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    volkan76

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    Post creati da volkan76

    • RE: Modello Lettera di dimissioni Amministratore s.a.s.

      Salve sono interessato alla discussione, nel mio caso siamo 4 soci di una società s.a.s. 3 accomandatari con firma disgiunta.

      Se ho capito bene l'unico modo di dare le dimissioni è quello di fare una modifica con atto notarile, ma questo si deve fare:

      1. se volessi solo rinunciare all'incarico di accomandatario?
      2. se volessi uscire completamente dalla società?
      3. esiste un modo per tutelarmi nell'attesa che si faccia l'atto notarile?
      4. ho fatto questa domanda in un'altro post ma no ho ricevuto risposta, esiste la possibilità che i soci si rifiutino le mie dimissioni, in questo caso come posso tutelarmi?
      5. chi deve pagare le spese notarili? (la società o il sottoscritto?)

      Grazie anticipatamente.

      postato in Consulenza Fiscale
      V
      volkan76
    • La capacità finanziaria della società di cui sono socio accomendatario

      Salve, non so se sto sbagliando sezione.

      Sono socio accomandatario di una scuola guida con una quota minore (5%), e vorrei aprirmene una tutta mia in un paesino vicino.
      Tra i requisiti richiesti vi è quella di avere una capacità finanziaria.

      Il mio dubbio è in seguente:
      Facendo parte di una società che ha già dimostrato tale capacità finanziaria, ed essendone accomandatario, volendo realizzare una ditta individuale tutta mia, tale capacità viene trasferita anche a me? o devo dimostrare una nuova capacità finanziaria?

      Grazie in anticipo e saluto.

      postato in Consulenza Fiscale
      V
      volkan76
    • La capacità finanziaria della società di cui sono socio accomendatario

      Salve, non so se sto sbagliando sezione.

      Sono socio accomandatario di una scuola guida con una quota minore (5%), e vorrei aprirmene una tutta mia in un paesino vicino.
      Tra i requisiti richiesti vi è quella di avere una capacità finanziaria.

      Il mio dubbio è in seguente:
      Facendo parte di una società che ha già dimostrato tale capacità finanziaria, ed essendone accomandatario, volendo realizzare una ditta individuale tutta mia, tale capacità viene trasferita anche a me? O devo dimostrare una nuova capacità finanziaria?

      Grazie in anticipo e saluto.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      V
      volkan76
    • Come si calcola il compenso di un socio accomandatario?

      Salve, vorrei sapere se in una ditta, una s.a.s. per intenderci, formata da 4 soci, 3 dei quali accomandatari, e 1 accomandante.
      Come si calcola il compenso?
      Cioè,

      1. ci si divide l'utile secondo le quote societarie? se si ogni quando tempo va fatta la spartizione? (mese/anno?)

      2. Gli accomandatari che lavorano attivamente, possedendo anche una piccolissima quota societaria (diciamo il 5%), hanno diritto per legge anche a uno stipendio per il loro lavoro attivo? o guadagnano solo in base alla loro quota societaria? (in questo caso sarebbe ingiusto che l'accomandatario lavora e non percepisce nulla per il lavoro svolto rispetto all'accomandante che non lavora fisicamente nella ditta)

      3. Se l'accomandatario avesse diritto a uno stipendio fisso + la percentuale degli utili, cosa si deve fare (e chi lo deve fare?), cioè può prelevare da solo la cifra che gli spetta? deve avere una busta paga come un normale dipendente?

      4. Dipende dal tipo di atto costitutivo (cioè si deve stabilire prima della costituzione della società? se si nella società s.a.s.standard come funziona?

      postato in Consulenza Fiscale
      V
      volkan76
    • Quale tipologia ditta individuale/sociètà/altro converrebbe creare?

      Salve a tutti, io ed un mio amico vorremo aprire una ditta pubblicitaria (che preveda la possibilità di fare pubblicità a 360 gradi, sotto ogni sua forma) cominciando inizialmente con lavori che non prevedano forti investimenti (es. volantinaggio o cose del genere), e man mano se gli affari dovessero andare per il verso giusto cominciare ad investire in macchinari per la stampa e altro.
      Il dubbio che ci assale è il seguente:
      Premesso che io sono uno dei 3 soci accomandatari di una società, e lui è titolare di una ditta di software.
      Premesso che ognuno di noi paga già i contributi INPS e le tasse con le rispettive società/ditta,
      e premesso che vorremo rischiare il meno possibile nel caso in cui la nuova attività non desse i frutti sperati

      1. che tipo di ditta ci conviene fare?
        a) una società? se si che tipo di società? (vorremo evitare atti notarili se possibile e se conviene)
        b) una ditta individuale, con uno di noi che s'intestati la ditta e l'altro assunto?
      2. Quali tasse è contributi ci possiamo risparmiare restando ognuno di noi titolare della propria attività? e se sempre no chiedo troppo è possibile stabilire orientativamente (molto orientativamente, solo per avere un'idea) a quanto potrebbero ammontare le tasse e contributi fissi, cioè non dipendenti dal fatturato?

      ringrazio anticipatamente coloro i quali volessero aiutarmi.

      postato in Consulenza Fiscale
      V
      volkan76
    • RE: Aiuto, Prigioniero della propria società

      Grazie mille, faro la ricerca che mi dicevi nello statuto della società.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      V
      volkan76
    • Aiuto, Prigioniero della propria società

      Buongiorno a tutti.
      Ho un grosso problema (di cui un po? mi vergogno ed è stato anche per questo motivo che sono arrivato a questo punto).

      Faccio parte di una società s.a.s. formata da 4 soci a livello familiare, (originariamente formata da 3 soci, io e mio fratello siamo subentrati per donazione di quota solo successivamente, perchè uno degli ex soci è uscito dalla società e ha donato a noi, all'epoca appena diciottenni, la sua quota di capitale).
      La società è formata da 4 membri di cui 3 accomandatari (uno di questi sono io) con poteri di firma disgiunta, e 1 accomandante.
      Le quote del capitale sono così ripartite, 1 socio Accomandatario (mio padre, il fondatore) possiede il 50%, 1 socio Accomandante (mia madre) possiede il 40%, e io e mio fratello, Accomandatari entrambi possediamo il 5% ciascuno.

      Premesso che non ho mai avuto problemi perchè entrando giovanissimo, la ripartizione delle quote era solo simbolica, infatti essendo a conduzione familiare, nè io, nè mio fratello percepivamo un'utile, ma come molti giovani chiedevamo ai nostri genitori una paghetta quando e se ne avevamo bisogno (cioè senza una cadenza fissa), non pensavamo ad un "dividendo/stipendio". Purtroppo siamo rimasti "schiavi" di questo "sistema" fino alla nostra attuale età (trentenni). Ora però la situazione non mi va più bene come una volta perchè io (bontà mia e aggiungo finalmente e meglio tardi che mai) mi sono deciso a farmi una vita mia. E qui sta la fregatura/guaio, infatti, pur lavorando molto nell'impresa di famiglia da oltre 17 anni senza mai guadare l?orario di lavoro, ne i giorni festivi (e non avendo mai percepito uno stipendio/dividendo) sono entrato in contrasto con i miei genitori, i quali non vogliono riconoscermi la mia autonomia economica e di vita (lo so al termine che state pensando "padre padrone" e non siete lontani). Ora avendo una percentuale bassissima (5%) anche se chiedessi la mia quota di introiti, la cifra sarebbe inadeguata a sopravvivere fuori dalle mura paterne (se si pensa solo all?affitto, cibo e mantenimento solo per me, figuriamoci se dovessi mantenere una famiglia).
      A questo punto, non potendone più di questa situazione, ho preso la decisione di cercare lavoro altrove, e qui arrivano i miei problemi, infatti:

      1. posso essere ingaggiato rimanendo accomandatario anche se con quota pressoché irrilevante (5%)?

      2. posso modificare il mio stato di socio accomandatario in accomandante e lavorare altrove? (non mi va, se possibile, di perdere definitivamente qualcosa che ho contribuito a far crescere per oltre 17 anni)

      2A) Se si, necessita di una modifica con atto notarile? e se si, le spese dell'atto a chi devono essere caricate alla sociètà o al socio che chiede la modifica?

      2B) Gli altri soci possono opporsi a questa modifica chiedendomi ad esempio la totale uscita dalla società?

      2C) in che modo si deve chiedere ufficialmente tale richiesta, in modo che venga presa sul serio?

      2D) Possono obbligarmi a uscire completamente dalla società?

      3)Possono fare ostruzionismo? (ritardare l'atto o roba del genere?)

      3A) Se si, nel frattempo posso tutelarmi con una lettera di dimissioni o qualcosa del genere per far decadere eventuali responsabilità dal momento in cui chiedo la modifica?

      1. Premesso che non possedendo nulla di mio, nel caso in cui mi obbligassero ad uscire finirei praticamente in mezzo alla strada, mi spetta qualcosa per l?uscita? (ipotesi molto remota, ma meglio essere preparti).

      Mi scuso per la quantità di domande, ma sono disperato, e quindi vorrei conoscere la situazione a 360 gradi, cioè includendo scenari improbabili (come quello di trovarmi completamente solo)

      Ringrazio anticipatamente coloro i quali volessero fornirmi informazioni.
      Saluto tutti.

      postato in Consulenza Fiscale
      V
      volkan76
    • Aiuto, Prigioniero della propria società

      Buongiorno a tutti.
      Ho un grosso problema (di cui un po? mi vergogno ed è stato anche per questo motivo che sono arrivato a questo punto).

      Faccio parte di una società s.a.s. formata da 4 soci a livello familiare, (originariamente formata da 3 soci, io e mio fratello siamo subentrati per donazione di quota solo successivamente, perchè uno degli ex soci è uscito dalla società e ha donato a noi, all'epoca appena diciottenni, la sua quota di capitale).
      La società è formata da 4 membri di cui 3 accomandatari (uno di questi sono io) con poteri di firma disgiunta, e 1 accomandante.
      Le quote del capitale sono così ripartite, 1 socio Accomandatario (mio padre, il fondatore) possiede il 50%, 1 socio Accomandante (mia madre) possiede il 40%, e io e mio fratello, Accomandatari entrambi possediamo il 5% ciascuno.

      Premesso che non ho mai avuto problemi perchè entrando giovanissimo, la ripartizione delle quote era solo simbolica, infatti essendo a conduzione familiare, nè io, nè mio fratello percepivamo un'utile, ma come molti giovani chiedevamo ai nostri genitori una paghetta quando e se ne avevamo bisogno (cioè senza una cadenza fissa), non pensavamo ad un "dividendo/stipendio". Purtroppo siamo rimasti "schiavi" di questo "sistema" fino alla nostra attuale età (trentenni). Ora però la situazione non mi va più bene come una volta perchè io (bontà mia e aggiungo finalmente e meglio tardi che mai) mi sono deciso a farmi una vita mia. E qui sta la fregatura/guaio, infatti, pur lavorando molto nell'impresa di famiglia da oltre 17 anni senza mai guadare l?orario di lavoro, ne i giorni festivi (e non avendo mai percepito uno stipendio/dividendo) sono entrato in contrasto con i miei genitori, i quali non vogliono riconoscermi la mia autonomia economica e di vita (lo so al termine che state pensando "padre padrone" e non siete lontani). Ora avendo una percentuale bassissima (5%) anche se chiedessi la mia quota di introiti, la cifra sarebbe inadeguata a sopravvivere fuori dalle mura paterne (se si pensa solo all?affitto, cibo e mantenimento solo per me, figuriamoci se dovessi mantenere una famiglia).
      A questo punto, non potendone più di questa situazione, ho preso la decisione di cercare lavoro altrove, e qui arrivano i miei problemi, infatti:

      1. posso essere ingaggiato rimanendo accomandatario anche se con quota pressoché irrilevante (5%)?

      2. posso modificare il mio stato di socio accomandatario in accomandante e lavorare altrove? (non mi va, se possibile, di perdere definitivamente qualcosa che ho contribuito a far crescere per oltre 17 anni)

      2A) Se si, necessita di una modifica con atto notarile? e se si, le spese dell'atto a chi devono essere caricate alla sociètà o al socio che chiede la modifica?

      2B) Gli altri soci possono opporsi a questa modifica chiedendomi ad esempio la totale uscita dalla società?

      2C) in che modo si deve chiedere ufficialmente tale richiesta, in modo che venga presa sul serio?

      2D) Possono obbligarmi a uscire completamente dalla società?

      3)Possono fare ostruzionismo? (ritardare l'atto o roba del genere?)

      3A) Se si, nel frattempo posso tutelarmi con una lettera di dimissioni o qualcosa del genere per far decadere eventuali responsabilità dal momento in cui chiedo la modifica?

      1. Premesso che non possedendo nulla di mio, nel caso in cui mi obbligassero ad uscire finirei praticamente in mezzo alla strada, mi spetta qualcosa per l?uscita? (ipotesi molto remota, ma meglio essere preparti).

      Mi scuso per la quantità di domande, ma sono disperato, e quindi vorrei conoscere la situazione a 360 gradi, cioè includendo scenari improbabili (come quello di trovarmi completamente solo)

      Ringrazio anticipatamente coloro i quali volessero fornirmi informazioni.
      Saluto tutti.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      V
      volkan76