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- Consiglio del commercialista: passare da artigiano a SRL
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I vantaggi di una società di capitali sono legati più alla limitazione della responsabilità che alla tassazione. Vero è che l'imposizione della SRL (e società di capitali in genere) è fissa al 27,5% (tralasciando IRAP) ma ci sono 3 fattori da considerare:
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in caso di distribuzione utili (caso raro per piccole SRL) questi verranno ulteriormente tassati in misura del 50% circa dell'utile già tassato e andranno comunque a confluire nel reddito personale;
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va comunque pagata l'INPS se il socio è lavoratore (e anche se amministratore con compenso);
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se non si distribuiscono gli utili si devono in qualche modo prelevare i soldi dalla società stessa (busta paga, fattura), quindi andranno comunque a confluire sul reddito personale;
Tutto ciò ovviamente se non si preferisce lasciare tutti i ricavi nella società, ma non vedo poi come poter fare delle spese personali, visto che società e persona fisica sono comunque separate.
In sintesi: in ogni caso se si vuole "prelevare" i ricavi della società bisogna assoggettarli a tassazione come persona fisica in qualche modo, quindi il risparmio è relativo (non so nemmeno se ci possa essere un effettivo risparmio, non è possibile valutarlo a priori). Non ho nemmeno considerato i costi vivi ulteriori (309 euro di tassa cc.gg. annua, diritto camerale raddoppiato, bolli vari ad es. per vidimazione libri sociali).
Detto ciò all'aumentare dei volumi/redditi è sempre opportuno valutare l'opzione societaria, ma più per la componente relativa alla responsabilità personale e al "prestigio" (anche di fronte a banche e fornitori) che ad un risparmio in termini di imposte.
Saluti
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Su ?carta? sono d?accordo con Studio Emmi. Nella pratica??forse?;)
Comunque si nulele, è quella tanto pubblicizzata ?ad un euro? . Io non sono tanto a favore su questo tipo di società, più che altro perché non c?è un sostanziale vantaggio se non sui ridotti costi iniziali.
Però se si è propensi a costituire una SRL tanto vale valutare la SRLS.
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Anche la mia commercialista mi vuole proporre la SRL tradizionale.
Le ho chiesto di dimostrarmi perchè sia meglio di quella semplificata visto che la seconda, come già detto, ha un avvio più economico!
Per il discorso dei vantaggi fiscali rispetto alla responsabilità/prestigio non saprei... io le ho solo posto il problema che con l'attuale tassazione fatico seriamente a risparmiare e lei mi ha proposto l'SRL.Le porrò tutte le vostre osservazioni e vediamo cosa mi risponde.
Grazie a tutti.
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Idem, anche il mio commercialista mi suggerisce il passaggio da ditta individuale a SRL unipersonale.
Personalmente, però fatico molto a vederne i vantaggi fiscali.
Premetto che ho un reddito molto alto, intorno ai 300 - 400.000 euro annnui, che sono tassati con l'aliquota marginale del 43% + 3% di contributo di solidarietà sui redditi sopra ai 300.000. Confrontato con il 27.5% dell'IRES parrebbe a prima vista più conveniente la società, ma solo se non distribuisco gli utili. Il guaio, viene quando si distribuiscono gli utili, che - dopo essere stati tassati una prima volta come IRES - confluiscono per circa la metà nell'imponibile IRPEF, e quindi sono tassati una seconda volta con gli scaglioni IRPEF. Alla fine, o gli utili restano nella società ( e che ci fo? ) oppure per poterli spendere a beneficio mio personale devo prima ridistribuirmeli come utile e quindi ritassarli una seconda volta come IRPEF.In tutte le simulazione che ho fatto, ridistribuendo gli utili, se va bene ci vado in pari, ma più realisticamente arrivo ad una tassazione superiore rispetto a quella come ditta individuale.
Dove è dunque questa convenienza fiscale? Se non distribuisco gli utili la tassazione è minore, ma restano in pancia alla società; quando poi voglio utilizzarli a fini personali, devo distribuirmeli come utile e a quel punto arriva la mazzata.
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Mi aggancio anch'io a questa situazione, la mia idea che sto valutando con commercialista/inps sarebbe quella di tenerle aperte entrambe.
- DITTA INDIVIDUALE, in cui faccio solo la prestazione di opera intelettuale, per la società e per clienti marginali
- SOCIETA srl commerciale, socio unico, amministratore ma non lavoratore. In questa società lavorano 3 persone che fanno commercio in più settori, tra cui quello web. Nel caso del web, io verrei retribuito con fattura per la prestazione di opera intelettuale, e come me altri soggetti esterni che contribuiscono alla esecuzione dei progetti (copyrighter, traduttori,etc), gli utili societari verrebbero tassati solo come IRES ma non come INPS, in quanto non sono lavoratore ma solo amministrazione. L'attività di gestione dell'azienda viene lasciata a un dipendente della società.
In questo modo si potrebbe lasciare capitalizzare l'SRL per futuri investimenti ed essere tassati solo in caso di distribuzione degli utili.
Che ne pensate? Come posso dimostrare all'INPS che il titolare dell'impresa individuale di fatto non lavora per la società commerciale?
Fonte sito INPS
Per i soci lavoratori di S.r.l., iscritti alle Gestioni Previdenziali degli Artigiani e dei Commercianti, la base imponibile, fermo restando il minimale contributivo, è costituita dalla parte del reddito d’impresa dichiarato dalla S.r.l. ai fini fiscali ed attribuita al socio in ragione della quota di partecipazione agli utili, prescindendo dalla destinazione che l’assemblea ha riservato a detti utili e, quindi, anche se non distribuiti ai soci (importo del rigo RN1 meno l’ importo del rigo RN5 del modello Unico società di capitali, rapportato alla quota di partecipazione del socio indicata nel quadro RO). Questa base imponibile rileva, comunque, non oltre il limite del massimale contributivo.
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Salve erise, in questo caso non vedo problematiche di sorta, la contestazione potrebbe riguardare a mio avviso la "prestazione d'opera intellettuale". In ogni caso non sei tenuto a versare i contributi fissi se già vi sono dipendenti che prestano la loro opera nella società.
Inoltre versando già (presumo) contributi con la ditta individuale non ti verrà richiesta una doppia contribuzione (a meno che sia amministratore con busta paga).
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Grazie della risposta studio emmi, quello che voglio evitare è che la base imponibile inps diventi l'utile societario, perché su ipotetici 100.000 euro andrei a pagare 20.000 euro di contributi, da come è indicato dall inps, esatto?
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Nel caso di socio lavoratore ovviamente si, ma nel caso previsto visto che vi sono già lavoratori nella società si potrebbe solo esserne amministratori. fermo restando che in caso di controlli l'INPS potrebbe contestare la non iscrizione alla gestione commercianti o la non contribuzione nel caso in cui il socio presti la sua opera effettivamente nella società e non ne sia solo amministratore.
Saluti
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@Studio_Emmi said:
fermo restando che in caso di controlli l'INPS potrebbe contestare la non iscrizione alla gestione commercianti o la non contribuzione nel caso in cui il socio presti la sua opera effettivamente nella società e non ne sia solo amministratore.
Saluti
Sono iscritto alla gestione commercianti con la ditta individuale (pago i 4 bollettini da circa 800 euro + i contributi aggiuntivi in base al reddito), ma come posso dimostrare che svolgo solo l'attività di amministratore? Lavorerei cmq nella stessa sede perchè condividiamo gli stessi uffici.
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Discussione un po' vecchiotta, ma mi permetto di aggiungere che purtroppo un commercialista avrà sempre l'interesse a consigliare una SRL perché si mette in tasca 4-5000? annui anziché 800-1000.
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@Giovanni Minganti said:
Discussione un po' vecchiotta, ma mi permetto di aggiungere che purtroppo un commercialista avrà sempre l'interesse a consigliare una SRL perché si mette in tasca 4-5000€ annui anziché 800-1000.
Questo è vero ma poi, a conti fatti, se le imposte saranno più alte, il cliente lo perdi! Quindi passi prima da 800 a 4000 e poi a zero. Secondo te conviene dare consigli sbagliati?