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Un partito politico per internet
Torno per una curiosità che dovrebbe farci pensare.
In Svezia, al Parlamento europeo, il partito ***dei pirati ***ha conquistato un seggio con il 7,1% delle preferenze, appena un pò meno dei Verdi.
Il loro obiettivo è di rivoluzionare le norme del copyright sul web.
Sono nati tre anni fa a seguito della protesta contro la repressione del filesharing e il monitoraggio delle e-mail.
Con questo risultato il Partito dei Pirat è andato ben oltre le più rosee aspettative piazzandosi quinto, ed è stato votato soprattutto dall'elettorato giovane e dagli internauti.... e noi qui che si fa?
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Per fortuna spero si protegga duramente il diritto d'autore.... molti degli utenti programmatori di questo forum non avrebbero neppure di che sopravvivere se le loro creazioni potessero sempre essere bellamente plagiate.
1 seggio non fa primavera, per fortuna.
Paolo
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Mmh... sorry Paolo, mi sono espresso davvero malamente.
Il mio non voleva certo essere un appoggiare la pirateria od abbattere le norme del copyright sul web.Volevo solo portare all'attenzione dei nostri utenti il successo che ha ottenuto per la prima volta una lista che tratta prevalentemente problemi legati alla rete.
Non conosco il loro programma politico e nemmeno come intendano rivoluzionare le norme del copyright sul web.
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Caro Andrez, difficile capire quale sarà il rapporto tra politica e Internet, democrazia e Web, ma mi sembra significativo che:
- Beppe Grillo con un blog abbia creato un movimento capace di riempire le piazze
- Obama debba il finanziamento di parte della sua elezione alle rete Internet
- Debora Seracchioni sia stata conosciuta e poi eletta grazie ad un clip con un numero di preferenze elevatissimo per una neocandidata
- il partito Pirat come citi tu ha vinto portando avanti discorsi di copyright.
Forse è il caso di prendere atto delle potenzialità d'Internet, tentare di evitare la censura come in Cina e aiutare invece un processo di universalizazzione politica (ma non totalizzazione ovvero nel rispetto delle singole diversità).
Quello che immagino per essere concreti è che l'elezioni europee vengano precedute da una analisi scientifica fatta dalla Commissione Europea sui problemi dell'Unione Europea in base a dati provenienti via Web dai singoli cittadini e via burocratica dalle singole Istituzioni dei singoli governi, dopodichè ci sia una campagna elettorale in cui ogni candidato esprima le sue proposte su quei problemi.:)
marlomb
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Interessante l'analisi del Censis che valuta come gli elettori abbiano usato i mezzi di comunicazione di massa per formare la loro posizione politica e decidere il voto.
A liveli di terzo mondo (e superato da diversi Paesi di quell'area) l'Italia mantiene un uso di internet decisamente anacronistico.
Pur avendo appena assistito alla formidabile campagna elettorale di Obama, svolta con un uso prevalente del web, la stragrande maggioranza dei nostri politici, non conoscendo assolutamente il mezzo, lo hanno usato in modi marginali e con sistemi quasi sempre inadeguati ed antiquati.
Internet non ha per nulla sfondato nella comunicazione politica di quest'ultima campagna elettorale.
Vediamo alcuni dati del Censis:
- per formarsi una loro opinione solo il 2,3% degli italiani maggiorenni si e' collegato ai siti web dei partiti per acquisire informazioni
- solo il 2,1% ha visitato blog o forum di discussione.
Il dato aumenta solo tra gli studenti:
- il 7,5% si e' collegato ai siti Internet dei partiti
- il 5,9% ha navigato su altri siti web in cui si parla di politica, come la nostra area Società ed Impegno Civile.
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Riguardo alla pirateria le mie idee sono chiare. Chi (privato, gruppo, azienda etch) crea un software di qualsiasi tipo (CMS, SO, Pacchetto Office o altro) ha il controllo totale su di esso e su come lo vuole distribuire. Pagamento, Trial, Demo, Open-Source, Free. Il software resta suo indipendentemente dalla licenza, e la pirateria è reato.
Credo che quello che intendono quelli del PiratePary sia che si sta facendo di ogni erba un fascio. Esempio: e-mule si usa per scaricare film? Blocchiamo i server di emule e perchè no... anche il p2p in generale! Frena! Il P2P è una tecnologia di scambio file fra più cliente, può fare uso di server oppure no. Di per se non è ne buona ne cattiva. Se la usi per scambiare copie pirata di software è una violazione delle leggi, se la usi per distribuire demo di canzoni della tua band non è reato in quanto ne detieni i diritti! Inoltre è in atto anche una sorta di movimento anti-internet. Basti leggere tutti quegli articoli che fanno ampio uso di parole come: pedofili su internet, carte di credito rubate, virus che formattano il computer, vulnerabilità gigante in IE7 etc etc.
La verità è semplice e la conosciamo tutti. Internet non è di nessuno perchè non è centralizzato. Non si può tirare una leva e spegnere internet. Internet è immateriale e inesistente sul piano fisico, eppure è qualcosa di enorme. Basta pensare alle quantità di cose che si fanno su internet. Alcuni la hanno chiamata Vita 2.0
Quindi non generalizziamo. Una cosa è il copyright, un'altra la libertà di internet. Quanto a me, credo abbiate capito che sono per continuare "l'anarchia ordinata" di internet.
PS: So già che questa diventerà la mia sezione preferita
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Per me è meno chiaro il discorso tra copyright e Internet, per esempio se fosse vietato riportare a voce e/o stampare un testo, l'85% degli utenti d'Internet che risulta fare ricerche a scopo culturale od informativo probabilmente smetterebbe, (e questo non lo vogliono neanche i potenti del commercio che permettono tranquillamente la copia dei testi relativi ai loro prodotti).:?
"La globalizzazione si estende ad ogni mezzo di comunicazione, la parola, lo scritto, l?immagine, tutto può essere trasformato in bit, dalla musica allo scritto. I problemi connessi alla responsabilità, ai diritti, alle forme di tutela, al rapporto tra autore e opera si pongono quindi in una prospettiva più ampia e più complessa. Il nuovo sistema è destinato a rivoluzionare il modo di comunicazione delle opere dell?ingegno, allontanando sempre più l?autore dalla sua opera, rendendone difficile il controllo sulla circolazione, e disumanizzando l?arte, poichè la macchina interviene nella produzione delle opere fino ad offuscare la figura dell?uomo-creatore, che sembra essere diventato un mero collaboratore.
I principi di originalità e materialità dell?opera con internet vengono superati; la nuova tecnologia comporta la dematerializzazione dell?opera, ed è possibile ottenere delle copie perfette, trarre dall?opera originaria elementi da aggregare ad altri e costruire nuove opere derivate. E? evidente il contrasto con la materialità dell?estrinsecazione che finora ha costituito il momento di controllo dell?attività posta in essere da chi non è titolare dei diritti di utilizzazione e momento rispetto al quale si potevano applicare delle misure a difesa della privativa (vedi artt.159 e 161 l. aut.). La nuova tecnologia colpisce gli autori soprattutto nella fase dell?utilizzazione economica dell?opera; infatti, i nuovi mezzi tecnici consentono delle utilizzazioni che incidono sempre più sulle utilità economiche dell?opera stessa. Bisogna pertanto chiedersi se la normativa sul diritto d?autore consenta oggi ai titolari di controllare l?utilizzazione sull?internet delle loro opere. Quando parliamo dei diritti economici del titolare o di chi gestisce l?opera, dobbiamo partire dal presupposto che bisogna ridefinire il contenuto stesso del diritto d?autore, per adeguarlo alla rete. In tal senso sembra muoversi la proposta di Direttiva del 1997 che ha introdotto degli aggettivi specifici riguardo alla riproduzione, in particolare con il termine temporaneo si è esclusa in capo all?utente una responsabilità quando egli comincia la navigazione e sul suo monitor appaiono i siti.
Bisogna, inoltre, ridefinire il concetto e la portata del termine ?pubblico?, e del rapporto che ci può essere oggi con il termine ?privato?. L?internet infatti, essendo globale, permette la lettura e la visualizzazione di informazioni che non sono più rivolte ad una cerchia ristretta di persone ma alla globalità; oggi la rappresentazione privata, permessa perchè è all?interno della cerchia della famiglia, non ha più senso di esistere perchè l?internet ha creato una famiglia mondiale.
[Tesi D.Bernocchi]Vorrei citare adesso alcune soluzioni al problema:
- ridisegnare il concetto dei diritti d'autore in un ambito d'intelligenza collettiva riportando come ai tempi di Omero la questione dei diritti sull'interpretazione [recensione di Cyberspazio di P.Levy]
- open source, (ovvero, per me, favorire l'informatizzazione di base su scala mondiale di certi prodotti per poi rivendere l'assistenza sui medesimi o le applicazioni a partire dai medesimi)
- l?istituzione di un metodo di compensazione alternativo: la riforma prevede la creazione di un database digitale di musica da cui attingere liberamente; i diritti d?autore verranno corrisposti agli autori con gli introiti derivanti dalle tasse imposte sui supporti registrabili (CD vergini) sui software e sui lettori di musica digitale e in base al numero di download realmente avvenuti; in questo modo agli artisti saranno corrisposti diritti d?autore in quota proporzionale al numero di volte che le loro opere sono state scaricate dal Web [ministro cultura Brasile].
La mia idea propende per una rivisitazione dei diritti d'autore che tenga conto come oggi ogni scoperta/invenzione è frutto di una catena di montaggio basata sulle idee dei nostri predecessori e dei nostri contemporanei, ma anche che permetta questa catena di montaggio; non blocchiamo il progresso in ogni campo ma allo stesso tempo permettiamolo con una giusta paga!
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Giusto per evitare incomprensioni, preciso che il "Partito Pirata" ha adottato questo nome come provocazione. Lungi da loro l'idea di favorire od avallare la violazione del diritto d'autore in rete, tale Partito porta avanti una battaglia propria di numerose associazioni (compreso varie associazioni di consumatori) tesa a riequilibrare il diritto d'autore oggi ritenuto troppo favorevole alle major e troppo restrittivo per i cittadini.
Secondo molti le pene previste per chi viola il diritto d'autore sono sproporzionate rispetto a pene previste per reati ben più gravi, ma soprattutto c'è una diffusa e pericolosissima tendenza a consentire alle major di affiancare, e talvolta di sostituire, le autorità nelle indagini per i reati in materia di diritto d'autore. E' pacifico che una società privata che guadagna dal diritto d'autore non può essere nel contempo accusatore e indagatore, perchè si realizza un pericoloso conflitto di interessi, come si vide nella ormai famosa vicenda Logistep. All'epoca lo stesso Garante per la privacy intervenne per chiedere il rispetto della privacy dei cittadini, violato, secondo il garante, dalle indagini svolte dai privati.
Nessuno vuole, ripeto, avallare le violazioni del diritto d'autore, ma le indagini per reati e illeciti in genere devono essere demandati agli organi preposti, magistrati, polizia, ecc....
Il Partito Pirata, che ha estensioni in vari Stati, compreso l'Italia, si batte appunto per evitare questi conflitti di interessi, per evitare che si attenti alla neutralità della rete (si veda la normativa in discussione in Europa in questi giorni, sul "telecom package"), si batte perchè una protezione eccessiva delle opere non diventi un boomerang per gli autori medesimi.
E' palese che la legislazione attuale ha varie storture. Ad esempio le opere di autori deceduti, ma non ancora passate nel pubblico dominio, se le major non le ritengono meritevoli di pubblicazione scompaiono letteralmente perchè, essendo protette, nessuno può pubblicarle. Ci sono tantissime opere che si trovano in questa situazione. Gli editori non le pubblicano, ma nessun altro può pubblicarle al loro posto. Così si dimenticano delle opere, e non mi pare che la cosa avvantaggi la cultura!