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Brand Update? Proprio come l'avevo descritto un anno fa :)
Su SeoBook è uscito un articolo molto interessante dove si parla di una crescita della presenza dei brand forti nelle SERP a partire dal 18 Gennaio, giorno in cui secondo loro è avvenuto l'update. Il Tagliaerbe lo chiama Brand Update.
Secondo il mio parere, il fenomeno che dovremmo tenere sottocontrollo è il seguente:
La Multicanalità dei Backlink: popolarità e brand.
Con multicanalità dei backlink si intende la ricezione di link da siti con una diversa interazione e fruizione dei contenuti da parte degli utenti, ma universalmente riconosciuti come ?servizi standard?: RSS/Blog, video, social bookmarking, social network e community.Il primo è proprio riguardante il Brand. Ne parlai l'anno scorso: la multicanalità dei backlink per una buona popolarità. Bocas aprì una discussione nel forum. Evidentemente era troppo presto per parlarne ed approfondire l'argomento.
Nell'articolo:
Considerando tali aspetti, possiamo quindi pensare che il concetto di multicanalità dei backlink o presenza del nostro brand possa essere tralasciato al momento della pianificazione di una campagna marketing?
I motori di ricerca si doteranno di algoritmi appositi per sondare la presenza nel ?web che condivide? di un determinato brand o sito? Li hanno già?
Questo fattore, verrà usato forse per individuare i brand/siti più popolari sul web e quindi assegnare loro una fiducia e presenza maggiore nei risultati dei motori di ricerca?**
Pare sia avvenuto proprio quanto avevo descritto l'anno scorso
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Ciao Giorgio
ho letto anche io ieri l'articolo di Aaron Wall su SEO Book e mi ha fatto venire in mente un paio di riflessioni in qualche maniera collegate a quant tu dici.Google e il Branding
Se da un lato questo mi sembra un fenomeno relativamente inevitabile (è la risposta di Google al "noise" presente sul web) dall'altro si traduce/tradurrà in una monopolizzazione delle SERP per le keywords più competitive del mondo (es. "credit cards") da parte dei "soliti noti" - i brand già esistenti, appunto, che derivano la loro popolarità da investimenti mastodontici e soprattutto da posizioni acquisite in anni di marketing e presenza sul mercato.Le conseguenze per il mondo del SEO? Poche, secondo me, dal momento che già adesso arrivare ai primi posti per keywords così difficile è quasi impossibile: al massimo è un ulteriore invito a puntare sulla long tail dove gli "algoritmi intelligenti" di Google (leggi: premiare i grandi nomi fregandosene degli sforzi di chi vuole crescere) non sono ancora arrivati.
Ulteriore considerazione - anche se forse adesso non ne abbiamo tempo... - è quanto questa pratica porti a "buttare il bimbo con l'acqua sporca", nel senso che oltre al noise si butteranno via un sacco di risultati che meriterebbe di essere in prima pagina anche se non sono di brand conosciuti - contando anche che keywords generiche, per la loro stessa natura, hanno un valore semantico molto ampio e dunque non è detto che chi cerca "credit cards" voglia comprare una carta di credito e non leggerne, ad esempio, i rischi...
Multicanalità dei backlink
Questo è secondo me un discorso ancora più interessante.
Se analizziamo quelli che tu definisci come nuovi "canali" di link, e cioè RSS/Blog, video, social bookmarking, social network e community, noteremo come il denominatore comune (tranne che gli RSS) includono un elemento "social": ed è qui il punto fondamentale, e cioè lo spostamento verso la "social search", piuttosto che verso una pura e semplice "multicanalità" (oh, tutto sommato sempre tag su una pagina HTML sono i link, eh! :)).Aggiungendo a questo Google Search Wiki, penso sia evidente che il SEO del futuro debba essere sempre più "social": che cosa vuol dire, concretamente? Ecco, se discutessimo insieme di questo ne sarei ben lieto...
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Ciao SEO Italy,
è un piacere poter discutere di questi argomenti
** Google e il Branding**
Ricordiamoci che anche i grandi brand fanno SEO, anzi fanno molto di più.Quando infatti dici:
Le conseguenze per il mondo del SEO? Poche, secondo me, dal momento che già adesso arrivare ai primi posti per keywords così difficile è quasi impossibile: al massimo è un ulteriore invito a puntare sulla long tail dove gli "algoritmi intelligenti" di Google (leggi: premiare i grandi nomi fregandosene degli sforzi di chi vuole crescere) non sono ancora arrivati.Sembra quasi che i SEO ed i grossi Brand siano due cose diverse, che combattono tra di loro.
C'è da considerare inoltre che non si conosce ancora il sistema di riconoscimento di un Brand da parte di Google (depositeranno un brevetto? E' già depositato?) e quindi possiamo aspettarci di tutto.
Una domanda interessante potrebbe essere:
Nel riconoscimento di un Brand, Google si avvale anche di dati non presenti sul web? Ed in questo caso quanto sono influenti?
Perchè se così non fosse allora potremmo essere in grado di creare un Brand esclusivamente online.
Ma come è possibile questo?
Secondo me, appunto, uno dei punti fondamentali per la costruzione di un brand online è la presenza importante nei vari ?servizi standard?: RSS/Blog, video, social bookmarking, social network e community.
Ed ovviamente la presenza deve avere un certo riscontro, deve tramutarsi in conversazione e contatti.
Faccio un esempio pratico.
Io, personalmente, difficilmente riuscirei a dire che un dato sito è affermato sul web se questo non ha nessuna presenza su Youtube o altri.
Prendiamo in esame la Starbucks.
YouTube: 19.900 risultati. Canale Ufficiale con 1725 iscritti e 50.000 visualizzazioni del canale.
Twitter: 1.650.000 pagine indicizzate su Google. Canale Ufficiale con 62.000 followers
Facebook: 1.115.224 fans su Facebook.Tutte e tre le pagine sono linkate dal sito ufficiale.
C'è una piattaforma blog dove si condividono le idee (Google o via Feedburner o via Google Reader ha dei dati molto precisi sui nostri RSS).
Grazie a Google Blog Search è in grado di stabilire davvero tante cose, come il fatto che nelle ultime 24 ore il Brand Starbuck è stato citato dai blogger ben 2.100 volte.
E' inoltre presente (ovviamente centinaia di volte) su Google Maps ed è quotata in Borsa.
Questi dati sono reperibili da noi manualmente, sono i dati visualizzabili subito. Quanti altri dati è in grado di elaborare un motore di ricerca come Google?
Piccolo OT: Quando ha comprato Youtube e Feedburner sapeva ovviamente dei grandi dati a disposizione che avrebbe avuto. Infatti io da un bel pò mi aspettavo l'acquisto di Facebook e Twitter anche.
Tornando al ragionamento sopra, possiamo considerare **Starbucks **un brand affermato?
Sicuramente, a parità di parametri, è molto più affidabile chi ha una presenza su YouTube, o su Twitter. Diventa ancora più affidabile quando la presenza è multipla (su più servizi). Lo è ancora di più quando questa presenza genera contatti e conversazione.
Io credo che sia impegnativo realizzare un progetto che preveda questo, ma non impossibile.
Sul forum, ai nostri eventi, nel nostro network, predichiamo da tanto tempo di usare i Social, spingiamo verso questo.
Tuttavia notiamo come ancora molti siano scettici nell'uso dei Social.
Bisogna sapersi rapportare con le innovazioni che il web propone
**Multicanalità dei backlink
**La Social Search non ha una grande interazione coi backlink, infatti per Social Search si intende un tipo di ricerca che prende in considerazione il contributo degli utenti (direttamente sulle SERP) per influenzare i propri risultati. Questo articolo sul blog di Tsw è interessante.Per quanto riguarda Google Search Wiki (consiglio la lettura anche di questo post, già nel 2006 ci aspettavamo passi del genere) se n'è parlato al SMX West 2009 (ringraziamo Sean per l'articolo interessante
Sono quindi due concetti diversi.
Questo perchè sono concetti poco discussi e quindi l'uso dei termini non è ben consolidato.
Quindi abbiamo due concetti:
- La Social Search
- Social Network, Search e SEO: un futuro sempre più Social per i SEO?
Concretamente, credo che sia facile partire dallo sviluppare l'esempio della Starbucks. Ed è proprio a questo punto che attraverso i Social si può sia determinare un Brand forte, sia stabilire la multicanalità dei backlink. Sono molto legati fra di loro.
A questo punto mi fermo, perchè potrei aver frainteso alcuni concetti espressi da SEO Italy.
Approfondiamo?
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Mi intrometto nella discussione, e se dico castronerie perdonatemi, Giorgio sostiene che c'è la possibilità di costruire un brand online, ma questo mi sembra una idea controproducente per google il quale ha costruito la propria fortuna sulla pubblicità (Io sostengo sempre che tutto il giocattolo si fondi sui soldi e che tutto vada relazionato ad essi). Se un determinato brand riesce a monopolizzare una determinata nicchia di mercato questo brand presciderebbe da Google e quindi fior di soldoni in meno per google. Quindi che scopo avrebbe google di consolidare le posizioni di marchi già così forti?.
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Oggi come siamo messi nessun brand può prescindere da Google (se ha un progetto web ovviamente)
Comunque non è come dici tu, io la vedo al contrario...più un sito è visibile su Google,** più si rende conto di quanto sia importante esserci**. Quindi Google fa sapere ai brand forti che è importantissimo essere su Google
Anche perchè questo significherebbe portare nuovi clienti a questi brand, che faranno tra loro una lotta sempre più serrata all'acquisizione di nuovi clienti.
Comunque questa è politica aziendale (:D), che prescinde dal Posizionamento sui Motori di Ricerca.
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Tutta la discussione mi stimola a scrivere un postacchione esagerato sul blog (ma ci vorrà un pò di tempo).
Quello che è certo è che se un brand che non ha fatto una grande politica SEO si accorge che stare in prima pagina gli porta visite e conversioni automaticamente si attrezza economicamente per potenziare la sua presenza su Google (quindi l'atteggiamento di Google, fosse reale questa ipotesi, sarebbe astutissimo).
Per quanto riguarda la Social Search un qualsiasi motore di ricerca sarebbe stupidissimo a non scandagliare i social media per verificare quanto "genuina" sia la presenza tra le prime pagine di un brand.
Si potrebbe addirittura pensare: se questo brand ce l'ho sempre in prima ma sui social network non se ne parla, anzi si parla più di un brand con stesse attività che però sul motore ho in terza pagina, perché non devo premiarlo?Ricordiamoci che il passaparola può essere meno eterodiretto di un posizionamento organico e quindi, come dicevo prima è più "genuino" ma sempre e comunque da prendere con le pinze.
La multicanalità è fondamentale ma favorirà sempre i pesci grossi...:x
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Da un po' che volevo scrivere su sta cosa. Effettivamente parlando con colleghi qualcosa del genere si intuiva, soprattutto per chi si occupa di promozione sulle google Maps.
Butto giù alcune considerazioni e riflessioni personali poi le organizzerò meglio.Parto da
- http://www.seobook.com/google-branding
- definizione di marca http://it.wikipedia.org/wiki/Marca
- e per chi volesse divertirsi ecco "qualche" post in merito
Alcuni indizi
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l'introduzione del rel=nofollow ha posto alcune domande. Quella più estrema è: "Cosa succede se tutti lo usassero?" L'algoritmo PageRank verrebbe sicuramente meno? forse si
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La Universal search ha allargato la visibilità dei brand. E' importante essere presenti in maniera "multimediale" e "multicanale" (come diceva Giorgio prima). Se io cerco, vedo ed apprezzo un video di un prodotto e di un marchio, oppure una foto o altro è importante? Credo di si
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SiteLinks: già ora google viene incontro all'utente, prevedendo la sua richiesta. Se cerchi (in genere) un brand ti favorisce la ricerca facendo apparire i SiteLinks.
E ti "precarica" anche la pagina nel browser con il *link rel="prefetch" * perchè prevede che andrai lì sopra. -
Google Maps: qui l'algoritmo (da migliorare) per il ranking non si basa più sui LINK in entrata, ma sulle *citazioni *(anche senza link).
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Da un qualunque programma di Web analytics si vede come l'utente cerchi comunque il brand magari associato a termini generici. E queste ricerche in tutti i settori sono in genere le "migliori".
La conclusione è che ci sia già (oppure si stian andando) verso un nuovo paradigma di promozione sui motori di ricerca e sul Web in genere. *Appunto quello del puntare sul brand e sulle citazioni *(come nel vecchio modo di fare promozione offline ?).
Occorre che sul web in ogni modo e in ogni forma si parli del prodotto tipicamente associato brand (sopra ho messo la citazione di wikipedia che approfondisce anche il discorso). Questo brand sarà associato a dei concetti e a delle parole chiave.
Che tu ne prendi una foto di un prodotto, voti un video relativo ad esso, ne descrivi l'uso su di un Social media, lo linki con il rel=nofollow, magari ne parli in una e-mail, e via di seguito,
Google (che controlla una buona parte delle infrastrutture, possedendole direttamente, oppure monitorando con la toolbar o con il suo browser) immagazina i dati e li elabora. E in base a questo fornisce dei risultati.Algoritmicamente ci sono già vari software e servizi sul web che fanno monitoraggio delle citazioni. E non sono nemmeno difficilissimi.
Vuoi che Google non ne abbia uno simile?D'altra parte è cambiato un po' il web. Prima c'era un elite che "faceva" i siti (solo con html) e che di fatto "governava" il web, tramite i "voti" dati dai link in uscita.
Ma poi il web si è evoluto, si possono fare un sacco di cose, condividere un sacco di informazioni (anche multimediali), e coloro che possono "votare", esprimere la loro preferenza, sono aumentati a dismisura. E Google si è posto il problema di intercettare in qualche modo queste preferenze.
Cosa ne pensate?
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Matt Cutts in questo video segnalato da MotoriRicerca parla non di "brand update" ma di Vince's change e ribadisce il concetto che non è un update.
La finezza è interessante. Va avanti nel video e fa presente che le modifiche sono visibili solo certi risultati della SERP.
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Beh, il fatto che Matt Cutts dica una cosa di solito vuol dire esattamente il contrario... Mi ricorda un po' il buon vecchio Moggi, certe volte...
Scherzi a parte, innegabilmente da più parti si nota per certe query un premio ai brand più consolidati - quello che Matt chiama il "Vince change": il problema, dunque, è capire se e quanto questo fenomeno è diffuso e soprattutto quanto sarà pesante nel futuro.
Una delle questioni fondamentali è, secondo me, che non sempre (quasi mai?) brand affermato = trust/quality - principi basilari sui quali, a detta di Matt, si fonda da sempre l'indice di Google.
Ora, se passa questo concetto forse diventerà sempre più difficile vedere risultati "indipendenti" nelle ricerche per brand, oltre che per le keywords più competitive. D'altro canto un'interpretazione dell'affermazione di Matt "questo cambiamento non interessa le keywords long tail" potrebbe proprio essere: "voi pesci piccoli concentratevi sulla long tail, tanto sulle keywords più importanti non ci potrete arrivare mai".
In conclusione direi di tornare al quesito iniziale di Giorgio, e cioè: "E' possibile creare un brand totalmente online? Se sì, come fare? E quanto è importante, in questo, la multicanalità dei backlink rispetto al SEO 'tradizionale'?"
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@SEO Italy said:
....
Una delle questioni fondamentali è, secondo me, che non sempre (quasi mai?) brand affermato = trust/quality - principi basilari sui quali, a detta di Matt, si fonda da sempre l'indice di Google....E se fosse proprio questo uno dei cambiamenti?
Il brand significa che te associ a qualcosa una marca. In diversi casi marchio è sinonimo di prodotto o servizio... Se pensi a "motore di ricerca" pensi a google, se pensi a una "bevanda gassata" pensi a "coca cola" ecc
Google pensa che questo possa valere anche nelle ricerche? forse si
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Aggiungo che altri, notando variazioni inanchor nelle SERP brand-oriented, pensano piuttosto all'introduzione di un algoritmo di tipo semantico come il Topic Rank.
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Ciao raga ho dedicato un post alla questione, ***
Buona giornata!