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Il Confucianesimo tra religione e dottrina etica
Oggi Google festeggia il compleanno di un pensatore, filosofo e forse "involontario" fondatore di una dottrina considerata da molti una religione.
Parliamo di Confucio - il nome con cui è noto in Europa è derivato dalla latinizzazione di Kǒngzǐ (孔子) o Kǒng Fūzǐ (孔夫子), quest'ultimo nome traducibile con "Maestro Kong".
Visse in un'epoca difficile e in una terra quasi allo sbando: la sua filosofia provò a rispondere ai drammi del suo tempo cercando di portare ordine là dove regnava il caos.
"La sua filosofia si basava sull'etica personale e politica, sulla correttezza delle relazioni sociali, sulla giustizia, sul rispetto dell'autorità familiare e gerarchica, sull'onestà e la sincerità." (Wikipedia)
Il pensiero di Confucio, che ha successivamente dato origine al movimento oggi noto come Confucianesimo, è compendiato principalmente nella raccolta di aforismi e massime intitolata "Dialoghi" (opera postuma di alcuni discepoli); l'autore non si riteneva un creatore originale di una inedita scuola di pensiero, ma solo un "organizzatore" di concetti fino a quel momento dispersi, che abbisognavano di coordinamento come i tasselli di un puzzle da ricostruire.
Le esortazioni al rispetto, all'obbedienza, all'ascolto degli anziani e dei superiori sono state un cemento essenziale per l'assestamento della società cinese, che anche grazie agli insegnamenti del filosofo ha potuto strutturarsi nel modo rigoroso e apparentemente inattaccabile che presenta in larga misura ancora ai giorni nostri.
Le riflessioni confuciane sono state insomma il collante culturale che ha permesso alle gerarchie di far accettare alcune regole alla popolazione e che ha al contempo fatto sentire tutti, dal nobile al contadino, parte di un organismo complesso e interconnesso. Tutte rotelline preziose in un colossale ingranaggio basato sul rispetto, sull'interazione armoniosa e sulla cooperazione all'interno della piramide sociale
Senza concedere spazio agli estremismi, sarebbe forse il caso di riscoprire gli inviti alla sobrietà, al rispetto delle regole, al rigore etico e alla deferenza verso il passato che la nostra epoca sembra respingere ostinatamente, follemente e puerilmente.
Viviamo in un tempo non dissimile da quello in cui nacque Confucio: recuperare la sua lezione potrebbe essere di estremo giovamento per tutti noi.
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Ciao Leonov,
grazie per queste informazioni molto interessanti!
Indubbiamente la Dottrina Confucio offre molti buoni "spunti di vita" che possono mostrarci come possiamo migliorare noi stessi.
e esortazioni al rispetto, all'obbedienza, all'ascolto degli anziani e dei superiori sono state un cemento essenziale per l'assestamento della società cinese, che anche grazie agli insegnamenti del filosofo ha potuto strutturarsi nel modo rigoroso e apparentemente inattaccabile che presenta in larga misura ancora ai giorni nostri.
Questa frase ha un grande valore se si riferisce ad ascoltare gli anziani in quanto hanno più esperienza di noi. Purtroppo però sempre più spesso gli "anziani" abusano del loro potere fino ad esagerare (lo si vede nella realtà di tutti i giorni). Come sempre, bisogna decidere chi è degno di essere ascoltato e chi no.
Una domanda a cui non ho trovato una risposta "finale": Il Confucio riconosce qualche "essere superiore" oppure non essendo una vera e propria religione offre solo delle regole etiche/morali?
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@max0005 said:
Una domanda a cui non ho trovato una risposta "finale": Il Confucio riconosce qualche "essere superiore" oppure non essendo una vera e propria religione offre solo delle regole etiche/morali?
Dopo una breve ricerca su una rassegna di Storia delle Religioni, provo a riassumere i paragrafi dedicati da Lionello Lancillotti al Confucianesimo.
Confucio, nelle opere che oggi gli vengono attribuite con maggiore attendibilità, assume un atteggiamento che sta tra l'agnostico, il cauto, il devoto alla tradizione, il razionalista e l'indifferente.
Partecipa ai riti di purificazione e a qualche sacrificio per gli antenati, ma stigmatizza ogni forma di sciocca superstizione; fa riferimenti al Cielo come dio/guida/spirito supremo, ma si occupa essenzialmente di etica morale e sociale. Stigmatizza il culto delle icone e dei simboli, indicando nella Natura e nella naturalità il "comando del Cielo".
Sorvola sul problema ontologico (Dio c'è?) e teologico (chi/cosa è Dio?), ma non nega mai esplicitamente l'esistenza del divino. Come se la questione, tutto sommato, non lo riguardasse o non incidesse in modo significativo sulle conclusioni da trarre in ambito pubblico e privato.
Un suo grande merito è il fatto di aver cercato di "ripulire" i sistemi religiosi tradizionali dalla superstizione e dagli aspetti più irrazionali (in un'epoca di tumulti, invece, ci si affida spesso a santoni e maghi), senza rinnegare il buono che c'era nel culto degli Antenati e dei familiari morti.
Quella di Confucio, tuttavia, resta una dottrina molto "terrena" e poco "divina", improntata a cose concrete come i rapporti interpersonali, familiari e sociali: la Religione diventa in tal senso solo un altro strumento di unificazione e pacificazione, qualcosa insomma che unisca tutti in una comunione spirituale da tradurre in atti pratici di deferenza e rispetto.
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Grazie Leonov!
A quanto pare l'esistenza o meno di un dio non è molto importante per il Confucio e non cambia molto la realtà di quella religione.
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@Leonov said:
Quella di Confucio, tuttavia, resta una dottrina molto "terrena" e poco "divina", improntata a cose concrete come i rapporti interpersonali, familiari e sociali: la Religione diventa in tal senso solo un altro strumento di unificazione e pacificazione, qualcosa insomma che unisca tutti in una comunione spirituale da tradurre in atti pratici di deferenza e rispetto.
Anche io credo che la dottrina di Confucio sia molto terrena e poco divina e la assomiglio molto al Buddhismo che non chiamerei vere e proprie religioni, ma filosofie e stili di vita di tutto rispetto.
A tal proposito voglio consigliarvi, se non lo avete ancora fatto, di leggere un libricino piccolo piccolo ma grande nei contenuti che si intitola "Siddharta" di Herman Hesse, a mio avviso è semplicemente splendido.
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@Zeitgeist_gt said:
Cari Leonov e max, anche io credo che la dottrina di Confucio sia molto terrena e poco divina e la assomiglio molto al Buddhismo che non chiamerei vere e proprie religioni, ma filosofie e stili di vita di tutto rispetto.
Ritengo che Confucio sia senz'altro uno dei più grandi filosofi e come tale dovrebbe far parte dei programmi di scuola delle superiori di II grado.
Per quanto riguarda il dubbio se il confucianesimo sia o no una religione, dal punto di vista sociologico: "un sistema d'idee e pratiche attraverso le quali un gruppo di persone interpreta e risponde a quanto crede sia sacro" [R.L.Jhonstone], senz'altro sì.
Di seguito la classificazione di uno dei fondatori della sociologia Max Weber, (partendo dal concetto di salvezza presente in tutte le fedi religiose, si basa su due parametri: il premio riservato ai credenti ed il modo per ottenerlo):
- in alcune religioni il premio è durante la vita o nelle reincarnazioni, in altre nell'aldilà
- i metodi per ottenere il premio sono diversi: in oriente si predilige un atteggiamento passivo, cioè contemplazione e meditazione con distacco dal mondo (misticismo), in occidente si predilige un atteggiamento attivo, cioè autocontrollo e negazione di sè (ascetismo)
da cui:
- confucianesimo (mondo terreno, misticismo)
- ebraismo (mondo terreno, ascetismo)
- induismo (soprannaturale, misticismo)
- cattolicesimo (soprannaturale, ascetismo).
ciao
marlomb
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Ciao Marlomb.
@marlomb said:
Ritengo che Confucio sia senz'altro uno dei più grandi filosofi e come tale dovrebbe far parte dei programmi di scuola delle superiori di II grado.
Concordo: i suoi insegnamenti non sono meno interessanti delle riflessioni sull'Etica di Hobbes o di Hume.
Mi rendo conto che la Filosofia è un campo di ricerca vastissimo e non tutto si può inserire; si potrebbe tuttavia sacrificare qualcosa nei programmi ministeriali per aprire anche solo una piccola porticina sul panorama orientale, ingiustamente sottovalutato.
@marlomb said:
I metodi per ottenere il premio sono diversi: in oriente si predilige un atteggiamento passivo, cioè contemplazione e meditazione con distacco dal mondo (misticismo), in occidente si predilige un atteggiamento attivo, cioè autocontrollo e negazione di sè (ascetismo)
"Contemplazione e meditazione con distacco dal mondo": non so perché, ma queste parole mi hanno fatto pensare a certi bibliotecari quasi astratti descritti spesso da Borges: uomini votati non tanto allo studio "attivo" del patrimonio librario in loro possesso, quanto piuttosto ad una lenta, mera e sublime auto-dissoluzione nelle pagine, nelle parole e negli inchiostri, fino a trasformarsi in una polvere incorporea spazzata dagli spifferi e indissolubile rispetto alle ragnatele.
Gente che scompare senza rumore passeggiando tra le scaffalature, fantasmi quasi, che ad un tratto evaporano nel turbine di idee intrappolate tra le copertine da cui sono circondati. E il naufragare in questo specchio d'acqua è per loro il più dolce dei premi.
@marlomb said:
- confucianesimo (mondo terreno, misticismo)
- ebraismo (mondo terreno, ascetismo)
- induismo (soprannaturale, misticismo)
- cattolicesimo (soprannaturale, ascetismo).
È curioso: descritte così, le religioni sembrano così belle, "gentili", "innocue", "discrete": cammini di ricerca silenziosa attraverso percorsi asimmetrici che però conducono tutti a qualcosa, lontano lontano, chissà dove nel cuore stesso dell'Io - che forse, solo forse, è anche Dio.
Nulla, in queste definizioni, parla di roghi e guerre, martiri e precetti, apostolato violento e denigrazione degli altri.
Soltanto singoli uomini e donne persi in una spirale di arrendevole abbandono all'Essere (comunque lo intendano), che guardano il cielo o il mare e, senza imporsi a nessun altro, interrogano il vuoto senza senso dell'Universo per cercare un frammento della Risposta.
Se solo fosse così.
[Scusate, oggi pomeriggio sono in vena onirico-metafisica. ]
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La cosa che mi piace del Confucio è che non si "impone" con regole rigide e pene per chi non le segue come molte altre religioni. Offre degli spunti per migliorare se stessi e il proprio ambiente ma non cerca mai di corrompere con promesse o minacce.
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@Leonov said:
È curioso: descritte così, le religioni sembrano così belle, "gentili", "innocue", "discrete": cammini di ricerca silenziosa attraverso percorsi asimmetrici che però conducono tutti a qualcosa, lontano lontano, chissà dove nel cuore stesso dell'Io - che forse, solo forse, è anche Dio.
Nulla, in queste definizioni, parla di roghi e guerre, martiri e precetti, apostolato violento e denigrazione degli altri.
Soltanto singoli uomini e donne persi in una spirale di arrendevole abbandono all'Essere (comunque lo intendano), che guardano il cielo o il mare e, senza imporsi a nessun altro, interrogano il vuoto senza senso dell'Universo per cercare un frammento della Risposta.
Se solo fosse così.
La classificazione che ho esposto è sociologica e se si prendono in considerazione i vari testi (Bibbia, Corano, Talmud, Siddartha, ...) è un'ottimo studio del grande Max Weber.
Quello che poi fa l'uomo, già di per sè non è perfetto=divino, ma comunque sono interpretazioni spesso ritrattate nei tempi vedi Inquisizione e Guerre Sante.
Inoltre c'è un processo che spesso complica una religione:
come per qualsiasi Istituzione la cosiddetta organizzazione/ burocrazia,
se prendiamo ad esempio le comunità catecumenali, quelle formate dagli apostoli, lì il messaggio evangelico/divino era calato nella comunità direttamente con interpretazione della comunità:), è quando aumenta il popolo cristiano che si forma la struttura secolare della chiesa tesa originariamente a dirimere le troppe interpretazioni e definire la vera dottrina rispetto all'eresia, ma naturalmente questo complica e dà al rappresentante (papa, vescovo, ...) la possibilità d'influenzare pesantemente la massa che si adagia e non pensa!:o
ciao
marlomb
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la possibilità d'influenzare pesantemente la massa che si adagia e non pensa!
Questo è da sempre un grande dilemma con molte religioni che richiedono che si "abbandoni" il pensiero razionale per fidarsi ciecamente dei testi sacri. La fede sarebbe, per l'appunto, la capacità di fidarsi ciecamente di qualcosa anche quando va contro ogni regola del buon senso. Purtroppo molte volte questa fiducia è stata abusata da chi la deteneva per raggiungere scopi diversi da quelli annunciati...
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@max0005 said:
Questo è da sempre un grande dilemma con molte religioni che richiedono che si "abbandoni" il pensiero razionale per fidarsi ciecamente dei testi sacri. La fede sarebbe, per l'appunto, la capacità di fidarsi ciecamente di qualcosa anche quando va contro ogni regola del buon senso.
Alcune definizioni di fede:
"La fede è la risposta dell'uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello stesso tempo una luce sovrabbondante all'uomo in cerca del senso ultimo della vita". [www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c1_it.htm]
"Adesione religiosa a una verità rivelata non sensibilmente tangibile, persuasione dell'esistenza di un Dio". [://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fede.shtml]
"La virtù teologale del cristiano per la quale "con l'aiuto della grazia di Dio, egli crede esser vere le cose da Dio rivelate non a causa della verità intrinseca delle cose stesse esaminate alla luce della ragione naturale, ma per la verità del Dio rivelante che non puo né ingannarsi né ingannarci"" [Concilio Vaticano].
"credenza ferma e certa che si fonda su un interiore convincimento o su un?adesione all?autorità di altri, senza bisogno di prove di fatto o di dimostrazioni logiche" [dizionario Sapere.it].
Analizzando queste definizioni direi ad un primo impatto che la fede certamente richiede di utilizzare funzioni psichiche diverse dalla logica/ragione ad esempio emozioni/sentimenti (non sensibilmente tangibile), ma guardando alla prima definizione colgo che una ricerca razionale/filosofica del senso della vita può portare alla fede in Dio:).
Inoltre a livello psicologico sappiamo che la nostra mente spesso aderisce all'autorità altrui per risparmiare razionalmente il tempo, p.e.: se vado da un pediatra non gli chiedo se possiede la laurea nè se le medicine prescritte sono realmente valide nel mio caso, mi fido evitando di perdere tempo a verificare razionalmente (avete visto il pediatra che da 19 anni lavorava senza titolo!:o).
ciao
marlomb