• Moderatore

    Rifiutare un lavoro per etica, voi lo fareste o lo avete fatto?

    Ciao,
    purtroppo lavoro da solo da casa, questo vuol dire che non ho nessuno con cui parlare di certe questioni, quindi ogni tanto vi beccate le mie domande esistenzial-ricreative, spero non vi dispiaccia 🙂

    La mia domanda di oggi è: avete dei limiti etici nei confronti di un cliente?
    Mi spiego meglio: se arrivasse una persona e vi proponesse di lavorare a un sito / campagna pubblicitaria / articoli che tratta un tema che va contro la vostra etica o morale, lo fareste? Supponendo che non ci siano dubbi sul fatto che il lavoro verrà pagato, ovviamente.

    Esempio:
    Mi domando spesso cosa farei nel caso che un complottista, un antivax, un terrapiattista o simili mi volesse commissionare un sito web su quei temi pagando magari in anticipo.

    Da un lato mi viene da pensare che i soldi son comunque soldi, ma dall'altro mi pongo dei problemi:
    se il mio brand poi si dovesse legare a quei temi?
    se sarà grazie al mio sito che altre persone seguiranno e diffonderanno quel tipo di disinformazione?

    Voi come vi comportereste in un caso analogo?

    Altri temi o argomenti che mi metterebbero personalmente in difficoltà: omeopatia, pseudo scienza, teorie complottiste, alcuni approcci alla religione, e simili.


    la Elena marcopolito 2 Risposte
  • User

    È una bella questione. Nel lavoro come dipendente non ho scelta e negli anni ho seguito i progetti che mi venivano assegnati. Mi è capitato di dover lavorare allo sviluppo promozionale di un marketing piramidale e ho fatto una gran fatica. Ho comunque espresso le mie perplessità, ma come lavoratore dipendente poi la voce in capitolo arriva fin lì.

    Nei miei progetti personali o nelle collaborazioni a progetti che svolgo in autonomia io ho scelto, per etica, di non sviluppare progetti per esempio nel settore nutra (diete, integratori etc).

    Sono felice della mia scelta, consapevole che potrebbe essere una fonte interessante di guadagno, ma per me è no. Non giudico gli altri, semplicemente io non lo faccio.

    Rifiutare un lavoro per etica può accadere anche quando, a parte il settore, più competitor ti contattano per la promozione dei loro siti. Sta a te scegliere se prendere entrambi i clienti, o se in trasparenza sceglierne uno e rifiutare l'altro. Per me è anche una questione di comunicazione, magari il cliente apprezza la tua scelta ed è anche disposto a pagarti di più. Anche questa è etica secondo me.

    Grazie per il tuo spunto di riflessione.


  • User Attivo

    Per me, che però sono molto pragmatico e poco idealista, ci sono due casi.

    Se ne hai davvero bisogno a livello economico allora accetta.
    Non arrivare a fine mese solo perché non sei d'accordo coi contenuti non mi sembra una grande idea, ci sarà sempre modo e momento per fare quello che preferiamo e portare avanti le nostre idee.

    Se, invece, a livello lavorativo hai delle entrate stabili allora dividerei le tematiche in 2:

    1. I temi che soggettivamente non condivido
    2. I temi che oggettivamente non sono condivisibili

    Per i temi che soggettivamente non condivido, intendo tutte quelle posizioni in cui c'è dibattito aperto. Penso ad esempio al tema dell'aborto, ai movimenti politici, adozioni, ecologia e quant'altro.
    In tal caso non avrei problemi a lavorare per qualcuno che la pensa diversamente da me (al massimo sarà lui a pensare che non sono la persona adeguata). Alla fine, se entrambe le posizioni sono legittime perché non dovrei dargli voce?
    Anzi, penso che ogni tanto mettersi nelle scarpe dell'altro faccia solo bene e dovrebbe essere fatto un po' più spesso, ormai con i social son tutti bravi a giudicare dal loro piedistallo.

    Per i temi che oggettivamente non sono condivisibili, come siti che incitano alla violenza, che diffondono appositamente fake news e quant'altro, in tal caso rifiuto, alla fine penso possano solo portare cose negative alla società.


  • User

    Credo che l'etica sia importantissima anche come posizionamento del tuo brand. O almeno io ne ho sempre fatto una bandiera e ha funzionato perché mi apre in nicchie che vedono nei miei valori un'identificazione e non si fanno grossi problemi se costo un pelo di più degli altri che invece non condividono gli stessi valori. Attenzione però io sono specializzato in un settore legato all'innovazione aperte e la sostenibilità ambientale e sociale.
    Quando ero dipendente mi sono rifiutato di firmare un grosso lavoro (valutazioni tecniche su impianti, era un'altra vita) perché non condividevo le conclusioni che il cliente ed il mio capo volevano imporre al mio studio. Ovviamente dopo pochi giorni il rapporto si è interrotto.
    Come imprenditore non ho mai accettato lavori che non fossero in linea con il mio sentire ed oggi che lavoro da libero professionista ne raccolgo i frutti perché chi si rivolge a me lo fa esattamente e molto spesso per le motivazioni che mi caratterizzano.
    Ovvio che dipende molto anche dal tipo di lavoro che fai e da come posizioni il tuo brand personale o aziendale che deve essere coerente e ruotare intorno a quei valori.
    A mio avviso nel lungo paga, ma è anche vero che "primum vivere, deinde philosophari".
    Il tutto sta in dove collochi tu quel "vivere", ognuno ha un suo livello di riferimento ed il mio è abbastanza parco.


  • Moderatore

    Sono sincero, i soldi li considero tutti uguali. Non per necessità, penso sia una questione di predisposizione mentale. Problemi etici personali non me ne faccio, anzi in base a questo a livello locale nei mesi scorsi ho anche cambiato la scelta politica. Pensiamo ad un medico: sarà capitato di avere come paziente un ex tossico, magari un neonazista o chissà cosa, il medico semplicemente fa il suo lavoro di medico, mica devono diventare amici o condividere le idee. Stessa cosa vale per qualunque professionista, secondo me. Queste persone avranno avuto bisogno dell'idraulico, del tecnico della caldaia e chissà quanti altri, avrebbero forse dovuto rifiutare il lavoro a causa di una diversa ideologia? Per carità le scelte sono personali, ma credo siano ben più le volte che si accetta rispetto a quelle in cui si rifiuta, anche in casi diciamo "estremi".
    L'unica precisazione che farei, è questa: spesso per un professionista è utile mostrare in vetrina i lavori fatti (autorevolezza, testimonianze, personal branding...), ebbene in alcuni casi è meglio pensarci due volte: sono dell'idea di non giudicare un lavoro in base all'etica, poi la scelta di mettere in risalto il lavoro fatto dipende da te; se la questione è un po' delicata per il tuo personal branding, nessuno ti obbliga a mettere in risalto quel lavoro (ma questo non significa appunto che tu non lo abbia svolto).


  • User Attivo

    Ciao,
    si mi è successo.
    Se all'interno della commessa mi dovessi accorgere che il lavoro va in contrasto con i diritti umani allora non lo accetterei, oggi.
    Ciao


  • User

    A me é capitato di farlo con un cliente, ma non ho firmato niente di quello che facevo per vergogna e ho buttato tutto nel dimenticatoio. Se non c’è necessità meglio evitare, altrimenti si fa ma si cerca di tenere un basso profilo come non si metterebbe quel materiale in un portfolio personale.


  • User Newbie

    @g-lanzi ha detto in Rifiutare un lavoro per etica, voi lo fareste o lo avete fatto?:

    Mi domando spesso cosa farei nel caso che un complottista, un antivax, un terrapiattista o simili mi volesse commissionare un sit

    Difficile da dire, una volta il mio excapo mi parlava di un suo amico Art Director che si era licenziato dall'agenzia perché il cliente era Ritzla e il brief era convincere i minorenni a farsi le canne o comunque a fumare utilizzando prodotti Ritzla.

    Personalmente mi sono capitate aziende che odiavo eticamente ma se fai questo lavoro (mondo pubblicità) non puoi rifiutarti di prendere alcune commesse meno che non siano borderline. La pubblicità nella maggior parte dei casi è ingannare la gente! uhauhah

    A sto punto cambi mestiere....e l'ho pensato svariate volte di farlo!


    g.lanzi 1 Risposta
  • Community Manager

    Scusate se intervengo dividendo la discussione. Spiegherò a breve perché in quest'altra discussione che ho dovuto creare.

    Qualsiasi altro post che non rispecchia il tema verrà cancellato. Il tema è:

    Accetteresti di svolgere un lavoro per una causa che va contro ciò in cui credi o ciò che per te è moralmente accettabile? E se il committente fosse sostenitore della causa ma il lavoro non avesse all'apparenza nulla a che fare con essa?

    Grazie a tutti, perché sta venendo fuori una bella discussione.


  • Moderatore

    @marcopolito
    Sono d'accordo con quello che ha fatto il tuo ex capo.

    In linea di massima, se un ambiente di lavoro ci spinge troppo al nostro limite oppure oltre, è giusto cercare altrove, se si ha la possibilità.

    @marcopolito ha detto in Rifiutare un lavoro per etica, voi lo fareste o lo avete fatto?:

    Personalmente mi sono capitate aziende che odiavo eticamente ma se fai questo lavoro (mondo pubblicità) non puoi rifiutarti di prendere alcune commesse meno che non siano borderline. La pubblicità nella maggior parte dei casi è ingannare la gente! uhauhah

    Non so se sono del tutto d'accordo qui. La pubblicità non dovrebbe piuttosto essere incentrata sul convincere il cliente?
    Già una situazione lavorativa in cui mi è chiesto di mentire su qualcosa a me fa storcere un po' il naso.