• User

    Che Web marketing vogliamo per il futuro?

    Stiamo cercando di adattare il Web Marketing alla nuova emergenza, ma così facendo forse stiamo perdendo un'opportunità enorme di cambiare.

    Per la prima volta il sistema economico è in una situazione di reset mondiale e anche le aziende di marketing, a parte approfittare dell'emergenza, poco fanno per rinnovarsi e molto invece fanno per stringere il cappio attorno al collo del consumatore.

    Questo atteggiamento miope, a mio parere, derivato dall'avidità presuppone che la crisi economica mondiale non influenzi i consumi e che basti profilare di più il cliente, bombardandolo con sconti e promozioni per risolvere il problema.
    Altraa strada è quella, con l'Intelligenza Artificiale, di creare una profilazione del cliente, chiamato "personas", per offrirgli continuamente contenuti che lo tengano incollato ai vari canali social di marketing in modo da stimolare il suo desiderio inconscio di acquisto.

    Questi meccanismi che riducono le persone a dei numeri e che usano stratagemmi pscicologici spesso efficaci, a mio parere, sono, per un futuro non molto lontano, delle degenerazione perdenti.

    Chi ci casca finirà, nonostante le tecnologie sempre più avanzate, di dover spendere sempre più soldi per profilare sempre più clienti (dato che le possibilità di spesa si stanno già riducendo), tramite professionisti sempre più specializzati o algoritmi dei quali non si potrà più fare a meno, creando una dipendenza ed un circolo vizioso in caduta libera.

    Ma questa non è l'unica strada. Possiamo anche vedere le nuove prospettive senza l'ansia di fare soldi che ci provocherà solo frustrazione, vista la situazione, cercando nuove forme più sane di fare marketing.

    A partire dai professionisti, che possono decidere di seguire sempre meno le regole imposte da Google e company, creando strade alternative, tutti hanno il potere di creare cambiamento.
    Come successe per l'olio di palma che i consumatori non volevano più, costringendo i produttori di cibo ad adeguarsi, Nicolas Taleb, nel suo interessantissimo libro "Il cigno nero" ci dimostra che un piccolo numero tra il 5 e il 10% di persone ben distribuite sul pianeta ed intransigenti, possono costringere grandi aaziende ad operare, per convenienza, cambiamenti di mercato nei prodotti offerti.

    In questo forum, Giorgio e i suoi collaboratori haanno creato uno spazio dove la condivisione, la discussione e la consapevolezza generate aiutano aa produrre questo cambio di visione, senza passare da nessun social.

    Mi è sembrato che molti tecnici del web si preoccupino solo di fare il loro, senza porsi troppe domande sull'etica e sulla prospettiva del loro lavoro.

    Per chi lavoriamo realmente, per noi stessi o per le big company?

    Chi è responsabile di quello che succede su internet?

    Che conseguenze ha questo tipo di marketing?

    Poche volte si sente parlare di questo e troppo spesso la risposta è banalmente "che ci posso fare?" o "non mi interessa, perché non è il mio ambito".

    Questo secondo me è un errore di valutazione.

    In passato si univa allo studio tecnico, lo studio della filosofia, che era alla fine un modo occidentale per riportare l'essere umano al saggio aforisma "Conosci te stesso".
    Per non farla troppo lunga, portare una community a riflettere sulle conseguenze del marketing, positive e negative, potrebbe essere parte integrante della formazione e creare una prospettiva efficace a lungo termine per tutto il settore del marketing.

    Veniamo alle prospettive. Perché cambiare se, nonostante la privacy, il marketing ha sempre funzionato bene così?

    Tante volte siamo stati abituati, quando Internet era un luogo più libero, a esplorare gli aggiornamenti tecnici e le evoluzioni dei servizi con il grande entusiasmo che ancora questo forum questo porta alla luce.

    Ultimamente però, per me, non è più così da anni.

    Non seguiamo più gli aggiornamenti con spirito critico, ma ci limitiamo a prenderne atto cercando di correre dietro a complessità sempre maggiori, fino a che forse un algoritmo di AI non ci sostituirà, senza renderci conto che ci siano autodistruggendo.

    Non vediamo più l'assurdità di questa rincorsa che forse avidamente troviamo anche inevitabile. Una persona in un commento ai video di Giorgio mi ha risposto ingenuamente che il bello di Google è che mentre lui fa grandi affari, anche noi possiamo guadagnarci un po', qundi il benessere era distribuito.

    Vi sembra proporzionale la distribuzione, ma soprattutto, qual'è il prezzo neanche troppo nascosto che paghiamo?

    La nuova visione di marketing quindi prevederebbe di coinvolgere anche chi fa web marketing a dare un taglio etico al proprio lavoro.

    Possiamo influenzare e come, i produttori di servizi?

    Quali servizi sono davvero utili per migliorare la vita e quelli invece ci usano per raccogliere dati e farci diventare marionette?

    Cosa significa fare marketing in un periodo di recessione e crisi mondiale?

    Quanto durerà questa invasione della privacy prima che una regolamentazione o una rivolta digitale basata magari su nuove tecnologie come la Blockchain ne facciano crollare l'efficacia?

    Se non iniziamo a dare una risposta a queste domande, siamo sicuri che il lavoro di web marketing non finirà in fumo per la sua inutilità in questo approccio estremo di profilazione e parametrizzazzione?

    Stiamo perdendo una grande occasione di guardare al futuro in maniera diversa e rendere il marketing efficace perché etico, sostenibile e naturale.

    Un approccio più semplice, meno frenetico, più umano dove l'economia è uno strumento di benessere e non una caccia esasperata al cliente affinchè abbia quanto di più superfluo esiste in vendita, non aiuterebbe anche le aziende a rendere il commercio orientato verso il benessere ed il progresso?

    Amazon sale in borsa e vende azioni, ma nel frattempo il giorno del Black Friday 15 paesi fanno scioperi (https://www.zeusnews.it/n.php?c=28480).

    Intanto le stesse compagnie pagano sempre meno tasse, fintanto che non interviene la legge, anche se molti, Amazon stesso in primis, si oppone, come succede in Francia. Quanto potrà durare l'arroganza e l'avidità di queste compagnie?
    È durata a lungo, ma la situazione sta inevitabilmente cambiando, tra tasse, antitrust (https://24plus.ilsole24ore.com/art/perche-l-antitrust-usa-e-pronta-colpire-anche-facebook-dopo-google-AD8nbX3), problemi di privacy e crisi.

    E nonostante purtroppo l'ignoranza e l'inconsapevolezza porti a dire che in Italia l'82% degli italiani è disposta a condividere dati personali in cambio di sconti (https://www.macitynet.it/l82-degli-italiani-e-disposto-a-condividere-i-dati-personali-in-cambio-di-sconti-online/), quanto può durare questo meccanismo?
    È evidentemente un circolo vizioso - meno soldi -> più sconti -> meno privacy -> meno soldi per eccesso di marketing fatto o subito - ma chi lavora nel settore può contribuire a romperlo, assecondando quella che, secondo me, è già la tendenza attuale.

    Questa la situazione economica in un articolo del Sole 24ore (https://24plus.ilsole24ore.com/art/sale-marea-debito-globale-oggi-vale-quasi-quattro-volte-pil-ADO1kn3😞
    Sale la marea del debito globale: oggi vale quasi quattro volte il Pil
    A settembre nuovo record pubblico-privato: 272mila miliardi $, pari al 365% del valore aggiunto 2020. La corsa alle politiche anti pandemiche ha aumentato di 11mila miliardi l’esposizione degli Stati.

    E allora perché non facilitare questo cambiamento e, in più non investire personalmente o sostenendo aziende che investono in progetti evolutivi e che portano davvero benessere per tutti, anziché dare soldi ad Amazon comprando le sue azioni e contribuendo a rovinare un'economia basata sull'inessenziale, sul consumismo sfrenato, oramai fuori moda, e su una visione cieca, dove il profitto è l'unica cosa che conta e vale la pena investire solo dove può essere massimizzato.
    Ma se il sistema ecnoomico crolla, nessuno si salverà.

    Perché non valorizzare innovazioni come queste, che sono senza dubbio profittevoli, anche se meno delle azioni di Google:

    https://www.futuroprossimo.it/2020/11/bioo-energia-dai-microbi-del-suolo-con-batterie-biologiche-sara-una-svolta/

    https://www.futuroprossimo.it/2020/11/una-super-spugna-fatta-con-scarti-di-cozze-puo-darci-un-mare-pulito/

    https://www.futuroprossimo.it/2020/11/idrogeno-da-rinnovabili-con-le-microonde-verso-una-batteria-istantanea/

    Queste innovazioni non fanno nenache notizia nel grande pubblico e tanto meno tra gli esperti di marketing, perché siamo troppo impegnati ad osservare inutili numeri e statistiche sui Web Core Vitals di Google o a fare soldi lavorando sempre di più, come criceti nella ruota, per mantenere un benessere decandente, con tecnologie vecchie.
    La maggior parte delle innovazioni sono finanziate dai colossi per fare soldi.
    Tesla fa macchine elettriche per ricchi, quando la rivoluzione della mobilità elettrica potrebbe essere una rivoluzione, oltre che un business globale.

    I Core Vitals sono altri, legati alla nostra sopravvivenza non a quella di Google.

    Goolge fa un nuovo sistema operativo, ma ancora abbiamo auto e case preistoriche. Nuove tecnologie nascono per creare una vita più naturale e meno schiava del denaro e delle sue disuguaglianze, ma noi siamo troppo presi dall'ultimo post di Facebook che sicuramente ci cambierà la vita.....

    Riprendiamo a cercare nuove soluzioni, a confrontarci su come cambiare senza adattarci a quello che ci viene solo propinato dai colossi del web, perché nel breve termine può apparire utile, ma nel lungo, sono convinto che non lo sarà.


  • Moderatore

    Cavolo, quante cose si potrebbero dire e collegare a quanto affermi.
    Queste i tipici spunti a cui o non rispondi o scrivi un fiume...

    Provo a stare nel mezzo, buttando lì la mia opinione.

    Problematiche etiche sul web, non solo sul marketing, son sempre esistite. Da quando è nato il web. Anzi, prima ci si ragionava molto più sulle conseguenze: si pensava di stare costruendo - tra molti scetticismi - un mondo nuovo, diverso e, alla fine, migliore.

    Si poneva molta più attenzione a vari aspetti, spesso ci si perdeva su dettagli infimi o si ragionava sui sistemi molto più grandi di chi li inseguiva.

    Poi internet è arrivata alle masse. A tutti. E tutti ci si son buttati, portandosi dietro (ed amplificando) problemi noti. Ora non è più un giocattolo: ora è un mostro a 10 teste. E se 10 anni fa, se avessi sentito chiunque affermare che "Internet va gestito dalla politica" lo avrei passato con un lanciafiamme, oggi non posso che pensare che serve un intervento politico sovranazionale per farlo.

    Altrimenti avremo problemi immensi.
    Oggi 3-4 big company gestiscono il mercato globale, influenzando la vita di miliardi di persone. Amazon, Google, Tesla, Facebook hanno patrimoni allucinanti. Oggi le missioni spaziali le fanno le società di Bezos e Musk. Non il governo americano. Di cosa parliamo?

    Oggi un'idea, anche malsana, di Amazon può far chiudere in pochissimo tempo decine di migliaia di negozi.
    Oggi è un far west: Fb (ed Amazon, Google, Apple, Samsung e molti altri, capiamoci) possiede e possiederà i dati di tutti. Qualunque dato, eh? È possibile, da pochi dati, sapere tutto di ognuno di noi: chi voterà, che pensiero svilupperemo, cosa compreremo e così via.

    Orwell era fin troppo ottimista.

    Queste società fanno business su di noi. Alcune, addirittura, preferiscono non fare utili per cancellare la concorrenza: uno di questi conosce i dati di vendita di ogni prodotto, conosce i produttori. Da tali informazioni decide se vendere da solo il prodotto X o farlo produrre a costi irrisori per sé. E lo fa, sia chiaro.
    Spesso impone, con modi legali, ovviamente, anche il prezzo di vendita, le politiche di reso (che lascia al venditore, ça va sans dire) e, di fatto, impone la propria politica.

    E la Politica, quella vera, non gli sta dietro: non hanno strumenti (sperando non siano di parte). Sentivo nei giorni passati che abbiamo affidato la formazione dell'ecommerce italiano proprio ad Amazon: facendo un paragone forte e fazioso, è come affidare uno che voglia uscire dal tunnel della droga ad un pusher colombiano... :d:

    La Politica non sa, o non ha le possibilità di arginare tali colossi: ed è sotto gli occhi di tutti che crescano però non dando indietro (con tasse, normative rotture etc etc) quello che gli altri fanno perché non hanno la stessa potenza.

    È giusto?
    Se chiediamo ai consumatori sì che lo è. Risparmiamo, possiamo fare resi subito, troviamo oggetti ovunque etc
    O, se parliamo di altri: certo, uso fb ed è gratis. Whatsapp è gratis: mi fa telefonare senza rotture etc etc.

    E questo è un casino: perché la maggioranza vedrebbe pure male un freno a tali eventi.

    Mi sto convincendo sempre più che serva un gestore mondiale super partes, non votato che metta ordine in modo forte al web. Altrimenti sarà sempre peggio.

    Possiamo fare qualcosa noi? Certo che possiamo: ma per farlo significherebbe rinunciare a molto, se non a tutto. E potrebbe pure non bastare: servirebbe che lo facessimo in tanti.
    Da ciò sono certo che - alla fine - non servirebbe davvero. Sarebbe molto più importante capire come sensibilizzare chi può a tali tematiche: spiegarlo a scuola, dare per scontato che l'etica nel web sia necessaria e non imposta. Dare per scontato che chi faccia profitti esageratissimi debba essere limitato. E diamine lo dico io che son sempre stato un liberista allucinante...

    È un tema affascinante ed ancor di più focale per il futuro: tema che prima o poi dovrebbe essere seguito con moltissima attenzione ma che, per la complessità e per i tornaconti (piccoli o grandi che siano, da parte degli utenti, dei politici e delle imprese) difficile da superare...

    Come detto potremmo parlarne delle ore ed ho paura che non porterebbe forse a nulla. Però grazie dello spunto...


  • User

    Ciao, intanto grazie per aver risposto.
    Come dici l'argomento prevedeva o una risposta articolata/dibattito o silenzio e temevo che il silenzio avrebbe prevalso. Quindi grazie per avere avuto il coraggio di essere il primo.

    Spero che anche gli ospiti e creatori di questo spazio, che è tra i pochi che mette a disposizione un luogo frequentato da professionisti per dibattiti di qualità, offrano un loro contributo prezioso che aiuterebbe a dare un seguito credibile e un'audience diversa a questa discussione.

    La cosa che mi è sembrato di avere notato è che non c'è nessun'altra discussione di etica sul marketng nel forum e non mi risulta che ci siano molte riflessioni in merito, in rete, nelle community di esperti. Questo la dice lunga sulla sottovalutazione del problema o peggio sulla volontà di chiudere un occhio per conflitto di interesse.

    Concordo anche su molte osservazioni che fai, @massy , ma non sulle conclusioni.

    I motivi sono due:

    1. Tu stesso citi Orwell.
      Bisogna quindi considerare che chi arriva al potere di poter gestire i soldi delle web tax o comunque di poter affrontare alla pari aziende così potenti, non ci arriva mai a caso, ma è specchio dell'avidita delle aziende che vuole controllare, a mio parere. L'unica cosa che cambia è che i soldi vengono richiesti ipocritamente per il bene pubblico.
      Vogliamo davvero affidarci ad un potere centrale per la sicurezza della nostra privacy e dei nostri diritti, considerando cosa è successo fino ad ora??

    Inoltre lo Stato si comporterebbe, per fare un esempio forte, simile al tuo 😉 come il proprietario di casa che dà il permesso al ladro di rubare esclusivamente sotto la garanzia di lasciagli qualcosa o di pagare un obolo. Ti sembra normale che lo Stato permetta a delle aziende di guaadagnare illeciatamente sulla nostra privacy facendo pura la cresta sui nostri dati (senza che tra l'altro aa noi aarrivi nulla)?

    Al massimo saremmo noi a dover vendere i nostri dati e ad averne il controllo.

    Ci sono già ipotesi, mi sembra basate sulla Blockchain, dove l'utente decide cosa dare in pasto alle compagnie pubblicitarie dei suoi dati gestiti completamente in modo autonomo, e a che prezzo.
    Viste però le tendenze delle persone a non rendersi conto del rischio per la privacy per ignoranza o inconsapevolezza, sarebbe facile manipolare il meccanismo offrendo sconti, come già succede.

    Quindi lo sperare che un'autorità possa regolamentare la questione privacy, secondo me è utopia.

    Del resto anche con il cambiamento in corso credo che non potrebbero più nascere figure centralizzate per la gestione del potere o dei dati. Mi sembra che la tendenza sia un'altra.

    1. Pensare che potremmo fare qualcosa ma non riusciremmo mai ad ottenere risultati, perdonami, ma mi sembra un po' a metà tra una vecchia idea di politica e una voglia di evitare le responsabilità 😉

    Non avrebbe senso proporre cose utopiche del tipo rinunciare tutti a Google o Facebook, perché in effetti non funzionerebbe.

    Però chi è del settore potrebbe iniziare ad uniformarsi meno ai parametri di Google, non adottando Analytics 4 , ad esempio, finchè non diventa obbligatoria, se mai lo diventerà.
    Così come Google plus è fallito, perché gli utenti non ci trovavano abbastanza community, anche altri servizi possono correre in ritirata, se non utilizzati.

    Del resto la complessità di questo marketing richiede dei costi di gestione che sono assolutamente e direi oggettivamente assurdi ed in contro tendenza in questo momento di crisi mondiale.

    Gli stessi esperti potrebbero iniziare, come fa Giorgio, ad informare le persone che la privacy è importante, spiegando cosa c'è dietro questo meccanismo e quale prezzo si paga, in modo da disincentivare la gente comune nell'utilizzo spregiudicato di certi servizi solo perché non si vede il pericolo o si pensa di poterci guadagnare.
    Come dicono nella Silicon Valley, "quando una cosa è gratis, la merce sei tu!".

    Quindi piccoli passi, informazione, divulgazione, piccoli gesti di coraggio possono fare un lavoro molto potente.

    (Esempi significativi ci sono nel film Dark Water - Acque sporche, ma anche qui:
    https://www.greenme.it/vivere/costume-e-societa/goldman-environmental-prize-leydy-pech/
    https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/goldman-prize-nemonte-nenquimo/

    https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/goldman-prize-kristal-ambrose/)

    Ed in questo periodo mi sembra che le nuove generazioni possono essere formate in modo più consapevole.
    Certo ci vuole un po' di coraggio, compreso quello di unirsi, cosa in effetti non scontata, per difendere interessi comuni.

    Certo se neanche l'esperto di web marketing non vuole avere un'etica, perché è più facile scaricare la colpa o dire che non ci riguarda, mi chiedo poi quando le cose si aggraveranno chi potrà salvarsi.
    Cito una frase di Snowden che dice: "dire che la privacy non ti interessa, perché non si ha nulla da nascondere, è come dire che il diritto di opinione non ti interessa perché non hai nulla da dire".

    E se le grandi aziende hanno tutte un piede nell'analisi dei dati relativi alla salute delle persone (Google in primis - https://www.ilpost.it/2017/10/15/23andme-test-dna/ - chi conosceva questo progetto?) e le aziende più ricche sono quelle farmaceutiche, direi che il segno della malattia del sistema è evidente.

    Inoltre ogni implementazione dei servizi di Goolge, secondo me, non viene mai per caso, ma ha uno scopo ben preciso.
    Per Youtube, la community è stata a volte fondamentale nel creare cambiamento, ma lo sono state di più la paura di non reggere la concorrenza e il desiderio di guadagnare, dato che gli ultimi sviluppi del social sembrano proprio andare nella direzione di farlo diventare uno strumento di marketing per gli ecommerce in maniera sempre più spinta.

    Penso anche che questa esasperazione della velocità rappresentata dai Core Web Vitals abbia la volontà di escludere i più deboli e locali in termini di visibilità affinche si svendano a colossi come Amazon e Google Shopping (anche se poi apparentemente si fanno la guerra), favorendo le grandi aziende che possono pagare decine di migliaia di euro in tecnici che si "masturbano" - pedonatemi l'eleganza dell'espressione e l'ironia aggressiva - su questi parametri.

    Quello che forse non è chiaro, a mio parere, è che se una parte dell'economia crolla, anche quella più ricca subirà danni enormi, perché i grandi guadagni le aziende le fanno con i soldi delle masse.

    Quindi tutta questa rincorsa ad una tecnologia che non ci semplifica più la vita, non ci aiuta a lavorare meno, non redistribuisce la ricchezza, non tutela i nostri diritti, manipola le nostre menti facendoci perdere tempo e soldi, per cosa la dovremmo usare?
    Non ci sono abbastanza motivi, in questa epoca di crisi dove è sempre più evidente cosa ha valore e cosa no, per iniziare a cambiare direzione?

    Confrontandosi tante idee possono venire fuori, tanti progetti alternativi potrebbero crescere (https://www.futuroprossimo.it/2020/12/batteria-di-vetro-arriva-il-brevetto-puo-cambiare-i-veicoli-elettrici/) e, in prospettiva economica penso che, come già ho detto, non sia lungimirante continuare con una strada in evidente declino.

    Penso che chi non vuole cambiare, non lo faccia solo per mancanza di consapevolezza e di etica, ma principalmente per avidità e/o mancanza di coraggio, problemi a cui tutti purtroppo siamo soggetti.


  • Moderatore

    Premesso che ho sempre odiato la necessità di avere eroi quanto quella di avere le persone che facciano il proprio, il succo del discorso è abbastanza semplice e complesso allo stesso tempo.

    Vediamo se mi spiego meglio:
    5000 anni fa ognuno difendeva se stesso da solo. Con le società civili abbiamo demandato tale compito a varie forze di polizia. Poi ci si è reso conto che anch'esse non potevano avere potere di far rispettare la legge e di giudicare se lo avessero fatta e son nate le figure dei giudici. Dopo 2000 anni diamo per scontato che ci sia qualcuno che giudichi le nostre azioni. E, educare a rispettare la legge ed esserne orgogliosi a farlo è naturale anch'esso.

    Nel web ieri c'era anarchia pura. Oggi si tenta di normare e punire in qualche modo azioni pericolosi per la società tutta. Tra le quali possiamo annoverare le questioni di privacy, salute, mercato, economia etc.

    Il vero problema è che, mentre le nostre azioni prima erano sufficientemente ascrivibili ad un territorio ridotto la cui giurisdizione era sufficientemente chiara, nel web non è così.

    Manca un vero ente giudicante: chi potrà mai punire che so, Tiktok se commette illeciti in tutto il mondo? 192 giudici diversi?
    Chi potrà fermare lo strapotere di Amazon, Google, Fb?
    Qualcuno potrà dire: il governo dove hanno sede. Però, vista la natura stessa dei servizi che offrono, immateriale alla fine, potrebbero in qualunque momento spostarsi e riconominciamo.

    Qual è di conseguenza l'unica possibilità? Che ci sia un ente, sovranazionale, con giudisdizione sovranazionale, che abbia potere di giudicare tali azioni.

    Questo ente potrà esser corrotto o manipolato? Certo, così come potrebbero essere corrotti o manipolati i giudici che operano su altri settori. Potrà esser infiltrato da poteri forti o dalle stesse aziende? Avoglia, nello stesso modo dei giudici nazionali.

    Perché allora per i giudici non abbiamo tale dubbio mentre per eventuali enti sovranazionali sì? L'unica spiegazione che mi do è perché manca una cultura ed uno storico per farlo.

    Affermare che debba toccare ai singoli è fantastico ma non realizzabile. A nessuno passerebbe per la testa di combattere tutta la mafia, per fare un esempio, da soli.
    Sì, ognuno deve fare il suo: ognuno deve dare l'esempio, ma l'azione deve essere comune tra cittadini ed istituzioni per avere un qualche risultato.

    Io continuerò a comportarti secondo la mia etica, tu farai lo stesso. Ma affinché tale problema sia risolvibile serve altro ben maggiore delle mie e tue forze, anche alleate.


  • User

    Ciao @massy capisco i tuoi dubbi, ma penso che bisogni andare oltre.

    Non è necesssario vedere sempre una fase di cambiamento, come un passaggio solo negativo. Dal cambiamento possono nascere tante cose positive.

    Nessuno però ha parlato di combattere e di combattere da soli. Dietro quelli che tu chiami eroi spesso c'erano masse immense.

    Ti contraddici parlando della mafia, perché se, come detto in conclusione, tu continuerai a comportarti secondo la tua etica ed io farò lo stesso, significa che magari tanti altri lo faranno e in spazi come questi ci si potrà unire e moltiplicare i numeri, quindi il potere d'azione sarà potenzialmente enorme.

    Aggiungo che se tu dici che un singolo non può cambiare, come potrebbe allora un singolo burocrate immerso nelle strutture di potere della politica regolamentare le grandi aziende? Non è di nuovo una contraddizione?

    Certo dipende se tua etica sarà di non acettare paassivamente quello che viene imposto, sperando nell'ente supremo che verrà a risanare il mondo, ma accetterai di avere una responsabilità e un potere in questo cambiamento, opponendosi creativamente (non per forza lottando) alle dinamiche imposte.

    Da un lato c'è già un meccanismo politico in atto contro i colossi del web:
    https://www.ilsole24ore.com/art/la-francia-multa-google-e-amazon-violazione-regole-cookies-ADZv8S7

    Ma c'è anche una tendenza naturale dei giovani, proprio quelli che credevamo più succubi di internet:

    https://www.futuroprossimo.it/2020/12/perche-facebook-e-morto-ma-ancora-non-lo-sa/

    Quindi non ci resta che provare che il cambiamento si può produrre e ti consiglio questo libro:

    https://it.wikipedia.org/wiki/Il_cigno_nero_(saggio)

    L'autore, abbastanza credibile, visto il successo delle sue opere, afferma che un 5/10 % di persone che fanno scelte in modo intransigente, se ben distribuite, quindi non concentrate in solo una nazione, ad esempio, possono produrre un cambiamento enorme a livello di economia e marketing delle aziende.
    Infatti la loro intransigenza convincerà per vari motivi non solo chi le frequenta ad adattarsi per semplicità, ma anche le aziende per convenienza.

    Chiudo dicendo che Giorgio Tave ha spostato la discussione in "Società ed impegno" , ma forse ha sottovalutato il risvolto economico di questo dibattito.

    A mio paarere, chi seguirà nel portare avanti un lavoro pro Big Company secondo i canoni tradizionali del marketing, fallirà, non solo rischiando di perdere il lavoro, ma anche dovendo giustificare il perché ha fatto spendere un sacco di soldi all'azienda in questo momento di crisi, quando, con un po' meno miopia, avrebbe potuto vireare vedendo che era inutile, visto che un probabile crollo economico renderà superflua qualsiasi strategia basata sugli stupidi e invasivi parametri del web marketing attuale.

    Magari non succederà domani, ma, visto quello che è successo all'improvviso con il lockdown, io non mi aspetterei nulla di così prevedibile e standard nel medio termine.