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Da Twitter alle mappe: la geografia di un fenomeno ricostruita tramite i tweet
Ciao a tutti,
avevate mai pensato che tramite Twitter si potesse ricostruire una geografia dell'odio?Oggi mi sono imbattuta in questo articolo di Mashable che spiega il progetto accademico di Floating Sheep di realizzare una mappa che localizzasse i tweet razzisti, omofobi e contro i disabili negli Stati Uniti.
Hateful tweets were aggregated to the county level and then normalized by the total number of tweets in each county. This then shows a comparison of places with disproportionately high amounts of a particular hate word relative to all tweeting activity.
I tweet sono stati decodificati manualmente per identificarne il sentiment e se quindi una specifica parola fosse stata utilizzata in maniera positiva, negativa o neutrale.
Purtroppo il risultato è un enorme bubbone di odio...
Cosa ne pensate?
E poi: come questo metodo potrebbe essere sfruttato anche in Italia per evidenziare delle problematiche della nostra società?
Per esempio, creare una mappa della disoccupazione a partire dai tweet? Cosa ne pensate?
Ciao,
A.
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Le mie considerazioni:
- IMHO il "bubbone" sicuramente dipende dal livello di zoom della mappa. Infatti maggiore è il zoom e migliore è la precisione ma minore sarà la superficie coinvolta dalla nuvola di "odio"
- Il sentiment analysis a mio avviso è molto utile in tanti ambiti. Tempo fa però leggevo di uno studio secondo cui l'utente medio tende maggiormente a commentare eventi negativi della propria vita
Grazie per lo spunto
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Ciao Iceman,
grazie per il feedback ;).Fra l'altro mi sono anche dimenticata di linkare la mappa: http://users.humboldt.edu/mstephens/hate/hate_map.html
In quanto al punto 2 è un pò come con le recensioni: siamo più propense a darle quando ci siamo trovati male, mentre quando la nostra esperienza di un luogo o un servizio è stata positiva più difficilmente ci curiamo di offrire una recensione.
Ciao,
A.