• User Newbie

    Partita Iva e Lavoro Dipendente

    Vi spiego la mia situazione:
    Sono un lavoratore dipendente presso un azienda. Avrei la necessità di aprire la partita iva per avviare un attività di import export di prodotti di vario genere; attività totalmente differente da quella che svolgo in azienda.
    Mi potreste dare consigli a livello fiscale. Mi hanno deto che non mi conviene aprire una p.iva essendo un lavoratore dipendente. Addirittura c'è chi mi ha consigliato di farla aprire a qualche conoscente, cosa purtroppo non fattibile.
    Consigli? Grazie.


  • Moderatore

    Bisognerebbe avere qualche informazione in più per consigliarti al meglio.
    Sul fatto che non ti convenga aprire partita iva è tutto da vedere. Esistono dei regimi agevolati che consentono di avere oltre a basse "tasse" da pagare anche costi di gestione annuali contenuti (= costo commercialista).


  • Bannato User

    Aprendo partita IVA con il regime delle Nuove Iniziative Produttive paghi il 10% di sostitutiva IRPEF sugli utili, puoi dedurre dei costi altrimenti indeducibili come dipendente, inoltre dato che sei anche dipendente (se lavori per più di 26 ore settimanali) non devi nemmeno pagare i contributi INPS.
    La situazione di un dipendente che voglia aprire anche un'impresa è quindi in generale la migliore sia da un punto di vista fiscale che contributivo; tieni inoltre presente che attualmente c'è una spinta da parte di Stato, Regioni e UE per dare finanziamenti a tasso agevolato e a fondo perduto (vedi ad esempio mio messaggio di ieri su questo ed altri forum su Finanziamenti a Fondo Perduto al 50% da parte della Regione Veneto).


  • Moderatore

    Mi permetto di puntualizzare quanto scritto dall'utente che mi precede, in quanto occorre valutare il caso specifico per capire se non sono nemmeno dovuti i contributi INPS della gestione commercianti, non si può generalizzare.


  • Bannato User

    Proprio no, si può eccome generalizzare! A norma di legge (cioè atto giuridico avente valore generale ed astratto) al dipendente full time (almeno 26 ore settimanali), che costituisca anche un'impresa, l'INPS non può richiedere l'iscrizione alla gestione Commercianti.


  • Moderatore

    Questo è vero fintantoché non esiste un superamento in termini economici del reddito d'impresa rispetto al reddito di lavoro dipendente, in quanto la prevalenza, ai fini INPS, segue criteri di economicità.


  • Consiglio Direttivo

    Ciao CommercialistaPadova.
    Quindi se alexesprit lavorasse part time (non ha specificato) a norma di legge dovrà iscriversi anche alla gestione commercianti? 🙂


  • User Newbie

    @CommercialistaPadova said:

    Aprendo partita IVA con il regime delle Nuove Iniziative Produttive paghi il 10% di sostitutiva IRPEF sugli utili, puoi dedurre dei costi altrimenti indeducibili come dipendente, inoltre dato che sei anche dipendente (se lavori per più di 26 ore settimanali) non devi nemmeno pagare i contributi INPS.
    La situazione di un dipendente che voglia aprire anche un'impresa è quindi in generale la migliore sia da un punto di vista fiscale che contributivo; tieni inoltre presente che attualmente c'è una spinta da parte di Stato, Regioni e UE per dare finanziamenti a tasso agevolato e a fondo perduto (vedi ad esempio mio messaggio di ieri su questo ed altri forum su Finanziamenti a Fondo Perduto al 50% da parte della Regione Veneto).

    Il lavoro dipendente che svolgo è full time, quindi mi stai dicendo che quasi quasi mi converrebbe aprire una p.iva?

    • Per spese deducibili parli di auto, benzina, pc ecc?
    • Inoltre se la facessi aprire a mia moglie la p. iva sarebbe uguale o meglio?
    • A fine anno poi come funziona con 730, cud ecc. ecc. insomma non è che mi arriva una bella sorpresina (salasso)?
      GRAZIE MILLE!

  • Moderatore
    • Se il reddito d'impresa non supera il reddito di lavoro dipendente sì, ti converrebbe anche perché non hai contributi INPS da pagare;
    • Le spese deducibili sono tutte quelle inerenti l'attività e possono rientrare l'auto con i costi di gestione, il cellulare, ecc.;
    • Se puoi aderire ad un regime agevolato come i minimi o le nuove iniziative produttive, versi un'imposta sostitutiva che non permette al reddito d'impresa di accumularsi con quello di lavoro dipendente: con i minimi paghi il 20% di irpef sostitutiva; con le nuove iniziative paghi invece il 10%. Fra questi due regimi ci sono differenze però è tanto per darti un'idea...

  • Bannato User

    @michelini said:

    • Se il reddito d'impresa non supera il reddito di lavoro dipendente sì, ti converrebbe anche perché non hai contributi INPS da pagare;
    • Le spese deducibili sono tutte quelle inerenti l'attività e possono rientrare l'auto con i costi di gestione, il cellulare, ecc.;
    • Se puoi aderire ad un regime agevolato come i minimi o le nuove iniziative produttive, versi un'imposta sostitutiva che non permette al reddito d'impresa di accumularsi con quello di lavoro dipendente: con i minimi paghi il 20% di irpef sostitutiva; con le nuove iniziative paghi invece il 10%. Fra questi due regimi ci sono differenze però è tanto per darti un'idea...

    vorrei puntualizzare... (quando bisogna puntualizzare, bisogna)
    che l'attività di esportazione esclude la possibilità di aderire al regime dei minimi

    A Lorenzo - 74: se il dipendente lavora per meno di 26 ore allora è costretto ad iscriversi anche alla gestione commercianti.

    A alexesprit: auto, carburante, cell, adsl, pc, telefono fisso, vitto, alberghi, spese rappresentanza,...
    La convenienza se farla aprire a tua moglie o meno non c'è a meno che non facciate un fatturato superiore a poco più di circa 77.000 euro che vi farebbe uscire dalle Nuove Iniziative Produttive e quindi bisognerebbe valutare chi fra voi due ha l'aliquota marginale IRPEF maggiore: in sostanza dovreste vedere ora chi ha maggiori redditi fra voi; (ho parlato dell'aliquota marginale in modo che se qualcuno ha voglia di puntualizzare sui maggiori redditi si tranquillizza subito).

    Quindi in sostanza:

    1. pagherai il 10% sui redditi da impresa + il 3,9% di IRAP (se dovuta e tolte le detrazioni a cui avrai diritto);
    2. dedurrai alcune spese altrimenti indeducibili;
    3. pagherai il commercialista: lì sta a te se ti fidi o meno e se ti accontenti o meno o se trovi qualcuno disposto a lavorare meno di un impiegato: ho visto che qualcuno si fa pagare per contabilità e dichiarazioni anche 200/300 euro all'anno
      [...]
      Buona serata a tutti

  • Moderatore

    In merito al bisogno di puntualizzare, spesso in questo forum gli utenti credono che "export" sia anche vendere all'interno dell'Unione Europea per cui non ho trovato opportuno escludere a priori il regime dei minimi.


  • Bannato User

    Va bene, ma anche in questo caso per un'attività di import-export intra-UE, il regime dei Minimi è antieconomico dato che si andrà a compravendere verso imprese e quindi l'Iva a credito diverrà un costo.


  • Moderatore

    [...]

    Tornando in topic, forse mi sfugge dove ha scritto che esporterà a imprese e non a privati. Inoltre non mi è chiara la fuoriuscita dal regime nuove iniziative con 77.000 euro.


  • Bannato User

    Chiedo venia sul valore dei 77.000 euro, effettivamente la soglia limite per alexesprit è di circa 93.000 euro... avevo fatto mente locale già ieri sull'errata indicazione, ma purtroppo ero già uscito dallo Studio per poterla correggere.
    [...] anche se i limiti per le Nuove Iniziative sono normalmente assimilati a quelli dei Minimi, non è proprio così... non è sempre N.I.P. 31.000 e Minimi 30.000 euro.

    A rigor di logica la differenza fra un'attività di import-export si differenzia da un'attività in cui si hanno fornitori esteri proprio per il fatto che acquisto all'estero e rivendo in Italia ad altri imprenditori.

    Dalla CCIAA di Brescia:
    Definizione:
    [LEFT]L?attività di import/export è assimilabile al commercio all?ingrosso, che è l?attività di chiunque
    professionalmente acquisti (importi) merci in nome e per conto proprio e le rivenda (esporti) ad altri
    commercianti, all?ingrosso o al dettaglio, o ad utilizzatori professionali, o ad altri utilizzatori in grande. In questa attività rientra anche chi acquista e vende merci in ambito comunitario.[/LEFT]


  • User Newbie

    @CommercialistaPadova said:


    Innanzitutto vorrei ringraziarVi per La vs. immensa disponibilità.
    A questo punto per essere più chiaro: l?attività che vorrei intraprendere consiste nel comprare bibite (ma non escludo altri prodotti in futuro) da grossisti esteri che si trovano comunque in europa (e se si trovassero in america, cambiano le cose?), e rivenderle a grossisti e dettaglianti in Italia. Quindi diciamo che sarei solo importatore.
    Pertanto con questo tipo di attività in quale fascia rientro (agevolata o no, ecc. ecc.) ?
    In merito al fatto di far aprire la p.iva a mia moglie, lei ha una casa intestata, io non ho niente intestato: a chi conviene tra me e mia moglie aprire la p.iva?
    GRAZIE MILLE!


  • Moderatore

    Essendo solo importatore, se soddisfi i requisiti per entrare nel regime dei minimi puoi aderire anche a questo regime agevolato, come ho avuto modo di scrivere sopra. In alternativa c'è il regime nuove iniziative produttive oppure il regime ordinario.

    Per gli acquisti intracomunitari (da fornitori dell'UE) puoi farlo senza problemi così come puoi acquistare prodotti da fornitori extra-UE (USA ad esempio): in quest'ultimo caso dovrai pagare ovviamente sia gli eventuali dazi che l'iva sull'acquisto (iva che dovrai "aggiungere" come costo anche negli acquisti intracomunitari se aderisci al regime dei minimi).

    Per capire a quale regime puoi aderire è necessario dapprima conoscere il fatturato annuo che prevedi:

    • per il regime nuove iniziative hai un tetto massimo di quasi 62.000 euro;
    • per il regime dei minimi hai un tetto di 30.000 euro.

    Essendo lavoratore dipendente, potresti avere dei vantaggi INPS che non so se tua moglie possa averli (se non è dipendente deve versare quanto meno il fisso di circa 2.850 euro alla gestione commercianti).


  • User Newbie

    @michelini said:

    Essendo solo importatore, se soddisfi i requisiti per entrare nel regime dei minimi puoi aderire anche a questo regime agevolato, come ho avuto modo di scrivere sopra. In alternativa c'è il regime nuove iniziative produttive oppure il regime ordinario.

    Per gli acquisti intracomunitari (da fornitori dell'UE) puoi farlo senza problemi così come puoi acquistare prodotti da fornitori extra-UE (USA ad esempio): in quest'ultimo caso dovrai pagare ovviamente sia gli eventuali dazi che l'iva sull'acquisto (iva che dovrai "aggiungere" come costo anche negli acquisti intracomunitari se aderisci al regime dei minimi).

    Per capire a quale regime puoi aderire è necessario dapprima conoscere il fatturato annuo che prevedi:

    • per il regime nuove iniziative hai un tetto massimo di quasi 62.000 euro;
    • per il regime dei minimi hai un tetto di 30.000 euro.

    Essendo lavoratore dipendente, potresti avere dei vantaggi INPS che non so se tua moglie possa averli (se non è dipendente deve versare quanto meno il fisso di circa 2.850 euro alla gestione commercianti).

    @michelini said:

    iva che dovrai "aggiungere" come costo anche negli acquisti intracomunitari se aderisci al regime dei minimi

    • Che vuol dire che non posso scaricarla l'iva?

    @michelini said:

    Per capire a quale regime puoi aderire è necessario dapprima conoscere il fatturato annuo che prevedi:

    • per il regime nuove iniziative hai un tetto massimo di quasi 62.000 euro;

    • per il regime dei minimi hai un tetto di 30.000 euro.

    • Credo che non supererò i 30000 almeno per il primo anno poi si vedrà

    • Quali sono le spese che devo sostenere per inizio attività e quali sono quelle a fine anno?

    • Insomma alla fine mi conviene buttarmi in questa nuova avventura?

    GRAZIE ancora!


  • Bannato User

    Ribadisco il fatto che il regime dei Minimi in questo caso non è conveniente da un punto di vista fiscale:

    si paga sostitutiva IRPEF del 20%;
    contro il 10% (+ eventuale 3,9% di IRAP);

    ma soprattutto l'IVA a credito diventa un costo!!!!

    Il regime dei Minimi va bene a chi ha pochi costi come ad es. un professionista, non un impresa commerciale non dettagliante.

    [...]

    Visto che finalmente si sono indicate due soglie massime differenti fra N.I.P. (62.000) e Minimi (30.000), colgo l'occasione per ricordare che prima del regime ordinario esiste il regime semplificato...

    Una chicca dal momento che manca la solita puntualizzazione: se nel corso dell'anno superate come N.I.P. la soglia di 62.000, ma rimanete sotto i 93.000 (l'importo che avevo indicato in precedenza), rimarrete comunque all'interno del regime; l'anno successivo invece dovrete passare al regime semplificato o ordinario.

    Dato che fra te e tua moglie non vi sono differenze di reddito sostanziali e considerato il fatto che invece in caso di crisi aziendale i creditori si possono rivalere anche sul patrimonio personale dell'imprenditore individuale ti consiglio, a meno che non vi siano ulteriori situazioni particolari, di aprire tu stesso l'azienda. In questo modo la casa è salva.


  • Moderatore

    @alexesprit said:

    • Che vuol dire che non posso scaricarla l'iva?

    • Credo che non supererò i 30000 almeno per il primo anno poi si vedrà

    • Quali sono le spese che devo sostenere per inizio attività e quali sono quelle a fine anno?

    • Insomma alla fine mi conviene buttarmi in questa nuova avventura?

    GRAZIE ancora!

    • Ok quindi si può valutare anche il regime dei minimi, tuttavia se confermi che venderai solo a soggetti iva, sarebbe più conveniente il regime nuove iniziative produttive in quanto potresti detrarre l'iva in acquisto e non ne risentirebbe il tuo margine di vendita. In questo modo avresti dei benefici per i primi tre anni di esercizio dell'attività (in particolare IRPEF sostitutiva al 10%); poi dovresti passare al regime di tassazione ordinario (IRPEF progressiva a scaglioni) come ho scritto sopra, abbinabile ad un regime contabile semplificato.

    • Per avviare l'attività devi sostenere costi relativi all'iscrizione alla camera di commercio (in linea di massima 150 euro circa, comprese eventuali maggiorazioni, diritti e bolli) e se vendi all'ingrosso vi è un'altra tassa da sostenere di 168 euro. Poi vi è il costo del commercialista che ti segue sia per le pratiche della camera di commercio, sia per la pratica telematica da inviare all'Agenzia delle Entrate per l'ottenimento della partita iva.

    • Per capire la convenienza, ti consiglio di discuterne bene con il commercialista di fiducia, in modo da valutare bene il business, le possibilità di guadagno, anche pensando al regime fiscale più opportuno da adottare.
      😉


  • Consiglio Direttivo

    Ciao CommercialistaPadova.
    Ti ho editato due post in questo thread, in cui ti sei posto in maniera poco rispettosa nei confronti dell'utente Michelini.

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