Ciao Marble, benvenuta nel forum.
In realtà la questione delle parcelle, come anticipato dal collega Bsaett, è piuttosto complessa.
In primo luogo, se il tuo avvocato nell'atto introduttivo del giudizio si è dichiarato "antistatario" il giudice con la sua decisione deve per legge liquidare le spese di giudizio distraendole direttamente al tuo avvocato.
Tradotto in parole povere, per quanto riguarda la distrazione, non credo che vi siano irregolarità.
Per quanto concerne il discorso della quantificazione, è necessario distinguere i rapporti cliente-avvocato dalla decisione del giudice: l'avvocato viene pagato dal cliente secondo l'accordo che c'è tra di loro (ad es. sulla base dell'attività svolta, oppure una somma fissa, oppure un quota di somma recuperata, oppure in parte sull'attività ed in parte sul risultato), mentre il giudice effettua la liquidazione delle spese secondo le tariffe e, dunque, si basa essenzialmente sull'attività posta in essere e solo eventualmente sui conteggi depositati agli atti dall'avvocato stesso.
In molti casi, può accadere che l'avvocato presenta dei conteggi per 2.500 euro ed il giudice ne liquida solo 1.300. Anzi, questo accade quasi sempre; o meglio quasi mai il giudice liquida quanto richiesto dall'avvocato.
Il risultato finale è che, il cliente deve liquidare l'avvocato in forza del contratto in essere tra di loro, e se il giudice non liquida il totale la quota parte che rimane scoperta è e rimane a carico del cliente.
Questo schema risponde alla mancanza di assunzione di rischio in capo all'avvocato: egli è un tecnico del diritto che non deve soppportare il rischio della causa, neanche con riguardo alla sua parcella...se assume il rischio allora diventa, per così dire, socio del cliente e tra di loro dovrà essere stabilito il cosiddetto "patto di quota lite", che fino a pochi anni fa era vietatissimo.
Giustamente tu dirai, allora come si fa? Devo io prenderla in quel posto? Non è detto, c'è sempre un rimedio previsto per legge: se non ti sta bene quanto il giudice ha liquidato di spese legali perché sono di minore entità rispetto a quelle previste per legge puoi sempre fare appello per quella decisione...ovviamente saranno altre spese a tuo carico per rientrare delle spese legali del primo grado....ma non puoi nemmeno immaginare quante cause di questo tipo ci siano ad oggi.
Venendo al vero nervo scoperto della storia da te raccontata, devi tenere presente questa regola ineludibile: il tuo avvocato detiene (non a caso ho detto "detiene") le carte della causa esclusivamente funzionalmente per svolgere l'attività giuridica nel tuo interesse.
In altre parole, tutte le carte inserite nel fascicolo di parte ed in quello di studio sono di tua proprietà e tu hai un preciso diritto di visionarle ed averne copia in ogni momento; tutte le carte del fascicolo di ufficio, invece, puoi visionarle in ogni momento ed hai diritto di estrarne copia chiedendola alla cancelleria direttamente o tramite il tuo avvocato.
Per cui, da quello che racconti, la cosa davvero strana è che l'avvocato non voglia farti vedere le carte.
Consiglio: chiedigli copia del fascicolo di parte e quello di studio, in modo più convinto spiegandogli che se non si sbriga scrivi al consiglio dell'ordine...se non è stupido te le fa avere.
Se nel giro di una settimana non ti fa avere il tutto, allora inviagli a studio una racc a/r con la richiesta formale dandogli sette giorni dal ricevimento della stessa; se anche in quel caso non ti fa avere le carte, ti rivolgi al Consiglio dell'ordine spiegando l'accaduto e presentando la racc a/r già inviata.
Se poi hai altri dubbi, bhè ci siamo qui tutti noi per quanto ci è possibile.
Ciao ciao