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- Aprire partita IVA non nella propria provincia di residenza.
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Attenzione, qui confondi l'iva con l'irpef:
Quindi "pare" che al posto del 20/21% dell'ordinario e al posto del 10% del forfettino... si pagherà il 5%? Staremo a vedere nei prossimi mesi.
Quando si parla del 5% dei nuovi minimi, del 20% dei vecchi minimi, o del 10% del forfettino non si parla MAI di iva, ma di irpef (o al limite imposta sostitutiva dell'irpef).
Nel regime ordinario non si paga l'irpef al 21%, ma si paga a scaglioni di reddito.
Per il 2010 abbiamo:Redditi da 0 a 15.000 euro aliquota del 23%
Redditi da 15.000,01 a 28.000 euro aliquota del 27%
Redditi da 28.000,01 a 55.000 euro aliquota del 38%
Redditi da 55.000,01 a 75.000 euro aliquota del 41%
Redditi oltre 75.000 euro aliquota del 43%Vabè, mi sa che per saperlo, dovremo aspettare qualche mese
Ah ok, cioè, se ho lavorato come dipendente e con prestazioni occasionali, non potrei aprire la partita iva ne al forfettino ne al minimo ne a nessun'altra agevolazione? Anche se ho meno di 35 anni?
Purtroppo è così, se non ci sono variazioni legislative di sorta ti tocca l'ordinario... ossia irpef a scaglioni + iva al 21%, oltre all'assoggettamento previdenziale con la gestione separata (26,75%) se decidi di aprire come professionista.
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@lorenzo-74 said:
Attenzione, qui confondi l'iva con l'irpef:
Quando si parla del 5% dei nuovi minimi, del 20% dei vecchi minimi, o del 10% del forfettino non si parla MAI di iva, ma di irpef (o al limite imposta sostitutiva dell'irpef).
Nel regime ordinario non si paga l'irpef al 21%, ma si paga a scaglioni di reddito.
Per il 2010 abbiamo:Redditi da 0 a 15.000 euro aliquota del 23%
Redditi da 15.000,01 a 28.000 euro aliquota del 27%
Redditi da 28.000,01 a 55.000 euro aliquota del 38%
Redditi da 55.000,01 a 75.000 euro aliquota del 41%
Redditi oltre 75.000 euro aliquota del 43%Sei stato di una chiarezza disarmante, grazie!
@lorenzo-74 said:
Purtroppo è così, se non ci sono variazioni legislative di sorta ti tocca l'ordinario... ossia irpef a scaglioni + iva al 21%, oltre all'assoggettamento previdenziale con la gestione separata (26,75%) se decidi di aprire come professionista.
Quindi diciamo 1000 euro + IVA in fattura, il cliente paga 1210 euro.- ai 1000 euro detraggo 23% di IRPEF (perchè non andrò mai oltre i 15mila) e a questo punto rimangono 770 euro.
- ai 770 euro rimasti vado a togliere il 26.75% di contributi previdenziali (aprirò come professionista, visto che faccio consulenze e qualche sviluppo software, quindi non dovrei avere necessità di ditta individuale) e rimangono, esattamente:
**564,025 euro... su 1210 euro che il cliente ha pagato
**Da cui vanno detratte le spese per il commercialista e per l'attività...
Cioè, dimmi che ho capito male
Grazie...
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Guarda, non è proprio esattamente così.
L'irpef si calcola sul reddito; quindi al totale dei compensi devi togliere le spese inerenti l'attività e altre spese deducibili (contributi previdenziali, spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, ecc) e su quello la calcoli. Idem, i contributi previdenziali si calcolano sul reddito e non sui compensi.
Dovrai però prevedere anche altre tre tasse: l'addizionale regionale irpef, quella comunale, e l'irap).
Comunque, parlando tanto per fare il conto della serva, non ti sei allontanato tanto dal fatto che il 50% è quello che ti rimane in tasca e il rimanente 50% va allo Stato, sotto varie forme.
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Premesso che del nuovo regime dei minmi ancora non è tutto chiaro, così come non si sa che cosa succederà del regime delle nuove iniziative produttive (attualmente ancora opzionabile per le nuove aperture), se l'attività che lei vuole svolgere come professionista è la stessa che svolgeva come dipendente sia il regime dei nuovi minimi, sia quello delle nuove iniziative produttive le sono preclusi. Se questo è il caso dovrà necessarimente aderire al regime ordinario o al limite se inizia subito l'attività nel regime dei minimi attuale, l'anno prossimo dovrebbe finire nel futuro regime degli "ex minimi" che non sembra promettere nulla di veramente conveniente comunque. Saluti
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QUOTE
Quindi diciamo 1000 euro + IVA in fattura, il cliente paga 1210 euro.
-.....:**564,025 euro... su 1210 euro che il cliente ha pagato
**Da cui vanno detratte le spese per il commercialista e per l'attività...
il calcolo non è corretto. il cliente nel suo caso sarà quasi sempre un professionista o una ditta/società. Quindi il costo per lui sarà di 1.000 perchè l'IVA non è un costo per l'imprenditore (salvo che aderisca al regime dei minimi). Inoltre nei regimi ordinari esistono una serie di vantaggi dei quali non si può usufruire nei regimi sostitutivi come quello dei minimi. Per questo (anche) non mi stancherò mai di ripetere che l'attuale regime dei minimi non era (quasi) ma veramente conveniente. Metto il quasi perchè in poche, ma veramente poche situazioni questo poteva accadere. Le spese per il commercialsta e tutte le altre spese nerenti all'attività, poi, vanno a ridurre la base imponibile sul quale calcolare l'irpef. Quindi l'incidenza dell'irpef, misurata come percentuale sul fatturato, sarà minore. Saluti
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@StudioCommercialista said:
se l'attività che lei vuole svolgere come professionista è la stessa che svolgeva come dipendente sia il regime dei nuovi minimi, sia quello delle nuove iniziative produttive le sono preclusi.
Questa è una bella domanda. Come dipendente ero inquadrato col contratto CCNL dei metalmeccanici, e lavoravo per una società di consulenza, ma non saprei come le mie mansioni erano state formalizzate, e se quindi possano essere considerate le stesse.
Quello che faccio ora in Ritenuta d'acconto sarà invece lo stesso di quello che farò nel prossimo anno con la partita IVA: nel caso in cui ciò che facevo come dipendente non era simile a ciò che faccio ora e che farò, allora a questo punto mi conviene aprire subito la partita IVA con i regimi minimi? Per evitare che non possa poi più aprirla col regime minimo perchè avrei già lavorato con la ritenuta d'acconto?
@StudioCommercialista said:
Per questo (anche) non mi stancherò mai di ripetere che l'attuale regime dei minimi non era (quasi) ma veramente conveniente. Metto il quasi perchè in poche, ma veramente poche situazioni questo poteva accadere. Le spese per il commercialsta e tutte le altre spese nerenti all'attività, poi, vanno a ridurre la base imponibile sul quale calcolare l'irpef. Quindi l'incidenza dell'irpef, misurata come percentuale sul fatturato, sarà minore. Saluti
Lei diceva che non è quasi mai conveniente. Non le chiedo di ripetere il motivo per cui non è conveniente, cercherò ancora nel forum (sono due giorni che ci giro dentro come una trottola).
Le chiedo solo: nel caso in cui io non abbia spese di gestione dell'attività (non ho macchina, non ho mutuo, non ho attrezzature e non ho mutuo) rientrerei in quel "quasi" in cui mi conviene il regime minimo?
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@lorenzo-74 said:
L'irpef si calcola sul reddito; quindi al totale dei compensi devi togliere le spese inerenti l'attività e altre spese deducibili (contributi previdenziali, spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, ecc) e su quello la calcoli. Idem, i contributi previdenziali si calcolano sul reddito e non sui compensi.
Dovrai però prevedere anche altre tre tasse: l'addizionale regionale irpef, quella comunale, e l'irap).Come consulente non avrei spese... di spostamenti ne faccio pochi, le attrezzature sono poche (giusto un pc portatile) e il mutuo non ce l'ho. In questo caso, cioè nel caso in cui non abbia spese, il mio calcolo è giusto?
Interessante capire a quale comune e regione dovrei pagare le addizionali se lavoro in una regione diversa da quella in cui ho la residenza/domicilio. Magari finisce che dovrò pagare pagare tutti e due...
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@lorenzo-74 said:
Comunque, parlando tanto per fare il conto della serva, non ti sei allontanato tanto dal fatto che il 50% è quello che ti rimane in tasca e il rimanente 50% va allo Stato, sotto varie forme.
Cerco di rifare il calcolo applicando ciò che mi avete detto:Il calcolo a questo punto andrebbe fatto sul compenso annuale, e non sulla singola fattura. Diciamo che in un anno ho fatto una sola fattura, da 10mila euro + IVA. Il cliente paga 12.100 euro, ma l'IVA, dato che sarà probabilmente un imprenditore, non sarà un costo per lui (a meno che non aderisce al regime dei minimi...).
- ai 10mila euro ottenuti, dovrei detrarre le spese inerenti l'attività e le spese deducibili, che io non ho, perchè non ho la macchina, non ho l'ufficio (niente bollette e affitti) e non ho il mutuo. Poniamo che il commercialista è gratis, o comunque per ora non so quantificarlo e lo tengo fuori dal calcolo.
A questo punto, per avere il reddito, vado a detrarre i contributi, che sono l'unica spesa che potrei detrarre. Fin qui è giusto? :bho: ...sperando che sia giusto, continuo: - ai 10mila euro ottenuti e da cui non ho detratto spese perchè non ne ho, vado a togliere il 26.75% di contributi previdenziali (aprirò come professionista, visto che faccio consulenze e qualche sviluppo software, quindi non dovrei avere necessità di ditta individuale) e quindi rimangono 7325 euro.
- questi 7325 euro, sarebbero il mio "reddito" di cui si parlava sopra? Cioè il totale meno i contributi e le spese che non ho ... cioè il reddito su cui calcolare l'IRPEF? :bho: ...sperando che sia tutto giusto, continuo:
- a questo punto detraggo il 23% di IRPEF (perchè non andrò mai oltre i 15mila) e a questo punto rimangono 5640,25 euro.
A questo punto, l'unica cosa che resterebbe fuori dal calcolo, è il costo del commercialista che avrei dovuto togliere dal reddito.
Invoco Voi che SAPETE districarvi in questa giugla di percentuali e leggi, per favore, ditemi dove ho sbagliato... **visto che il risultato finale del mio calcolo "nuovo" è UGUALE a quello "vecchio" che era sbagliato...:x
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- ai 10mila euro ottenuti, dovrei detrarre le spese inerenti l'attività e le spese deducibili, che io non ho, perchè non ho la macchina, non ho l'ufficio (niente bollette e affitti) e non ho il mutuo. Poniamo che il commercialista è gratis, o comunque per ora non so quantificarlo e lo tengo fuori dal calcolo.
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Guarda, diciamo che hai ragione; però questi calcoli vanno fatti sempre "a spanne" e non si sa mai quanto bisogna pagare se non a dichiarazione effettuata.
Comunque non credo proprio che tu possa avere un'attività senza spese, fidati!
Tu fai programmazione e consulenza; ebbene, non lavorerai solo a parole, no? Lo userai un pc? La userai una stampante? Le cartucce e la carta per stampare dovrai comperarle? Energia elettrica la consumerai per alimentare pc e stampante? Userai una linea adsl, un telefono fisso e/o un telefono cellulare per comunicare con i clienti? Ti capiteranno dei pranzi o delle cene di lavoro? Se non hai la macchina avrai almeno l'abbonamento dell'autobus?
Ti assicuro che ora ti sembra non avere spese, ma poi arriveranno. e sarebbe da folli non scaricarle.
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@lorenzo-74 said:
Comunque non credo proprio che tu possa avere un'attività senza spese, fidati!
Tu fai programmazione e consulenza; ebbene, non lavorerai solo a parole, no? Lo userai un pc? La userai una stampante? Le cartucce e la carta per stampare dovrai comperarle? Energia elettrica la consumerai per alimentare pc e stampante? Userai una linea adsl, un telefono fisso e/o un telefono cellulare per comunicare con i clienti? Ti capiteranno dei pranzi o delle cene di lavoro? Se non hai la macchina avrai almeno l'abbonamento dell'autobus?
Hai ragione probabilmente devo iniziare ad operare, per capire che tipo di spese avrò.
Pensavo che, non avendo un ufficio, non avrei avuto spese di bollette, però in effetti l'ufficio sarà casa mia, la maggior parte del tempo lavoro in una zona di casa adibita ad ufficio, quindi magari potrò scaricare almeno una parte delle spese delle bollette. Avrò di sicuro un cellulare per lavoro e uno personale, e avrò di sicuro una connessione ad internet. Hai ragione, al momento ancora non ho modo di capire quante spese avrò
P.S. In realtà al momento sto pure senza autobus, sto proprio a piedi ...ma in futuro si, almeno un abbonamento ce l'avrò.