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Come inquadrare una collaborazione per produrre più IRPEF?
Ciao a tutti.
Ho una domanda che spero non vi risulti bizzarra o malposta (e spero sia anche nella sezione giusta del forum, altrimenti ditemelo e la sposterò...).
Dunque: mia moglie sta per iniziare un nuovo lavoro, in forma di collaborazione con una società. Ha la possibilità di proporre alla società il tipo di inquadramento per la sua collaborazione: potrebbe lavorare in ritenuta (per i primi due anni probabilmente i compensi sarebbero inferiori ai 5.000 euro l’anno); oppure aprire una partita IVA (eventualmente aderendo ai regimi dei minimi); oppure ancora ipotizzare una collaborazione a progetto.
La domanda è questa: visto che per la ristrutturazione di casa mia moglie avrà per i prossimi dieci anni circa 2000 euro l’anno di detrazione IRPEF (che in caso di incapienza vanno perdute e non possono finire a credito), quale forma di inquadramento (tra quelle che ho elencato o tra altre che potrebbero esserci – escludendo l’ipotesi dell’assunzione a tempo determinato) potrebbe produrre più IRPEF?
Mi rendo conto che la domanda possa risultare paradossale (di solito, immagino, si cerca il modo per pagare meno tasse), ma volevo capire se esistono ipotesi di inquadramento per questa collaborazione (che non sarà l’unica fonte di reddito di mia moglie) che, più o meno a parità di costo per la società con cui collaborerà, potrebbero avere il vantaggio di pagare meno tasse sfruttando la possibilità di detrarre l’IRPEF. Forse il ragionamento vi suona contorto - e forse lo è davvero, mi scuso sin da ora per la mia abissale ignoranza circa questi temi - ma il succo è che forse, immagino, tra un inquadramento che implica pagare poca IRPEF (tipo regime minimi?) ma magari avere altri svantaggi, e uno che invece porti a pagare molta IRPEF ma avendo altri vantaggi, per chi ha una detrazione su cui giocare potrebbe paradossalmente risultare più vantaggioso il secondo... o non ho capito niente?
Come vedete brancolo nel buio, quindi ogni suggerimento sarà ben accetto - vi ringrazio in anticipo!
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Il pagamento dell'IRPEF è basato sui redditi, non sul tipo di contratto di lavoro. Le diverse opzioni contrattuali segnalate, dal punto di vista dell'IRPEF, non cambiano sostanzialmente.
Trascurando la questione (non certo secondaria) che sono diverse le norme sul lavoro che definiscono gli ambiti di applicabilità delle forme lavorative indicate, le principali differenze che si possono rilevare sono relative ai versamenti INPS.
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@esco said:
Il pagamento dell'IRPEF è basato sui redditi, non sul tipo di contratto di lavoro. Le diverse opzioni contrattuali segnalate, dal punto di vista dell'IRPEF, non cambiano sostanzialmente.
Grazie della risposta. Ero convinto del contrario perché un commercialista mi aveva detto che il regime dei minimi non è soggetto a Irpef ma a imposta sostitutiva. Mi confermi invece che non è così? Il regime dei minimi produce Irpef? Si può detrarre ad esempio quanto speso per delle ristrutturazioni (50%) se si è in partita IVA con il regime dei minimi?
Grazie in anticipo per ogni chiarimento.
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Sì, in effetti i contribuenti minimi beneficiano di una imposta sostitutiva all'irpef e alle addizionali estremamente ridotta pari al 5% del reddito. D'altro canto non si godono eventuali detrazioni per ristrutturazioni.
Il discorso sull'inquadramento ai fini dei contributi previdenziali forse merita più attenzione in quanto può determinare risparmi più rilevanti.