Sto cercando di capire (prima di andare a strozzare martedì il commercialista, e anche me che mi sono fidato) se la semplice consulenza informatica rientra tra le attività tutelate, ma non trovo nulla

@lorenzo-74 said:

Ciao Joinz e benvenuto nel Forum GT
Da quanto ho capito non sei ingegnere e una serie di prestazioni professionali, prima non regolamentate, sono state riservate esclusivamente a chi ha il titolo di ingegnere!
Quindi non vedo via d'uscita...
Ciao

Ahi!!!

Cercherò di arrangiarmi in qualche altro modo allora.

Grazie mille per la risposta e per il benvenuto

Mi scuso per l'up di questo thread vecchio, ma l'argomento faceva al caso mio.

Mi trovo più o meno nella stessa situazione di nep036.

Sono laureato in informatica (triennale, classe 26; NB non ingegneria informatica).
Ho p.iva con attività 72.22.0 (Realizzazione di software e consulenza informatica); iscritto gestione separata inps per professionisti senza cassa.

La situazione è momentanea, fintanto che non mi trovo un lavoro dipendente.
La mia intenzione sarebbe di regolarizzare la mia realizzazione di qualche software e sito web per privati, emettendo fattura.

Questo lavoro da professionista però, leggendo meglio il dpr 328/2001, sembra non lo potrei più fare se non previa iscrizione all'albo degli ingegneri (3° settore, sezione B), anche se sono un semplice informatico.

Sinceramente, il mio ipotetico volume d'affari non mi coprirebbe le spese per sostenere l'attività di impresa artigianale, o ingegnere (l'inarcassa è tremenda); però non vorrei neanche fare le cose in nero.

Si potrebbe fare qualcosa?
Che so, far figurare nella fattura che è una consulenza; cambiare l'attività in 72.60.0.

Grazie a chi mi potrebbe dare una mano.
Sono molto spaventato da questa situazione.

Grazie a te per il benvenuto e la celere risposta

Il punto riguardo il rischio in termini di garanzie lavorative purtroppo è un fatto che devo accettare, fintanto che non ho la fortuna di trovare un contratto a tempo indeterminato.

@i2m4y said:

Rendere una collaborazione continuata, indeterminata e con compensi a periodicità costanti ti espone al rischio che il fisco possa dire che la tua è attività abituale/professionale, contestandoti il mancato inquadramento IVA.

Ecco, potresti chiarirmi meglio questo punto?
Una collaborazione continuata può essere "indeterminata" solo se se si una P.IVA?
Per quanto potrebbe andare avanti questa formula di ritenuta d'acconto?
Se sono anche io rischiare, come dici tu, meglio che prema per cambiare contratto.

Riguardo gli oneri fiscali/previdenziali, con la ritenuta d'acconto se non erro l'azienda trattiene il 20% del compenso lordo dalla retribuzione pattuita e lo versa al fisco a nome mio; e poi?
Con la collaborazione a progetto come sarebbe il mio inquadramento da questi punti di vista (fiscale/previdenziale)?

Ciao a tutti, sono rimasto impressionato dalla vostra preparazione (in particolare di i2m4y) in ambito fisco&leggi e se possibile volevo avere qualche chiarimento, fermo restando l'insostituibilità di un colloquio verbale con un commercialista

Mi sono laureato (3 anni) in informatica, e sto già iniziando a lavorare per un'aziendina di servizi informatici.

Il mio inquadramento è a detta loro quello più conveniente per l'azienda, indi per cui hanno scelto la formula della ritenuta d'acconto.
Mi pagheranno ogni mese, in contanti, facendo figurare dei lavori fatti di volta in volta.

Ancora non sono espertissimo, ma leggendo qua e la (anche il thread omonimo aperto da squeak) non mi sembra una cosa "sensata".

Non sono ancora iscritto all'albo, e non ho partita iva.
Sto lavorando full time all'interno dell'azienda, con una mia postazione pc (in pratica sono "sulla parola" un lavoratore dipendente a tempo indeterminato).
Non ho firmato alcuna parvenza di contratto-accordo.

Sto solo perdendo tempo?