• User Newbie

    Il problema non e' con la dirigenza, ma con il capo ufficio che dopo un battibecco su cose non inerenti il lavoro ha iniziato a screditarmi e darmi contro in ogni modo ...


  • User

    Sarebbe meglio rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto del lavoro, ma comprendo che il costo richiesto dal sindacato sia esiguo rispetto all'onorario del legale: scelga lei, a suo rischio e pericolo!
    Ad ogni modo confermo e Le dico di più: impugnando la sanzione attraverso l'apposita procedura prevista dallo Statuto dei Lavoratori la sanzione stessa resterà sospesa e non potranno applicargliela fino alla definizione del procedimento.


  • User Newbie

    Quindi secondo lei e' meglio agire direttamente con un legale privato?

    Quelli del sindacato non sono validi ?

    Grazie ancora.


  • Super User

    Escludi quindi, aleroot, che questa sanzione sia solo l'inizio di un comportamento vessatorio che ha il fine di licenziarti?
    SE la sanzione è stata comminata solo perchè la dirigenza ha creduto, in buona fede, al proprio capo ufficio ci sarebbe da riflettere su due aspetti...


  • User Newbie

    Lo escludo perché non sarebbe semplice, vista l'anzianita di servizio ed i vari premi di produzione ottenuti negli anni ... Poi di punto in bianco dopo una discussione tutto cambia ... Strano ...


  • User

    No sig. aleroot, non dico quello. Dico solo che, se io fossi in Lei e dovessi agire, mi rivolgerei sicuramente ad un legale diverso da quelli del sindacato (e in generale non mi rivolgerei allo strutture sindacali) e mi rivolgerei, in modo specifico, ad un legale esperto di diritto del lavoro. mi pare di leggere che lei si trovi ad albenga. consulti il sito AGI, avvocati giuslavoristi italiani, nella sezione SOCI, per fare una ricerca su base territoriale degli avvocati giuslavoristi a lei più vicini. L'AGI è l'unica associazione italiana riconosciuta anche a livello governativo che riunisce gli avvocati specializzati in diritto del lavoro.


  • Super User

    In tal caso, aleroot, se il provvedimento è stato deciso in buona fede dalla dirigenza, valuta, usando il buon senso, se ti conviene adire l'AG ed in tal modo rovinarti definitivamente il rapporto in azienda...
    Se proponi azione giudiziale il convenuto sarebbe l'azienda stessa...non il capo ufficio a cui han creduto...
    Atteso che i testimoni hanno dichiarato che l'inadempienza non è mai stata posta in essere, si saran resi conto di avere avuto torto.
    LA causa non si risolverebbe in 1 mese... e per tutto il tempo del giudizio la tua posizione sarebbe alquanto difficile...mah...sinceramente non so se ne vale la pena.
    Tieni poi presente che oggi la riforma Fornero consente alle aziende di liberarsi a buon mercato dei dipendenti che provocano seccature.
    Valuta con attenzione.


  • User

    Giurista, scusa, in che senso oggi la Riforma Fornere consente alle aziende di liberarsi a buon mercato?


  • Super User

    Beh, collega, direi che le numerosissime critiche alla riforma Fornero in tema di minor tutela dei lavoratori siano note a tutti...


  • User

    Sì certo, le critiche appunto, non i contenuti della Riforma, che come al solito, in Italia, sono totalmente ignoti a chi critica. Ti chiedevo lumi proprio per capire come mai ti fossi fatta quella opinione, dato che non è assolutamente vero, anzi, le aziende oggi rischiano di pagare anche qualcosa di più per licenziare. pensa un po'!


  • Super User

    Ignoti i contenuti a chi critica? Io ho letto critiche piuttosto fondate...non scritte dall'uomo della strada.
    Comunque era quello cui alludevo.. pagando qualcosa in più si liberano del dipendente. Per chi vuole disfarsi di taluno è un beneficio. Sono nata e cresciuta in ambienti industriali e per esperienza so che le aziende vedevano il reintegro del dipendente come il fumo negli occhi.
    Prima dovevano tenerselo...non è più un automatismo il reintegro.
    Comunque, in questo caso come in tanti che osservo, creare un incidente "diplomatico" in azienda per poi lavorare in ambiente ostile non so fino a che punto è un vantaggio...Questo ragionamento vale, ovviamente, se si è certi della buona fede dell'amministrazione quando ha contestato l'illecito disciplinare.


  • User

    Capisco Giurista.
    Me lo domandavo solo perché avevi scritto "liberarsi a buon mercato" e la Riforma Fornero tutto fa tranne che consentire alle aziende di liberarsi a buon mercato dei lavoratori. Quanto al fatto che in Italia chi critica sia spesso all'oscuro dei contenuti criticati lo ribadisco: si è urlato allo stupro dell'art. 18 compiuto dalla Riforma Fornero. Ebbene, niente di più falso.


  • Super User

    Bah.. ha previsto il non automatismo del reintegro... in soldoni...
    Circa il !a buon mercato" hai ragione.. io purtroppo uso questo modo di dire per significare: con il minor sacrificio dei propri interessi...non alludo al lato prettamente economico.
    Ma è una "libera interpretazione" mia del detto...facilmente fraintendibile.


  • User Attivo

    @Avvocato_del_Lavoro said:

    Sì certo, le critiche appunto, non i contenuti della Riforma, che come al solito, in Italia, sono totalmente ignoti a chi critica. Ti chiedevo lumi proprio per capire come mai ti fossi fatta quella opinione, dato che non è assolutamente vero, anzi, le aziende oggi rischiano di pagare anche qualcosa di più per licenziare. pensa un po'!

    Si era partiti con la scusa delle aziende in crisi, che necessitavano meno legami per poter licenziare e siamo arrivati a questo.
    ilfattoquotidiano.it/2012/09/06/riforma-fornero-primi-due-licenziamenti-con-contratto-a-tempo-indeterminato/343691/

    A mio avviso, anche se "costoso", potersi liberare di una persona scomoda semplicemente pagando ( e per una multinazionale, il costo è un inezia) è una lesione dei diritti dei lavoratori. Poi ci saranno vincoli e freni (in questo caso bisogna passare dal giudice), ma l'andare verso questo sistema mi sa di ritorno indietro invece che passo avanti. E' una mia impressione, poi magari mi sbaglio perchè non ne so moltissimo a riguardo, però non mi convince per niente.


  • User

    Zeta_1 si è sempre pototuto liberarsi di una persona scomoda semplicemente pagando e ieri si pagava meno di oggi, questo Lei non lo sapeva?
    Nessuno, nemmeno il Giudice, può costringere l'azienda a riprendersi il lavoratore: se l'azienda non lo voleva pagava 15 mensilità invece della reintegra. Lei questo lo sapeva? Oggi ne paga di più, Lei questo lo sapeva?

    Non legga il fatto quotidiano: le trasmettono notizie con cui Le fanno fare proprio delle brutte figure.


  • User Attivo

    Credo che il suo intervento aggressivo e spropositato, attaccando un link non nel contenuto, ma semplicemente nel mezzo, sia completamente fuoriluogo e non di certo costruttivo.
    Prima della riforma era il dipendente che aveva la scelta, e non l'obbligo, di rinunciare al posto (dopo un ingiusto licenziamento) in cambio delle mensilità. Inoltre un giudice PUO' costringere l'azienda a riprendersi i lavoratori, pensiamo alle recenti sentenze di reintegro per licenziamento discriminatorio.

    e se siamo in un forum e per confronto, non per cercare di annientare chi ha una visione diversa delle cose.


  • User Attivo

    e visto che il "mezzo" (non i contenuti!) contano a fini della vericidità o meno di una notizia, immagino che anche Repubblica e Il Giornale facciano fare brutte figure

    repubblica.it/economia/2012/09/06/news/legge_fornero_primo_caso_alla_huawei_la_cgil_licenziati_per_motivi_economici-42072634/
    ilgiornale.it/news/economia/nuovo-articolo-18-piace-ai-cinesi-huawei-835100.html

    Oppure, il corriere che parla di un altro episodio "Il caso è deflagrato perché Poltronesofà - dice la Cgil - avrebbe licenziato tre lavoratrici di Torino che non avrebbero accettato il «ricatto della certificazione», apponendo la loro firma su delle condizioni evidentemente ritenute fittizie."

    corriere.it/economia/12_luglio_19/poltronesofa-contratto-associazione-partecipazione_af20df14-d1d2-11e1-aa2d-fec7547fb733.shtml

    A me le forzature di aziende e governi per vanificare i diritti dei lavoratori mi sembrano evidenti.


  • User

    Non mi pare di essere stato aggressivo. Forse quello che ho scritto non Le ha fatto piacere, ma non può dire che fosse aggressivo.
    Io non ho alcuna intenzione, come Lei afferma, di annientare chi ha una visione diversa dalla mia, la mia intenzione è smontare la strumentalizzazione che si fa (sempre di colore politico) a proposito delle norme che non piacciono. Se Lei pensa che la mia intenzione è quella di annientarLa (che che termini esagerati!) si tratta di una Sua opinione che non corrisponde ai fatti.
    Quanto al merito, e velocemente: Lei forse dimentica che nel nostro ordinamento giuridico non esiste mai la possibilità di costringere qualcuno a fare qualcosa materialmente (nemo ad factum cogi potest). Tutt'al più il colpevole dell'inadempimento verrà condannato ad un risarcimento economico (o in alcuni casi l'azione si farà a spese dell'inadempiente). E questo è esattamente il caso del rapporto datore di lavoro/lavoratore e di una parte del dibattito sull'art. 18 ai tempi in cui la legge fu scritta. Se il datore di lavoro non vuole quel lavoratore, Le assicuro che non lo reintegrerà, nessuno lo può costringere, nessun carabiniere può portare il lavoratore in azienda e costringere il datore di lavoro a farlo entrare a lavorare. Il datore lo continuerà a pagare, ma non lo reintegrerà. Se non siamo d'accordo su questo, allora non possiamo confrontarci, perché Lei esprime un'opinione di dissenso rispetto a un meccanismo giuridico che in realtà non conosce. Il nuovo articolo 18 è molto complicato nel suo testo, opera molte distinzioni a seconda di quali sono le motivazioni poste a base del licenziamento e tante di queste distinzioni non sono nemmeno chiare. Ma fondamentalmente non agevola proprio per nulla i licenziamenti rispetto al vecchio articolo 18: e allora di cosa stiamo parlando?
    Per quello che Le suggerivo di non leggere il fatto quotidiano: legga piuttosto il nuovo testo dell'art. 18 e lo confronti con il vecchio.


  • Super User

    Collega, a me sembra tanto, viceversa, che per aziende al di sopra dei 15 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo vi era obbligo di reintegro...nessuna scelta. Oggi, per le più importanti fattispecie, il giudice "può".

    Inoltre, in qualità di moderatrice del forum ti ricordo il principio cui si attiene questo forum che puoi trovare enunciato nel regolamento da te accettato, la cordialità e la pacatezza
    **4.6. La cordialità è alla base del Forum gt.
    **Pertanto non trovo giustificabile in tono in cui ti sei rivolto ad altro utente.
    La replica nel Forum non è una gara tra chi è il più bravo o possiede maggiori informazioni, ma uno scambio ed un confronto sulle stesse.
    Ricordiamo sempre le parole di Einstein: " Fossi pagato un cent per ogni cosa che non so mi comprerei l'universo".


  • User

    Le rispondo proprio di sì: anche quei quotidiani fanno fare brutte figure, come la maggior parte. I giornalisti, e Lei lo saprà, non sono tecnici del diritto. Leggo quotidianamente articoli agghiaccianti, che fraintendono gravemente i contenuti delle norme e delle sentenze.
    Prendiamo solo l'ultimo articolo, quello del corriere. Ma Lei lo ha letto? ma mi sa dire che cosa viene scritto in quell'articolo a proposito della legittimità o meno di licenziamenti? di come questi funzionano? a quali condizioni e con quali procedure?
    Io leggo solo, tra cose scritte in modo molto improprio, che dei lavoratori sono stati costretti a firmare un questionario che avrebbe poi certificato contratti di associazione in partecipazione pena il licenziamento. Ma che cosa vuol dire?! e quindi? e chi lo dice (prima di tutto)? e chi dice che poi qual licenziamento non sarebbe risultato illegittimo?
    Ma questo non è modo di fare (e riportare) notizia. La prego.