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@mauro1978 said:
abel76, io lavoro nel settore e prima lavoravo in una delle princiapli banche retail italiane, quindi "aggiusto" il tuo conto che è fantasioso.
Tasso di conversione:
- quanti chiedono un preventivo indicativo
- quanti preventivi sfociano in una richiesta mutuo
- quanti mutui richiesti sono ammissibili e quindi erogati
Il rapporto di 1 a 50 tra visite e mutui erogati è assolutamente irreale, è molto più realistico un uno a 800.
Mutuo da 100.000 euro al 5%
Quel 5% non è tutto profitto, ma devi togliere il costo della rccolta di denaro per la banca su scadenza lunghe tipo 20, 25 o 30 anni(lo vedi dal tasso IRS, per i tassi fissi, sul giornale): ad esempio in quesot periodo l'irs a 20 anni è il 4,75%. Ergo prendo il 5% ma pago il 4,75% (e ti metto azero per semplicità il costo di struttura e il costo dell'insolvenza e il peso dell'assorbimento capitale con le regole di Basilea2 a cui sono sottoposte le banche)Forse i conti sono da rifare...
Ora comincio a capire qualcosa. Quindi mettiamo che 1 su 800 faccia il mutuo; mettiamo il 4% di guadagno quindi 4000 euro; ogni mese ci sono quindi circa 2 mutui stipulati al mese X 12 mesi (se facciamo che il sito fa 50 visite al giorno) = 24 mutui l'anno; 24 mutui X 4000 euro = 96.000 euro in un anno.
Forse allora il prezzo giusto di mutui.it sarebbe 100.000. Che ne dite?
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scusa ma faccio una precisazione
Per le visite ci siamo: 50 x 365 all'anno = 18250 visite
Un mutuo erogato ogni 800 = 23 mutui annoMutuo medio 130.000 euro (da 100.000 non se ne fanno più). La prassi è che la banca paghi una commissione upfront (Secca solo per il primo anno) a chi porta mutui (ad esempio promotori finanziari, consulenti vari, agenzie immobiliari).
Tale commissione varia in base agli accordi, ma di solito è tra lo 0,50% e l'1%.
Quindi se io agenzia immobiliare intermedio un mutuo da 130.000 euro prendo 1.300 euro di provvigione il primo anno (anno di erogzione) e basta dopo.
Lato banca il margine della banca è indicato in via abbastanza precisa dallo spread (differenza tra tsso applicato al cliente e tasso di mercato di riferimento, IRS per i mutui tasso fisso e Euribor per i tv): oggi lo spread si aggira sotto l'1%. Quindi una banca su un mutuo da 130.000 euro, guadagna di interessi circa 1300 euro, gli anni dopo meno perchè cala il debito residuo. A tale margine di interesse vanno poi tolti i costi pro quota della struttura (filiali e personale, i costi del capitale - cica 0,20% - e il costo delle insolvenze).Torniamo all'ipotesi di sito gestito da un procacicatore e non da una banca diretammente. 23 mutui a 1.300 euro cad di provvigione sono 29.900 euro annui lordi di provvigioni
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@mauro1978 said:
scusa ma faccio una precisazione
Per le visite ci siamo: 50 x 365 all'anno = 18250 visite
Un mutuo erogato ogni 800 = 23 mutui annoMutuo medio 130.000 euro (da 100.000 non se ne fanno più). La prassi è che la banca paghi una commissione upfront (Secca solo per il primo anno) a chi porta mutui (ad esempio promotori finanziari, consulenti vari, agenzie immobiliari).
Tale commissione varia in base agli accordi, ma di solito è tra lo 0,50% e l'1%.
Quindi se io agenzia immobiliare intermedio un mutuo da 130.000 euro prendo 1.300 euro di provvigione il primo anno (anno di erogzione) e basta dopo.
Lato banca il margine della banca è indicato in via abbastanza precisa dallo spread (differenza tra tsso applicato al cliente e tasso di mercato di riferimento, IRS per i mutui tasso fisso e Euribor per i tv): oggi lo spread si aggira sotto l'1%. Quindi una banca su un mutuo da 130.000 euro, guadagna di interessi circa 1300 euro, gli anni dopo meno perchè cala il debito residuo. A tale margine di interesse vanno poi tolti i costi pro quota della struttura (filiali e personale, i costi del capitale - cica 0,20% - e il costo delle insolvenze).Torniamo all'ipotesi di sito gestito da un procacicatore e non da una banca diretammente. 23 mutui a 1.300 euro cad di provvigione sono 29.900 euro annui lordi di provvigioni
Quindi ditemi se sbaglio. Se una banca invece di investire in un procacciatore umano, si compra un sito come mutui.it , può investire questi 29.900 euro l'anno che tanto è uguale. O no? E se come ho letto in giro su forum specializzati in vendite, un dominio vale quello che ci si potrebbe guadaganre in 5 anni: 29.900 x 5 = 150.000 euro circa.
Come la si vuole vedere sempre sui 100.000 euro il sito si potrebbe vendere.
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la valutazione dei x5 vale per parking su siti con alto traffico spontaneo in inglese. i pay per sale o payper lead sono diversi, danno uno stabilità dei flussi molto minore quindi li devi "pesare" meno. Molti siti italiani non si riescono a vendere con multipli x2
Oltre al discorso del valore teorico, va poi fatto il conto con l'oste: quanti soldi girano?
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nel caso di excite é stato applicato un x9, chiaramente é un'altra cosa. Tra l'altro ad occhio ritengo che Excite sia stato pagato poco.
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comunque non é da escludere che tra qualche anno il mercato valuti 100.000 euro domini come mutui.it, adesso non c'è molta attenzione da parte di chi ha i soldi verso i domini. Ecco il problema è la disattenzione delle grosse società di capitali.
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excite è stato pagato x9 ma è uno dei leader di mercato.
In tutti settori accade la stessa cosa: se la media ad esempio è x5, i leader vengono pagat ianche x10, ma i piccoli x2. Questo perchè i leader probabilmente offrono maggiore stabilità dei flussi di cassa (e quindi li paghi di più), perchè hanno strutture organizzative più solide, perchè hanno maggior profilazione clienti, perchè hanno band più forti e quindi estendibii e adtti per fare cross selling
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sempre rimanendo in tema di nomi buoni, conta molto se il dominio è "invariante" in tutte le lingue? Faccio un esempio pratico che mi viene in mente: il dominio madagascar.it (non sapendo se fa visite o no, solo che immagino sia abbastanza turistico), quanto può valere? Nell'ordine dei 100, 1.000 o 10.000 euro?
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l'invarianza nelle lingue vale solo per i suffissi non legati ad una nazione, cioè com net org info e mobi
Prendi ad esempio vienna.net (passato di mano per 12.000 dollari circa), è il nome della capitale austriaca in molte lingue e quindi il peso della non varianza per le lingue conta. Non ha valore invece per sufficci nazionali (ad esempio per vienna.it non ha rilevanza) perchè il suffisso nazionale se da un lato genra type-in da uno stato dall'altro limita il mercato a quello stato
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@mauro1978 said:
l'invarianza nelle lingue vale solo per i suffissi non legati ad una nazione, cioè com net org info e mobi
Prendi ad esempio vienna.net (passato di mano per 12.000 dollari circa), è il nome della capitale austriaca in molte lingue e quindi il peso della non varianza per le lingue conta. Non ha valore invece per sufficci nazionali (ad esempio per vienna.it non ha rilevanza) perchè il suffisso nazionale se da un lato genra type-in da uno stato dall'altro limita il mercato a quello stato
Alla luce delle tue parole allora probabilmente il sito madagascar.it non sarebbe buonissimo, o sbaglio. Quanto lo valuteresti?
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madagascar.ti è un bel dominio perchè del tipo stato.it , ma solo per il mercato italiano.
Altra cosa rispetto ai mutlipli: rileggendo i post ho visto che si è fatta confusione tra reddito lordo e netto die domini/aziende. Ad esempio excite è stato pagato 9x il reddito netto. (resta valid oche i siti leader hanno multipli + alti dei siti piccoli)
Quindi, tornand oall'esempio di di mutuo.it i 30.000 euro di commissioni attive diventano, in ipotesi di assenza costi e tassazione al 40%, un netto di 18.000. Il multiplo x si applica a 18.000, non a 30.000
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quando si parla di utile o meglio di ebit si parla di somme prima della tassazione, quindi il x9 si applica all'utile o qualcosa mi sfugge ?
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@business said:
quando si parla di utile si parla di somme prima della tassazione, quindi il x9 si applica all'utile o qualcosa mi sfugge ?
certo che no, l'utile netto è dopo le tasse, e il multiplo di excite da te caloclato (9x) è sull'utile netto
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mmmm scusami ma i 300.000 euro sono l'ebit di excite prova a dare un'occhiata poi dimmi. Può essere che mi stia confondendo ma mi pare strano
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@mauro1978 said:
l'invarianza nelle lingue vale solo per i suffissi non legati ad una nazione, cioè com net org info e mobi
Prendi ad esempio vienna.net (passato di mano per 12.000 dollari circa), è il nome della capitale austriaca in molte lingue e quindi il peso della non varianza per le lingue conta. Non ha valore invece per sufficci nazionali (ad esempio per vienna.it non ha rilevanza) perchè il suffisso nazionale se da un lato genra type-in da uno stato dall'altro limita il mercato a quello stato
ma vienna non si dice così solo in alcuni paesi? rispetto a madagascar che è uguale in tutte le lingue, non è peggio?
Cioè tra vienna.net a 12.000 dollari e madagascar.it , forse mi sbaglio ma vale di più il secondo...
Un'altra domanda. E' vero che molti investitori americani si stanno affacciando ora sui domini .it perchè unendo una parola inglese + .it sembra un imperativo? (es: buy.it) E quindi riescono ad usare il sito come uno slogan? Non era già successo con il suffisso delle Western Samoa che molti hanno trasformato in Web Site?
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Salve abel76,
Io farei parlare i numeri prima che il senso delle estensioni ...
Domini .IT registrati ad oggi :
** 1,462,668 **
numero domini presenti nel
database alle ore 10:00 del 26/11/2007Vediamo un pò cosa succede per le estensioni principali :
Changes are being tracked for (.COM, .NET, .ORG, .INFO, .BIZ, .US)
Today's Date 11/26/2007 1:21 AM PST
Status of domains on 11/25/2007
71,126,233 .COM
10,471,090 .NET
6,325,121 .ORG
4,913,356 .INFO
1,890,277 .BIZ
1,360,904 .US96,249,090 Total Domains
Se si parla di valore di una estensione, si deve tenere in considerazione la difficoltà nel registrare un dominio data la presenza di milioni di nomi presenti nel database.
I com sono diventati una rarità, rimangono solo nomi composti da più parole e termini fantasiosi ed inventati, tutto il resto è preso e ripreso.
Volendo dare un valore alla estensione .it rispetto al .com diciamo che si potrebbe dividere il valore di un com per 71 milioni moltiplicarlo per 1,5 milioni e dividere il risultato per 5 (più o meno l' .it è al 5/6 posto in quella scala), e questo solo se il .it fosse gradito in ambito internazionale.
Questo ragionamento non è mio ma di un amico domainer statunitense.
Saluti
Luca
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@abel76 said:
Un'altra domanda. E' vero che molti investitori americani si stanno affacciando ora sui domini .it perchè unendo una parola inglese + .it sembra un imperativo? (es: buy.it) E quindi riescono ad usare il sito come uno slogan? Non era già successo con il suffisso delle Western Samoa che molti hanno trasformato in Web Site?
Questo é un aspetto interessante. Bisogna informarsi di più al riguardo
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@business said:
Questo é un aspetto interessante. Bisogna informarsi di più al riguardo
L' it non è particolarmente interessante da usare come "domain hack".
Un pò di storia...
Tutto nasce con la popolarità di "de .li. cio .us" diciamo che lo spunto per molti sviluppatori nasce dalla possibilità di creare domini multipli sfruttando l'estensione.
Questo ragionamento segue la logica del "Ext must fit the name" nel senso che :
Com = commercial
Net = network
Org = organization
e via dicendo ... il domain hacking reinterpreta questo concetto applicandolo sul significato del dominio compresa l'estensione.
Ci sono vari domain hack con siti di successo sviluppati, cito un paio di esempi "who.is" e "whois.sc", e poi ancora unlock.it, e tanti altri.
Dal punto di vista del traffico naturale è pressochè zero.
Per quanto riguarda l'indicizzabilità, sono dei normali domini che seguono la logica dei contenuti di un eventuale sito.
Sono facili da ricordare e sono brandizzabili, questo è il loro valore aggiunto.
Per unlock.it c'e' da dire che il termini è molto di moda con riferimento allo sblocco dei telefonini, quindi come tale nicchia e non fà testo.
Ma veniamo all'utilizzo dell' it come imperativo...
siamo sicuri che sia interessante in via generale ?
quanti utenti e aziende di lingua inglese apprezzerebbero domini come questi ?
ci sono aziende Italiane che investirebbero su questo ?
Agli americani interessano gli .it con traffico e nome in Italiano, poco importa del significato dell'hack.
I .ws seguono la stessa logica, e così tutte le altre alternative, tutti i domini creati con estensioni minori sono buoni se di senso compiuto e con forte richiesta del mercato per quelle determinate keywords.
Postate pure le vostre impressioni
Saluti
Luca
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@voidcomputer said:
L' it non è particolarmente interessante da usare come "domain hack".
Un pò di storia...
Tutto nasce con la popolarità di "de .li. cio .us" diciamo che lo spunto per molti sviluppatori nasce dalla possibilità di creare domini multipli sfruttando l'estensione.
Questo ragionamento segue la logica del "Ext must fit the name" nel senso che :
Com = commercial
Net = network
Org = organization
e via dicendo ... il domain hacking reinterpreta questo concetto applicandolo sul significato del dominio compresa l'estensione.
Ci sono vari domain hack con siti di successo sviluppati, cito un paio di esempi "who.is" e "whois.sc", e poi ancora unlock.it, e tanti altri.
Dal punto di vista del traffico naturale è pressochè zero.
Per quanto riguarda l'indicizzabilità, sono dei normali domini che seguono la logica dei contenuti di un eventuale sito.
Sono facili da ricordare e sono brandizzabili, questo è il loro valore aggiunto.
Per unlock.it c'e' da dire che il termini è molto di moda con riferimento allo sblocco dei telefonini, quindi come tale nicchia e non fà testo.
Ma veniamo all'utilizzo dell' it come imperativo...
siamo sicuri che sia interessante in via generale ?
quanti utenti e aziende di lingua inglese apprezzerebbero domini come questi ?
ci sono aziende Italiane che investirebbero su questo ?
Agli americani interessano gli .it con traffico e nome in Italiano, poco importa del significato dell'hack.
I .ws seguono la stessa logica, e così tutte le altre alternative, tutti i domini creati con estensioni minori sono buoni se di senso compiuto e con forte richiesta del mercato per quelle determinate keywords.
Postate pure le vostre impressioni
Saluti
LucaProprio per questo mi era venuto in mente buy.it che mi sembra sia allo stesso livello di unlock.it...
Certo è che bisogna trovare delle parole, o delle frasi americane usate moltissimo da loro è che si leghino bene con l'imperativo.
Non me ne vengono in mente molte: find.it , search.it , delivery.it , play.it ma tutte queste sono già prese. Secondo voi sono state prese con questo intento o solo per il puro nome?
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@abel76 said:
Secondo voi sono state prese con questo intento o solo per il puro nome?
beh... legando bene con l'imperativo fa si che diventino più curiosi e di conseguenza più facili da ricordare... ed appetibile al pubblico straniero.
Considerando poi che col tempo l'inglese non sarà più una lingua "per pochi", basti vedere l'utilizzo che già se ne fa nelle scuole elementari, per capire che domani un play.it avrà un valore sicuramente maggiore di gioca.it ...psssss: io ne ho qualcuno ... e molti li ho persi in gara
vedi fuc*.it