La questione redditi da lavoro autonomo nasce in riferimento ai pagamenti pay per sale, pay per action e pay per click e non per aver ospitato semplicemente della pubblicità. Sono d'accordo con quanto dici nel momento in cui vengo pagato per ospitare della pubblicità in cui sono pagato per il semplice fatto di ospitare un banner sul mio sito, non per richiedere delle azioni. La Barilla non paga la Rai se e solo se qualcuno va a comprare, la Rai stipula un contratto in cui trasmette la pubblicità della Barilla sulle sue reti e lascia il problema del comprare o non comprare a rischio della Barilla stessa. Allo stesso modo le pubblicità in pay per impression si possono riguardare come delle vere pubblicità, ma tutte le altre vengono sempre classificate come una sorta di procacciatore d'affari occasionali (la differenza non è da poco).
Per le pubblicità pay per impression poi è da aggiungere un'altra osservazione: come la mettiamo con le pop under? Queste non stanno nemmeno sul mio sito, vengono aperte in una pagina dell'azienda che fa le pubblicità, sul mio sito si trova solo il codice (cioè la chiave) per aprire la pubblicità. Quindi espongo la pubblicità senza esporla?
Quando si vuol far pagare qualcuno si hanno due metodi: uno, che ritengo corretto, è quello di analizzare il problema per bene e decidere; un altro è quello di prenderlo a pugni e se si è più forti si prende il denaro che l'altro tiene in tasca.
Cosa voglio dire? Voglio dire che se il fisco ci vuol far pagare, sicuramente ha gli strumenti per farlo (anche se no ci compete pagare nel senso di essere impresa), un altro è quello di istituire una commissione di esperti per analizzare il problema e sanare le mille incongruenze.
Ritengo poi che si cerchi di riattivare questa discussione per ovvi motivi, pertanto non inserirò più messaggi se no ci saranno delle vere novità.
Saluti.
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RE: Chi dichiara e chi no (anche per Adsense)
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RE: Cerco commercialista online
Certo, il fatto è che ho contatto più di qualche commercialista, ma alla fine il prezzo è il doppio, in genere, di quanto si paga dalle mie parti.
Online speravo di trovare qualche sconto, ma al momento niente.
Comunque la cosa fondamentale è capire se stampando solo su richiesta, come oggi fanno tutti i piccoli editori, si può evitare il relativo studio di settore.
Saluti -
RE: Cerco commercialista online
Anch'io cerco un commercialista bravo ed economico per la mia attività di editore (libri, cartoline, ecc. e siti internet).
Tutto è prodotto da me medesimo, ossia sono l'autore e anche l'editore.
Molte cose me le gestisco da me ma qualche guida nei meandri delle Leggi e delle applicazioni mi è utile.
Grazie -
RE: Adsense, Alternativa senza obbligo di avere o.iva. Esiste?
Forse non mi spiego al 100%. Quello che ho indicato permette, se ho bene interpretato, di avere adsense tranquillamente fino a 4500 annui, purchè si abbia anche un altro reddito assimilato a quello di lavoro dipendente che frutti non più di 299 euro l'anno.
Cumulando non si arriva a 4800 e il reddito complessivo contiene almeno un reddito assimilato a quello di lavoro dipendente.
Ad esempio, se si fa il revisore di conti presso un'associazione culturale, si può rientrare. Se un amico ti fa una ricevuta per lavoro occasionale con ritenuta d'acconto si può rientrare ecc. ecc.
Poi per la partita Iva... bisogna vedere perchè la gestione del sito, ed è questo che faccio, non genera in automatico un'impresa (come da tanti parti è stato dichiarato).
Un blog aggiornato una volta al mese non è un'impresa, un sito gestito per far conoscere se stessi o i propri libri non è un'impresa...e vi sono tante altre possibilità.
Quindi io suggerisco di andarci cauti a dichiarare che ci vuole sempre e comunque la partita iva. Quello che è certo è che si devono dichiare i guadagni, a meno non si ricada in una delle cose suddette. E si possono dichiarare anche come redditi diversi, come alcuni commercialisti anche in rete suggeriscono. -
RE: Adsense, Alternativa senza obbligo di avere o.iva. Esiste?
Comunque quanto da me segnalato è scritto in tutte le guide alla dichiarazione dei redditi, io l'ho avuta da Altroconsuno a cui sono abbonato.
Mi sembra di interpretare correttamente, perchè si parla di redditi complesivi con uno di essi assimilati a quello di lavoro dipendente.
Naturalmente chi non ricade in questi casi deve dichiarare. Sulla questione della partita iva e dell'essere o non essere impresa la questione è ancora aperta: vi sono situazioni in cui si è impresa e dunque si segue quanto previsto e situazioni in cui non si è impresa, ma procacciatori d'affari occasionali o altro da definire.
La discriminante non è il semplice guadagno con Adsense, non può esserlo come è stato definito dalla risposta dell'Agenzia delle Entrate in un interpello che è stato linkato anche in questo forum, ma che pare si dimentichi troppo spesso. -
RE: Adsense, Alternativa senza obbligo di avere o.iva. Esiste?
Sulla questione da me segnalata, voglio dire che puoi ben avere un guadagno da adsense di 4000 euro e poi un altro reddito del tipo suddetto e non devi nemmeno dichiarare.
Magari sei un revisore in un'associazione e prendi un gettone di 200 euro l'anno e dunque cumuli e stai tranquillo. Ma non è solo questo il caso, se si vede quanti e quali sono i redditi assimilati a lavoro dipendente si avranno un bel po' di possibilità. Insomma basta che il tuo reddito sia inferiore a 4800 e però includa un reddito (tra i redditi) del tipo suddetto. -
RE: Adsense, Alternativa senza obbligo di avere o.iva. Esiste?
Hai ragione. Io ho tre amici commercialisti con studio professionale e con la gestione di molte aziende e sul questo argomento cadono dalle nuvole e anzi farfugliano, o non sanno cosa dire.
Però piano piano sta matassa si deve spiegare! -
RE: Adsense, Alternativa senza obbligo di avere o.iva. Esiste?
Vi sono casi ove addirittura puoi non dichiarare, come quelli che ricadono nella seguente indicazione del fisco italiano:
Dalla guida di Altroconsumo per la dichiarazione dei redditi leggo:
" La dichiarazione non s'ha da fare...[ seguono una serie di punti, quello che può interessare è ]... un reddito complessivo inferiore a 4800 euro che includa uno dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro: per esempio i compensi per collaborazioni occasionali pagati con ritenuta d'acconto"
E i casi sono tanti. Non dare niente di scontato ma valuta con più commercialisti, magari vedrai che ora diranno A e ora B e questo la dice lunga sulla questione. E' evidentemente che ogni esperto cerca anche un cliente e dunque tra il dirti non devi pagare niente e perdere il cliente ti dirà sempre devi essere azienda. Io ne ho consultati molti: la stragrande maggioranza non si sa di cosa si parla, buttano fuori sperando di azzeccare e non riescono a spiegare cosa ti dicono.
E' ovvio che dalla loro parte ci sta il fatto che bisogna pagare le tasse e questo è quasi scontato ma per il resto è tutto da inquadrare. Qui sono state fatte delle belle discussioni e devo dire che i commercialisti che hanno affrontato la questione sono stati seri e competenti, con un argomento veramente spinoso, anche se siamo giunti a conclusioni diverse. -
RE: Adsense e dichiarazione
Se vediamo cosa si intende per lavoro assimilato (ricercare in rete perchè questo forum non permette di mettere molti link utili per gli utenti) a quello di dipendente ne scaturiscono una serie di interessanti possibilità.
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Adsense e dichiarazione
A proposito di adsense e della dichiarazione dei redditi. Vorrei il vostro parere su quanto segue.
Dalla guida di Altroconsumo per la dichiarazione dei redditi leggo:
" La dichiarazione non s'ha da fare...[ seguono una serie di punti, quello che può interessare è ]... un reddito complessivo inferiore a 4800 euro che includa uno dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro: per esempio i compensi per collaborazioni occasionali pagati con ritenuta d'acconto"Mi chiedo: chi guadagna 4500 euro l'anno suddivisi in 4000 provenienti da adsense e 500 provenienti da una collaborazione occasionale pagata con ritenuta d'acconto è dunque esonerato?
Se no, perchè? -
RE: Link verso casinò online
E' vero non mi interessavo tanto di queste cose in quel periodo.
Però leggendo proprio l'articolo che hai linkato si vede che è scritto:
"Ad un'altra novantina, invece, è stata imposta la rimozione di banner, pop-up e link che pubblicizzano case da gioco illegali online."
Da notare, a mio avviso, la dicitura "pubblicizzano case da gioco" che è molto differente dal linkare un sito informativo sul gioco in generale.
Per me un sito da gioco è un sito ove avviene la registrazione e poi il gioco, non un sito che mi racconta quante probabilità si hanno nel gioco del poker per fare una scala reale. Tanto è che su un sito informativo non puoi giocare.
I siti di cui vorrei inserire il link non sono nella lista di siti inibiti pubblicata su AAMS.
Concordo poi sul fatto che se ci si ritrova anche involontariamente, e magari senza colpe, in un'inchiesta non è proprio un'esperienza bella. -
RE: Link verso casinò online
Per carità, non è che voglia mettermi a far questioni qui nel forum. Però mi pare che in quel che dice ci sia una palese contraddizione. Ora sarà pur vero che a Catania qualcuno vuol far applicare la Legge, ma forse le cose non stanno proprio così, oppure bisogna pensare che veramente qui chi prima si alza inventa una legge.
Se vai su libero.it e scrivi poker online, non solo appariranno numerosi link a siti che non mi pare siano "sponsorizzati" da AAMS, inoltre appaiono anche banner pubblicitari. Tanto è che appare anche uno di questi siti che mi ha chiesto di inserire la pubblicità con il link.
Allora la questione qual è realmente? Sono i webmaster che la raccontano? Veramente esistono Procure che non sanno di applicare leggi inesistenti? ECc. ECC. -
RE: Link verso casinò online
Io mi sto riferendo a siti a carattere informativo e non di gioco vero e proprio, e che però potrebbero avere link verso altri siti di gioco o siti dai quali poi si scarica un programma per giocare.
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RE: Link verso casinò online
In base a quale legge? Perchè libero non è oscurato'
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RE: Interpello Adsense
Propongo due idee per gestire Adsense.
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Si costruisce un sito accessibile solo dalla homepage, ogni pagina deve essere protetta e rimandare alla homepage, previa iscrizione come socio del sito che si occupa prevalntemente di far conoscere le bellezze naturali, ad esempio, di una dato posto. Il sito è accessibile gratis, l'iscrizione come socio non ha costi, ma si accetta solo di ricevere una email informativa sulle attività online del sito ogni mese.
In tal modo, io credo che l'inserimento di banner (Adsense), non troppi e solo al massimo due o tre per pagina, non risulti né commerciale né sottoposta ad attività d'impresa. -
Chi ha un sito con banner adsense ma ricavi non tanto alti da giustificare l'attività d'impresa, può anche rivolgersi a qualche "amico" con attività d'impresa e fittargli il sito e richiedendo di ricevere un compenso occasionale per la gestione del sito due o tre volte l'anno.
In tal modo i proventi Adsense, sono del vostro amico, ma vi viene pagato il canone di locazione (contratto annuale rinnovabile di volta in volta) del sito e i compensi per gli aggiornamenti occasionali.
I vostri guadagnati saranno dichiarati regolarmente e il vostro amico potrà portarsi in deduzione il canone di locazione e i compensi che vi dà.
Io credo che le idee siano buone, tocca poi ai commercialisti darà il ritocco finale: scelta della giusta attività dell'amico in relazione al sito, ecc.
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RE: Link verso casinò online
Ho fatto una ricerca sul web ed ho visto che molti motori di ricerca (.it) hanno link verso casini.
Quindi se loro si possono pubblicare, alcuni hanno proprio dei banner, penso che anche noi piccoli webmaster li possiamo pubblicare. -
RE: Link verso casinò online
Però chi usa Adsense si ritrova con link verso questi siti sulla propria pagina senza nemmeno volerlo.
Mi sembra un po' strano essere dichiarato favoreggiatore per il semplice fatto di mettere un link ad un sito che poi a sua volta sponsorizza un vero casino. -
RE: Pubblicità su sito web >> (deontologia professionale)
Sono per un libero mercato e per le libere professioni, per i liberi musicisti e per i liberi commercianti...ecc.
Non posso accettare che altri nati prima di me indichino come gestire la mia attività, non posso accettare che altri nati prima di me limitino la mia fantasia e la mia forza lavorativa nello svolgere una professione o nel gestire un'impresa.
Si deve accettare solo la Legge, nessun ordine può venire emanato da un Ordine; nessuna regola può essere imposta ad un commerciante perchè 100 prima di lui l'hanno dettata e accettata. Al massimo può essere proposta, valutata ed eventualmente accettata.
Solo la Legge deve essere seguita.
Il cliente finale di ogni attività o professione ne avrà del bene dal mercato, a patto che il mercato stesso non diventi un mercato in cui aziende o professionisti si coalizzino per mantenere e aumentare i prezzi dei servizi o dei prodotti offerti.Contro questi oligopoli agisce, e deve agire, la Legge.
La qualità dei servizi non calerà, anzi si avrà più qualità ad un prezzo inferiore; il professionista ha due parametri su cui lavorare per fare clienti: migliorare la qualità del servizio, oppure offrirlo ad prezzo inferiore.
Lo stato attuale delle cose invece tende a mantere quell'aurea mediocrità, fatta eccezione per pochi grandi professionisti. La mediocrità è certa e il compenso è alto; nessuno si migliora (o meglio pochi si migliorano), fioriscono i conti dei professionisti della domenica. Il cliente non ottiene che servizi di qualità mediocre.
Un esempio: se in un paese di 1000 abitanti vi fosse un solo avvocato, potrebbe tranquillamente andare avanti nella sua mediocrità (se fosse un mediocre avvocato!) confidando che mai nessuno arriverà a mettere in discussioni i guadagni giornalieri. Ma se vi fosse la possibilità di aprire uno studio legale ogni anno, allora dovrebbe cominciare a "preoccuparsi". Cosa dovrebbe fare per mantenersi i clienti? Offrire più qualità, cioè dovrebbe informarsi, migliorarsi, informatizzare l'ufficio... e in ultimo abbassare i compensi.
Questo non un esempio balzano, questo è quello che accade nelle professioni, nel commercio e in tante attività ove l'ingresso dei giovani è in qualche modo limitato da "strategie" a dir poco raccapriccianti.
Se poi vi fossero professionisti caproni o addirittura imbroglioni toccherebbe alla Legge farne piazza pulita.
Insomma una liberalizzazione totale non può che far bene, ma la verità è che in Italia quasi nessuno vuole mettersi in discussione e tutti ricercano e generano quei "giri" di stabilità per quelli già "esistenti". -
RE: Link verso casinò online
Si può mettere un link verso un sito che ospita solo materiale informativo riguardanti i giochi d'azzardo?
Il sito in questione descrive ad esempio le possibilità di vincita nel poker e magari mette anche qualche banner che fa scaricare o riconduce ad un sito ove si può giocare.
Insomma la catena è lunga, link su link si arriverà sempre ad un sito di gioco. Cosa succede in tal caso? -
RE: Diritti autore ed e-books. Un quesito particolare
Il caso che prospetti è giuridicamente complesso e si compone di due elementi: diritto d'autore ed e-commerce diretto.
I due possono essere utilmente combinati fra loro per ottenere dei vantaggi di natura economica e fiscale.Sarei molto interessato a saperne di più. Sia per quanto riguarda la vendita diretta, sia diventando editore con vendita in formato cartaceo o ebook.