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Cara bellissima dentro "buffona del forum", ho 54 anni ma se mi faccio la barba non li dimostro. Però guardandomi stamattina allo specchio ho avuto paura perché non mi riconosco.
E' vero, non sono ancora morto ma ho provato la morte e la vita centinaia di volte: si può anche morire dentro.
Ho vissuto 54 anni tra alti e bassi, mi sono arabbiato tantissimo con persone care che non lo meritavano: come non portarsi dietro la colpa?
Solo guardando gli altri mi accorgo che può esserci uno sbocco, una via d'uscita, una felicità che deriva dall'amare oggi: noi non siamo isole.
E sento che sono vere le tue parole sulla speranza:
«Non vivere di speranze, ma cerca di realizzare le cose per cui speri.»
Gli anziani hanno esperienza da offrire, è vero.
E' vero e bello anche avere amici più grandi ma non disdegno quelli più piccoli o coetanei.
La parola "ormai" è la parola di non-vita di chi non "vede".
Vorrei essere in giappone, lo zen è di un fascino tutto particolare: non si può spiegare ma solo vivere, allenarsi.
Più che punto di partenza parlerei di "punto di svolta": il cambiamento, la rivoluzione nei nostri cuori...
Il senso di colpa è uno dei mali più difficili da eradicare in psicoanalisi. Non dico che sia impossibile debellarlo ma mezza umanità è inguaiata per questo (una volta una prostituta mi disse "ma come sei inguaiato" - voce della verità). Il solo fatto di credere in queste cose è un "suicidio interiore", d'accordo con te piccola sorella nella notte.
Devo cercare di vivere senza dimenticare ma anche senza perdere l'attimo presente: okay. Forse ho già pagato il mio debito, è ora che torni in strada a camminare.
Un inchino di fronte a te, Cavaliere.
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Anche io mi sono arrabbiata con persone che non lo meritavano, alcune le ho proprio uccise nell'anima sparandogli addosso tutta la mai rabbia di cui loro non erano la causa. Una mia carissima amica stava ancora più male di me e io non ho fatto altro che distruggerla ancora di più. Le ho perse, come non perderle dopo tutto quello che gli ho detto? Il brutto è che io faccio così perchè è questo il mio carattere, un giorno ti porto in gloria il giorno dopo ti sbatto all'inferno. Ne parlavo proprio l'altra sera con GloboGsm perchè ho paura che anche lui vada a finire così, che sarà un altra amicizia alla quale devo sopravvivere senza disintegrarla perchè non sto bene con me stessa.
Io sono più odiata che amata, ma vado avanti per i motivi elencati sopra, di mio ora ci metto che cerco di non stringere amicizie più di quanto dovrei per non incorrere nei miei soliti atteggiamenti stupidi. E così è brutto.
Il senso di colpa è sì uno dei mali più difficili da stirpare...ma proprio tu hai detto solo "difficili" non "impossibili", quindi c'è un modo per liberarsene e tu ci credi anche più di me, leggendo quello che scrivi.
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E' strano quanto tu sia simile ma me.
E' per questo che non è impossibile nemmeno per te.
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No, ma infatti io ci credo...;)
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Vorrei specificare che il mio amore per te è vero.
Non è esso esclusivo. Cioè non escludo dal mio amore le altre amiche di qua, e nemmeno gli uomini (non sono omossessuale).
Intendo chiaramente l'amore come amicizia.
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Onoratissima!
Comunque spero solo di non averti riempito di chiacchiere...lo spero tanto.
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No, no, non mi hai riempito di chiacchiere, ho parlato solo per cortesia (vera) e galanteria (autentica) nei confronti di quelle persone che non sono intervenute nelle nostre discussioni.
Non temere.
Stef
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Oggi leggevo su un vecchio Focus, un articolo sul senso di colpa...mi sono stupita di quante volte la pubblicità, le persone influiscano sul nostro senso di colpa, che aumenta costantemente quando siamo noi ad essere giudici e imputati di noi stessi.
Riporto quì delle semplici regole, sempre descritte da Focus.
**Per non sentirti in colpa devi difendere il tuo diritto di...
**
- Fare tutto ciò che ti è utile per perseguire il benessere e la felicità e per raggiungere i tuoi obbiettivi (senza violare i diritti degli altri).
- Chiedere aiuto e prenderti il tempo necessario per pensare e avere informazioni.
- Giudicare se tocca a te trovare la soluzione per i problemi degli altri
- Pretendere rispetto.
- Dire "no", "non so", "non capisco", "non mi riguarda".
- Cambiare opinione e, qualche volta, sbagliare.
- Trascurare quello che ritieni "limite dell'umanamente possibile", ossia consentiti di non essere sempre al massimo.
- Provare ad esprimere emozioni e sentimenti.
- Non essere obbligato a fornire spiegazioni e scuse per il tuo comportamento.
- Prescindere dal benvolere degli altri: il primo giudice del tuo comportamento sei tu stesso.
Ho sottolineato quello che secondo me si deve prendere davvero in considerazione e quello che ho fatto io anni addietro per non ritrovarmi ora in orizzontale dentro una cassa di pino. :D**
Le trappole mentali che ci fanno sentire in colpa
**
- Devi avere chire manifestazioni di approvazione e di affetto da tutta la gente che credi importante per te (io aggiungerei anche da tutti).
- Devi essere assolutamente competente e adeguato in tutte le situazioni e in tutte le cose.
- Consideri la tua vita spaventosa e disastrosa quando le cose non vanno esattamente nel modo in cui vorresti che andassero
- Ritieni spaventoso e orribile non trovare prontamente delle buone soluzioni a problemi della vita.
- **Pensi che il passato sia un macigno: se qualcosa non una volta ha influito sulla tua vita, deve continuare a determinare i tuoi sentimenti e comportamenti anche oggi e per sempre.**Quì invece ho reso grassetto quello che di solito pesa di più sui sensi di colpa.
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punto 8 - "Per non sentirti in colpa":
Provare ad esprimere emozioni e sentimenti.Secondo la mia psicologa non c'entra il fatto che io nei miei scritti mostri ciò che sono ma "come", né il riportare i sogni ma come li descrivo: ne parlo come se fossero di altri.
Dice che ora dobbiamo lavorare sull'emotività, su quello che realmente sento dentro di me, soprire il mio mondo interiore. Io "mentalizzo" troppo.
Quando si arriva al nocciolo di una questione o mi fa un certo tipo di domande, si alzano le mie barriere (ma io non me ne rendo conto): non so cosa risponder sul "vero" perché della domanda.
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Ciao Stefano, scusami se non ho risposto subito...ma per qualche giorno anche io sono stata "fuori servizio".
Ok, ad esempio, che tipo di domande spingono il pulsantino della barriera? Sapresti catalogarle?
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Una è i mancati rapporti "fisici" con ragazze consenzienti: io ho detto che (almeno in un caso) era per rispetto verso la ragazza, per non "sporcarla" (non era una cosa andata molto oltre).
Ma la psicologa si è incazzata dicendo «ma sai quanto hai fatto soffrire quella ragazza?». «Devi dire il "vero perché" non l'hai fatto!»
Io non sapevo dare altre spiegazioni.
Oggi, dopo tanto tempo, una persona involontariamente (parlando di tutt'altro) mi ha fatto capire che forse alla base del non andare a fondo c'era l'orgoglio.
La timidezza, il giustificarsi dicendo "io ho dei limiti" significano "io sono più sensibile degli altri quindi intimamente "migliore" perciò non agisco, reagisco: per orgoglio.
Forse non sono stato troppo chiaro.
Scusami, comunque questa è solo una delle cose.
Ciao bella
Stef
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Per non sporcarla con il tuo essere??? O proprio con il sesso in sè? Come se lei fosse troppo pura?
Bella anche l'interpretazione del tuo amico. Molti di noi sono depressi ma intimamente si sentono sempre i migliori...molti di noi dicono "ma perchè a me?" come per dire "ma perchè a me che sono il top e non a uno che invece non lo è?", altri lo dicono semplicemente perchè sanno di non aver mai commesso nulla di male e si chiedono come mai tanto dolore.
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Innanzitutto mi ero dimenticato di dire che WWW è stato grandioso con la poesia di Baudelaire: veramente azzeccata nella sua metafora (e centrata).
Lo ringrazio ora.
Poi volevo ringraziare per il suo intervento GlobGSM.
Grazie di nuovo
Stef
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Cara Pikadilly,
rigurdo la ragazza con cui ci fu un "petting" piutosto intenso ma senza rapporto, mi riferivo - chiedo scusa del mio esprimermi e dire queste cose - al fatto fisico, non morale (spercare) ma... anche in senso morale.
Cioè, poiché era il primo giorno che la conobbi e la stavo accompagnando in auto di sera tardi, mi fermai sul ciglio della strada.
Dal parlare si passò ad un avvicinamento, poi a qualche carezza. Infine ci fu un passo in avanti (ma non "quello").
Al punto che stavo per... (chiedo scusa di nuovo se turbo chi legge) "sporcare", mi fermai.
Perché?
Perché lei era stata così disponibile il primo giorno che la conobbi, perché mi chiamava "Stefano mondiale", perché mi stava facendo un'azione sessuale di sua iniziativa: non meritava che la sporcassi.
Forse ero troppo idealista, ma approfittare di un'amica (per me si può diventare amici anche il primo giorno se ci si parla a livello profondo, o se si vive un'esperienza particolare insieme) non me la sentivo.
Forse ho sbagliato perché lei "lo avrebbe voluto" e quindi i miei scrupoli erano assolutamtne inutili.
Sono un idealista romantico e sensibile (un po' troppo, e ciò in futuro mi avrebbe creato qualche problema): però non reputo queste cose come "qualità", non mi considero superiore agli altri.Chiedo ancora scusa - mi mortifico - per le descrizioni poco ortodosse soprattutto nei confronti delle donne.
Ma io penso anche (veramente) che "la verità vi farà liberi" se detta senza scopi offensivi o vendicativi, anche se detta con maleparole, purché "sentite".
Ciao a tutti
Stef
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Ciao Stefano.
Complimenti per il tuo altruismo (mi riferisco a tutto quello che hai voluto raccontarci di te) e per la generosità con la quale ti metti a nudo.
Hai ottime doti autoanalitiche. Per questo ritengo che la tua "depressione" possa benissimo essere associata al noto "spleen" dei fiori del male.
Nell'accezione totalmente positiva che io associo a quel tipo di sentimento, ovviamente.
Con me un'ampia e ottima parte della critica letteraria contemporanea a tutte le latitudini; e non a caso il buon Charles rimane famoso e quell'albatro non è certo uno dei poemetti pià nascosti dell'opera.A mio avviso hai tutte le carte per sopravvivere agli strali dell'angoscia che la vita offre con tanta abbondanza.
Intanto perchè mediti sui tuoi destini senza sconti e senza troppi infingimenti, quindi sei pronto e rotto ad ogni possibilià.
In secondo luogo perchè dimostri di essere un animo sì sensibile, ma tutt'altro che pavido.
Sarai costretto a convivere con lo spleen, apprezzandone però al tempo stesso amarezza e splendori.
Avere grosse ali in un mondo tanto "terreno" può far sembrare goffe anche le creature più meravigliose.
I paradisi artificiali, come GT in parte riesce ad essere (qui mi si passi la metafora e l'allusione), sono fatti proprio per questo.
E' un modo per fuggire un istante da ciò che circonda i nostri corpi "idioti" e veleggiare di tanto in tanto con creature a noi simili, tra divinità cadute in disgrazia, albatri incarcerati e tutte le altre anime erranti alla ricerca del cielo.
Tra i tanti paradisi artificiali possibili questo è certo uno dei più nobili e salvifichi.
Ti auguro redenzione e accettazione del fato, caro Stefano.
Due "cose" che puoi leggere come credi, a seconda della bisogna.Come ancelle della porta d'ingresso alla serenità.
O come diaboliche ed erotiche ninfee guardiane dei nostri desideri più occulti e sopiti.Che tu cammini verso la dolcissima perdizione o verso l'ineguagliabile salvezza interiore spero che il tuo cammino sia sommamente lieto, da qui in avanti.
Verso il basso o verso l'alto, cambia poco.
Avanti fino al possibile, e oltre, questo conta davvero.Sul tema "sesso" e sul modo di esprimersi in materia (online oppure offline) siamo tutti alla ricerca di strade "civili".
Nel senso che il rispetto delle persone e delle differenze di genere è valore assai tenuto in considerazione, e giustamente.
Non di meno può capitare che anche i meno volgari vogliano - in un clima di tale serenità intellettuale come quello che qui si tenta di mantenere - provare ad avvicinarsi all'argomento senza per questo voler destare incomprensioni nè tantomeno rischiare di incorrere in involontarie cadute di stile.
Ti avviso, è tema assai spinoso. Lo è sempre stato per la poesia.
Ciò non toglie che anche la parte "godereccia" dell'amore sia senza dubbio una delle anime tra le più forti nella produzione e nella "motivazione" poetica in generale.
Si canta pur sempre qualcosa di nobile se si parla di fusione di corpi.
Ma la penna appunto è spesso meno brava dello spirito e può anche capitare di non incontrar le corde giuste.
E saremo entrambi buoni a dir la stessa cosa ("fusione tra corpi") parlando il linguaggio della strada.
Ma sarebbe bello? Sarebbe da tutti compreso?
Ovviamente se hai componimenti erotici postaceli pure qui, che questa è proprio la sezione giusta.
Nel frattempo ti invito a limare la penna il più possibile, che come sai nei fatti di "carne" e di "pelo" occorre muoversi con circospezione, in ogni caso.
So che sei tra i più nobili di cuore, e questo che ti scrivo è solo un'avvertenza di routine e scevra da ogni sospetto.
Ben so e comprendo quanto tu sia "signore", e il tuo sentirti mortificato ti rende merito e rispetto.
Non di meno so quanto i bollori - tutti terrestri - cui siamo soggetti possano prendere il sopravvento ache nei polsi dei poeti più ferrei e compunti.
E ti porto il mio miserabondo esempio, anche per strapparti un sorriso.Di recente ho tentato anch'io un'escursione in questa direzione, infatti, con una serie di post "esplicitamente hot" somministrati nel 3d mensile del fetish cafe.
Con risultati incerti, come puoi vedere.
E con estrema fatica, nel tentativo disperato di non cader dall'hot al volgare.
Sfiorando semmai il ridicolo, pericolo assai minore dal mio punto di vista.Che ad essere buffi si cava sempre di più che a sembrar vili.
Semmai fatti una scorsa a quello strano dialogare (il mio è delirio, ma anche l'altrui è simpatico e "funny".... ), che potrebbero scapparti un paio di risate, di straforo.
"Villa Salus". E altre storie di sanità fisica e mentale, si vorrebbe dire.
Buone cose.
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Premetto che non riuscito a trovare il tuo internento su Villa Salus (sono moltissime pagine). Mi darai lumi.
Il sesso è un argomento bello, delicato e sacro.
Esso fa parte dell'amore: lo so che esiste il sesso fisico tutto e subito, la prostituzione, la violenza fisica, l'accontentare il marito anche quando si è frigide, il viagra... ma quello quale espressione dell'amore è super, ragazzi!
Il sesso è sacro, come ho detto, ho una registrazione audio di una trasmissione televisiva di Barbara Bouchet in cui un marito e moglie stranieri spiegavao tencniche diciamo tantriche. Si iniziava a guardarsi per due-tre ore, poi alle carezze etc. etc. Quando si arrivava a massaggiare l'un l'altro le parti intime, l'uomo doveva delicatamente cercare il punto "G". Secondo me questo stimolare in modo assolutamente delicato il punto "G" della compagn è un dono, un offrire sé all'altro. L'uomo si trattiene dal concludere l'atto per far stare il più possibile la donna in estasi erotica. In effetti questo offrirsi dell'uomo, questo badare più al piacere dell'altra, è un modo di amare veramente l'altro.
Sulla questione del punto "G" (tanto controversa perché è difficile trovarlo, percché si dubita persino della sua esistena) vorrei dire che ho letto un articolo serissimo su La Repubblica del 21/02/2008 molto lungo. Il punto "G" è stato finalmente trovato con una ecografia particolare e precisa da un sessuologo italiano, Prof. Jannini dell' Aquila e alcuni colleghi della Sapienza (Università di Roma).
Poiché si è scoperto che non tutte le donne hanno il punto "G", il Professore sipega espressamente che "a venire in soccorso c'è sempre il clitoride con il suo orgasmo niente affatto di serie B".
Comunque osservare il punto "G" permetterà alle donne di conoscersi meglio.
Lo studio è stato effettuato su venti volontarie ed ha avuto successo.
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Il punto G è un potentissimo anti-depressivo.
Dovrebbero prescriverlo per ricetta medica.
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Sì ma non deve diventare un'ossessione ricercarlo e si deve considerare in modo serio.
Comunque...
Esso è situato sulla parete che separa i due canali dell'uretra e ella vagina a 6-8 cm di profondità e appare come un ispessimento del tessuto: un centimetro od oltre invece dei normali 3 o 4 millimetri.
Alcune donne lo hanno dalla nascita. Altre donne non lo hanno. Anche quando è presente, la sua grandezza è influenzata dagli ormoni dell'organismo.