Discussione un po' vecchiotta, ma mi permetto di aggiungere che purtroppo un commercialista avrà sempre l'interesse a consigliare una SRL perché si mette in tasca 4-5000? annui anziché 800-1000.
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giovanni.minganti
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RE: Consiglio del commercialista: passare da artigiano a SRL
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RE: Costituzione società limitata Ltd in UK
@Studiorossini said:
L'adesione alla UE prevede che qualsiasi soggetto ivi residente sia libero di stabilire all'interno dela medesima la propria iniziativa d'impresa.
Nulla vieta, pertanto, la costituzione da parte di un soggetto italiano di altra società estera nella UE (o anche extra UE)
Stefano RossiniNessuno credo abbia mai messo in discussione che chiunque possa aprire una società quasi ovunque (e non solo nella UE), ma purché tale società non sia gestita direttamente da soggetto residente in Italia.
Il che è ovvio, perché se fosse diversamente, non resterebbe una sola società (ditta/sas/snc/srl/spa) in tutto il territorio Italiano, ovviamente tutti farebbero una LTD in Inghilterra (o in Spagna) dove le tasse sugli utili societari sono bassissime rispetto all'Italia, poi la gestirebbero dall'Italia, e magari venderebbero pure prevalentemente a soggetti Italiani e sarebbero tutti felici (eccetto le entrate fiscali Italiane che collasserebbero).Continuare a mettere in giro panzane quali l'idea di costituire un LTD e gestirla da qui per risparmiare su tasse e costi di costituzione, favorisce solo qualche commercialista che pur di intascarsi una parcella vi da consigli che anche solo con in buon senso si dovrebbe comprendere essere sciocchezze e ridicolaggini. L'Agenzia delle Entrate viene poi da voi, a battere cassa e non dal commercialista che vi ha dato il consiglio.
Vero anche che l'Agenzia dell'Entrate è sottodimensionata per andare dietro ad ogni soggetto che fa una società all'estero (magari con ricavi mignon), fare i furbi in Italia come si sa spesso paga, ma fare i furbi in questo caso specifico è difficile che possa pagare perché sarebbero i vostri concorrenti stessi con le società SRL ancora in Italia (che pagano molte più tasse di voi) a fare la segnalazione all'Agenzia dell'Entrate della vostra società anomala.
Ultima nota: diverso naturalmente il discorso se vi trasferite a vivere in UK veramente (prendendo la residenza vera là) e aprite da là la vostra LTD, vivendo là e gestendola da là. A quel punto nessuno potrà più dirvi nulla, i vantaggi sono enormi anche senza fare una LTD, pensate che in UK un solo-trader (che è l'equivalente da noi della ditta individuale), non ha obbligo di aprire P.IVA fino a 70000 sterline di ricavi.
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RE: vendita on line in drop shipping
@irene56 said:
penso e ripenso ma nn trovo il sistema contabilmente.
il cinese nn mi corrisponde nessuna provvigione.
Lui incassa da me e consegna al mio cliente che e' solitamente un privato.
Quindi, l'incasso io l'ho sicuro e posso registrarlo. (IVA ESCLUSA?????)
il problema e' la spesa che sostengo.
Come posso registrarli?
IreneIl Cinese se incassa da te dovrebbe rilasciarti una fattura o almeno una ricevuta.
Un foglio (o anche solo una mail che devi stampare e conservare) in cui è indicato almeno:- la data dell'acquisto tuo,
- la descrizione degli oggetti,
- il totale,
- il nome dell'azienda cinese e il suo indirizzo (magari anche i suoi dati fiscali magari),
- oltre al nome della tua azienda e il tuo indirizzo.
Nella contabilità tu dovrai tenere una copia di questa ricevuta e magari ti conviene tenere la copia del pagamento che hai fatto al Cinese (che sia ricevuta PayPal/Carta/Bonifico), così il costo che hai sostenuto diventa poco contestabile, cioè è dura che AdE possa dire che la ricevuta/fattura che ti ha fatto il Cinese è falsa, visto che hai pagato l'importo e c'è la contabile a provarlo.
Tutto qui!
Cmq ti convine andare da un commercialista, ce ne sono vari qui su GT che potrebbero aiutarti. Se apri un'azienda anche solo una ditta non puoi gestirti contabilità e dich. redditi da sola, diventi matta, perdi tempo che sarebbe meglio impiegare a vendere i prodotti e rischi di sbagliare.
Se non hai 3000 fatture un commercialista non dovrebbe chiedereti cifre esuberanti per gestirti contabilità e dich. redditi, sarà poi lui stesso a consigliarti incluso nel prezzo cosa puoi dedurre e cosa no.Qui su GT per esempio c'è l'utente "ClaudioL" (non posso mettere il link al suo profilo, perché non me lo fa mettere) è di Bologna potrebbe aiutarti. Non lo conosco di persona, ma è stato gentile e di aiuto con me qui su GT, e presto gli chiederò un preventivo. Cercalo nella sezione utenti e prova a mandargli un PM.
Altrimenti online ce ne sono molti che mettono anche già i prezzi, cerca su Google "contabilità ditta individuale" e non fermarti alla prima pagina. Solitamente a circa 600-800 euro / anno (all inclusive anche dichiarazione redditi).
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RE: vendita on line in drop shipping
Normalmente nel "drop shipping" il fornitore dovrebbe spedire al cliente finale, ma fatturare il costo a te visto che per altro sei tu a fare il pagamento.
Anche perché se tu paghi il prodotto 1 euro e lo rivendi a 200 euro ed il fornitore facesse la fattura da 1 euro intestata al tuo cliente e gliela spedisse credo che quest'ultimo non sarebbe molto contento di scoprire (ricevendo la fattura del tuo fornitore) che ha pagato 200 euro un prodotto che tu hai invece pagato solo due euro.
Quando è il fornitore a fare anche la fattura al cliente finale oltre che la spedizione non si parla più di "drop shipping", ma tu diventi semplicemente una specie di "agente di commercio / rappresentante".
In teoria il fornitore dovrebbe semplicemente riconoscerti una commissione a fine mese/anno per tutti gli ordini che ha spedito (e fatturato) al cliente finale grazie al tuo lavoro di intermediazione. -
RE: Studi di settore, rapporto medio tra costi e fatturato per essere ok?
@criceto said:
Appunto ... ma se non si fanno gli ammortamenti non si tiene conto dei beni ai fini degli studi ...
Non fare gli ammortamenti è un suicidio fiscale, mi sembar che di tasse ce ne siano a sufficenza, rinunciare acnhe agli ammortamenti non mi sembra che sia una buona idea. -
RE: Studi di settore, rapporto medio tra costi e fatturato per essere ok?
@trust said:
Quello che stima lo studio di settore sono i ricavi e non l'utile.
Grazie per la delucidazione.@trust said:
Il problema comune a tutti è che l'aumento dei costi di beni ammortizzabili e non, detto con una semplicità brutale, fa generalmente aumentare i ricavi stimati della maggior parte degli studi di settore.
Che è appunto quello che dico io, cioè è inutile che si vada a mettere a costo ulteriori beni/servizi se poi gli studi di settore non li fanno dedurre a meno di dover dichiarare fatturato più alto di quelo che in realtà è.Ecco il perché della mia domanda, se si sapesse in modo anche molto approssimativo che valore deve tenere circa il rapporto tra fatturato e costi per essere congrui con gli studi di settore, si potrebbe pianificare fiscalmente meglio eventuali acquisti entro fine anno.
Ma evidentemente non si sa. -
RE: Autovettura con adesivi pubblicitari, vantaggi fiscali?
@ClaudioL said:
Le spese auto hanno sempre la stessa deduzione sia con che senza adesivi pubblicitari .... circolare 50/E/2002.
Ti ringrazio, ho letto la circolare di cui parli sul sito dell'AdE ed effettivamente alla sezione 12 chiarisce proprio quest'aspetto.
@ClaudioL said:
@ziobudda - Sinceramente faccio il commercialista non lo psicologo
Capisco comunque lo ziobudda, tu fai il commercialista e non lo psicologo, ma evidentemente molti psicologi fanno i commercialisti come forse il mio (e quello di ziobudda) che mi ha ridotto a chiedere questa domanda sul forum perché quando l'ho chiesta a lui mi ha risposto che forse si può dedurre, ma che è meglio non farlo perché tanto quando AdE viene per accertamenti è lì x battere cassa e quindi anche se hai ragione ti chiedono soldi lo stesso.
È la prima volta che leggo (e sento) una risposta così precisa con tanto di citazione della circolare esatta. D'altra parte mi chiedo come faccia un commercialista a fare il lavoro del day by day ed al contempo tenersi aggiornato su tutto.
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RE: Studi di settore, rapporto medio tra costi e fatturato per essere ok?
Risposte molto generiche, ma forse mi sono spiegato male, la mi attività è già aperta da un pezzo, il fatturato varia parecchio da anno ad anno.
Ogni anno in dicembre guardo un po' come siamo messi, siccome piuttosto che pagare un mare di tasse all'Italiana preferisco comprarmi i mobili ufficio nuovi o altre spese deducibili (che almeno è roba che uso) non vorrei però comprare troppo e trovarmi che anche se sono in utile, i costi sono troppo elevati e come tale lo studio di settore richiede poi un adeguamento ovvero se ho capito bene: "o ti deduci meno, o ti aumenti il fatturato, in modo che alla fine paghi tasse in più".
In parole povere vorrei comprare da qui entro fine anno varie cose deducibili, ma non vorrei esagerare, trovandomi poi con un utile così misero da essere poi costretto ad adeguarmi. -
RE: Autovettura con adesivi pubblicitari, vantaggi fiscali?
Un silenzio inquietante...
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Studi di settore, rapporto medio tra costi e fatturato per essere ok?
Per ditte individuali artigiane (realizzazione siti web e similari) esiste una sorta di rapporto medio tra costi e fatturato per passare gli studi di settore senza doversi adeguare?
In pratica nella mia poca esperienza ho capito che se uno apre un attività e ha un fatturato troppo basso (dopo i primi 3 anni in cui non ci sono studi di settore) lo obbligano ad adeguarsi, ovvero: "o dichiari di più di quello che hai fatturato oppure riduci i costi che hai messo in deduzione".
Pur sapendo che questi studi di settore cambiano ogni anno, mi chiedo ma si può per esempio dire, in via molto generica (alla buona), che per esempio se i costi non superano una certa percentuale X del fatturato è improbabile che sia necessario un adeguamento? E Quanto vale X?
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RE: obblighi per eccomerce
Ma certo che puoi farlo, scusa pensala così:
*Un negozio/azienda vende fagioli.
Un giorno il negoziante chiama un imbianchino per rinfrescare il negozio (come può chiamare te per fargli il sito web).
Non è che perché il negoziante vende i fagioli l'imbianchino non può fare il lavoro di pittura perché deve mettersi anche lui in regola per poter vendere fagioli.*I 5000 euro anno per poter navigare con sola ritenuta d'acconto, invece non so se ci sono ancora o se gli hanno alzati/abbassati, un commercialista spero ci illuminerà a breve.
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RE: Posso spedire la fattura via email?
@Gianluca M said:
Quale dicitura minima obbligatoria devo inserire nelle fatture inviata via email? Formato fatture pdf.
Grazie
Non è prevista alcuna dicitura obbligatoria, nell'azienda dove lavoro scrivono questo nella mail per chiarezza con il cliente:*in allegato trasmettiamo nostra fattura...
La fattura allegata è in formato elettronico PDF, non verrà inviata alcuna
copia cartacea. Nel rispetto delle disposizioni di Legge, la fattura
allegata va stampata e conservata per tutti i necessari adempimenti di
Legge, come disposto dal DPR 633/72 (succ. modifiche) e dalla risoluzione
del Ministero delle Finanze PROT.450217 del 30 Luglio 1990.* -
Autovettura con adesivi pubblicitari, vantaggi fiscali?
Vedo sempre più autovetture con adesivi pubblicitari su tutti i lunotti e le fiancate riportanti solitamente l'indirizzo del sito web della società/ditta.
Mi chiedevo se, al di là del farsi pubblicità, vi fosse un vantagio fiscale, ad esmepio che l'auto a quel punto venga considerata anche come mezzo pubblicitario o altro e quindi goda in qualche modo di maggiori detrazioni/deduzioni, oppure che si possa detrarre un maggior ammortamento o si possano imputare maggiormente i costi di mantenimento dell'auto sempre rispettando gli studi di settore.
Insomma se ci sono vantaggi fiscali di qualunque genere.**Ho una ditta individuale con inquiadramento artigiani, da 5 anni.
Lavoro nel web, non sono in regime agevolato **(minimi, NIP, ecc.) e l'auto è instatata alla ditta tanto che 5 anni fa detraei l'IVA in toto. -
RE: SPF record per spedire mail da due IP diversi
Grazie proverò a usare ```
~allL'SPF in realtà l'ho aggiunto solo per ridurre il domain spoofing se no lasciavo stare pure quello visto che sembra solo creare più casini che altro. :x
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RE: SPF record per spedire mail da due IP diversi
Mi turba che tui mi dica che va bene, perchè allora non so più che fare.
Il record è lì da più di una settimana, quindi ormai credo si sia propagato. Anche perchè se quando spedisco messaggi ad indirizzi @tiscali mi arriva in risposta il messaggio di "SPF Failed - not authorized message" credo voglia dire che il provider Tiscali l'ha letto il record SPF, ma che ritiene il meccanismo in esso indicato non corretto.
Pure gli IP sono giusti.
Ma la scritta ```
mx:mail.undominio.it -
SPF record per spedire mail da due IP diversi
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Ho undominio.it sull'IP 1.1.1.1
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Spedisco/Ricevo posta usando Outlook connetendomi a mail.undominio.it
I miei DNS sono quindi i tipici
www . undominio.it >>> A >>> 1.1.1.1 undominio.it >>> A >>> 1.1.1.1 undominio.it >>> MX >>> mail.undominio.it mail.undominio.it >>> A >>> 1.1.1.1
Ma spedisco anche qualche mail (usando direttamente la funzione PHP mail) da un altro server che è su altrodominio.com e IP 2.2.2.2
Ho provato ad usare il Microsoft wizard e mi ha ceratop questo SPF:
v=spf1 a mx ip4:1.1.1.1 mx:mail.undominio.it ip4:2.2.2.2 -all
L'ho aggiunto al TXT record del DNS ovviamente
Ma quando spedisco mail verso indirizzi @tiscali.it dal server sull'IP 2.2.2.2 mi tornano indietro con il messaggio: SPF Failed - not authorized message
C'è qualcuno che mi può aiutare a sistemare sto benedetto SPF che non si capisce mai una mazza di come va fatto?!
Grazie 1000
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RE: Ditta individuale a Cosenza, ma titolare residente a Milano
@trust said:
La situazione prospettata rappresenta un caso limite, infatti non è "normale" che un soggetto residente a Milano abbia una attività sotto forma di ditta individuale a Cosenza.
Condivido, ma è abbastanza normale oggi con internet avere un commercialista fuori sede che è depositario anche delle scritture contabili.
Facciamo un ipotesi diversa: il titolare ha domicilio fiscale a Milano, la ditta ha sede legale a Milano, ma il depositario delle scritture contabili è commercialista di Cosenza che fa poi ovviamente anche la dichiarazione dei redditi.
L'Ag. Entrate decide di fare una verifica, da quanto ho capito parte quindi quella di Milano a chidere copia della contabilità.
Salta fuori un problema e scatta il contenzioso con commissione tributaria. Normalemente il commercialista va lui in commissione tributaria, ma come fa se è di Cosenza? Deve recarsi ogni volta a Milano?Chiedo questo perché trovo spesso interessanti le offerte contabili e dichiarative di alcuni commercialisti online, ma mi chiedo se abbia poi senso avere un commercialista fuori sede, perché appunto in caso questo debba poi dover andare in commissione tributaria, chiederà al titolare della ditta uno sproposito dovendosi ogni volta recare fuori sede.
Per esempio alcuni commercialisti a Milano per andare in commisisone tributaria a Milano chiedono 200 euro a botta, ma se da Cosenza devono recarsi a Milano come si affronta la cosa? -
Regole forum link promozionale nella propria firma è quindi concesso o no?
Cito dalle regole del forum:
In Utente "User" si dice: "L'Utente ha una firma di 1 riga che può ospitare 1 link a sito esterno..."
Poi però al punto 7. si dice che è esperessamente vietata l'Autopromzione nei post.
Mi è chiaro che c'ho significa non inserire link nel contenuto dei post (come utente User non credo potrei nemmeno inserirli),** ma non mi è chiaro se si possono inserire link promozionali nella propria firma** visto che è concesso un link esterno.
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Ditta individuale a Cosenza, ma titolare residente a Milano
Se un titolare con residenza fiscale a Milano, apre una ditta individuale per esempio con sede a Cosenza, e indica il commercialista di Cosenza come depositario delle scritture contabili.
In caso di verifica fiscale da parte di Ag. Entrate, parte dall'Ag. Entrate di Milano o da quella di Cosenza?
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RE: Regime dei minimi e sito di servizi in internet
La rispotsa giusta è: vai da un commercialista (cercalo online su Google non è necessario che sia nella tua città) o cerca un centro contabile (che sono a volte più economici dei commercialisti) e fatti seguire da lui, essendo nei minimi te la dovresti cavare con poco € 600 / anno al massimo all inclusive. Ti basta chiamarli e chiedere un preventivo dicendo che sei nei minimi.
Comunque, la rispota è ovviamente sì, ad ogni pagamento che ricevi devi emettere una fattura pari all'importo che hai ricevuto, poi devi attaccare sopra al folgio della fattura una marca da bollo da € 1,81 se l’importo della fattura è superiore a 77,47 euro.
Se vuoi mandare fatture in formato elettronico puoi assolvere la marca da bollo virtualemnte pagando l'Ag. delle Entrate.
Ma senza un commercialista o un centro contabile che ti faccia lui ste robe perdi una valanga di tempo a fare ca...te. Se poi sbagli le sanzioni non sono sempre commisurate agli importi in fattura.
Se la contabilità d'impresa fosse semplice non ci sarebbero i commercialisti. Questi a differenza di altre categorie (notai, politici, sindacalisti, ecc) non sono una Casta, ma un valido aiuto e comunque un assoluta necessità. La dimostrazione di questo mio teorema è nel fatto che mentre i notai all'estero non esistono i commercialisti sì anche in paesi con poche tasse e molti riguardi per le imprese come USA e UK, quindi significa che servono.