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Hai la giusta prospettiva, decisa e disincantata, per scrivere il tuo fantasy e trasmettere le emozioni che provi con tutta la tua passione, quindi proprio come hai scritto, non deve importarti se "Un sole per Alivis" verrà letto da una persona o da milioni.
Magari però è ragionevole aspettarsi un numero di lettori compreso tra questi due estremi, no?Mi voglio augurare che tu voglia stimolare il nostro interesse con un paio di righe che, pur non svelando ancora niente, ci facciano almeno intuire la trama del tuo fantasy.
Valerio Notarfrancesco
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Senz'altro, come ho 5 minuti (il che per un'articolista è sempre difficile E' bello trovare un confronto serio
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Ok, allora attenderò questi 5 minuti.
Valerio Notarfrancesco
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Mando soltanto un breve incipit per ovvi motivi.
"Arriva un momento nella vita dove bisogna lasciarsi alle spalle un passato fatto di piccole solitudini e di grandi amarezze, asciugarsi le lacrime e accogliere un futuro incerto, ma pieno di serenità con un sorriso di sfida e di coraggio. Quel momento aveva assunto in Celine la figura di uno straniero appena giunto a Nien. Celine si era accorta subito che non si trattava di un abitante del Sentiero Della Fede, altrimenti l'andatura e la voce le sarebbero state subito familiari (...)".
Come sta?
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cantodinverno, Io non ho le competenze per giudicarti, non so analizzare le costruzioni delle frasi, ignoro completamente le metriche che si usano per valutare la scorrevolezza della lettura, però caspita se mi è piaciuto un sacco**!**
Brava.Valerio Notarfrancesco
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Grazie per la sincerità. Poi non si può fare la critica da un incipit, è come giudicare un libro dalla copertina...Ti ringrazio infinitamente, davvero! PS. La metrica si trova solo in poesia. Mi piacerebbe sapere Leonov che dice sull'argomento.
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Eccoci!
Due annotazioni in questo thread che ho seguito con piacere.
La prima: è vero, la metrica è materia dei poeti; esistono tuttavia alcuni accorgimenti (si chiamano "clausole metriche") di uso anche in prosa – per lo più quella classica, ad esempio Cicerone e in generale gli oratori antichi – volti a rendere il periodo più armonioso e ritmato, con conseguente generazione di specifici effetti emotivi nell'uditorio.
Una tecnica complessa frutto di studio approfondito e grande attenzione ai dettagli, che si sta perdendo insieme a molte altre correlate alla buona abitudine di rileggere a voce alta ciò che si è scritto – le asperità della prosa emergono in fretta in questo modo e si ha la possibilità di limare gli spigoli fino a rendere il tutto un'unità scorrevole e liscia.
Seconda annotazione, questa volta riferita al testo vero e proprio (in realtà è una sequenza di piccole osservazioni, da prendere naturalmente senza alcun impegno):
– Sostituirei il "dove" della prima frase con "in cui" – la parola "momento" si riferisce a un tempo, non a un luogo, motivo per cui non vuole il "dove", che di norma è riferito solo ai posti e non ad altro.
– Rivedrei la punteggiatura nella parte in cui si nomina il "futuro incerto", magari usando dei trattini o invertendo l'ordine ("accogliere un futuro pieno di serenità, sebbene incerto").
– "Assunto la figura" potrebbe essere mutato in "incarnato nella figura", con un'anticipazione della locuzione "in Celine" – o "per Celine" – a inizio frase, con scopo enfatico: "Per Celine, quel momento si era incarnato nella figura di uno straniero..." (la virgola dopo "Celine" è assolutamente facoltativa, e una mia cara amica mi rimprovererebbe aspramente per averla messa: dice che esagero con le pause, tra l'altro avendo pienamente ragione).
Per il momento credo sia tutto.
Il miglior consiglio che posso tuttavia dare a Cantodinverno lo prendo in prestito da Aristotele, che di prosa certamente ne capiva molto più di me: a chi gli chiedeva quando un autore avrebbe potuto sentirsi soddisfatto della propria opera, il filosofo di Stagira rispondeva: se chi ha scritto ha detto ciò che voleva, come lo voleva e solo quello che voleva, non avrà rimpianti.
Continuate a scrivere e scrivere ancora: attenderemo con gioia l'esito del lavoro di penna e calamaio di tutti coloro che vorranno renderci partecipi del processo creativo.
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Grazie Leonov per la critica costruttiva, era proprio quello di cui avevo bisogno!!! Sentivo che serviva un miglioramento da qualche parte! Esistono molti autori che pensano che il proprio testo sia il massimo, il primo in assoluto. In realtà la letteratura è frutto di una continua evoluzione sia a livello stilistico che a livello personale. Come la filologia, la perfezione non esiste, ma esiste la tendenza a dare sempre il meglio di sé!
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Volevo informarvi che ho concluso il primo capitolo e sono molto soddisfatta per come sta venendo. Grazie ancora
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Ottimo, complimenti per la tua tenacia e determinazione.
Una pagina al giorno e in men che non si dica avrai il tuo libro nelle mani. Vai così.Valerio Notarfrancesco
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@cantodinverno said:
"Arriva un momento nella vita dove bisogna lasciarsi alle spalle un passato fatto di piccole solitudini e di grandi amarezze, asciugarsi le lacrime e accogliere un futuro incerto, ma pieno di serenità con un sorriso di sfida e di coraggio. (...)".
Solo perchè lo chiedi, ti dico che leggendo mi suona male "un futuro incerto, ma pieno di serenità"
è come dire che nell'ansia di un futuro (tra i possibili) si è sicuri che esso sarà sereno!:? (forse è un ossimoro?)
ciao
marlomb
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Non è poi così strano. Quando una persona è incerta sul suo futuro (perchè ha difficoltà nel presente), lo immagina roseo e pieno di nuove poossibilità. Almeno l'idea è questa.
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Richiedo nuovamente un suggerimento qui:
La luce della stele era così immensa da trascinare via chiunque nel raggio di chilometri (...). Attraverso quella luce, riusciva a leggere meccanicamente l'antica lingua dei Whitehearts e a vedere strane visioni, come se la luce emanata dalla pietra fosse la sua iride. In pochi istanti, la magia si dissolse, la luce salì alle tre lune e ancora più lontano, fino a dissolversi nel nulla
Gradirei un commento da lettore del dott. Notarfrancesco, che di magie ne ha viste tante.
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Da lettore, e solo da lettore perché non ho le competenze e i mezzi per dare altri giudizi, ritengo il passo interessante.
Dal punto di vista visivo riesco a immaginare la scena che vede Celine (è lei vero?) dalla lettura di una strana e sconosciuta lingua che d'un tratto diviene chiara e intelligibile fino alla rapida salita alle tre lune.Anche paragonando la scena a quanto ci ha fin'ora proposto il genere direi che ci può stare, che potrebbe essere una magia "credibile".
Solo un pezzo non ho capito: "come se la luce emanata dalla pietra fosse la sua iride".
Valerio Notarfrancesco
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Celine è cieca (sì era riferito a lei), quindi ho pensato alla luce che si specchia negli occhi della ragazza, dando l'illusione che in quel momento possa vedere...O almeno l'idea era questa. Grazie Valerio, sei un lettore prezioso.
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Grazie a te per queste anteprime.
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Conto di pubblicarlo per settembre 2012 a meno che non trovi una casa editrice disponibile questa volta
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