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Due video sulla link building :)
Vi segnalo due video sulla link building che possono tornarvi utili
7 Riflessioni su Link e Google che tutti dovrebbero fare!
[video=youtube;t_WLAYt42Vg]7 Consigli per i Link Artificiali
Buona visione...e se avete domande sono qui
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Due video interessanti come sempre. Però io per una volta vorrei approfondire la tematica vista non dalla prospettiva di chi il link artificiale vuole comprarlo ma di quello che vorrebbe venderlo. Giusto recentemente Google ha rilasciato le best practices per io blogger che scrivono articoli in cambio di prodotti: webmasters.googleblog.com/2016/03/best-practices-for-bloggers-reviewing.html
Il discorso di Google a mio parere non fa un piega. Il problema però si pone nel momento in cui dobbiamo analizzare qual è la reale differenza fra un link naturale ed un link artificiale.
Scenario 1A: Ipotizziamo ad esempio che un fornitore mi contatti per acquistare un link e mi chieda di scrivere un articolo sul mio blog riguardo, per esempio, ad un gioco che ha appena lanciato, chiamiamolo Cicciopasticcio Land, con la richiesta di linkare il sito del gioco. Io scrivo l'articolo (un articolo approfondito ed utile, non una fetecchia) e ci metto il link. Google direbbe di mettere il nofollow su quel link, giusto?
Scenario 1B: Ora torniamo indietro ed ipotizziamo che nessuno mi abbia contattato ed io abbia casualmente scoperto dell'esistenza di Cicciopasticcio Land, ed abbia deciso di scrivere un articolo su questo gioco perché lo ritengo utile per i miei lettori. io scriverei lo stesso articolo dello scenario 1A e metterei lo stesso link, ma in questo caso niente nofollow, perché non è un articolo sponsorizzato, ma un articolo spontaneo.
In conclusione di entrambi gli scenari, 1A e 1B, io mi ritroverei con lo stesso output: stesso articolo e stesso link. La differenza è il "movente", chiamiamolo così: nel caso di 1A il movente è la marketta; nel 1B il movente è una mia decisione. Però l'articolo è lo stesso, il medesimo. Quindi, è giusto o no mettere il nofollow?
Se la risposta è sì, allora secondo me la conclusione è che tutti i link - o almeno la stragrande maggioranza di essi - dovrebbero essere nofollow, perché potenzialmente qualunque link esterno potrebbe celare una sponsorizzazione.
Se la risposta è no, allora le best practice di Google sono totalmente errate, perché allo stesso modo potenzialmente nessun link esterno potrebbe celare una sponsorizzazione. Come fa Google a certificare che quello è un post sponsorizzato?
Insomma, secondo me in alcuni casi la linea che separa un link artificiale da un link naturale non è così netta, soprattutto da una prospettiva esterna.
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@Pelpa said:
Come fa Google a certificare che quello è un post sponsorizzato?
Ciao Pelpa e grazie.
Credo che in questa frase meriti l'approfondimento.Nel caso 1A, se c'è solo una semplice richiesta non è un problema. Il problema è se si percepisce compenso o una versione gratuita del gioco.
Ma come fa Google a saperlo?
Io penso che Google non dia peso alla singola recensione, ma grazie a tutti gli esempi che ha nel suo database e alle segnalazioni che in tanti fanno, ha creato dei "modelli" di riconoscimento. A questo punto, quando decide se penalizzarti o meno, lo fa a mano controllando non una recensione ma le varie recensioni che fai.
Secondo me non è poi così complesso.
Certo, se il tuo blog ne fa una è un discorso, se invece queste recensioni guidano il calendario editoriale...è evidente
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Grazie Giorgio per il tuo parere. Quello che dici tu appare corretto e sensato; per queste ragioni ormai chi chiede l'inserimento di link sponsorizzati lo fa seguendo logiche che vanno a raggirare tutti i segnali più evidenti:
- si richiedono articoli corposi e non di poche parole;
- si richiede di scrivere articoli con un taglio editoriale evitando di segnalare l'articolo come articolo sponsorizzato ma celando il più possibile la sponsorizzazione;
- si richiedono ovviamente link dofollow, cui vengono affiancati altri link in uscita, per depistare i sospetti di chi potrebbe pensare che si tratti di un articolo sponsorizzato.
E' evidente che l'attività di link building si è ormai evoluta nel tentativo di simulare un'attività editoriale naturale e camuffare il fine ultimo (ottenere il link) e questo pone un dubbio anche agli editori che devono decidere se assecondare queste richieste o rinunciare al possibile guadagno.
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Questo è sicuro e sono convinto che si possa camuffare. Il problema rimane l'attività editoriale.
Un articolo "sponsorizzato" può camuffare nel suo contenuto la sponsorizzazione facendolo sembrare spontaneo, ma potrebbe comunque risultare sponsorizzato perché sporca la tua linea editoriale. E quindi far scattare un campanello d'allarme.
Immagina di avere un blog dove parli sempre di giochi di calcio. Ad un certo punto spunta un gioco mai citato prima, che non c'entra niente con il calcio. È strano. Questa stranezza può risultare evidente in questo esempio, ma può esserlo anche per esempi diversi.
Ricordiamo sempre che non abbiamo a che fare solo con algoritmi, ma con persone che segnalano a Google le anomalie e poi il team anti-spam
Inoltre ci sono altri parametri esterni da prendere in considerazione:
- quando l'azienda che chiede la sponsorizzazione lo fa in tanti altri luoghi
- quando c'è un picco in un breve periodo di tempo
Cioè, il contenuto che tu pubblichi, non va visto singolarmente secondo me.
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Perfetto, quindi si potrebbe concludere che la situazione migliore per concedere l'inserimento di un link artificiale è quando tratta di qualcosa di cui avremmo parlato spontaneamente anche noi se ne fossimo venuti a conoscenza in maniera autonoma. In parole povere quando il link coincide potenzialmente con un link naturale.
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Per me sì