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Gli spazzini del web e la reingegnerizzazione dei motori di ricerca.
(*Fonte](http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/tecnologia/web-spazzini/web-spazzini/web-spazzini.html))*
Curare e tenere pulita la propria e-reputazione costa dai 100 a diecimila euro.
Negli Usa ci sono società che propongono abbonamenti come fossero polizze, per una vita senza incidenti virtuali. Con 15 dollari al mese, la californiana Reputation Defender monitora il web e avverte i clienti di ogni nuovo commento o immagine che appare online. Se c'è qualcosa di sgradito, scatta la pulizia.
Anche in Italia il business è in espansione:
Reputation Manager: Quindici dipendenti con sede a Milano, staff legale, giro d'affari in vorticoso aumento, clienti vagamente paranoici su un possibile click che manderebbe in fumo carriera, famiglia, amicizie. "Non si tratta soltanto di aziende o personaggi pubblici - spiega - ormai si rivolgono a noi anche privati". La casistica è vasta. Chi vuole eliminare volgarità dette in qualche forum, chi vuole integrare notizie incomplete sul proprio conto, chi cerca banalmente di cancellare il passato (una condanna, un divorzio, un licenziamento) per rifarsi un presente.
Mi ha colpito il fatto che nell'articolo si parli di "reingegnerizzazione" dei motori di ricerca:
In pratica, si inseriscono nel web una serie di notizie o immagini positive sul cliente che poi, attraverso complicati algoritmi e parole chiave, finiscono guarda caso nelle prime schermate di Google. "Altre volte - continua Barchiesi - dialoghiamo con chi è responsabile del contenuto per convincerlo a rimuoverlo o perlomeno ad integrarlo". Nei casi estremi, può partire la denuncia legale. "Cerchiamo sempre di evitarla, i tempi di 'ripuliturà diventerebbero molto lunghi".
Per alcuni tutto questo minerebbe alla base la libertà di internet; altri, invece, considerano la tutela della e-reputazione un diritto.
Per concludere con un parere personale .... ammetto che sono in grande difficoltà (se vorrete quindi aiutarmi a ragionare in merito ve ne sarei grata ... da una parte non mi piace si possano a piacimento cancellare tracce e vie di trasformazione, non mi piace che il web venga manipolato, non mi piace che il modello di riferimento sia la persona senza macchia (di cui personalmente, non mi fiderei mai); dall'altra non mi piace pensare che una persona non possa avere molteplici sfaccettature ed anche tenerne qualcuna segreta (o quasi).
Il problema sarà come al solito che queste cose saranno usate (o potranno essere usate) proprio da chi dovrebbe palesarsi e rimanere trasparente (parlo di politici, manager, educatori ....), la cui condotta di vita, il cui pensiero è fondamentale da conoscere per chi deve sceglierli come rappresentanti ....
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Ciao Cherry.
Bisogna ammettere che però questa non è una nuova invenzione, ma semplice il nuovo modo di usare vecchie strategie. Anche prima che venissero create queste "agenzie" si poteva intervenire per modificare la propria immagine su Internet nello stesso modo. Gli "spazzini" si sono semplicemente limitati a portare queste tecniche alla portata di tutti (e costruirci sopra un lucroso affare).
Chi vuole eliminare volgarità dette in qualche forum
Questo genere di cose mi lascia molto dubbioso. Alla fine l'amministrazione di Forum, Community, Social Networks e siti in generale è affidata interamente ai propri amministratori. A meno che non siano presenti gravi violazioni di tipo legale credo che non si possa esigere una rimozione totale o parziale di dati...
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@cherryblossom said:
Per alcuni tutto questo minerebbe alla base la libertà di internet; altri, invece, considerano la tutela della e-reputazione un diritto.
Per concludere con un parere personale .... ammetto che sono in grande difficoltà (se vorrete quindi aiutarmi a ragionare in merito ve ne sarei grata ... da una parte non mi piace si possano a piacimento cancellare tracce e vie di trasformazione, non mi piace che il web venga manipolato, non mi piace che il modello di riferimento sia la persona senza macchia (di cui personalmente, non mi fiderei mai); dall'altra non mi piace pensare che una persona non possa avere molteplici sfaccettature ed anche tenerne qualcuna segreta (o quasi).
Il problema sarà come al solito che queste cose saranno usate (o potranno essere usate) proprio da chi dovrebbe palesarsi e rimanere trasparente (parlo di politici, manager, educatori ....), la cui condotta di vita, il cui pensiero è fondamentale da conoscere per chi deve sceglierli come rappresentanti ....Argomento molto interessante (se n'è parlato anche al Convegno, in una delle "sessioni supplementari" - leggi: uscite notturne per una birra con i SEO nottambuli).
Nemmeno a me piace che le informazioni siano manipolabili o manipolate, tuttavia mi rendo conto che ciò è esattamente quanto accade in ogni istante nella Rete, secondo processi solo in minima parte "artificiali" e per la maggior parte "fisiologici".
È vero: chi pubblicizza la propria capacità di "ripulire la reputazione" altrui potrebbe apparire come uno "scagnozzo" di qualcuno con macchie atroci nel proprio passato che inventa dal nulla una nuova identità - come se si riciclassero le esistenze al pari di certi soldi sporchi - ma non è sempre così.
Facciamo alcuni esempi:
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Un'azienda che ha subito un grave crac finanziario viene ceduta ad una nuova amministrazione che, a prezzo di grandi sacrifici, rimette in piedi la parte sana e prova a rilanciare un marchio storico. Ora, per quanto tempo la società nuova (legale e irreprensibile) dovrà pagare per gli errori di chi l'ha preceduta e si è fatto una cattiva fama? In un caso del genere ben venga chi è in grado di dare un'immagine pubblica dell'azienda al passo con il suo assetto rigenerato.
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Il proprietario di un albergo iscrive dei fake strumentali nel Forum pubblico di una struttura ricettiva concorrente di migliore qualità per piazzare dei falsi feedback negativi atti a demolire il buon nome del suo corretto e integerrimo avversario. Non ha forse diritto l'albergatore serio a porre rimedio, per non perdere i clienti a causa di una menzogna?
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Un fidanzato tradito si vendica della compagna caricando su siti poco raccomandabili foto e filmati dei loro momenti intimi. Siamo sicuri che la povera ragazza abbia tutti gli strumenti tecnici e legali per rimuovere le prove diffamanti messe in giro a sua insaputa?
In tutti questi casi - a mio parere legittimi - la "reputation rebuilding" funziona ed è addirittura un servizio meritorio; ben diverso è il caso del personaggio pubblico pluri-pregiudicato o accusato di reati infamanti che mira a riciclarsi come paladino della legalità, del diritto o della famiglia (quello andrebbe prevenuto, evitato o successivamente punito dall'Autorità: di solito ci pensano i giornali e le fonti informative a fare la guardia, ma a volte anche loro si voltano da un'altra parte...).
Fin qui, però, parliamo di manipolazioni "artificiali" e "a posteriori" delle informazioni (si crea ad esempio la "buona nomea" dopo che qualcuno ha sparso una voce negativa); tuttavia, a ben vedere, le stesse operazioni vengono messe in atto anche prima dello sbarco sulla Rete, secondo principi del tutto fisiologici del marketing ma più in generale della biologia evolutiva.
Se un'azienda deve lanciare un nuovo prodotto - ad esempio un software - tenderà naturalmente a mettere in luce soprattutto i pregi (sarebbe un suicidio enfatizzare i difetti o i bug). Nel caso emerga un problema, si cercherà di rassicurare la clientela, reale o potenziale, sottolineando magari la rapidità con cui si è corretto il difetto o risarcito i danneggiati.
Tutto questo è a sua volta "reputation rebuilding", solo che avviene costantemente, a piccoli passi e su vastissima scala, quindi fa meno notizia.
E non è solo una questione di marchi ed economia: ciascuno di noi prova naturalmente a presentarsi al mondo dipingendo di sé un'immagine leggermente migliore di quella reale.
Quando cerchiamo di far colpo - espressione molto indicativa - su una persona, non gli raccontiamo episodi imbarazzanti o debolezze, ma punti di forza e aspetti positivi. D'altronde, ad un colloquio di lavoro nessuno dice "sono pigro, disattento e poco qualificato".
Ciascuno di noi, insomma, cura in piccolo il proprio ufficio di pubbliche relazioni personale, chiedendo a volte consigli ad amici, parenti ed esperti per fare una figura migliore con gli altri.
Bisognerebbe interrogarsi a questo punto non sul se tale attività sia lecita (lo è e da tempo immemorabile), ma sul quanto si possa mentire, minimizzare, nascondere o occultare allo scopo di apparire migliori di ciò che si è.
La questione, come sempre, è relativa ai confini e al buon senso di ciascuno e del contesto in cui agisce.
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Vorrei aggiungere una mia piccola riflessione personale:
Nello scorso decennio Internet si è, per così dire, "aperta al pubblico". Con questo intendo che moltissime persone hanno avuto libero accesso alla rete e a tutte le sue informazioni. Dal "nido" di Informatici e Agenzie Private, Internet si è evoluto nella rete che conosciamo oggi, un web molto spesso alla portata anche dei più inesperti navigatori.
La legge (perlomeno quella Italiana), tutela i diritti delle persone contro azioni diffamatorie:
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice Penale secondo cui:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
(Fonte)Queste leggi, almeno teoreticamente, dovrebbero valere anche su Internet. Dico teoricamente perché praticamente è molto più difficile applicarle sul web di quanto non lo sia nella vita reale. Su Internet chiunque può essere chi vuole, assumere false identità e navigare protetto dall'anonimato della rete. Rintracciare il responsabile di un commento su Internet, andando oltre metodi quali "ban dalla community" è un processo lungo che richiede molte energie. Inoltre, va anche detto che su Internet "nulla è perduto". E' stimato che, ad esempio, una foto inviata per e-mail viene copiata 5/10 volte almeno lungo il processo dai vari server/computer attraverso i quali passa. Procedere con una metodologia "tradizionale", ovvero rintracciando il colpevole e sequestrando il materiale può risultare molto difficile, se non quasi impossibile.
Un'altro percorso che si può seguire, è quello di agire sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalla stessa rete. Lavorando per "affondare" le pagine incriminate e farne sorgere di nuove, migliori. Contattare gli amministratori o i proprietari di siti per chiedere la rimozione del materiale... Questo processo è però lungo e delicato, non tutti i cybernauti conoscono le tecniche necessarie, e rischiano quindi di rimanere "disarmati" difronte a situazioni delicate.
Personalmente non vedo nulla di male in queste società che offrono agli internauti la possibilità di "riparare" la loro reputazione su Internet. Sarebbe un altro discorso se queste tecniche venissero usate in modo offensivo, ad esempio iniziando un "attacco" contro la concorrenza, o se per raggiungere i loro scopi facessero uso di violazioni di account o di siti ma, visto che così non sembra, mi sembra semplicemente uno strumento in più del quale possono usufruire gli Internauti.