Sembrava risolto.
Invece resta molta confusione. Ho confrontato le risposte di alcuni dottori commercialisti e, non tanto a sorpresa, non sono nemmeno un pò concordi tra loro.
Le risposte sono varie vado ad elencarle brevemente:
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Avvocato che non raggiunge il reddito per iscrizione alla cassa anno 2010 (9000 euro irpef - 13000 euro lordo), addebita il 4% ai clienti e lo versa alla cassa. Non ha la prova dell'esercizio continuato e prevalente della professione quindi l'iscrizione alla cassa è solo facoltativa, ma DEVE iscriversi alla gestione separata INPS, perchè DEVE avere una posizione previdenziale obbligatoria. Se non lo fa, l'INPS lo iscrive d'ufficio.
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Avvocato che non raggiunge il reddito per iscrizione alla cassa anno 2010 (9000 euro irpef - 13000 euro lordo), addebita il 4% ai clienti e lo versa alla cassa. Se non si iscrive alla Cassa DEVE iscriversi alla Gestione Separata e può fare pagare al cliente un ulteriore 4% (per INPS) e paga la gestione separata inps. Se non si iscrive viene iscritto d'ufficio dall'inps ammeno che non si iscriva alla Cassa con effetto retroattivo.
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Avvocato che non raggiunge il reddito per iscrizione alla cassa anno 2010 (9000 euro irpef - 13000 euro lordo), addebita il 4% ai clienti e lo versa alla cassa. Solo se non supera un fatturato di 5000 euro può non iscriversi neanche alla Gestione Separata. (qui non si è capito bene se l'importo è previsto o se l'INPS non effettua controlli sotto i 5000 euro).
Come vedete, i dubbi che sembravano fugati ritornano a galla.
Naturalmente se si chiede all'INPS risponde che è obbligatorio iscriversi, se si chiede alla Cassa dicono che conviene iscriversi subito da loro, se si chiede ai colleghi si ritorna alla prima risposta.
La mia domanda: c'è qualcuno tra di voi che è nella mia condizione? ovvero che abbia risolto in qualche modo la posizione previdenziale di un cliente giovane avvocato con p.i.?
Fiducioso in qualche risposta, saluto....