Riparto da quanto già spiegato precedentemente:
sito-vetrina con pagine/schede descrittive dell’alloggio (Residence, villaggio, b&b, case private, ville, ecc.). Il visitatore che volesse locare l’alloggio di cui ha visto sul sito la descrizione, le foto, i prezzi, le condizioni, puo’ inviare una mail di prenotazione o richiedere maggiori info.
Il pagamento della locazione verrebbe fatto a me con bonifico o vaglia postale. I denari inviati dal cliente, detratti del mio compenso verrebbero girati, sempre tramite bonifico o vaglia postale, alla struttura ricettiva. Il cliente riceve da me un estratto conto e un voucher da presentare al ricevimento quando arriva.
Il mio compenso è chiaramente frutto degli accordi presi con le strutture.
Io credo che si configuri in un servizio offerto ai proprietari perché mi pagherebbero loro e non i clienti. Per capirci, il prezzo che il cliente paga a me è lo stesso – se non inferiore – a quanto pagherebbe prenotando direttamente.
In definitiva sarebbe un sito che offre servizi on-line di informazione e prenotazione turistico ricettiva c/terzi.
La situazione è ingarbugliata perché, a sentire gli esperti interpellati, si accavallano diversi settori che richiedono licenze, titoli e autorizzazioni varie.
Tu mi parli di procacciatore d’affari, ma che io sappia non può girare denari ma limitarsi a far incontrare la domanda con l’offerta.
Eppure in giro su internet trovo siti sul turismo che sono iscritti nei modi più disparati, da procacciatori d’affari servizi turistici; servizi elaborazione e registrazione elettroniche di dati c/terzi (siti internet); servizi alle imprese; altri servizi legati all’informatica e chi più ne ha più ne metta.
A volte penso che sia io a crearmi un falso problema…
Cercando di spiegare, forse ho ingarbugliato ancora di più.
Aspetto con ansia qualsiasi info/aiuto in merito.
Grazie.