Buongiorno,
la domanda che vorrei è porre è questa: nel caso si firmi un compromesso in cui c'è scritto che il rogito deve avvenire entro e non oltre una certa data, se a causa del venditore il tutto venga rinviato di parecchie settimane, si ha diritto ad un risarcimento? Oppure ci sono le premesse per rinunciare riavendo indietro i soldi della caparra?
Sarò più preciso, all'atto del compromesso sono stati dati 15.000 euro di caparra con assegno.
Il rogito doveva avvenire entro e non oltre il 16 Settembre. Inoltre sul compromesso c'è scritto che il venditore dichiara di portare al rogito un bene su cui non grava nessun tipo di ipoteca.
Ebbene, il notaio per fare la perizia preliminare ha scoperto che sulla casa c'erano due ipoteche.
Si tratta di multe non pagate alla Esatri.Il venditore è stato avvisato ed ha regolarmente saldato il debito, molto alto tra l'altro.
Il fatto è che a causa di questo incoveniente, e quindi a causa sua, il tutto è slittato di parecchie settimane.
Non sono un legale però mi chiedo: non è stata rispettata una data per colpa del venditore.
Il venditore ha firmato un compromesso in cui dichiarava che la casa non era ipotecata, così non è stato.
Il ritardo lo considero un danno nei miei confronti per una serie di motivi, il venditore ha in tasca i miei soldi che erano "finalizzati" ad un atto che si doveva compiere il 16 Settembre.
Non parliamo poi dei lavori, la casa è totalmente da ristrutturare. Il venditore giustamente non mi ha dato le chiavi prima del rogito, ora sarò costretto a fare tutti i lavori molto più tardi con un clima che si presta meno ad un certo tipo di interventi, ad esempio l'imbiancatura.
In conclusione, posso recedere riavendo indietro tutti i miei soldi? Oppure posso addirittura avere per legge un risarcimento dal venditore?
Grazie
Cordiali saluti
Gianni