E' un po' di anni che studio le webletter americane, cioe' come dite voi i siti monopagina.
Secondo me, e' piu' corretto chiamarle webletter (almeno nelle versioni americane) perche' si tratta di trasposizioni sul web dello stile usato nelle lettere di direct marketing, in cui gli americani sono maestri mentre in Italia sappiamo appena cosa siano (continuo a vedere mailing contenenti "informarLa" et similia).
Al di la' del nome, voglio sottolineare questo punto. Sono strumenti testati e verificati da migliaia di marketer ed evidentemente funzionano.
Ci possono essere variazioni (lo stile e l'art direction di Marlon Sanders e' diverso da quello di Corey Rudl o di Yanik Silver), ma l'ossatura e' una grande lettera di direct marketing unita a qualche sporco trucco reso possibile da internet.
E considerando lo sviluppo dell'internet marketing negli USA, se altri tipi di monopagina/landing site funzionassero meglio, credo che sarebbero stati usati. Ma cosi' non e'.
Praticamente tutte le webletter americane sono su fondo bianco con caratteri neri (eventualmente rosso o blu nelle headline) piu' eventuali effetti evidenziatore in giallo. E anche lo stile di scrittura e' quello di una grande lettera di direct marketing. Nell'ultimo anno si sono aggiunti elementi multimedia (audio, testo), ma non cambiano la struttura dello strumento.
Non credo che il prospect italiano reagisca diversamente, rispetto a quello americano, a una webletter. Ormai direi che il livello medio dell'utente internet e' abbastanza unificato nei paesi piu' avanzati (eventualmente la penetrazione cambia).
Anzi, credo che - poiche' siamo meno abituati a ricevere direct marketing di qualita' nella nostra posta - il prospect italiano potrebbe addirittura rispondere meglio di quello americano a webletter scritte secondo le regole del buon direct marketing.
La mia esperienza e' di due webletter "american style" che convertono il 300% rispetto alla pagina web standard che vende lo stesso prodotto. E' un prodotto particolare, unico nel suo genere e anche piuttosto costoso (1200 euro), quindi la lettera e' lunga e articolata, come appunto una lettera di direct marketing e come le lunghe webletter dei maestri americani.
Gli ammerica' hanno tanti difetti, ma nel marketing e' meglio guardare cosa fanno e copiare, secondo me. Perche' li' gira tanto grano e tutto viene fatto con test e orientamento al profitto. E su internet marketing e direct marketing sono sempre una spanna avanti a tutti.
Emmedi