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I Social Network e le Web Agency: un futuro da consulenti?
Da un pò mi interrogo su che tipo di mercato ci sarà in Italia per le Web Agency che offriranno ai propri clienti servizi legati ai Social Network.
Leggendo il blog di Marco Loguercio mi ha colpito questo suo post dove dice di notare dei "piani di attività che invitano le aziende, in nome del Web 2.0 e del Social Media, a produrre tonnellate di contenuti multimediali (foto, audio, video, post, commenti, twitter...) e a segnalarli, iscrivendosi, in migliaia di network sociali" senza domandarsi dell'utilità che questi possano avere.
Questa tendenza che sta arrivando la paragona un pò all'iscrizione su 100.000 motori di ricerca.
Due giorni fa Marco twitta un'altra osservazione:
Ormai tutti i "guru" predicano "le aziende devono usare il web 2.0 per conversare"... ed ecco il risultato;-) http://twitclicks.com/y1py Posso confermare una cosa: nel forum gt stanno arrivando parecchie richieste molto simili a quella fatte direttamente da Web Agency per conto di grossi brand.
Questa non è conversazione, nè è buzzmarketing, passaparola o altro.
Credo che, a parte rari casi, la presenza nei Social Network debba essere un'operazione fatta dall'interno dell'azienda stessa.
Infatti, questo tipo di comunicazione deve essere sentita e naturale, non forzata e artificiale.
Per questo motivo credo che il futuro riservi alle Web Agency un ruolo da consulenti esterni alla guida di persone che stanno all'interno dell'azienda, la vivono, la sentono.
Voi che ne pensate?
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Concordo con la tua osservazione, Giorgio, a condizione ovviamente che nelle aziende, per curare internamente l'attività, ci siano
- le risorse e il tempo
- commitment
- un preciso piano alle spalle di ogni iniziativa
- un adeguato livello di preparazione e lo spazio necessario anche per l'aggiornamento/autoformazione.
Il ruolo delle agenzie è di supporto in tutti i punti: dal definire con l'azienda quante e quali risorse e con quale impegno di tempo debbano lavorarci; il trovare la giusta maniera di motivare chi ci lavora (e chi autorizza questo lavoro) per mantenere elevata l'attenzione e l'impegno. Il perchè fare determinate attività (la domanda è banale, le risposte no).
La giusta maniera di lavorarci su (cosa, come, quando/quanto e dove scrivere; come gestire i feedback etc etc). Fornire un adeguato livello di formazione con cui partire ed insegnare anche poi come/dove aggiornarsi (la famosa frase "non dobbiamo dare loro il pesce sul piatto, dobbiamo insegnare loro a pescare").
Questo, ovviamente, a condizione che l'azienda possa sopportare un tale investimento.
In caso contrario, l'agenzia avrà anche un ruolo operativo, necessariamente con tutte le precauzioni del caso. Perchè, in questi primi anni di "web 2.0", di figuracce colossali se ne sono viste veramente tante, alcune delle quali hanno avuto un impatto anche tragico sul business delle aziende coinvolte.
Poi è ovvio che di errori, anche nella situazione ideale, se ne faranno sempre. Stiamo pur sempre parlando di strumenti giovani, dove è facile "bacchettare" col senno di poi, ma la cui esperienza si fa inevitabilmente attraverso il classico "learning by doing".
Ed è qui uno dei reali valori di un'agenzia: il portare un patrimonio di esperienze anche negative, così da ridurre al minimo i piccoli/grandi errori che inevitabilmente sono disseminati sulla strada del successo.
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Il fatto è che il SEO e per esteso tutto il WEB Marketing non è (più? ) un servizio che si possa esternalizzare, dare in outsourcing.
Ora il SEO e tutto il web marketing è un** PROCESSO **interno al marketing aziendale che si applica e si deve applicare a vari livelli, da quello strategico a quello operativo.
Il futuro delle agenzie è soprattutto quindi consulenza per ottimizzare questi processi.
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E' la storia che si ripete. Un tempo c'era solo la TV e la Radio che operavano (e lo fanno ancora) spedendo messaggi a milioni di persone, molte delle quali disinteressate.
Con la stessa logica operano alcune (non tutte per fortuna) aziende che vedono giustamente nel social network il nuovo MASS MEDIA :)... felicissimi dunque di sparare altri milioni di messaggi a gente disenteressata per la felicità loro e dei loro clienti (ai quali per ovvi motivi evitano di raccontarla tutta...)...
Misurabilità? Macchè... vuoi mettere l'importanza di avere la propria pagina su facebook rispetto a misurare le conversioni di una campagna?
Conversioni? ma che lingua parla questo? ehehheScherziamoci sopra, ciao
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È passato un bel po' di tempo da quando è stata proposta questa discussione, ma io ora la sento presente più che mai in ciò che faccio.
Credo che il social networking sia sì giusto farlo fare alle aziende stesse, in modo naturale com dice Giorgio, ma allo stesso modo appoggio tutto ciò che ha detto marlog. Io ad esempio (che sono cmq un pivello rispetto a voi) sto piano piano capendo che il discorso social networking si può tranquillamente suddividire in due fasi: consulenza e/o operatività.
Nel mio lavoro di SEO creo ad hoc e seguo le pagine dei miei clienti sui social network, insegnando loro come agire e portando avanti il lavoro insieme (nei casi in cui il cliente è attivo in queto senso). E credo che un servizio di social networking offerto nel modo adeguato, possa essere fatto anche dall'esterno. E con modo adeguato intendo valutando per prima cosa, quali possono essere le piattaforme più adatte per appoggiare il brand in questione e la sua attività/prodotti (e quindi non necessariamente lanciarlo ovunque), studiare accuratamente i competitors in quest'area (si parla sempre di SN) e muoversi in modo strategico, valutando attentamente cosa, come e quando diffonderlo.
Anche a me te po fa, alla fine del 2008, mi venne mostrata l'attività di social networking come qualcosa in cui spingere il sito/blog su qualsiasi social, video/photo sharing ecc e impiegare tutto il materiale possibile, diffondedolo e sparandolo in faccia agli utenti. Ok che "far muovere" un nome attraverso i contenuti multinediale che possiamo sfruttare è qualcosa che può servire molto per il posizionamento nei motori, ma il social networking non è assolutmente solo questo. Soprattutto perché un social, per funzioanare davvero, deve essere seguito e monitorato.