Grazie, pensavo già comunque di farlo, solo mi chiedevo se non fosse una sciocchezza
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RE: Niente contratto, niente sito, niente soldi [lungo]
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RE: Niente contratto, niente sito, niente soldi [lungo]
Btw, la butto là: è un tipo di cosa per cui potrei rivolgermi ad un giudice di pace?
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RE: Niente contratto, niente sito, niente soldi [lungo]
@shapur said:
Se il rapporto è di fatto subordinato, resta tale anche se lui lo chiamava diversamente.
Sì, certo, mi sono spiegata male
Il mio non era un 'lui diceva che, quindi ci credo'. E' che proprio nei fatti era così: niente subordinazione, libertà mia di gestione dei tempi, mezzi miei, eccetera... insomma erano rispettati tutti i termini. Il totale delle giornate lavorative non arrivava a 30, anche se diluite enormemente perché magari quando ha chiamato il consulente lui era impegnato e prima di vederci a tre, sono passati dieci giorni. Prima era subordinato, ma per il sito abbiamo collaborato in altro modo. -
RE: Niente contratto, niente sito, niente soldi [lungo]
@bsaett said:
Detto in sintesi, la tua prestazione si potrebbe inquadrare in un contratto d'opera, che può essere concluso anche verbalmente (come accade in genere). Il cliente deve visionare l'opera e controllare che sia svolta secondo le condizioni stabilite in precedenza (mi pare di capire che invece non ha nemmeno visto l'opera !), e nel caso non fosse consona, può darti un congruo termine per un corretto adempimento. Non può rifiutare il pagamento !
Al contrario, non solo ha visto il sito finito e ne era entusiasta, ma mi ha seguito passo passo nella creazione e modifica facendo in modo che fosse esattamente come voleva lui!
Mi ha detto "è perfetto, sono contentissimo, hai fatto un buon lavoro", dopodiché quando per email gli ho spedito il contratto, ha cominciato a ritrattare tutto.@bsaett said:
Il cliente però può recedere (cioè rifiutare l'opera) in qualsiasi momento senza nemmeno giustificarsi, ma in questo caso dovrà indennizzarti delle spese sostenute e del mancato guadagno (se hai lavorato una settimana, vuol dire che in quella settimana non hai potuto svolgere altri lavori che avrebbero potuto portarti dei guadagni).
Eh, mi ha tenuto bloccata dalla fine di maggio all'inizio di agosto...
@bsaett said:
Direi quindi che le possibilità di recuperare i soldi, almeno in parte, ci sono. Dipende però se sulla base della documentazione in tuo posseso, oppure in altri modi (testimoni), riesci a dimostrare l'esistenza del contratto (l'accordo).
A parte un primo contatto via cellulare, il resto è tutto via mail. La mail ha valore legale o è contestabile in quanto modificabile?
@shapur said:
Suggerirei di far valutare l'intera documentazione ad un legale per comprendere gli esatti termini del rapporto intercorso. Non riterrei nemmeno da escludere che possa trattarsi di lavoro subordinato.
No, no, figurati che era lui il primo ad aver detto 'lo facciamo come prestazione occasionale e ti pago la ritenuta d'acconto'! Su questo si era d'accordo. Cosa mi cambierebbe? Il problema è che è tutto verbale, diamine.
Grazie mille della risposta e dei consigli a entrambi
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Niente contratto, niente sito, niente soldi [lungo]
Salve,
la mia situazione è complicata da spiegare per cui spero che riassumendo non si perda nulla.
Da gennaio di quest'anno ho lavorato per alcuni mesi per una società di archiviazione, prima presso un cliente esterno, poi in sede, e mi sono trovata benissimo. Pagamenti regolari, contratto a tempo determinato di 3 mesi, prospettive di rimanere alle sue dipendenze, al massimo con brevi pause dovute alla mancanza di clienti. Questa è la premessa che mi ha fatto cadere in errore, alla fine dei 3 mesi, quando, diciamo "per tenermi occupata" il titolare mi ha chiesto di rifargli il sito web, quello della società, così da non lasciarmi con le mano in mano fino all'inizio del successivo lavoro per conto di un suo cliente (lavoro che doveva cominciare a giugno e che a tutt'oggi non è ancora cominciato).
Io, stupida, stupida, stupida, fidandomi della persona e di come mi aveva trattato onestamente in precedenza, ho lavorato a questo sito solo su accordi verbali e su un preventivo, sempre fatto a voce, che all'inizio sembrava andargli bene.
Dopo avergli rifatto il sito due volte per motivi che non sto a dire, ed aver visto passare due mesi e mezzo sempre a lavorare sul suo sito, con alti e bassi, ho concluso il lavoro.
Siamo alla fine di luglio; gli presento un contratto in cui dico:
a) il sito costa tot
b) la manutenzione e assistenza fino a fine 2008 costa tot
c) la prestazione consiste in questo e non consiste in quello
d) non avendo io partita iva si fa una ricevuta e lui mi versa la ritenuta d'accontoE qui cominciano i guai. Perché pur avendo ripetuto per iscritto i punti a), c) e d) ma soprattutto b), che lui aveva accettato, messo su carta non gli piace più.
Quindi, con un tono molto turbato come se l'avessi offeso e avessi mancato di serietà (cose di cui mi accusa):
a) non vuole più l'assistenza ma solo il sito
b) non essendoci l'assistenza, non vuole firmare un contratto e nessun altro pezzo di carta
c) vuole il sito, vuole che glielo pubblichi io alla fine di settembre quando gli scade l'attuale dominio e solo allora mi vuole pagareIo gli rispondo pacatamente che anche volendo accettare il suo ripensamento, (1) non lavoro senza un pezzo di carta firmato che mi tuteli e (2) il sito è finito e non è vincolato a quando sarà pubblicato (altrimenti detto: se non lo pubblica più, a me il lavoro chi lo paga?)
Lui si impunta, e con le sue ultime parole "io non ho bisogno di nessun contratto, tu ci dovrai essere a fine settembre per pubblicarmelo e poi sarai pagata" la discussione si chiude agli inizi di agosto.
Parto per le vacanze. Silenzio, silenzio, silenzio. Per me il discorso è chiuso: niente contratto, niente sito. Lui invece mi aspetta, fino a ieri mattina, quando mi arriva una mail in cui mi dice che ci ha ripensato, l'ho deluso, non sono stata seria, non può sottostare alle mie pretese, e in sostanza il sito non gli interessa più.
Io non ho in mano niente. Ho il suo sito, le mail con i nostri scambi di battute e (forse) la parola del consulente che lui mise in mezzo al discorso a metà del lavoro (consulenza che determinò un primo stravolgimento del sito).
Devo considerare persi quei soldi? So che il più grande errore è stato non fissare PRIMA per iscritto. Ma ora che possibilità legali ho?
Grazie e scusatemi la lunghezza