• User Attivo

    Posso mandare una mia ritrascrizione della poesia del Benni sopra/consigliata? Euro Roscini


  • Consiglio Direttivo

    Mais naturellement!

    Leggerla sarà un piacere. Come sempre.

    🙂


  • User Attivo

    (Ritrascrizione in quattro ottave della melassa poetica del Benni in ottava | decima | sesta | dodicesima strofa.)

    Io non ti amo ché amore
    preannuncia comunione
    e se con te fossi in comunione
    mi varrebbe
    come rubare al cielo stelle e farne
    ghirlande lamentose
    di cui l'universo
    vorrebbe riappropriarsi.

    Preferirei svuotare il mare che amarti!
    Né mi basterebbe se
    per non amarti dovessi
    pur privarmi di perle
    e delle sue mille
    sirene
    che l'incantano. Aaah...
    il mio sgarbo al suo sguardo!

    Magari sollevare vulcani
    che amarti: tu
    senza fuoco mentre
    il loro m'arderebbe
    le mani
    e ghiaccerebbe il mio
    cuore...
    No, non ti amo.

    Catturerò piuttosto
    tutte le nubi estive a me ubbidienti
    addosso riversandotele quando
    dormi d'inverno sognando
    i tuoi pianeti immobili.
    (E neppure mi basta...)
    Svegliandoti scoprirai – lo sai
    che son fuggito via da te con Dio!


  • Consiglio Direttivo

    La stucchevolezza di Benni si risollevava, per fortuna, nel guizzo finale: rozzo, ma efficace.

    Però la tua versione mi piace, Euro, e molto: ha una specie di forza tellurica e ancestrale, di orgoglio, che completa e perfeziona assai opportunamente il lavoro originale di cui è ritrascrizione (rielaborazione, rifacimento, rigenerazione maieutica), e fa passare un messaggio coerente che troppi innamorati soffocano invece di ammettere serenamente — in nome di chissà cosa, poi?

    Il mio plauso, con ammirazione. 🙂


  • User Attivo

    Grazie/non mi merito, sei sempre il 'letterato introspettivo/generoso' che mi ricordo; ma per me che vivo costantemente il mio 'alter/ego', questa trascrizione vale soltanto sdrammatizzazione: come andare al passo con altri facendone un po' la caricatura (sorta dunque di scimmiottatura al negativo). D'altra parte sempre più credo che ciò che è vero pathos non può essere narrato. Ciao. P.S. Ti ricordi la 'santa' nella Grande Bellezza? "Signora... la povertà si vive, non si racconta."


  • Consiglio Direttivo

    @euroroscini said:

    P.S. Ti ricordi la 'santa' nella Grande Bellezza? "Signora... la povertà si vive, non si racconta."

    Sì, la ricordo. Un elemento solo parzialmente contestualizzato di una composizione strana, imperfetta, forse lievemente incongrua, ma ciò non di meno potente.

    Forse non il miglior Sorrentino che abbia visto fino a qui (dovrei aver collezionato tutti i suoi lavori, la maggior parte consumati tramite il rito della visione canonica al cinema), ma di certo una pellicola che ha lasciato le sue tracce dentro di me.

    Concordo sull'idea che tutte le condizioni si vivano e non si raccontino, se non in modo fallimentare; a meno di non adottare un linguaggio puramente formale fatto di dati sperimentali e concatenazioni logiche, il residuo tra esperienza personale del mondo e comunicazione di quella è comunque non compensabile. Eppure proprio la nostra specie, unica in natura, ha trovato nel racconto — che un tempo era tutt'uno con la poesia; oggi forse un po' meno, ma su questo non saprei esprimermi compiutamente — la forma più efficace di condivisione delle esperienze, di veicolo di catarsi, di meccanismo di evocazione e di prototipo per scambio di briciole d'essenza. In tal senso, i linguaggi puramente formali, che pure sono avanti anni luce rispetto alle parole quando si tratta di fornire una rappresentazione di ciò che è, ancora annaspano e gattonano in una fase semi-pupale.

    Mi interrogo sul carattere inevitabile/paradossale di questo aspetto della cultura, e mi chiedo se non si possa sperare in una riconciliazione o in una risoluzione del conflitto, presto o tardi.

    :ciauz:


  • User Attivo

    Non mi riesce di collocare la mia risposta intera... Non capisco il motivo... Euro


  • Consiglio Direttivo

    Se la risposta era più lunga di 10,000 caratteri, il sistema potrebbe averla bloccata per limiti di estensione dei post.

    qualora tu abbia ancora il testo della replica, prova a segmentarlo in più parti. 😉


  • User Attivo

    Non entro, Leonov, nel tuo labirinto concettuale/linguistico (come in quello di qualsiasi altro) perché ho perso l'abitudine – in altri tempi era passione o accanimento – di comunicare per 'convincere' un po' o 'essere convinto' di più: quella/la mia era smania intrusiva, falsa dialettica, finiva solitamente in un bisticciato arrovellamento. Ora ascolto/vedo/sento, capitando per caso dove mi portano la testa e i piedi; e prendo/catturo piccoli segmenti, spunti di immagini e di parole, angoli minimi, finendo col divenire ombra, spettro istantaneo, onda volubile. Poi me ne vado. Senza drammi se non quello della 'solitudine' che mi resta, per altro accettabile.
    Ad esempio... Un *“elemento” *che suppongo fra altri “contestualizza**to” in certa “composizione” (penso alla sequenza del convivio che quasi chiude il film) è già di per sé parziale, implicitamente. In quel *“solo parzialmente contestualizzato” *ci colgo dunque un che di tautologico: mi si confondono le idee da subito e ti seguo con fatica (ovviamente per mia deficienza). L'intera sequenza del convivio poi (se è giusto che interpreti così la tua “composizione”) è per me sì “strana”, ma nel senso di stupefacente/affascinante; “imperfetta” tutt'altro ma perfettamente circolare – cioè compiuta e organica – come quadro o dipinto (“La grande bellezza” – film niente affatto narrativo – è una magistrale sequenza di pitture il cui ordine si può anche invertire come ad una mostra). E *“incongrua” *per niente, significando nell'insieme SIMBOLO – come marchio o stigma – di certa complessa/complessiva decadenza che s'è voluta rappresentare, tutto includendovi, particolarmente l''intellettualità di sinistra' del tempo che ora fermenta maleodorante nel gozzo dell'autore Sorrentino. E ancora: la “idea che tutte le condizioni si vivano e non si raccontino” non è mia... Perché in 'condizione' ci comprendo anche quella d'un personaggio di fiaba che, in quanto proprio 'condizione seppure virtuale', a sua volta 'mi condiziona'. La quale però per definizione non vivo. Infine: in “... ha trovato nel racconto... la f orma più efficace di condivisione delle esperienze... per scambio di briciole d'essenza.” vi trovo interessante – particolarmente – soltanto il ternario (ti ricordi della mia tridimensione?) racconto/esperienze/essenza. Per quanto... Io preferirei quest'ordine: 'essenza' come LOGOS | esperienza come ETHOS | racconto come PATHOS. Ciao.

    |


  • Consiglio Direttivo

    Trovo sempre sorprendente quanto inefficacemente riusciamo a comunicare noi due. 😄

    E sono ben lieto che dai nostri scambi non dipendano, per dirne una, le sorti di qualche grave diatriba tra nazioni; altrimenti il confine tra la pace e la guerra totale sarebbe così labile da lacerarsi ad ogni minima sollecitazione, degenerando in conflitto termonucleare.

    Dovremmo avvalerci dei servigi di ottime diplomazie. 🙂

    Non parlavo però del ruolo della Santa nella sequenza della cena, bensì di quella sequenza tutta nel bilancio dell'intero lungometraggio; imprecisione mia: ho sottostimato il livello di generalizzazione del mio enunciato rispetto al dettaglio che tu avevi evocato. E all'intero film mi riferivo definendolo "incongruo": accenni, sprazzi, parentesi, parvenze, quadri — sebbene carichi di guizzi folgoranti — con queste sequenze giustapposte che solo la grandezza visiva e (probabilmente, chissà) la concessione al regista di una sospensione del giudizio critico da parte mia mi hanno consentito di apprezzare, e molto.

    Recentemente ho ritrovato una tecnica analoga nel "Grand Budapest Hotel" di Wes Anderson, ma con efficacia e potenza cronicamente inferiori. C'erano mille dettagli squisiti, e scenette cucite tra loro con grazia sopra una trama tutto sommato lineare, ma niente di viscerale (al contrario del Sorrentino de "La Grande Bellezza").

    Non vorrei però passasse il messaggio che "La Grande Bellezza" mi abbia deluso o lasciato indifferente, quindi lo ribadisco: mi ha emozionato, stupito e sorpreso in quella maniera profonda e stimolante che è propria di tutti i film di Sorrentino; credo di preferire a questo lavoro altre opere precedenti, ma lì credo siamo sul mero gusto personale. Resta il fatto che per me il percorso artistico di Sorrentino è ancora tra i più interessanti in Italia, e ho intenzione di seguirne i passi ovunque mi porteranno, finché non mi stancherò di far parte del suo pubblico.

    :ciauz:


  • User Attivo

    Appunto, Leonov!... oltre ad “accenni, sprazzi, parentesi, parvenze” dici anche “quadri”: ciò che pensavo e t'ho detto anch'io del film complessivo. Eppure avevo capito... (meglio in un secondo momento – è vero – ripensandoci, ma il post di risposta te l'avevo già scritto): capito che il tuo “contestualizzato” oltrepassasse, come dire?... andasse oltre il “ruolo della Santa nella sequenza della cena”.

    Qui sta comunque la differenza fra la mia e la tua interpretazione: la sequela di quadri di cui è composto “l'intero lungometraggio” (il film non lo sottovaluterei a lungometraggio) è scomponibile in ciò che nelle illustrazioni della pittura, sfogliando libri d'arte, leggiamo spesso 'particolare del...'.

    Ad esempio la pantofola/ciabatta della Santa – le gambe stecchite di calza povera che le altalenano come ai bambini costretti a sedie troppo alte – finisce fatalmente di cadere e tonfa: m'è parso che aprisse in quell'attimo una voragine esistenziale. O quando stramazza il giapponese per un colpo di sole: il modo di camminare del funzionario che si dirige nero e obliquo verso il capannello di gente radunata, con passo largo/rassegnato/pacato, annoiato/deciso/sdrammatizzante... – in una espressione 'ufficialmente risolutivo'.

    Insomma, il film m'è parso una sapiente costruzione – una miriade – di piccoli quadri organici di sostanze/forme le più diverse, tutti dentro un film che ha un suo preciso filo narrativo. Dunque film perfettamente 'congruo' per me. Il filo, chiedi ironico? Il filo è reso stabile ed assonante dalla mia stessa predisposizione ad entrarvi nel modo che voglio: come ficcarmi dentro un museo, una biblioteca, un archivio... O sfogliare un dizionario per cercarvi parole. Ciao.


  • Consiglio Direttivo

    @euroroscini said:

    Il filo è reso stabile ed assonante dalla mia stessa predisposizione ad entrarvi nel modo che voglio: come ficcarmi dentro un museo, una biblioteca, un archivio... O sfogliare un dizionario per cercarvi parole.

    E su questo, per una volta, concordo perfettamente e di tutto cuore con te. :sun:


  • User Attivo

    Un consiglio... Fai in modo - come Sommo Bibliotecario d'un Forum (che un tempo mi bannò per incompatibilità ideologico/politico/giurisprudenziale) che nella sua smisuratezza di sezioni/branche/titolature ne contempla anche una poetica - di racimolare qua e là un numero, non dico consistente ma almeno percettibile di amanti della poesia/non dico poeti essi stessi. Un fraterno abbraccio ad un amico 'storico'. Euro


  • User Newbie

    [] sono entrata in questo sito per offrirvi questa potentissima preghiera!! []


  • User Newbie

    [...]


  • User Newbie

    preghiera potente, [...]

    Succederà una magia! [...]


  • User Newbie

    Ciao prova con questa [...]


  • User Attivo

    Sti matti :eheh:


  • Super User

    Siamo circondat...


  • User Newbie

    San Cipriano ,hai sempre aiutato la gente e me nelle difficoltà ,immensamente grazie .
    [...]