Prova a chiedere al CAF di inoltrare un 730 integrativo neutro senza sostituto di imposta, in questo modo li dovresti ricevere entro dicembre direttamente dall'amministrazione finanziaria.
Poi per il 2016 ti consiglio il 730 congiunto.
Prova a chiedere al CAF di inoltrare un 730 integrativo neutro senza sostituto di imposta, in questo modo li dovresti ricevere entro dicembre direttamente dall'amministrazione finanziaria.
Poi per il 2016 ti consiglio il 730 congiunto.
Nel modello CU del Committente cosa c'è scritto al punto 9?
Non c'è alcun problema, puoi inviare la dichiarazione nei tempi previsti.
La tua tesi è corretta, ma il mancato versamento dell'IRPEF non si verifica dal cud...
Come dicevo pocanzi, al 99,99% si tratta di non aver effettuato ritenute IRPEF (desumibile dal cud) e non di mancato versamento di ritenute certificate (assolutamente NON desumibile dal cud).
Mi gioco un caffè che il "non mi hanno versato l'irpef" è dovuto alla richiesta e alla conseguente applicazione delle detrazioni IRPEF...
Comunque appoggio in pieno quanto detto da criceto, aggiungo che per darti un parere certo al 100% dovresti fare una scansione del cud CANCELLANDO TUTTI I RIFERIMENTI DELL?AZIENDA E I TUOI PERSONALI e postarla, solo così sarà possibile fornirti adeguata risposta.
Copio incollo quanto avevo scritto in altro post:
Il fisco Italiano non penalizza (come si è portati erroneamente a credere) chi si trova in condizione di cambiare lavoro in corso di anno, quello che paghi a saldo è lo stesso che avresti pagato se avessi avuto 1 unico datore di lavoro, mi spiego meglio con un esempio:
I redditi e le ritenute sono inventati
Datore di lavoro unico:
Reddito 30.000€ - Imposte da pagare e pagate 5.000€ - Netto in tasca 25.000€
3 datori di lavoro:
Datore 1:
Reddito 15.000€ - Imposte pagate 2.000€ - Netto in tasca 13.000€
Datore 2:
Reddito 10.000€ - Imposte pagate 1.000€ - Netto in tasca 9.000€
Datore 3:
Reddito 5.000€ - Imposte pagate 500€ - Netto in tasca 4.500€
Che tutti insieme danno:
Reddito 30.000€ - Imposte pagate 3.500€ - Netto 26.500€
Per arrivare a pareggiare i conti con lo stato (così come fatto da parte dell'unico datore di lavoro) mancano 1.500€ che dovrai versare di tasca tua, alla fine il conteggio non cambierà di un centesimo rispetto a quanto pagato dal lavoratore con unico datore.
Rapida ricerca con Google:
http://www.comune.cremona.it/bd_ui-viewContent-id_info_form-269.phtml
cito dalle informazioni fornite da quel comune (ma potrei trovarne a decine di identiche):
(*) Si precisa che è un diritto reale di abitazione quello spettante:
O ancora tratto direttamente dall'Agenzia delle Entrate:
www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Strumenti/Modelli/ModulisticaAP/Modelli+di+dichiarazione/2005/730/Modello+730+italiano/Guida/Compila/5_3.htm
Si ricorda che tra gli altri diritti reali rientra, se effettivamente esercitato, il diritto di abitazione spettante, ad esempio, al coniuge superstite ai sensi dell’art. 540 del c.c. ed al coniuge separato, convenzionalmente (è esclusa la separazione di fatto) o per sentenza. Il diritto di abitazione si estende anche alle pertinenze della casa adibita ad abitazione principale.
@notmycupoftea said:
Ora, vorrei capire quanto mi rimane in tasca di quella misera somma.
Perdonami ma non si capisce un granché di ciò che chiedi...
A quale somma ti riferisci? Ai 10.000 o ai 9.200€?
Se stimo giusto, ca. 600 euro.
600€ rimanente su 10.000??????? Scherzi? Lo stato è affamato ma fino a questo punto non ci siamo ancora arrivati...
Quindi, in questa ipotesi, anche per I2 e I3 l'unico soggetto passivo è il coniuge B, mentre i figli sono esentati in quanto la loro quota è da intendersi come "nuda proprietà". Giusto?
Si.
L'unico dubbio è circa l'effetiva possibilità di considerare i due immobili come pertinenze, visto anche quanto precisato nella CIRCOLARE N. 3/DF: "In materia fiscale, attesa la indisponibilità del rapporto tributario, la prova dell?asservimento pertinenziale, che grava sul contribuente (quando, come nella specie, ne derivi una tassazione attenuata) deve essere valutata con maggior rigore rispetto alla prova richiesta nei rapporti di tipo privatistico. Se la scelta pertinenziale non è giustificata da reali esigenze (economiche estetiche, o di altro tipo), non può avere valenza tributaria, perché avrebbe l?unica funzione di attenuare il prelievo fiscale".
Sinceramente non vedo nessuna difficoltà soprattutto se immobile e pertinenze fanno parte dello stesso stabile/complesso, certo se uno dei garage è a 1Km da casa la vedo dura considerarlo pertinenza...
In pratica gli immobili in questione sono due magazzini di circa 60mq ciascuno, completamente indipendenti da I1, adibiti a deposito e garage ed utilizzati esclusivamente da B e C.
Se non fosse possibile assimilarli a pertinenze di I1 (quindi non gravati da diritto di abitazione) come dovrebbe dichiararli il figlio D ai fini IRPEF (730) e IMU?
IRPEF: codice 9 "altri utilizzi"
IMU: "seconda casa"
@mabino said:
Esatto
In ogni caso dovrei, per uno o entrambi,
Inoltre, anche in caso affermativo, avrei altri dubbi che non sono ancora riuscito a chiarire:
Non devi compilare alcun F24.
Non devi comunicare nulla oltre alla dichiarazione ICI.
Facciamo così... se posterai la domanda scritta in modo corretto e soprattutto spiegando cosa cerchi di fare o non fare, sarò ben felice di darti qualche informazione a riguardo, se invece continuerai diritto per la tua strada usando uno stile di linguaggio che viola palesemente le regole di questo forum (pur essendo già stato avvisato che questo stile non si confà a questo forum) e senza soffermarti a leggere attentamente le risposte che ti sono già state date, vorrà dire che - almeno con me - la discussione si sarà esaurita con quest'ultimo post.
Se posti una domanda (tralaltro ben lontana dall'essere chiara) in tarda serata di un prefestivo e ti aspetti la risposta nella mattinata del giorno festivo seguente direi che pretendi un filino troppo.
Evita lo stile SMS, di norma all'interno di questo forum non se ne gradisce molto l'utilizzo.
Hai la benchéminima idea di cosa stai parlando?
Un patronato non si costituisce così dal nulla, occorre rispettare una serie infinita di norme e peculiarità, un Patronato non ha "presidenti", ha solo dipendenti e operatori sociali sparsi su tutto il territorio italiano, ognuno di questi operatori di Patronato è censito/denunciato presso il Ministero del Lavoro.
Operazioni esenti IVA per l'acquisto di mobilio da parte di una associazione? In base a quale norma?
P.S. - Questa è la norma di base che stabilisce le regole che i Patronati devono rispettare:
Legge 152 del 30.3.2001 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27.4.2001
****Nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale.
Art. 1. Finalità e natura giuridica degli istituti di patronato
Forse perché devi metterli tra i redditi di lavoro dipendente e assimilati? :():
Nelle istruzioni è scritto tutto per filo e per segno.
La valutazione per il calcolo dell'acconto non va effettuata sul risultato della dichiarazione, ma sul confronto di un altro parametro chiaramente indicato nella "Circolare di liquidazione 730/2010".
Nel tuo caso ipotizzo che la risposta del CAF nonostante lasci trapelare una grossissima ignoranza di fondo (i nostri programmi servono solo a facilitarci la vita, non possiamo fidarci ciecamente di loro e rispondere in modo così poco professionale ad un cliente) sia corretta, ma per togliere ogni dubbio occorre che tu indichi gli importi risultanti nelle caselle "differenza" presenti nel Mod. 730/3. Dovresti trovare 3 caselle, una per te, una per il coniuge e una per la risultante.
Se hai conseguito solo questo reddito non hai alcun obbligo.
Se invece hai conseguito altri redditi hai l'obbligo della denuncia.
Hai compreso perfettamente la situazione.
Le detrazioni non sono l'unico ago della bilancia, ma certamente influiscono. L'altro "problema" è che ogni datore di lavoro ti calcola le imposte (l'aliquota) facendo riferimento solo al proprio reddito, senza considerare quanto già percepito in precedenza.
È impossibile omettere un reddito per cui è stato emesso un cud e sperare di farla franca.
E in ogni caso... il gioco non vale la candela perché? Il fisco Italiano non penalizza (come si è portati erroneamente a credere) chi si trova in condizione di cambiare lavoro in corso di anno, quello che paghi a saldo è lo stesso che avresti pagato se avessi avuto 1 unico datore di lavoro, mi spiego meglio con un esempio:
I redditi e le ritenute sono inventati
Datore di lavoro unico:
Reddito 30.000€ - Imposte da pagare e pagate 5.000€ - Netto in tasca 25.000€
3 datori di lavoro:
Datore 1:
Reddito 15.000€ - Imposte pagate 2.000€ - Netto in tasca 13.000€
Datore 2:
Reddito 10.000€ - Imposte pagate 1.000€ - Netto in tasca 9.000€
Datore 3:
Reddito 5.000€ - Imposte pagate 500€ - Netto in tasca 4.500€
Che tutti insieme danno:
Reddito 30.000€ - Imposte pagate 3.500€ - Netto 26.500€
Per arrivare a pareggiare i conti con lo stato (così come fatto da parte dell'unico datore di lavoro) mancano 1.500€ che dovrai versare di tasca tua, alla fine il conteggio non cambierà di un centesimo rispetto a quanto pagato dal lavoratore con unico datore.
Se nel mese di luglio l'inps ti verserà ancora l'indennità di disoccupazione è possibile indicarlo come sostituto d'imposta.