Proprio in questi giorni il Garante per la Privacy risponde a molte domande sul cloud.
Se ho ben capito, tu offri un servizio che si appoggia a forniture in cloud. Quindi tu sei il titolare del trattamento dei dati, devi nominare il (o i) fornitore/i di servizi in cloud come reponsabili del trattamento e verificare che trattino i dati secondo le tue direttive, in quanto ne sei responsabile.
Devi anche verificare che nel paese dove risiede il servizio cloud la disciplina sui dati personali sia sufficiente per una protezione dei dati dei tuoi clienti. Insomma devi fare attenzione a quale servizio cloud utilizzi.

@ManInJeans said:

prima della virtualizzazione se volevi offrire dedicati, ti serviva un server fisico per ogni cliente e il gioco dei costi / ricavi difficilmente quadrava.

Se il tonto di turno si fa infettare il vps, io posso offrirgli un ripristino alla snapshot del giorno prima; senza la virtualizzazione avrei dovuto fare un backup con un aggravio di spazio disco e costi macchina notevole

Certamente ci sono dei vantaggi, però tieni presente che un vps è una partizione di un server e non è detto che al cliente basti.

Piuttosto il problema è che vps o non vps, la complessità legale e tecnica di gestire un servizio di hosting è rimasta invariata.

Il risultato non cambia. Dal sito della microsoft

"Le transazioni distribuite sono estese a due o più server noti come strumenti di gestione delle risorse. La gestione della transazione deve essere coordinata tra i vari strumenti di gestione delle risorse tramite un componente server denominato gestore delle transazioni."

Ovvero, come dicevo, dev'esserci un'entità che coordina le operazioni ( almeno quelle di scritture ), altrimenti è impossibile evitare che due o più istanze del dbms collidano mentre operano sullo stesso database.

Benvenuto nel forum gt anche da parte mia.

Valerio Notarfrancesco