@Iviivi said:
Buongiorno. Ho purtroppo subito una truffa analoga. Premetto che:
stamattina ho sporto querela presso il commissariato di polizia di Milano, dove risiedo, supportata ovviamente da tutta la documentazione del caso
il "venditore" (truffatore) mi ha fornito copia del documento d'identità, dal quale risulta residente a Palermo.
l'iban su cui ho effettuato il bonifico era invece di un conto inglese.
Detto ciò, essendo interessata a procedere in ogni modo possibile contro questo soggetto - anche con la richiesta di risarcimento per spese e danni, ma non avendo dimestichezza con la materia, né somme da investire per un consulto legale, chiedo un Vs. cortese consiglio sull'iter da far prendere alla suddetta querela, affinchè non resti un atto dormiente
Indico inoltre che posseggo pec e, qualora occorresse, anche firma digitale
Non puoi fare nulla se non aspettare, pazientemente, che la giustizia faccia il suo corso. Le indagini sono coperte dal segreto e nessuno può conoscerne l'andamento prima che esse siano concluse. Se gli inquirenti riterranno opportuno "sentirti", sarai convocata e potrai/dovrai contribuire come ti verrà richiesto. Se dovessi avere nuove informazioni o documenti, puoi ovviamente fare una integrazione alla prima denuncia-querela, rivolgendoti di nuovo alle forze dell'ordine e seguendo le loro indicazioni.
A parte questo, non c'è molto che tu possa fare, ora. Volendo fra qualche mese puoi fare una richiesta ex art. 335 alla Procura (trovi tutto sul sito Internet della Procura della tua provincia) per sapere qualche informazione basilare sul procedimento, come il nome dell'indagato e del PM; è gratuita e puoi farla anche da sola.
Le indagini avranno un esito. Se negativo, ci sarà la richiesta di archiviazione che ti sarà notificata se nella querela lo hai espressamente richiesto (se non l'hai fatto, puoi sempre esercitare questa facoltà tramite una integrazione come dicevo sopra). Teoricamente ti puoi opporre (tramite un avvocato, necessariamente) e chiedere nuove indagini ma va valutato assieme ad un legale, a volte/spesso non ne vale la pena.
Se positivo, riceverai copia dell'avviso di conclusione delle indagini o di emissione del decreto penale di condanna.
A questo punto, potrai costituirti parte civile nel procedimento penale, obbligatoriamente tramite un avvocato. Se non hai risorse economiche, controlla se soddisfi i criteri per il gratuito patrocinio e sarà lo Stato a pagarti l'avvocato (uno a tua scelta, purché iscritto all'apposito elenco). Nelle vesti di parte civile, potrai fare le tue richieste, fra cui anche il risarcimento.
Trattandosi di reato procedibile a querela (a meno che non si aggiungano altri reati o vengano fuori circostanze che modifichino la procedibilità da a querela a d'ufficio), è molto probabile che riuscirai ad addivenire ad una soluzione conciliativa, ritirando la querela dietro rimborso del danno e delle spese.
Premetto che questo è uno schema di massima, ogni caso per quanto banale è diverso da tutti gli altri e che soprattutto io non sono un giurista, pertanto sei caldamente invitata a rivolgerti ad un legale in carne ed ossa per qualsiasi dubbio tu possa avere, in qualsiasi momento. In bocca al !