativi. Da qualche parte occorrerà pure cominciare ed avere dei riferimenti sicuri lo considero molto importante :).Permettimi solo di dissentire dall'"eslcusione" che trapela da queste tue frasi:
@orlandino1 said:
Il problema adozione, mia cara cherry, è un vero problema che, se ti coinvolge, ti rapisce totalmente dai tuoi pensieri correnti.-
Non è, dunque, un modo di organizzarsi, ma uno stato mentale che ti porta, molto spesso, alla sofferenza per inconcepibili lungaggini, per inspiegabili preferenze, per una voglia di essere mamma che tarda ad essere sodisfatta.-
Parlare di questo argomento, quindi, con chi non ha un minimo di coinvolgimento emotivo, potrebbe dare gli stessi effetti di chi vede, ma non legge, l'Avviso Elettorale del Comune.-
Come dire, cose scontate di nessun interesse vero ed immediato.-
.-Il coinvolgimento emotivo è qualcosa a cui può partecipare anche chi arriva da strade traverse o chi ha sperimentato attese e/o sofferenze diverse. La partecipazione non ha confini ed anzi permette all'uomo -in alcuni casi- di affidarsi a un altro (a cui ritiene di poter dare autorevolezza) e fare suo anche il tratto di strada percorso dall'altro.
Non, con questo, che mi voglia per forza assumere il ruolo di tuo interlocutore :). Come ho detto all'inizio spero di continuare a leggere te ed altri e così ascoltare col cuore e quindi partecipare a qualcosa in più sui bambini. Il loro mondo è l'unico che mi interessa veramente ...
Avere ed anche quindi adottare un bambino può concretizzarsi anche senza partire necessariamente da una "necessità" in senso ri-stretto. Ho amore da dare, ritengo di avere le caratteristiche necessarie personali e familiari, ascolto i bisogni dei piccoli che più hanno bisogno, mi metto a disposizione ... Questo non esclude logicamente dubbi e timori ma dipende solo dal carattere come questi poi vengono affrontati.
Grazie ancora a te per la tua chiara esposizione.
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Non credo che chicchessia possaessere escluso dal seguire esperienze di altri che, dopotutto, arricchiscono, ho voluto solamente dire che si puo' partecipare senza sentirsi coinvolti.-
E se non lo si è, mi pare evidente che, esperienze o non esperienze di altri, si puo' rimanere osservatori distaccati, assenti, oppure scarsamente coinvolti.-
E', infatti, nella misura in cui ti senti dentro, che il problemi di altri puo' toccare la tua sensibilità.-
Esattamente come il tuo vissuto di madre affettuosa e totalmente presa di fronte all'abulia, mettiamo, di una persona a cui, senza prole per scelta, non resta che registrare una passione che non lo tocca se non a lòivello di cronaca.-
...mi sento meglio, ho preso un bicchiere di te ghiacciato... _mentre fuori piove...
Non mi dispiacerebbe avere una interlocutrice come te, _ma mi rendo conto che non si "può suonarsela e ballarsela".- _Tu hai delle mansioni diverse.-
Tuttavia, ti dico, premettendo che non mi sento missionario di nessuna delle mie idee o preferenze, che, se la cosa prendesse piede, potrei chiedere l'intervento su questo forum di amiche che quando scrivono fanno vibrare corde di violino, con grandissima competenza per esperienze dirette.-
E ti aggiungerei una cosa, ma temo di non poter essere abbastanza chiaro per cui prendila come una provocazione, caso mai qualcuno...
Non posso sindacare la qualità di un amore espresso da una mamma biologica perchè mi pare sia totale (cassonetti a parte), eterno, pieno, ma so come si muove una madre adottiva costretta a bandire dal suo vocabolario parole dolorose per una origine che si vuole rinnegare,dimenticare .-
Mentre scrivo, _alla TV c'è un film di Pozzetto che tratta la filiazione vista da due angolazioni diverse: _quella della madre che la vuole e del padre che la subisce.-
Va bene, _mi fermo qua.- _Felice sera.-
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@orlandino1 said:
E ti aggiungerei una cosa, ma temo di non poter essere abbastanza chiaro per cui prendila come una provocazione, caso mai qualcuno...
Non posso sindacare la qualità di un amore espresso da una mamma biologica perchè mi pare sia totale (cassonetti a parte), eterno, pieno, ma so come si muove una madre adottiva costretta a bandire dal suo vocabolario parole dolorose per una origine che si vuole rinnegare,dimenticare .-
Mentre scrivo,alla TV c'è un film di Pozzetto che tratta la filiazione vista da due angolazioni diverse:quella della madre che la vuole e del padre che la subisce.-
Va bene,mi fermo qua.-Felice sera.-Bellissima l'immagine della mamma che bandisce dal suo vocabolario le parole ... non so Orlandino, il mio ruolo -come dici tu, forse parlandomi come Moderatrice del Forum o forse come mamma biologica- mi impedisce di andare troppo OT e cioè fuori tema, ma io l'amore totale e totalizzante, che porta a inventarti modi nuovi di vivere e far vivere, lo posso e riesco a trovare ovunque e soprattutto in molte mamme.
Però ed in effetti accettando la tua provocazione... trovo che scegliere di adottare un bambino sia di più ... ci voglia una capacità di servizio maggiore, più aperta, più spaziosa...Ma una mamma è una mamma. Io sono di parte :), vedo nelle mamme una potenziale tensione all'espansione, vedo che la natura ci ha dotato di una naturale capacità di accoglienza che non ha eguali. Non biasimo i padri che arrancano ad integrarsi nel ruolo ma sicuramente quelli che non rispettano la delicatezza della maternità.
Spero -un giorno- di farmi allargare il cuore anche dai violini delle tue amiche; se ne parli in questo modo devono essere speciali :).
Sono giornalemente in contatto con un folto gruppo di mamme, diverse tra loro ma tutte speciali. Insieme, ormai da parecchi anni, stiamo crescendo i nostri figli, naturali e adottivi e noi stesse, scambiandoci esperienze, consigli, aiuti pratici o anche solo sane chiacchierate. Ognuna ha la sua storia e il suo pesante o meno quotidiano ma insieme ci sembra sia più facile e più bello fare del nostro meglio.
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Si, _tutte le mamme hanno dentro di loro del miracoloso, _della propensione al "martirio" per un figlio, a volte, fuori dalle righe.-
Ed in queste metto ogni donna capace di esprimersi a questo livello, sia naturale che adottiva, a cui aggiungerei, ma solo per dovere, tutte quelle altre donne che, dedicando la loro esistenza a fratelli e sorelle, si immolano sull'altare di una solitudine difficilmente eludibile.-
La cosa che fa sobbalzare di più mia moglie è quando la bempensante di turno, ritenendosi baciata dalla sorte, anzi, gratificata dalla natura, se ne spunta con la solita espressione "il sangue è sangue".-
A parte ogni considerazione scentifica , molto di la da venire, per una madre adottiva, spesso stimata ed osannata dalla opinione pubblica, sentirsi relegare a madre di ripiego deve essere una cosa insopportabile più che per un padre che vive la sua paternità sotto un'altra angolazione.-
Una che si fregia di essere madre, e lo è veramente, l'ostacolo di una bimba russa, Polina, con un ventilatore in testa da cambiare ogni quattro anni, con le gambette fuori uso, senza sfinteri è semplicemente un dettaglio. _E l'aspirante ad occuparsene ,adottandola, per tutta la vita ha solo 29 anni.-
Ecco perchè dico che essere madri adottive è una condizione mentale, a volte, difficilmente condivisibile.-
Mi dispiace, devo assolvere al ruolo di nonno.- Mia nuora mi ha telefonato perchè io vada a scuola, al posto di mio figlio, per la cerimonia della consegna delle pagelline .-Fammi dire,prima di salutarti,che tu devi essere una madre meravigliosa.- Del resto, hai concepito un figlio ad una età consapevole dunque nel pieno delle tue facoltà cognitive.-
Buona giornata.-
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@orlandino1 said:
Si, _tutte le mamme hanno dentro di loro del miracoloso, _della propensione al "martirio" per un figlio, a volte, fuori dalle righe.-
Ed in queste metto ogni donna capace di esprimersi a questo livello, sia naturale che adottiva, a cui aggiungerei, ma solo per dovere, tutte quelle altre donne che, dedicando la loro esistenza a fratelli e sorelle, si immolano sull'altare di una solitudine difficilmente eludibile.-
La cosa che fa sobbalzare di più mia moglie è quando la bempensante di turno, ritenendosi baciata dalla sorte, anzi, gratificata dalla natura, se ne spunta con la solita espressione "il sangue è sangue".-
A parte ogni considerazione scentifica , molto di la da venire, per una madre adottiva, spesso stimata ed osannata dalla opinione pubblica, sentirsi relegare a madre di ripiego deve essere una cosa insopportabile più che per un padre che vive la sua paternità sotto un'altra angolazione.-
Buona giornata.-Per quello che ho studiato puoi confortare tua moglie, ma anche te citandole quanto segue:
lo studioso H. Harlow tramite esperimenti sulle scimmie, dimostra l'importanza, per un corretto sviluppo, dell'opportunità di sperimentare forme di attaccamento verso individui della stessa specie, senza che si tratti necessariamente della propria madre
l'amore materno ha la stessa importanza delle cure materiali per la salute psichica e lo sviluppo complessivo del bambino; lo sviluppo sociale dell'essere umano dipende dalla formazione precoce dei legami durevoli con altre persone; i membri di tutte le culture umane sono legate allo scambio e alla relazione con una persona della cerchia familiare che li avvierà verso quello che sarà il futuro di adulti [Prof.M.Mazzatosta]
John Bowlby a seguito di una ricerca sulle condizioni psichiche dei bambini che vivono lontani dal nucleo familiare afferma: è essenziale per la salute mentale del bambino un rapporto caldo, intimo ed ininterrotto con la madre o con un sostituto materno permanente in cui poter trovare soddisfazione e godimento.
Non sono originale ma dico che i figli sono di chi li cura in tutti i sensi, non a caso Suor Teresa di Calcutta è chiamata Madre.
Marcello
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Grazie, Marcello per essere intervenuto.- Se non altro, ora siamo di più, siamo in tre a dialogare.-
Quando divenni padre adottivo, pensai di iscrivermi all'Associazione Nazionale Famiglie Adottive (MI) e da questa associazione ricevetti tante pubblicazioni inerenti al problema che mi accingevo a vivere.-
In una di quelle carte, mi colpì la seguente frase: "tra procreazione e filiazione c'è un abisso".-
Non credo sia necessario aggiungere dell'altro. _A volte si diventa genitori senza saperlo, solo per caso, almeno per quanta riguarda la paternità, mentre per crescere un bambino o lo si è per grazia di Dio o lo si diventa per propria volontà e capacità.-
Il fatto del "sangue" è una credenza che alberga nelle menti meno attrezzate a recepire il "fenomeno" dell'adozione, l'amore gratuito, la dedizione come sublime investimento.-
Mi dispiace, però, di offrire, più che un aiuto vero e pratico a chi si accosta all'istituto dell'adozione, l'apologia della stessa, ma fin quando non ci saranno interlocutrici (in genere) col problema, mi sa che sarà un monologo a senso unico.-
Assumermi, sia pure con tutti i limiti possibili, il ruolo di promotore di un problema così sentito ed importante non è una cosa a cui aspiro.- Anzi, non ci proverei nemmeno, neanche con me stesso. _ L'adozione è un problema troppo grande per offrirlo a chi non sente la necessità di diventare genitore, malgrado tutto.-
Aspettiamo, potremmo farne un argomento di discussione molto importante, come lo è da qualche altra parte .-
Ancora grazie, Marcello, spero di rileggerti.-