Grazie a tutti delle risposte. Credo che quest’ultimo
messaggio di Criceto abbia bene inquadrato la situazione.
Se gli studi contabili manifestano irritazione agli
imprenditori, sottolineando l’aumento del rischio di
controlli fiscali, questi ultimi potrebbero benissimo
rescindere il rapporto commerciale o trovare delle
alternative sul territorio.
Devo studiare la situazione perché è vero che Microsoft non
vende in Italia direttamente dagli USA, ma se non sbaglio
online vende dal **Lussemburgo **(che forse non è in Black
List, ma poco ci manca). Se aprissi una filiale in Italia,
temo che dovrebbe comportarsi esattamente come un soggetto
italiano e dunque pagare le tasse in Italia sugli utili,
cosa che mi risulterebbe estremamente sconveniente.
L’alternativa del **Reseller **potrebbe essere buona, ma
perderei almeno un 5% di commissione e i miei clienti si
troverebbero a pagare l’IVA, cosa che aumenterebbe i prezzi
percepiti e ridurrebbe le vendite. Tra l’altro, offrendo
anche una **customizzazione **dei software, i prodotti che
confezioniamo a volte sono **unici **e di conseguenza da un
punto di vista dell’immagine aziendale non è il massimo
fare interloquire il cliente con un intermediario, che non
sia una filiale, solo per la fatturazione. Immaginate: “Il
lavoro lo facciamo noi, ma la fattura gliela fa Pinco
Pallino”. Non appare come un comportamento serio.
Ecco perché come prima alternativa preferirei vendere
**direttamente **dalla Svizzera, rendendo il meno sgradita
possibile l’operazione di contabilizzazione della fattura
ai miei clienti, spiegando loro esattamente come fare per
registrarla. Dopodiché se noto una flessione delle
vendite, proverò a mettere in test un Reseller, l’ipotesi
della filiale italiana o qualche altra soluzione creativa...
E’ una bella gatta da pelare! Trust, mi sapresti dare un
link alla pagina esatta dove si trovano queste informazioni
dettagliate? (Il modulo l'ho trovato, è la prassi complessiva che
mi è poco chiara). Grazie mille!