Buongiorno a tutti! Non cerco sostegno morale, anche se ne avrei davvero bisogno, ma capire cosa dice di preciso la legge o le varie sentenze.
I fatti: il giorno 11/09/2010 alle ore 02:30am litigo con la madre di mia figlia, la mia, ormai, ex compagna (non siamo sposati ma la piccolina è stata riconosciuta); Luogo: noi viviamo, fin da quando ci siamo conosciuti (4anni fa), nella casa di proprietà della sorella di lei, dove perdipiù lei risiedeva già da prima con un semplice accordo verbale(pienamente fattibile tra parenti senza atti scritti) senza un affitto ma con il semplice e normale vincolo di pagare le varie bollette(luce-gas). Credendo nella nostra storia, dopo due anni, la mia ex compagna rimane incinta e da li iniziano le varie proposte di trovarci una casa per i fatti nostri per essere più indipendenti. Dopo varie proposte, la sorella ci fa presente che possiamo rimanere li e che quella sarebbe stata come fosse casa nostra; premetto che la sorella vive in un'altra casa adiacente con una corte-giardino in comune con la "NOSTRA" che le rende comunicanti; nonostante alcune mie obiezioni a riguardo, inquanto non la sentivo propriamente mia quella casa e avere la padrona li come vicina ogni giorno mi sarebbe sembrato di sentirmi sempre sottomesso alle sue decisioni, decisi di accettare l'offerta spinto anche dalla mia ex compagna che mi diceva " ... dai magari il giorno che finisco la maternità e lavoriamo tutti e due la piccolina la può tenere mia sorella, insomma puo' essere sempre un aiuto in più... "(... e che aiuto).
Passano così ulteriori due anni fino ad oggi nei quali io svolgo quotidianamente la mia vita privata familiare lavorativa in codesta abitazione come da accordi fatti.
Quel famoso 11/09/10, dopo il litigio, lei mi dice basta dobbiamo finirla, cosa che sia io che lei avevamo già sottolineato alcune volte in altri litigi ma senza prendere mai decisioni ferme, ma soltanto momentanee. La mattina dell'11 vado così al lavoro dopo una notte insonne, e ci sentiamo alcune volte per ora di pranzo con lei che mi scrive un sms di non tornare; la sera alle 19:30 termino di lavorare per così rientrare a "casa" alle 21:30 scrivendole un sms che io dovevo tornare a casa anche perchè avevo tutto li comprese le cose del lavoro, ma lei mi scrive ancora " NON VENIRE". Non avendo alternative valide rispondo "DEVO", anche perchè credevo fosse una cosa risolvibile parlandone la sera stessa o alternativamente il giorno dopo avrei lasciato definitivamente la casa e chiuso la storia con lei. Dopo il mio sms "DEVO" non sento più nulla.
Ore 21:30 arrivo a "casa" e trovo il portone d'entrata chiuso in una maniera impressionante che dopo molta fatica, senza forzarlo, riesco ad aprire; mi direziono verso l'entrata secondaria(la principale non la usiamo mai) e trovo che la porta d'ingresso secondaria è chiusa dall'interno con la chiave ancora inserita. Credendo lei fosse all'interno con mia figlia la chiamo e richiamo al telefono senza risposta fino ad accorgermi che la macchina della mia ex compagna non c'è. Faccio uno più uno e arrivo a pensare che lei e mia figlia siano dalla madre di lei, dove peraltro hanno ambedue(ex compagna e mia figlia) la residenza. Mi direziono verso la casa della madre dove finalmente la trovo e mi dice che oggi non avrebbe aperto la casa e di tornare domani; io le dico che non potevo stare vestito da lavoro tutta la notte piu' la mattina seguente e di farmi entrare per darmi il tempo fisiologico di andarmane via definitivamente. La convinco e andiamo assieme all'interno della "nostra" casa e dopo un breve dialogo(oramai era gia' quasi mezzanotte) le dissi che l'indomani mattina avrei preso tutto e me ne sarei andato, anch'io ero molto deciso a farla finita. Cosi' lei mi dice va bene poi domani mattina te ne vai! Dopo una decina di minuti arriva la sorella dicendomi che se non me ne andavo avrebbe chiamato i carabinieri. Dopo le mie rimostranze le dissi che ero d'accordo ad andarmene ma che volevo avere un tempo fisiologico che mi permettesse di farlo e che quindi la mattina seguente me ne sarei andato; lei mi nega tutto cio' e ribadisce che avrebbe chiamato i carabinieri se non me ne andavo subito cosi' a quel punto le dissi " ...va bene chiama pure non mi sembra di chiedere l'impossibile, dopo 4 anni una notte in piu' non cambia nulla sopratutto se questa situazione capita all'improvviso..". La sorella della mia ex se ne esce dalla casa, e con grande stupore mi accorgo di essere stato chiuso dentro, bloccato e di non poter uscire!!! Li per li mi viene da ridere inquanto dopo aver tanto fatto per entrare ora non riesco più ad uscire(volevo fumare una sigaretta inquanto all'interno della casa non abbiamo ma fumato)! All'una e mezza, dopo che la situazione sembrava definita, credevo avesse compreso la mia reale necessita' di rimanere una notte, arrivano i carabinieri che mi intimano di andarmene pena l'art.614 violazione della proprietà. Io faccio presente i vari accordi verbali e addiriturra nemmeno il giorno prima avevo installato un impianto di ricezione satellitare di sky con il consenso della proprietaria, ma questi mi dicono che la mia presenza li' e' vincolata alla presenza della mia ex compagna, che in quel momento non c'era, e se la proprietaria non mi desidera io devo immediatamente andarmene. Sono incensurato con fedina penale limpida, decisi cosi' di andarmene. Iniziamo con i se: se non me ne fossi andato? Se avessi chiamato la polizia? Cosa potevo fare? Sono un tipo che normalmente risolve le cose in maniera legale, aveva il diritto di buttarmi fuori all'improviso? Posso denunciare tutto cio' alla polizia/carabinieri? E' meglio che vada prima da un avvocato?
Scuso la lungaggine ma organizzarmi le idee il giorno dopo un fatto del genere non mi viane immediato. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che sapranno meglio consigliarmi, con tutto il cuore (... o almeno con quel che ne e' rimasto)