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Rimborso iva negato, ed ora anche blocco compensazione
Salve, dopo aver spulciato molto in giro sul web ho trovato questo fantisco forum ed ora vi posto una mia esperizenza diretta di questi giorni.
Premessa, svolgo l'attività di consulenza pubblicitaria e creazione e realizzazione di siti web, come sede della mia ditta individuale uso l'abitazione principale, ho adibito due stanze ad uso esclusivo per la mia attività .
Ora vengono i problemi
Ho chiesto un rimborso iva maturato dagli acquisti sull'attrezzatura (pc, stampanti, monitor e quant'altro), l'agenzia delle entrate non solo ha negato il rimborso iva ma ha anche detto che non posso più compensare il credito maturato.
Cito testualmente la risposta di diniego
"Poiché trattasi di casa di civile abitazione, attesa la comunione in proprietà della stessa, non è individuabile l’utilizzo esclusivo dei beni per l’attività dichiarata"
Onestamente mi sembra un assurdo, perchè x quando io abbia detratto sempre al 50% le varie bollette di competenza come, ad esempio enel, telecom ecc., mi sembra paradossale ora non poter usufruire di quando mi spetta.
Già trovo inconcepibile il diniego del rimborso iva, ma ora arrivare a bloccarmi anche la compensazione mi sembra una cosa fuori dal mondo.Preciso anche, che il fatto di non poter più procedere a compensazione mi è stato riferito dall'accertatore una volta incontrato presso l'agenzia quando ho chiesto lumi in merito.
A me sembra tutto così assurdo??
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Ciao
Nessuno mi sa dare qualke dritta??
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Ciao e benvenuto,
non si capisce, ma solo si presume che tutto ciò dipenda da un controllo ed accertamento da parte di verificatori fiscali.
Il principio da loro enunciato è condivisibile, ma non nella misura.... seppur non vi sia un uso esclusivo per l'attività esisterà , vi è un uso parziale per essa (uso promiscuo) e secondo i principi generali dell'ordinamento dovrà essere comunque riconosciuta una % di detrazione/deduzione ove siano rispettati tutti gli altri requisiti (ad esempio corretta documentazione ed intestazione dei costi....).
Ti consiglio di rivolgerti al tuo commercialista perchè proceda con una eventuale istanza di accertamento con adesione, autotutela oppure si vada sino al ricorso.
Paolo
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Ciao, e come prima cosa grazie x la risposta.
Allora si tutto dipende da un accertamento dovuto ad una richiesta di rimborso iva.
Accertamento che cmq nella pratica nn c'è stato, se non fino alla presentazione della domanda, e della successiva richiesta di documentazione da parte dell'agenzia delle entrate(documentazione regolamente presentata).
Mentre al primo(ed unico) sopraluogo che hanno fatto gli accertatori è andato perso perchè non ero presente.
Contattati personalmente presso l'agenzia (dopo che ho ricevuto la raccomandata, in cui mi si faceva presente che erano venuti) hanno mosso le loro prime perplessità sul rimborso, dicendomi che non sarebberò più ripassati per il controllo perchè l'attività si svolgeva presso la mia abitazione, quindi non mi spettava alcunchè.E dopo qualche giorno mi hanno mandato una seconda raccomandata, in cui davano la motivazione che io ho riportato testualmente nel primo post.
Ora io mi chiedo, posso capire in linea teorica l'uso promiscuo su alcuni beni, vedi notebook oppure un pc fisso, e telefono/fax.
Ma tutta la restante attrezzatura, vedi server, fotocopiatrice, ecc. sono ad uso esclusivo della mia attività al 100%.
E cmq anche il su citato notebook e pc sono realmente usati al 95% per l'attività lavorativa, cosa posso fare per dimostrarlo??
Non mi sembra giusto che mi si veda pregiudicato un mio diritto (parlo di compensare o cmq "disporre" dell'iva) per beni usati esclusivamente nell'attività , visto che la mia attività è svolgibile tranquillamente in una abitazione, perchè dovrei andare in affitto in un ufficio e pagare altri soldi, per scaricarmi l'iva, ed utilizzare i beni come li uso adesso!!
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Mi sa che rimane solo la strada della contestazione formale dell'atto amministrativo di diniego del rimborso. Con il tuo commercialista dovrete però elaborare una serie di prove che sostengano le percentuali di "afferenza alle operazioni imponibili" (criterio cardine) .... cosa effettivamente non facile.
Paolo
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@i2m4y said:
Mi sa che rimane solo la strada della contestazione formale dell'atto amministrativo di diniego del rimborso. Con il tuo commercialista dovrete però elaborare una serie di prove che sostengano le percentuali di "afferenza alle operazioni imponibili" (criterio cardine) .... cosa effettivamente non facile.
Paolo
Ciao e grazie ancora per la tua disponibilità !!
Allora se ho capito bene, a tuo avviso, cmq mi spetterebbe quanto meno una percentuale di detrazione iva per l'uso promisquo diciamo un 50%, vedi bollette enel, telecom ecc.
Mentre se io voglio portare tale % dal 50 al 100% (o quasi), devo fare ricorso dimostrando che tali beni sono usati unicamente ed esclusivamente per l'attività , e da qui cercare di "creare" dei criteri atti a dimostrare ciò.
E pensare che il mio commercialista aveva detto che ci poteva essere qualche problemuccio.
Io onestamente mi aspettavo un ritardo nei pagamenti, o altro, ma mai che mi bloccavano il rimborso ed in più non mi concedevano più la possibilità di compensare l'iva regolarmente pagata.
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No, anche per determinare il 50% in linea teorica (analisi del dettato normativo iva) è necessario poter dimostrare l'afferenza alle operazioni imponibili.
Paolo