Concordo con la tua osservazione, Giorgio, a condizione ovviamente che nelle aziende, per curare internamente l'attività, ci siano
- le risorse e il tempo
- commitment
- un preciso piano alle spalle di ogni iniziativa
- un adeguato livello di preparazione e lo spazio necessario anche per l'aggiornamento/autoformazione.
Il ruolo delle agenzie è di supporto in tutti i punti: dal definire con l'azienda quante e quali risorse e con quale impegno di tempo debbano lavorarci; il trovare la giusta maniera di motivare chi ci lavora (e chi autorizza questo lavoro) per mantenere elevata l'attenzione e l'impegno. Il perchè fare determinate attività (la domanda è banale, le risposte no).
La giusta maniera di lavorarci su (cosa, come, quando/quanto e dove scrivere; come gestire i feedback etc etc). Fornire un adeguato livello di formazione con cui partire ed insegnare anche poi come/dove aggiornarsi (la famosa frase "non dobbiamo dare loro il pesce sul piatto, dobbiamo insegnare loro a pescare").
Questo, ovviamente, a condizione che l'azienda possa sopportare un tale investimento.
In caso contrario, l'agenzia avrà anche un ruolo operativo, necessariamente con tutte le precauzioni del caso. Perchè, in questi primi anni di "web 2.0", di figuracce colossali se ne sono viste veramente tante, alcune delle quali hanno avuto un impatto anche tragico sul business delle aziende coinvolte.
Poi è ovvio che di errori, anche nella situazione ideale, se ne faranno sempre. Stiamo pur sempre parlando di strumenti giovani, dove è facile "bacchettare" col senno di poi, ma la cui esperienza si fa inevitabilmente attraverso il classico "learning by doing".
Ed è qui uno dei reali valori di un'agenzia: il portare un patrimonio di esperienze anche negative, così da ridurre al minimo i piccoli/grandi errori che inevitabilmente sono disseminati sulla strada del successo.