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    planaremagico

    @planaremagico

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    • Tassa sulla seconda casa: Evasa?

      Ciao a tutti,
      c?è qualche partecipante al forum che, cortesemente, saprebbe dirmi se la tassa sulla casa (Tasi?) ricade solo e sempre sui proprietari o potrebbe ricadere anche sul titolare del condono edilizio?

      Vi chiedo questo perché la casa in cui risiedo dal 2008 è intestata a mio padre che da due anni è anche il proprietario ? insieme a mia madre - di una seconda casa (la casa in cui hanno sempre vissuto pagando l?affitto).
      Quindi mio padre da due anni è formalmente proprietario di due case.
      Della casa in cui risiedo, e di cui mio padre risulta essere il solo proprietario, io sono il titolare del condono edilizio (in passato era possibile usufruire si uno sconto sul condono se si dichiarava che l?immobile abusivo era stato realizzato come futura abitazione dei figli).
      Mio padre ritiene, forse mal consigliato, che io in quanto titolare del condono edilizio sono una sorta di proprietario (nel mio caso prima casa).
      E questa condizione esente lui dal pagare la tassa di proprietà sulla seconda casa, che non ha ancora mai pagato.
      Cosa dice la legge al riguardo in una situazione di questo tipo. Qualcuno lo sa?
      Sapete a quanto possono ammontare in % le sanzioni per il mancato pagamento dell?IMU sulla seconda casa per gli ultimi due anni?
      Inutile dirvi che ? se la situazione di mio padre, come temo, è irregolare - aleggia sopra la mia testa uno spettro (viste anche le mie precarie condizioni economiche) che si materializzerà quando tutti i nodi verranno al pettine: Equitalia.

      Ringrazio in anticipo chiunque mi risponda, anche solo per darmi un consiglio.

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico
    • Ditta Individuale e Contratti a Progetto

      Ciao a tutti.
      Ho una ditta individuale nel settore degli impianti elettrici.
      C'è una società che deve realizzare degli impianti elettrici ma non può subappaltarli.
      Mi ha proposto quindi di collaborare come lavoratore a progetto, almeno per i primi impianti (in attesa di trovare una forma contrattule migliore).
      Inutile dire che sono propenso ad accettare solo per per le scarse prospettive di lavoro che mi stanno inducendo a chiudere l'attività autonoma.
      So infatti che pagherò due volte i contributi: come lavoratore autonomo e come lavoratore a progetto (per una pensione che forse non avrò mai).
      Mi risulta che l'aliquota INPS totale (2/3 datore + 1/3 lavoratore) per i lavoratori a progetto per l'anno 2012 sia del 28%. E' così?
      Ho letto che questo 28% si riduce al 18% per i pensionati ed iscritti ad altra gestione. Ci rientro anche io?
      Nell'ipotesi di una collaborazione continuativa, potrei proporgli una prestazione professionale con ritenuta d'acconto?
      In tal caso dovrei cancellarmi dall'albo delle imprese artigiane ed aprire un'altra tipologia di partita iva, giusto?
      E complicato?
      Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi e fornirmi consigli.
      Saluti

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico
    • L'attività di vendita per un Artigiano

      Ciao a tutti.
      C'è qualche artigiano tra voi che si dedica anche all'attività di vendita per conto terzi oltre che alla attività più propriamente artigiana?

      Ho letto che l'attività di intermediazione, in base alla legge quadro n. 433/85, non è preclusa all'artigiano purché sia complementare, accessoria e non prevalente alla attività artigiana.
      Sono il titolare di una ditta individuale abilitata agli impianti elettrici e vorrei dedicarmi anche alla vendita di impianti fotovoltaici (oltre che alla loro installazione) per conto di una azienda più grande che li propone al
      pubblico chiavi in mano.

      Non ho capito:

      • se è necessario recarsi all'ADE per inserire un codice ateco relativo alla commercializzazione (oltre a quello relativo alla installazione di impianti elettrici)?

      • se devo informare la CCIAA anche se l'attività di commercializzazione (o intermediazione) rimane secondaria rispetto alla attività di installazione?

      • quali sono i criteri per definire se l'attività di commercializzazione sia prevalente o meno rispetto alla installazione? Gli incassi? Il numero di fatture?

      Grazie
      Ciao

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico
    • RE: BENI STRUMENTALI: DUREVOLI e NON

      @studio_marra said:

      Di solito tra i beni strumentali è solito distinguere tra:

      • beni di valore unitario < ? 516,46 interamente deducibili
        nell'esercizio;
      • beni > ? 516,46, deducibili in più esercizi, in base alle quote
        di ammortamento.

      Se non ho capito male, quindi, le distinzioni sono solo due:
      "Materiali di consumo" e Beni strumentali".
      I beni strumentali non si distinguono tra "durevoli" e "non durevoli".
      Vengono invece distinti semplicemente in funzione del costo.

      Giusto? Mi sembrava infatti una classificazione molto opinabile quella tra beni durevoli e non durevoli.

      Dal mio punto di vista i beni strumentali non durevoli dovrebbero essere - per definizione - i materiali di consumo. Sbaglio?

      Il bene strumentale è un bene utilizzato per produrre altri beni ed è destinato ad essere utilizzato durevolmente (alcuni parlano di uso pluriennale):

      Nel mia attività i beni strumentali potrebbero essere:

      • Trapano

      • Punte del trapano

      • Martello demolitore

      • Furgone

      • Prolunghe

      • Scala

      • Tester

      • Martello

      • Cacciaviti

      • Forbici

      • Avvitatore

      • Eccetera

      I materiali di consumo sono quelli che servono per realizzare un impianto elettrico e che faranno parte del prodotto finito, vale a dire dell?impianto elettrico (un pò come la farina per il fornaio):

      • Nastro adesivo
      • Tasselli (stop)
      • Cavi elettrici
      • Corrugati e guaine
      • Interruttori
      • Scatole portafrutti e di derivazione
      • Quadri elettrici
      • Morsetti
      • Giunti e raccordi
      • Eccetera.

      Non potrebbero, i materiali di consumo, essere considerati questi beni strumentali non durevoli? Del resto non sono il prodotto finito, l'impianto elettrico, ma servono per realizzarlo, quindi sono "strumentali" alla realizzazione dell'impianto medesimo.

      Boh, su queste distinzioni non ho trovato spiegazioni molto chiare su internet.

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico
    • BENI STRUMENTALI: DUREVOLI e NON

      Ciao a tutti.
      E quasi un anno che ho avviato una ditta individuale nel settore degli impianti elettrici.
      La persona che mi tiene la contabilità mi ha chiesto di distinguere nelle fattura passive i "beni strumentali" dai "materiali di consumo". Fin qui nessun problema.
      Nell'ambito dei beni strumentali però mi è stato chiesto di operare una ulteriore distinzione tra "beni strumentali durevoli" (la cui durata e pluriennale) e "beni strumentali temporanei" (la cui durata non supera l'anno).
      Con questa ulteriore distinzione nell'ambito dei beni strumentali ho qualche difficoltà.
      Se compro del nastro adesivo non ho dubbi sul fatto che sia materiale di consumo.
      Se compro una scala non ho dubbi riguardo il fatto che durerà più anni,trattasi quindi di bene strumentale durevole.
      Se compro un trapano che bene strumentale è? Come posso prevedere in anticipo la sua durata? Dipende anche dalla quantità e dal tipo di lavoro che sarà chiamato a svolgere. Come saperlo in anticipo? Inoltre dipende anche dalla qualità del bene strumentale: se compro un trapano da svariate centinaia di euro posso prevedere una durata pluriennale; lo stesso non posso se il trapano acquistato è da poche decine di euro. Eppure sempre di trapano parliamo.

      Su internet non ho trovato molto riguardo questa distinzione tra beni strumentali durevoli e beni strumentali temporanei.

      Potreste darmi qualche informazione al riguardo?
      Grazie mille

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico
    • HELP! Apertura PI in attesa del responso CCIAA: inizia l'anno contabile?

      Ciao a tutti, sono nuovo del forum ed ho assolutamente bisogno di una informazione, potete aiutarmi?

      Se apro ORA una Partita Iva ed inizio a fatturare nel 2009:
      1) Sono soggetto agli studi di settore per il 2008?
      2) Devo fare la dichiarazione dei redditi per il 2008 anche se fatturo ZERO?

      Perché aprire una PI ora se intendo esercitare l?attività nel 2009? Perché mi avvantaggerei nei tempi avviando ora tutta la pratica alla CCIAA.

      Mi spiego meglio:
      Come forse qualcuno ricorderà, devo avviare una ditta individuale artigiana nel settore degli impianti elettrici ed elettronici.

      • Per poter esercitare questa attività devo essere iscritto all?Albo delle Imprese Artigiane.
      • Per poter essere iscritto all?Albo, la Commissione provinciale per l?Artigianato deve valutare il possesso da parte mia dei requisiti previsti dal DM 37/08. Devo altresì aprire la PI, senza la quale la CCIAA non prende neanche in considerazione la mia domanda.
      • Mi troverei quindi ad aprire una PI senza poter esercitare l?attività impiantistica, almeno fino a quando la CCIAA non si esprima sull?idoneità della mia domanda (le possono occorrere anche un paio di mesi).

      Se alle mie due domande avete risposto SI, aprire la PI mi porterà a sostenere delle spese (per il commercialista) e a "bruciarmi" il primo anno di esonero dagli SDS (ho intenzione di scegliere il regime delle Nuove Iniziative Produttive) senza aver iniziato ad esercitare l?attività.

      Scusate la lunghezza della e-mail.
      Ciao, Andrea.

      postato in Consulenza Fiscale
      P
      planaremagico