• User Attivo

    Confermo che sto usando Graphicmail sito statunitense mi trovo bene e ormai ho studiato tutto il sito che non è in italiano ma che mi dicono sarà in italiano a breve.Ho scelto la formula di x email al mese da spedire entro 30 gg dall'accreditamento, al bisogno acquisto pacchetti extra.!Buon anno.


  • User

    gianluca ti volevo chiedere che volumi invii e che reportistiche ti fornisco questi di graphicmail, hai mai avuto problemi di spam? è uscita la versione italiana?

    Grazie mille


  • User Attivo

    Per la versione italiana mi hanno fatto leggere parti della traduzione, ottimamente tradotte più di 6 mesi fa, ma al momento non è uscita versione italiana.
    Non ho fino ad ora avuto problemi di spam, l'assistenza online è ottima e con orari molto lunghi.
    Non invio molte email, ogni mese circa 3500/4000.
    I report tra l'altro forniscono info numero email inviate, consegnate, aperte (chi le ha aperte indirizzo email), click (dove sono stati fatti e da chi), quelle non cosegnate (i presunti motivi).
    VIene gestista la registrazione, la cancellazione...tutto in automatico
    Spero di aver risposto a tutte le tue domande se ne hai altre dimmi.
    Buon lavoro.


  • User

    Troppo gentile, il mio problema sono i volumi elevati. ti farò sapere più avanti come andrà....


  • User Attivo

    temi lo spamming?
    potresti creare gruppi diversi di destinatari con massimo 1000 indirizzi a gruppo ad es.
    la spedizione è un attimo, in questo modo eviti di farne partire troppe insieme.


  • User

    e per 200.000 email al mese faccio 200 invii diversi?
    🙂

    mi servirebbe un partner tecnico che mi possa automatizzare la schedulazione o che cmq abbia le idee chiare sulla consegna delle mail.

    Sono parecchio a conoscenza delle policy di spam perchè ho lavorato in una azienda che faceva email marketing per mestiere....


  • User Attivo

    200 000? gran bel numero.
    prova a sentire loro in chat per assistenza tecnica.
    In alternativa dovresti provare con le aziende italiane tipo mailup.


  • User

    il problema è proprio questo.... le aziende italiane non ha valide soluzioni di deliverability per questi volumi di invii...... il mio cliente è già passato dai più grandi nomi italiani....


  • User Attivo

    Su ContactLab hanno una seria politica per quanto riguarda la deliverability: se un indirizzo riceve un tot di bounce consecutivi (impostabili dal cliente) all'invio successivo la mail non parte nemmeno. Inoltre puoi schedulare l'invio al giorno e ora desiderato.

    Ma forse non intendevi questo quando parlavi di soluzioni di deliverability....


  • User Attivo

    Per le spedizioni programmate - io non le uso - direi che sono attive anche in graphicmail.
    Hai fatto anche valutazioni di costo?


  • User

    Phate il problema non è la mail che viene marcata come bounce e quindi non più inviata...benzì i provider che ricevendo un gran numero di email non valide in poco tempo(e in questo mi riferivo a valide politiche di schedulazione) rischiano di marcare il mittende come spammer e precludere la consegna di messaggi anche per gli indirizzi validi.
    Chiara la mia spiegazione? ad oggi in italia ti assicuro che non esiste nessun prodotto che gestisca queste problematiche in modo valido.

    Discorso diverso in america dove l'email marketing è almeno 3 anni avanti....
    il problema che le policy attuate dai software americani(stranieri in generale) non sempre offrono una buona deliverability presso i provider italiani (virgilio, libero,etc)....


  • User

    Il costo è la variabile meno rilevante in relazione ai clienti che mi capita di gestire il problema è le garanzie che i software mi possono dare...


  • User Attivo

    Nel mio piccolo, abbiamo fatto e facciamo sempre test prima di inviarle, anche perchè tra i nostri clienti abbiamo multinazionali, aziende note in Italia e professionisti. Ci teniamo che ricevano le nostre comunicazioni, e che non veniamo tacciati di spammer.
    Ovviamente i volumi sono quelli sopra citati, ma non abbiamo riscontrato problemi particolari se non verso casi rari con protezioni talmente alte, che se invii email con in firma il tuo sito, tornano indietro.


  • User

    l'azienda che sto seguendo ha già avuto brutte esperienze in italia... vediamo che succede..... mi affiderò agli americani... vi farò sapere sperando di essere utile....


  • User Attivo

    Ottimo, potrebbe essere un contributo per altri utenti.
    Buon lavoro.
    Ti segnalo che i prezzi sono espressi in $ ma il cambio per loro è 1 a 1, quindi puoi togliere il $ e mettere €.
    Ciao ciao


  • User Attivo

    Per quanto ne so io, ContactLab (come le altre aziende serie italiane....e si contano sulle dita di una mano credo...) hanno accordi diretti con i vari provider come Virgilio, Libero, Tiscali, ecc.... per cui gli indirizzi IP da cui inviano sono PULITI, nel senso che non vengono tacciati come spammer anche se inviano 1000 mail al minuto.
    Io non ho mai avuto problemi di questo tipo anche perchè si tratta proprio dell'ABC della deliverability...sarebbe il colmo se queste società fossero considerate spammer dai provider!!! (anche considerato quello che si fanno pagare...)


  • User Attivo

    La deliverability di un messaggio, cioè la possibilità di non essere bloccati dai filtri antispam, dipende da tre fattori differenti:

    1. Contenuto del messaggio (assenza di link con IP invece che host, bilanciamento tra testo e immagini, assenza di errori html, assenza di keyword particolari...).

    2. Igiene della Lista (iscrizioni confirmed opt-in, cancellazioni immediate in max 2 click, cancellazione automatica degli hardbounce già dopo il primo errore di tipo 5.1.1, gestione delle lamentele, disiscrizione automatica dei feedback loop...).

    3. Architettura di invio (list-unsubscribe header, PTR inversi, SPF, Dkim, abuse contacts registrati, assenza da blacklist, accordi con gli ISP, sottoscrizione di programmi FBL, domain throttling...).

    Dando per scontato che i punti 1 e 2 sono risolti, la scelta del fornitore si può fare facilmente facendo qualche test di invio su ognuno.

    La priorità è inversa rispetto al mio ordinamento. Sempre meno il contenuto è determinante, sopratutto a livello di ISP.

    Non è affatto detto che piattaforme più rinomate, anche estere, con migliaia di clienti siano per forza le più performanti in fatto di deliverability, anche perchè di solito non sono così attente a prendere accordi con gli ISP locali. Basta poi fare un check dei loro IP o dei loro domini sulle principali RBL internazionali per rendersene subito conto.
    Non per niente abbiamo diversi clienti internazionali nel settore gambling, notoriamente più esposto a problematiche di filtraggio, che ci usano addirittura per inviare email singole (transazionali).

    Per chi invece vuole il top in fatto di deliverability, ci sono dei programmi di accreditamento specifico. I più noti nel mondo sono SuretyMail, GoodMail e SenderScore Certified (che ha incorporato Habeas lo scorso anno). Ti posso parlare più approfonditamente dell'ultimo perchè siamo Return Path Official Resellers Partners (unici che io sappia) in Italia.

    Si tratta praticamente di una whitelist internazionale, che ti assicura il recapito sui maggiori provider internaziali (Hotmail, Yahoo, Excite, AOL...) ma non solo: grazie ad accordi con i principali fornitori di piattaforme antispam, usate anche dagli ISP, come Barracuda, Cloudmark, Ironport, SpamAssassin... permettono di evitare il blocco antispam in molteplici situazioni. Un vantaggio ulteriore - ma solo per chi opera in ambito B2C - è quello che su Hotmail le immagini non vengono bloccate di default.

    Certo, non sono gratis. Con 200.000 email inviate al mese ci vorranno circa 1000 euro all'anno.
    Ma attento, non basta pagare per evitare i filtri antispam! Ci sono diversi requisiti da soddisfare, sia lato tecnologia di invio (e qui ci pensiamo noi, a partire dall'attivazione di almeno un IP dedicato per l'invio), sia lato igiene della lista. La cosa positiva è che già la fase di accreditamento, che prevede almeno un mese di monitoraggio attività, consente di far emergere eventuali criticità sommerse. Poi si hanno altri 30 giorni di test gratuito, che consentono di verificare se effettivamente la whitelist incrementa i risultati o no.

    Se comunque i messaggi non hanno una grossa criticità di recapito, già sistemando i primi 3 punti in alto si possono avere eccellenti tassi di deliverability, senza accreditamenti particolari.


  • User Newbie

    Per esperienza posso dire che "gli accordi con i provider" sono roba del passato. Ne abbiamo ancora qualcuno ma per motivi legali o di policy interne la maggior parte vanno a morire. La cosa importante e' avere i numeri di telefono dei vari postmaster e avere una buona "reputazione" personale che ti permetta di collaborare in maniera attiva. 🙂

    L'igiene della lista e' FONDAMENTALE... ma e' altrettanto importante monitorare sempre le performance di ciascun Ip.

    Noi abbiamo deciso oramai di migrare -senza costi aggiuntivi- pressoche' tutti i clienti piu' grossi (e sono la maggiorparte) su Ip dedicati in maniera da poter monitorare tutti i maniera migliore.

    Avere una firma Dkim sulle mail (cosa decisamente rara in italia, credo di essere l'unico a farlo) ci permette inoltre di accedere a programmi di FBL abbastanza importanti come quello di yahoo (che storicamente e' uno dei domini piu' rognosi in termini di deliverability).

    Poi sicuramente alcuni programmi di certificazione aiutano 🙂


  • User Newbie

    @agiuffrida said:

    Phate il problema non è la mail che viene marcata come bounce e quindi non più inviata...benzì i provider che ricevendo un gran numero di email non valide in poco tempo(e in questo mi riferivo a valide politiche di schedulazione) rischiano di marcare il mittende come spammer e precludere la consegna di messaggi anche per gli indirizzi validi.
    Chiara la mia spiegazione? ad oggi in italia ti assicuro che non esiste nessun prodotto che gestisca queste problematiche in modo valido..

    Ma sinceramente non sono d'accordo.
    Come ContactLab abbiamo molto a cuore queste problematiche

    Innanzitutto si parte con un warm-up dell'IP e con invii a bassa velocita' e bassa numerosita' per fare controllo della bonta' della lista.
    Poi si devono adottare delle modalita' di igiene della lista severe (mi risulta che abbiamo le piu' severe in circolazione).
    In questa maniera' gia' con il primo invio o i primi due invii fai una potente pulizia.
    Poi avendo FBL, List Unsubscribe etc etc ripulisci un altro po'...

    A questo punto tendenzialmnete il problema che segnali e' gia' svanito perche' non dovresti avere tassi particolari di indirizzi non validi.

    Pero' volendo basta sortare le mail in uscita in funzione dell'attivita' riscontrata (aperture / click) ed ecco che hai risolto completamente il problema.

    Per mantenere un buon tasso nel tempo consiglio anche un re-opt indi tutti gli utenti inattivi da piu' di 6/12 mesi.
    Cosi' fai pulizia anche di indirizzi che in futuro potrebbero diventare spam trap.


  • User Attivo

    Ok ma attenzione ad usare un solo IP dedicato ad un solo cliente, perchè così non riesci più a fare domain throttling. Non per fare a chi ce l'ha più grosso, ma 200.000 indirizzi non sono così tanti, abbiamo clienti con liste di 700.000, 950.000 e 1,7 milioni, e ti assicuro che non è necessario andare a comprare servizi all'estero per avere una buona deliverability.

    Dedicare un IP (o una classe di IP come facciamo noi) può avere un senso per altri motivi, ad esempio se non si è certi della reputazione degli altri IP, oppure per firmarli con firma DKIM dedicata costruita su envelope-sender dedicato, o per certificarli con SenderScore... E' vero, alcuni ISP possono bloccare se vedono da un unico IP una mole di indirizzi considerevole, e a questo si può rimediare in due modi:

    1. se usi un IP dedicato, devi limitare il numero di connessioni in parallelo, e limitare il numero di messaggi inviati per singola connessione. In questo caso però potresti non essere in grado di garantire dei tempi di recapito (questo per noi è importante perchè li garantiamo a tutti i clienti a contratto).

    2. se usi una batteria di IP, devi semplicemente spalmare gli invii sui vari smtp. In MailUp oltre all'effetto throttling, poichè offriamo un servizio con canone flat e invii illimitati, si somma l'effetto banda dedicata, poichè ogni cliente ha una propria banda di invio che si traduce in una naturale distribuzione degli invii nel tempo, a seconda del canone pagato.

    Agiuffrida a mio avviso ha ragione, ci sono provider che se hai una lista "sporca" (inteso come alto numero di HardBounce) ti lasciano inviare i primi X messaggi, e ad un certo punto di iniziano a fare reject di tutti i successivi, con un messaggio di errore molto esplicito ("too many unknown users..."). E parlo di provider primari, che usano sistemi antispam seri (tipo Ironport).

    Per questo motivo abbiamo deciso di forzare il blocco dell'invio a tutti gli indirizzi HB già dopo il primo messaggio di errore (non dopo 3 com'era all'inizio). Questo ci ha dato tra l'altro un immediato impulso alla reputation, anche se ovviamente ha sollevato qualche malumore tra i clienti, che rimanevano scocciati dalla "autopulizia" della lista, temendo di perdere indirizzi "sani".

    Se quindi si ha una lista "sporca" o vecchia, consiglio comunque di spezzettare il primo invio in più trance (oppure di usare MailUp con una banda ridotta).

    Tra parentesi, abbiamo da poco preso un grosso cliente, che ha circa 240.000 indirizzi, proprio negli USA. 🙂