• User

    Anche la competenza sul 730 (????), la consulenza del lavoro e le curatele fallimentari.... 730 a parte, la consulenza del lavoro e i fallimenti mi sembrano, assieme a quelle sfere d'attività che hai citato, campi di ampio respiro. Ci sono molti professionisti che ci campano solo con la consulenza del lavoro.......


  • Super User

    cosa vuoi che ti dica? il 730 non credo sia di competenza del commercialista, anzi. quindi in questo non puoi prendertela con l'ordine ma semmai coi sindacati ed i loro patronati.

    la consulenza del lavoro è un'altra professione...

    i fallimenti sono materia correttamente da tutelare diventando il professionista garante di interessi pubblici e non solo del cliente.

    quindi credo che sia importante capire esattamente cosa si chiede e quali problemi ci sono.

    concretamente sono per una profonda riforma degli ordini verso una più ampia apertura al mercato. e parimenti sono contrario a confusioni dando esclusive un pò a tutti (associazioni ecc..) o creando pasticci come con il discorso delle quote.

    Poi non vedo perchè un professionista preparato non debba fare l'esame e togliersi il pensiero.

    Comunque invito tutti a toni più urbani. Il confronto è sempre positivo.


  • User

    No no... l'assistenza fiscale attraverso la compilazione del 730 è di competenza, oggi, oltre dei caf anche dei commercialisti.

    La consulenza del lavoro non può essere liquidata come "altra professione" visto che è una competenza anche del commercialista (tanto che la frase "tenuta dei libri contabili, fiscali e del lavoro" è contenuta nel decreto istitutivo dell'Albo Unico). Uno può essere commercialista e fare solo consulenza del lavoro per tutta la vita.

    I fallimenti sono materia da tutelare..... ma infatti nessuno dice che la materia fallimentare debba essere estesa anche ai tributaristi o ai consulenti del lavoro.
    La tua domanda era "cosa si può fare e cosa no?" e io ti ho risposto.

    Un professionista preparato che volesse lavorare anche su materie riservate non può fare l'esame, in molti casi, perchè non è laureato. Ecco perchè parlavo dell'opportunità di riconoscere certe esperienze professionali come "requisito" per accedere all'esame di stato..... prova a parlare di questa eventualità agli ordini professionali e poi senti che cosa ti rispondono.
    E poi le materie libere sono libere. Perchè si dovrebbe fare un esame se non è necessario.
    Sarebbe come dire "faccio la patente per girare per strada in bicicletta".... se non è necessario che senso avrebbe?

    Le Associazioni, poi, non chiedono esclusive e non le hanno mai chieste. Hai mai sentito qualche rappresentante delle Associazioni (di una categoria a caso... :wink3: i Tributaristi) dire "vogliamo l'esclusiva in materia di tenuta della contabilità ed in materia tributaria in generale?"


  • Super User

    mi spiace, forse gli esami bisognava farli prima.

    sulla consulenza del lavoro non mi pronuncio.
    è già così complicata la materia fiscale e societaria che difficilmente potrei far bene altro..

    in parte le associazioni hanno richiesto una sorta di esame parallelo, creando una sorta di doppio binario che mi spaventa parecchio


  • User

    mi spiace, forse gli esami bisognava farli prima
    Questa non l'ho capita.

    Le associazioni non hanno chiesto un esame parallelo.

    Ci fu un periodo(10/12 anni fà se non di più) in cui i tributaristi, per vedersi riconosciuti, chiesero l'istituzione di un albo vero e proprio e ci furono anche sei proposte di legge. Ma innanzitutto questo spirito non mi appartiene e in decondo luogo non appartiene più alle associazioni che oggi rappresentano i tributaristi. I tempi sono cambiati, i tributaristi sono figure di fatto riconosciute dagli istituti e a tal proposito non si capisce perchè dovrebbero essere esclusi dal tavolo di discussione per la riforma delle professioni.


  • Super User

    guarda, davvero...temo di essere il meno indicato...
    già trovo poco efficaci gli ordini, poi pure le associazioni...

    credo che sia più utile sforzarsi di trovare strategie per far crescere il proprio studio e la soddisfazione dei clienti che lamentarsi su situazioni che difficilmente cambieranno


  • User Attivo

    @cechy said:

    Caro Paolo,

    1) con il diploma di laurea (3 anni) occorrono 3 anni di praticantato per poi fare gli esami quale "commercialista"
    **2) con la laurea [ex vecchio ordinamento di 4 anni ovvero 5 anni (3+2)] quindi solo 2 anni di praticantato e poi gli esami di Stato per il titolo. **

    Ma con laurea breve (3 anni) in economia e commercio è possibile diventare dottore commercialista senza fare altri 2 anni di specialistica?

    Grazie


  • Consiglio Direttivo

    E' possibile diventare esperto contabile: occorrono comunque 3 anni di tirocinio e l'esame ha pochi sconti rispetto a quello da dottore commercialista.

    Aggiungo che nel frattempo l'esame da dottore commercialista ha subito modifiche: occorre superare 3 prove scritte ed un orale ed il tutto verte su 18 materie. 😞
    Provate dopo a non desiderare un po' di tutela come categoria....

    In ogni caso, una volta abilitato esperto contabile, il passaggio alla sezione A dei dottori commercialisti è immediato qualora si ottenga la laurea anche per gli ultimi due anni di università.


  • Super User

    ti consiglio comunque di informarti presso l'ordine per le modalità esatte per diventare commercialista.

    e ti consiglio di non sottovalutare le differenze con l'esperto coantabile.

    in bocca al lupo


  • User

    Aggiungo che nel frattempo l'esame da dottore commercialista ha subito modifiche: occorre superare 3 prove scritte ed un orale ed il tutto verte su 18 materie.>
    Provate dopo a non desiderare un po' di tutela come categoria....

    Ma scusa.... io ho studiato e sto studiando ogni giorno come tutti, ho lavorato, sto lavorando e da anni mi sto facendo un bofice così. Come me anche tutti gli altri colleghi (titolati e non) che iniziano autonomamente la professione e che si accollano, ovviamente, i costi che questo lavoro obbliga a sostenere in termini finanziari, di fatica e di stress. Ho acquisito quello che mi serve conoscere per svolgere le mie funzioni al meglio su materie per le quali, a più riprese, è stata ribadita la natura libera da ogni esclusiva..... l'unica tutela che chiedo (e che come categoria chiediamo) è quella di poter continuare a lavorare.
    Hai voluto fare il tuo percorso per poter dare l'esame? Buon per te.... a me lo vieni a dire? Ma se ritieni che la "tutela come categoria" di cui parli si debba concretizzare nella cancellazione di un'altra categoria dello stesso comparto attraverso l'introduzione di esclusive per i soli iscritti in albi allora proprio non ci siamo.

    Vorrei chiarire una cosa.
    Nessuno (men che meno io) disconosce il valore della laurea ed il valore dell'esame di stato, ci mancherebbe altro. Però anche altri hanno faticato, e faticano, esattamente come te, pur in ambiti diversi, e questa fatica pretendo che venga riconosciuta.

    Invece leggo qui frasi come queste....... > Ci tengo a tenere ben, ma ben distinto il titolo di "dottore commercialista" (o "commercialista") dal nome di "tributarista".>
    Il primo si ottiene per legge solo rispettando un percorso formativo ben definito:

    • laurea specialistica
    • tirocinio triennale presso altro dottore commercialista abilitato da più di 5 anni
    • esame di stato su circa 12 materie presso una università
      e prevede l'iscrizione obbligatoria ad un Ordine cui sono demandati tra gli altri:
    • vigilanza sugli iscritti
    • norme deontologiche
    • obbligo di formazione professionale continua e vigilata degli iscritti
    • provvedimenti disciplinari

    Un percorso ed una gestione tesa a garantire il pubblico interesse con la massima qualità possibile.

    Il nome "tributarista" è assolutamente libero senza necessità di alcunchè e senza vigilanza alcuna.... anche per un diplomato alle scuole elementari.

    Quelle sono semplici associazioni, riconosciute come il wwf (per capirci), che trattano però temi tributari... ma l'iscrizione a quelle non è presupposto necessario per l'utilizzo del nome "tributarista".

    Logicamente da tutto ciò potrebbe discendere una differenza sul profilo qualitativo delle prestazioni ricevute dal cliente finale.

    ...... frasi che neppure tanto velatamente lasciano intendere, lette con gli occhi di un non addetto ai lavori (come quello che ha scritto il messaggio di apertura di questo thread), che gli uni sono di gran lunga meglio degli altri...... per carità, siete liberi di scrivere quello che volete ma anch'io sono altrettanto libero di non essere d'accordo con voi.
    Queste frasi per me sono illazioni prive di fondamento e aggiungerei pure offensive nel punto in cui si paragonano le Associazioni (alle quali aderiscono anche professionisti iscritti agli ordini professionali di appartenenza.... il più eclatante è il presidente di una di queste Associazioni che è consulente del lavoro) al WWF. E soprattutto offendono il lavoro che altri, diversi dai commercialisti, svolgono con la medesima professionalità, competenza e fatica.

    E poi passo io per quello che scrive cose prive di fondamento.


  • Super User

    Certo, alcune affermazioni da cui trarre generalizzazioni assolutamente gratuite e prive di fondamento:

    • colleghi che durante i convegni di formazione si fanno i fatti loro.
    • il "manificente" ordine immobile e non operante le proprie funzioni di vigilanza
    • il praticantato fittizio
    • il segreto professionale tradito

    Quanto invece ho io espresso sia elencando una serie di requisiti, sia elencando regole di funzionamento, sia sottolineando il fatto che il titolo sia protetto, che il nome di "tributarista" non lo sia, sono dati di fatto, incisi nelle vigenti leggi che se vuoi ti elenco.
    Il legislatore in primis ci ha tenuto a sottolinearlo (ed a non velar niente), non certo io, che l'ho solo riportato.

    Nessuno ha detto, e non si sarebbe potuto dire, che v'è certezza "che gli uni sono di gran lunga meglio degli altri" , ma solo, come ho civilmente fatto notare, che forse c'è la probabilità che una maggiore qualità possa esistere a livello di sistema con il percorso di abilitazione professionale previsto dal legislatore a tutela e garanzia dell'interesse pubblico.

    Inutile dire che qui non si è irrispettosi del lavoro di alcuno.

    Paolo


  • User

    Io so cosa ho visto. La mia coscienza è pulita.
    Voi siete liberi di non credere.


  • User Attivo

    mi viene da riprendere il quesito di spider panoz: che cosa è negato ai consulenti? Posta questa domanda il resto della polemica mi sembra alquanto sterile. La difesa del contribuente? la possono fare anche gli avvocati, i consulenti del lavoro, gli ufficiali della GF in pensione con esperienza di almeno 20 anni. Curatore fallimentare? possono essere anche avvocati e poi si sa che sono incarichi molto spesso riservati a una ristretta cerchia. CTU? bisogna essere iscritti presso la cancelleria del tribunale presso la quale bisogna depositare una relazione (o qualcosa del genere) che dimostri il possesso di determinate capacità ed esperienza (oltre che dei requisiti professionali). forse le uniche materie sono riservate ai dott. comm. e revisori in tema di controllo contabile e collegio sindacale. Insomma non è molto, del resto la formazione è solo il primo passo e poi viene l'esperienza per la quale l'affiancamento di una figura come quella del dominus può rivelarsi indispensabile. Ora io non credo che un tributarista dal nulla possa arrogarsi il diritto di improvvisarsi in queste poche materie che come si è già detto implicano un ruolo di tutela dell'interesse pubblico. Non dico che gli ordini professionali garantiscano efficienza, ma comunque identificano chi fa che cosa e inoltre sono chiamati a un ruolo di responsabilità. La società civile non è tutelata di fronte a un tribunale che nomina un esperto che non si sa se sia esperto. Allo stesso modo si potrebbe affidare una consulenza a un medico non dotato dei requisiti, ma che ha svolto abusivamente la professione?
    per me la risposta è no. Anch'io credo nel mercato e che il mercato determini l'efficienza degli attori. Ma spesso il mercato senza regole fallisce. E queste è una tesi sostenuta da una larghissima schiera di economisti.
    Il problema sono i 730? Al giorno d'oggi basta andare da un caaf con una modello già compilato e questi hanno l'obbligo di inviare senza addebitare competenze. Analogamente sul sito dell'ADE è possibile compilare e presentare il modello unico. Insomma mi sembre una polemica fuori luogo.
    Ti garantisco Schifani che se le stesse cose le andavi ad affermare su un forum di notai saresti stato ricoperti di ogni tipo di insulto. Tutto questo per riflettere che secondo me tu (come loro, come noi, forse più, forse meno) stai solo tirando acqua al tuo mulino. Da quando sono nato sapevo già che per arrivare qua avrei dovuto seguire un certo percorso formativo. Le regole si sapevano in anticipo.


  • Super User

    francamente non vedo la ragione di tutta questa animosità.
    spero che il dibattito prosegua in maniera più serena.


  • User Attivo

    @SpiderPanoz said:

    francamente non vedo la ragione di tutta questa animosità.
    spero che il dibattito prosegua in maniera più serena.

    io spero si chiuda qua


  • User

    Ma Bax non ha scritto animosamente.
    Nemmeno io però ammetto che alle volte non si riesce a scrivere facendo ben capire che non si è animosi.
    Cercherò di usare qualche faccina.
    @Bax said:

    mi viene da riprendere il quesito di spider panoz: che cosa è negato ai consulenti? Posta questa domanda il resto della polemica mi sembra alquanto sterile. La difesa del contribuente? la possono fare anche gli avvocati, i consulenti del lavoro, gli ufficiali della GF in pensione con esperienza di almeno 20 anni. Curatore fallimentare? possono essere anche avvocati e poi si sa che sono incarichi molto spesso riservati a una ristretta cerchia. CTU? bisogna essere iscritti presso la cancelleria del tribunale presso la quale bisogna depositare una relazione (o qualcosa del genere) che dimostri il possesso di determinate capacità ed esperienza (oltre che dei requisiti professionali). forse le uniche materie sono riservate ai dott. comm. e revisori in tema di controllo contabile e collegio sindacale. Insomma non è molto, del resto la formazione è solo il primo passo e poi viene l'esperienza per la quale l'affiancamento di una figura come quella del dominus può rivelarsi indispensabile.

    I collegi sindacali sono affidati anche ai consulenti del lavoro e comunque dimentichi che anche la consulenza del lavoro è negata ai non iscritti in albi.

    Perdona l'insistenza.... il fatto che le materie da te citate (e da me integrate) siano riservate anche ad altre categorie albistiche (oltre a quella d'appartenenza) non significa che anche fuori da queste categorie sia consentito operarvici.

    La domanda di SpiderPanoz era precisa: ai consulenti senza iscrizione cosa è negato? La risposta è che sono negate precisamente le cose che hai scritto anche tu..... ed è giusto che siano negate, per carità. Chi ha mai detto il contrario? Ma smettiamola di dire che non ci sono riserve.

    Curatore fallimentare? possono essere anche avvocati e poi si sa che sono incarichi molto spesso riservati a una ristretta cerchia.

    Occhio che rischi di essere additato come uno che scrive illazioni prive di fondamento. :wink3:

    Ora io non credo che un tributarista dal nulla possa arrogarsi il diritto di improvvisarsi in queste poche materie che come si è già detto implicano un ruolo di tutela dell'interesse pubblico.

    Come ho già scritto più volte... sono d'accordo anch'io del fatto che dove ci sia tutela dell'interesse pubblico nessuno, se non un titolato, possa arrogarsi il diritto di improvvisarsi.
    Ma la mia domanda è: premesso che nessuno si improvvisa (neanche il tributarista... è una convinzione sbagliata) per te è giusto che un consulente non iscritto in albi possa tenere la contabilità, i registri ed effettuare consulenza in materia tributaria (che è libera da riserve e quindi non sottoposta a tutela di interesse pubblico)?
    Certo... mi si può dire che andrebbe posta sotto tutela dell'interesse pubblico anche quella sfera di attività che oggi è libera. Ma allora se si segue questa linea bisognerebbe fare un albo per tutto. Chessò... costituiamo un Ordine dei macellai perchè maneggiano carni ed altri alimenti e ne va della salute dei cittadini che mangiano quelle carni e quegli alimenti..... Costituiamo un Ordine dei cuochi professionisti perchè anche loro cucinano degli alimenti perchè se ti improvvisi potresti avvelenare l'utente del ristorante con una salsa al pomodoro con il botulino..... Costituiamo l'Ordine degli amministratori di condominio perchè occorre tutelare i condomini d'Italia da chi si improvvisa e magari non è in grado o non conosce le norme e le varie sentenze che regolano il condominio...
    Se si ragiona così anche su materie che non necessitano della tutela dell'interesse pubblico (e così si è fatto in passato tanto da arrivare anche alla costituzione del Collegio dei Maestri di Sci... qualcuno mi spieghi dove c'è l'interesse pubblico da tutelare) allora dovremmo augurarci la costituzione di un albo per tutti i mestieri.
    Fortunatamente oggi non è più così.

    Non dico che gli ordini professionali garantiscano efficienza, ma comunque identificano chi fa che cosa e inoltre sono chiamati a un ruolo di responsabilità. La società civile non è tutelata di fronte a un tribunale che nomina un esperto che non si sa se sia esperto. Allo stesso modo si potrebbe affidare una consulenza a un medico non dotato dei requisiti, ma che ha svolto abusivamente la professione?
    per me la risposta è no.

    Apparte che i telegiornali ogni tanto ci raccontano che hanno scoperto dei medici, stimati dai colleghi (addirittura uno a Padova aveva sfiorato la nomina a primario), che non erano iscritti all'ordine dei medici.
    Apparte, inoltre, che conosco persone, che sono perfettamente consapevoli di andare da un dentista abusivo ma ci vanno perchè costa di meno e per un'estrazione o una carietta, piuttosto che l'applicazione di un ponte o la ricostruzione di un dente o di un'otturazione, non si corre nessun rishio.
    Poi nemmeno io andrei a farmi visitare il cuore da uno che non è medico ma questo è un altro paio di maniche perchè si rischia la vita.... e ci mancherebbe anche che non fosse un'attività esclusiva.
    Però, cambiando professione, se per amministrare il condominio dove abito dovessi scegliere tra un avvocato (specialmente nelle grandi città ci sono degli avvocati che fanno anche amministrazioni condominiali) e uno che invece fa l'amministratore di mestiere (pur senza titoli o albi) sicuramente non scelgo il primo per partito preso o presumendo una qualità più elevata della sua prestazione.

    Anch'io credo nel mercato e che il mercato determini l'efficienza degli attori. Ma spesso il mercato senza regole fallisce. E queste è una tesi sostenuta da una larghissima schiera di economisti.

    E chi ha mai detto il contrario? Mi pare tra l'altro che di regole, leggi e normative ne abbiamo fin sopra i capelli. Nessuno chiede la cancellazione degli ordini professionali o la liberalizzazione di tutte le materie sottoposte a vincolo ordinistico.

    Il problema sono i 730? Al giorno d'oggi basta andare da un caaf con una modello già compilato e questi hanno l'obbligo di inviare senza addebitare competenze. Analogamente sul sito dell'ADE è possibile compilare e presentare il modello unico. Insomma mi sembre una polemica fuori luogo.

    Guarda che io ho citato i 730 solo per dire che anche quella è una competenza che i tributaristi non hanno (sempre relativamente alla domanda "ai consulenti senza iscrizione cosa è negato?". Non mi metto certo a fare polemiche su questa cosa. Tramite caf si fa lo stesso.

    Ti garantisco Schifani che se le stesse cose le andavi ad affermare su un forum di notai saresti stato ricoperti di ogni tipo di insulto. Tutto questo per riflettere che secondo me tu (come loro, come noi, forse più, forse meno) stai solo tirando acqua al tuo mulino. Da quando sono nato sapevo già che per arrivare qua avrei dovuto seguire un certo percorso formativo. Le regole si sapevano in anticipo.

    Dici questo come se per la professione svolta dal tributarista fosse obbligatorio attraversare un certo percorso formativo (laurea, tirocinio ed esame di Stato)..... e invece sappiamo benissimo tutti e due che non è così. E allora è ingiusto negare o sminuire una certa figura professionale era accaduto tra ragionieri e dottori commercialisti (e ancora oggi molti dottori commercialisti credono di essere migliori dei fratelli ragionieri) perchè i primi non erano (fino ad un certo punto) laureati.
    I tributaristi non negheranno mai il valore dei professionisti albistici... perchè non avviene mai il contrario?

    Vorrei fare un esempio.... per girare sulle strade in bicicletta non è necessario avere la patente. Nessuno vieta di fare la patente anche se poi circolerai solo in bicicletta (buon per te se lo vuoi fare).... ma questo non vuol dire che chi ha la patente sappia andare in bicicletta meglio di chi non è patentato, e soprattutto non significa che sia giusto introdurre l'obbligo della patente anche per circolare con la bicicletta.

    Ultima cosa, che ho dimenticato di scrivere prima, riguarda la vigilanza degli ordini professionali........ volete che i tributaristi siano sottoposti a vigilanza su obblighi deontologici e rispetto delle tariffe? E allora perchè non affidare questo compito all'ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili? Non mi direte che, a livello pratico, che se uno non è iscritto non può essere vigilato o sanzionato?
    Che ne pensate di questa idea? :smile5:


  • User

    Dimenticavo.... idem per quanto riguarda la formazione obbligatoria continua e la vigilanza su essa (mica gratis ovviamente... qualcosa all'Ordine, se ipoteticamente facesse questi servizi che sarebbero a tutela dell'utente, bisognerebbe certamente e giustamente pagare).

    Ciao e buon pranzo.


  • Super User

    Segnalo che è assolutamente pericoloso farsi aggiustare un dente da chi non è medico e dunque non ha le nozioni proprie dei medici. L'anestesia, utilizzata spesso anche negli interventi più banali, può essere infatti oggetto di reazione allergica e/o generare complicanze tali da mettere a rischio anche la vita dei pazienti.
    E' anche questa una delle scrosante ragioni per cui si fa lotta all'esercizio abusivo della professione e per cui si dovrebbero fuggire i cosiddetti "dentisti abusivi".

    Nessuno crede di essere migliore degli altri, neppure sulla questione ragionieri e dottori. Quello che tu scrivi però deve essere approfondito: la attività di ragioniere aveva una percorso formativo differente (diploma)... solo da qualche anno anch'essi avevano messo quale requisito la laurea. Anche l'esame era interno e non di stato. Differenze non da poco... non sintomo di maggiore bravura o meno... ma neppure da essere sottaciute.
    Quando per divenire ragionieri essi hanno deciso di obbligare alla laurea in verità essi hanno sancito la fine della loro professione. Basta infatti guardare le statistiche di iscrizione dell'epoca per capire che nessuno più si iscriveva tra i ragionieri. Chi ragionevolmente si sarebbe voluto iscrivere tra i ragionieri quando con la stessa laurea ci si poteva iscrivere tra i dottori commercialisti ?!?!? Non esisteva più la figura del ragioniere se non per quelli già esistenti.... e dunque un dato di fatto, le iscrizioni, sancivano l'esistenza di una differenza tra le due professioni, una delle quali era dunque ormai ad esaurimento.

    Tutte cose da precisare, per non creare confusioni.

    Sinceramente sono contrario ai percorsi duali di riconoscimento, come sono contrario a che l'ordine si prenda in carico la cura dei tributaristi. Perchè vorrebbe dire affidare all'ordine un compito, che penso impossibile: verificare che davvero l'esperienza di ciascuno (non anche i previsti studi, tirocini od esami) sia in linea con le aspettative del mercato che la tutela ordinistica farebbe presupporre.

    Una confusione che invece non può e non deve essere ingenerata nel pubblico.

    Paolo


  • User Attivo

    Ti invidio per la pazienza (e il tempo) che io non ho di ribattere punto per punto. Tutto questo non mi toglie la convinzione che si tratti di una polemica sterile e che il problema non esista. Il problema sono per te allora è l'inutilità degli albi, visto che la presenza di riserve sembra non costituire un problema? In questo caso probabilmente troveresti maggiori consensi anche qua...
    Il problema della contabilità non esiste perchè uno volendo la contabilità se la può tenere anche da solo. Per cui non vedo perchè non possa rivolgersi a un tributarista. L'interesse pubblico è un'altra cosa. Se uno decide di tenersi la contabilità da solo al massimo rovina se stesso. Ma se ad esempio una società quotata presenta dei bilanci che non rispettano i principi contabili rischia di ledere gli interessi dei risparmiatori su tutti. Se poi i confini degli interessi sulle materie siano discutibili questo è un altro paio di maniche e comunque è argomento abbastanza attuale visto che ne parlano spesso anche i quotidiani specializzati.
    Non regge molto il tuo ragionamento relativo alla istituzione di un albo per i macellai e cuochi e nemmeno per gli amministratori di condominio. Per l'esercizio di commercio nel settore non alimentare sono previsti una serie di requisiti. Si sa quindi che è un settore sottoposto alla vigilanza dell'asl e della camera di commercio (che si occupano pertanto di tutelare la salute pubblica). Ci sono pertanto regole (come saprai bene) per la somministrazione e commercio di alimenti che gli operatori sono tenuti a conoscere. Il problema del corporativismo per loro è del tutto superato.
    Un albo degli amministratori di condominio, so che se è parlato, ma mi sembra eccessivo. La materia richiede una certa competenza per cui molto spesso finiscono per diventare amministratori certe figure professionali tra cui avvocati e geometri, che comunque vengono eletti dai condomini. In ogni caso se non sbaglio è previsto un registro degli amministratori di condominio che devono comunque avere superato un esame o frequentato un corso. E a modo loro anche i maestri di sci hanno frequentato corsi e ricevuto attestati. Il loro compito è semplicemente quello di insegnare. E comunque non esiste un interesse pubblico per il quale gli italiani dovrebbero imparare a sciare bene. Ragionare in questi termini non mi sembra produttivo. Ci sono delle regole che sono dettate da principi. Se il principio è quello che il magistrato debba avere un certo percorso di studio, che debba superare un concorso pubblico, che debba essere sottoposto a formazione continua, che debba avere altri requisiti personali ed astenersi da determinati comportamenti è così e basta. Se per i commercialisti ci sono riserve è giusto, se altre forme di consulenza possono essere svolte anche da altre figure per tutelare un suo interesse privato, ricordando che comunque sta ricevendo una prestazione di mezzi e non di risultati va bene così. Se anche l'invio delle dichiarazioni non è un problema, allora proprio non capisco qual è il problema. Se uno va in giro in bicicletta non ha bisogno della patente perchè se non è capace mal che vada fa del male a se stesso e se travolge qualcuno è comunque resposabile. In macchina invece un incompetente può anche provocare delle stragi.
    L'unificazione con l'albo dei ragionieri è un discorso più complesso che riguardava oltre che il percorso formativo e le riserve anche la presenza di due casse di previdenza. Discorsi che coinvolgono la sfera politica, tecnica che è meglio non affrontare qui.
    Il discorso della tariffa professionale ormai è un argomento quasi anacronistico sapendo che ad esempio che per i caf vengono riconosciuti contributi e sussidi pubblici (per il riconoscimento di un servizio pubblico) di cui i commercialisti non beneficiano. Una forma di concorrenza sleale...


  • User

    @i2m4y said:

    Segnalo che è assolutamente pericoloso farsi aggiustare un dente da chi non è medico e dunque non ha le nozioni proprie dei medici. L'anestesia, utilizzata spesso anche negli interventi più banali, può essere infatti oggetto di reazione allergica e/o generare complicanze tali da mettere a rischio anche la vita dei pazienti.
    E' anche questa una delle scrosante ragioni per cui si fa lotta all'esercizio abusivo della professione e per cui si dovrebbero fuggire i cosiddetti "dentisti abusivi".

    Laddove vi sia consapevolezza allora ognuno se ne assume i rischi..... prendere un'aspirina fa malissimo ma lo facciamo lo stesso purchè ci passi il mal di testa. Fumare provoca il tumore eppure si fuma lo stesso pur di soddisfare un bisogno, basta esserne consapevoli (un po' crudo come esempio ma è per farvi capire). Il meccanismo è lo stesso per chi si rivolge consapevolmente, per determinate cure, ad un dentista abusivo per soddisfare un'esigenza di portafoglio.

    Nessuno crede di essere migliore degli altri, neppure sulla questione ragionieri e dottori. Quello che tu scrivi però deve essere approfondito: la attività di ragioniere aveva una percorso formativo differente (diploma)... solo da qualche anno anch'essi avevano messo quale requisito la laurea. Anche l'esame era interno e non di stato. Differenze non da poco... non sintomo di maggiore bravura o meno... ma neppure da essere sottaciute.

    Nessuno le ha mai sottaciute e comunque, visto che non merita di essere sottaciuto nulla, tanti iscritti al collegio dei ragionieri prima erano già laureati prima dell'introduzione della laurea obbligatoria.
    Il percorso formativo, negli altri casi, era certamente diverso ma non vorrei che con il termine "diverso" si voglia intendere "inferiore". Se invece mi sbaglio, e quindi non viene considerato inferiore (o meno formativo... chiamatelo come volete) quel percorso "diverso" dal vostro, allora non ha alcun senso puntualizzare sui percorsi formativi o sulle modalità di svolgimento dell'esame (quasi a voler supporre che fosse più facile).
    In ogni caso un esame è sempre un esame. Non è che se l'esame è interno allora ha meno valore.

    Quando per divenire ragionieri essi hanno deciso di obbligare alla laurea in verità essi hanno sancito la fine della loro professione. Basta infatti guardare le statistiche di iscrizione dell'epoca per capire che nessuno più si iscriveva tra i ragionieri. Chi ragionevolmente si sarebbe voluto iscrivere tra i ragionieri quando con la stessa laurea ci si poteva iscrivere tra i dottori commercialisti ?!?!? Non esisteva più la figura del ragioniere se non per quelli già esistenti.... e dunque un dato di fatto, le iscrizioni, sancivano l'esistenza di una differenza tra le due professioni, una delle quali era dunque ormai ad esaurimento.

    Tutte cose da precisare, per non creare confusioni.

    Ma questo cosa centra con tutto il discorso che abbiamo fatto finora?

    Sinceramente sono contrario ai percorsi duali di riconoscimento, come sono contrario a che l'ordine si prenda in carico la cura dei tributaristi. Perchè vorrebbe dire affidare all'ordine un compito, che penso impossibile: verificare che davvero l'esperienza di ciascuno (non anche i previsti studi, tirocini od esami) sia in linea con le aspettative del mercato che la tutela ordinistica farebbe presupporre.

    Io parlavo della vigilanza in tema di rispetto della deontologia, tariffe e formazione continua..... nel senso.... volete controllare se, per esempio, partecipiamo ad un certo numero di ore formative all'anno? Benissimo, fate pure attraverso i sistemi a voi più congeniali. Basterebbe legiferare in tal senso.