Non sono risultato congruo (per poco) agli studi di settore. Il mio commercialista consiglia di non adeguarsi perchè l'adeguamento dice è sempre una sorta di ammissione di "evasione", ma mi ha detto di pensarci su e prendere io una decisione definitiva. Io, ferma l'amarezza di dover pagare per compensi mai percepiti, sarei portato ad adeguarmi, stante anche l'importo non elevatissimo da pagare per l'adeguamento, per "non avere problemi".
Ho fatto qualche ricerca in Internet e da qualche parte si dice che in caso di piccolo scostamento conviene adeguarsi...
Nel mio caso gli studi richiedevano un reddito di poco più di 7000 euro l'anno, ridotti a circa 6600 col correttivo anticrisi. Io ho dichiarato 5999. Quindi ci sarebbero 600 euro di differenza per adeguarsi (in sostanza dovrei pagare circa 130 euro di iva, che il commercialista mi ha detto in caso di adeguamento non può essere messa in compensazione con l'iva a credito ma va pagata, e coprirei l'Irpef con l'irpef a credito).
Inoltre, leggevo che in caso di mancato adeguamento è opportuno mettere delle motivazioni nelle "annotazioni", ma io non saprei che cosa mettere se non che "i clienti non pagano", che non mi sembra una gran motivazione
Infine leggevo (ma non ho capito bene) che l'adeguamento può essere al ricavo puntuale o al ricavo minimo e che mentre il primo "sistema completamente tutto" il secondo no. Io non ho capito se adeguandomi di quei 600 euro mi adeguerei al ricavo puntuale o al ricavo minimo...
In definitiva, cosa mi consigliate di fare? Adeguarmi o non adeguarmi? Quali potrebbero essere le conseguenze del non adeguamento? (il commercialista dice che mi potrebbe arrivare una lettera a casa in cui mi dicono di pagare la differenza oltre alle sanzioni e basta).
Grazie.