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Non e' costoso aprire una società SRL in Italia !
Bensi è costoso o impossibile detenere una società se non si è in grado di realizzare profitto !
Il problema resta il solito...l'imprenditore che non e' in grado di creare plusvalenze deve avere il coraggio di tagliare le perdite. Come ? Chiudendo l'impresa prima di trovarsi in situazioni finanziare disastrose.
Per chi inizia la cosa e' piu' semplice, vi sono possibilità interessanti e completamente legali per partire "in vantaggio" rispetto ad altre imprese, ma deve essere chiaro che dopo tre anni non si puo fatturare 8.000 euro e lamentarsi che si pagano troppe tasse !
Un onesto commercialista o consulente puo' valutare con voi le reali possibilità di avviamento anche con investimento "0", ma l'imprenditore deve assolutamente centrare il core business e crescere velocemente.
Non credete ai luoghi comuni : LTD, off shore,compro prima e pago dopo,non ti costa nulla,la concorrenza e' sleale,tizio lavora in nero, si pagano troppe tasse ecc.Se siete in grado di macinare utili riuscirete sicuramente,e non dimenticate che il problema non sono le tasse semmai le imposte che peraltro su redditti minimi incidono molto poco.
Parliamo di un individuo singolo....
Quando pensate a lavorare in proprio fatevi queste semplici domande : chi o che cosa acquisterà il mio servizio o prodotto ? Quanto pagheranno ? Per quante volte ? Quanti saranno i miei clienti ?
Se a distanza di due o tre anni, la differenza tra i vostri costi e i ricavi non sarà almeno 25.000 euro... significa che il vostro e' un business da chiudere, nessun angelo nemmeno all'estero potrà aiutarvi perche il progetto e' fallito.
Si, e' vero siete liberi di guadagnare meno ! Ma l'ultima cosa che vi auguro e di fare l'imprenditore sfigato. Perche? Perche distrugge le relazioni sociali e la vostra salute ! Allora, dopo tutto questa pappardella che serve solo come spunto di meditazione consiglio semplicemente a neo imprenditori di partire bene oppure attendere !
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Buongiorno,
purtroppo la discussione è un po' datata, non so se la leggerete.
ho aperto una società inglese, poi prima di fare qualsiasi operazione ho costituito una stabile organizzazione in italia.
100% soci italiani, 100% attività in Italia.
La so italiana sta effettuando tutte le registrazioni contabili/iva ect tipiche di una società residente.
A fine anno, in italia dichiarerò il dividendo senza alcun problema.
Rispetto ad una srl di diritto italiano, non andremo a risparmiare e quindi ad evadere 1 centesimo.
in questo caso l'esterovestizione è stata solo ai fini pubblicistici, perchè vogliamo far vedere la società ai clienti come grande.
ma in realtà l'amministrazione italiana non riceverà 1 centesimo meno di una srl italiana.
Assolti gli obblighi fiscali (che rispetto in pieno), non siamo in UE, con la conseguente liberà libertà di insediamento?
oppure, sig. moderatore, crede che anche questo mio pensiero possa essere eccepito e sanzionato?
grazie,
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@Batcon said:
ma in realtà l'amministrazione italiana non riceverà 1 centesimo meno di una srl italiana.
Eccetto forse per i costi di costituzione, praticamente irrisori in UK
Per inps e compagnia bella? gli amministratori sono residenti dove?@Batcon said:
Assolti gli obblighi fiscali (che rispetto in pieno), non siamo in UE, con la conseguente liberà libertà di insediamento?
oppure, sig. moderatore, crede che anche questo mio pensiero possa essere eccepito e sanzionato?
grazie,
io non lo sanziono, anzi lo approvo in pieno
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la ringrazio per la celere risposta! appunto, solo per i costi di costituzione (cmq a fine anno avrò anche il costo del contabile che depositerà il bilancio in uk, ovvero copia del bilancio italiano).
l'amministratore è residente in italia (io appunto) per questo dichiarerò il dividendo della uk in unico in ita.
Anche irap: pago senza pensarci due volte, non voglio rogne.
Il giorno è stato creato solo per dare un nome internazionale alla società.
Io credo lo schema funzioni, ma ho già fatto un draft di ricorso.
le auguro buon weekend,
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ho scritto "il giorno", ma volevo dire: il gioco
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Vorrei aggiungere un commento. Io vivo in Germania e qui le Ltd companies britanniche sono viste in modo molto più aperto.
E' più che normale che un commercialista tedesco suggerisca alle startup di non aprire una GmbH tedesca (l'equivalente della Srl italiana) bensì una più economica Ltd company britannica e registrarla in Germania.
Mi risulta che in Germania siano state registrate oltre 20mila Ltd companies britanniche da parte di piccoli imprenditori e questo numero sia in rapido aumento.
Un consulente locale mi ha detto che le autorità tedesche non osteggiano in alcun modo questo processo (anche perché c'è una sentenza comunitaria che vieta agli stati membri qualunque forma di discrimazione). L'Unione Europea promuove infatti il diritto dei cittadini ad aprirsi un business dove vuole - nello stato dell'unione che offre le migliori condizioni - fermo restando l'obbligo di dichiarare i guadagni nel paese di residenza.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con l'evasione fiscale (anche perché in Germania chi non paga le tasse rischia la galera per davvero) ma solo con il risparmio sulle spese di costituzione e di gestione.
Mike
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Ciao Mike, sono d'accordo con te. Infatti l'unione europea promuove questo processo. Che è, se vogliamo ben vedere, semplicemente un incentivo alla concorrenza e all'efficienza del mercato.
Costituire una società in italia è costoso (si parla di qualche migliaio di euro solo per spese notarili). Costituire una società in uk è economico: si parla di qualche centinaio di sterline.
In un sistema concorrenziale, dato che il "prodotto" è il medesimo, il prezzo dovrebbe livellarsi verso il basso altrimenti i consumatori compreranno in Uk invece che in Italia il "prodotto" società.
Evidentemente in germania questa semplice legge di mercato è stata recepita. E migliaia di piccoli imprenditori hanno aperto società in UK.
In italia siamo sempre un po' indietro. E forse questa legge di mercato sarà capita a pieno tra 5-10 anni
Questo al netto di ogni risparmio fiscale, una società è semplicemente un "prodotto" che ti permette di svolgere una attività. E' logico che chi è informato acquisti questo prodotto dove costa meno
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Salve a tutti, continua a sfuggirmi l'inquadramento razionale del caso misto di societa' costituita in UK da residenti italiani (residenti stabilmente in Italia) che svolga il proprio business totalmente all'estero (cioe' per clienti esteri, es. vendendo servizi informatici).
La normativa vigente rende il tutto un reato di esterovestizione o meno a seconda di dove vengano prese le decisioni gestionali (gli altri requisiti sarebbero ok).
Se il socio e' unico, immagino sia difficile sostenere che faccia un viaggio a Londra di tanto i tanto per gestire la societa', pero' ... magari e' corretto.
Se i soci sono due, e' piu' sostenibile, e meglio ancora se vi sono soci non residenti.Pero' l'intero argomento e' alquanto scivoloso.
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Scusami Tom, ma non condivido.
L'esterovestizione è un aspetto fiscale.
Non è vietato costituire società all'estero, ma le tasse si pagano dove il reddito si produce.
io ho una ltd inglese, sono italiano residente in italia.
Quindi devo pagare le tasse in Italia (appunto la ho registrata in Italia).
Alla fine ho risparmiato solo l'avvio (notaio, capitale sociale).
E' diverso che usa in Italia la società inglese incassando all'estero e non dichiarando in Italia.
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Tuttavia se la LTD opera esclusivamente con clienti esteri, ed e' registrata in UK, direi che il reddito e' prodotto all'estero.
Quindi sembrerebbe logico che la societa' paghi le tasse sugli utili societari in UK (sarebbe IRES in Italia).
Poi i soci residenti in Italia pagheranno in Italia l'IRPEF sugli utili percepiti, dichiarando una partecipazione in societa' estera. Si tratta di due tassazioni differenti.Invece se il fisco dimostra che il titolare (o i soci), in quanto residenti in Italia, prendono in Italia le decisioni gestionali, allora si configura un reato di esterovestizione, anche se la localizzazione del business societario e' all'estero.
In sostanza il fisco vuole anche l'equivalente dell'IRES (se fosse una SRL), non si accontenta di tassare l'utile dichiarato dai soci qualificati.
E' qui che sta l'anomalia italiana.
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@tom said:
In sostanza il fisco vuole anche l'equivalente dell'IRES (se fosse una SRL), non si accontenta di tassare l'utile dichiarato dai soci qualificati.
E' qui che sta l'anomalia italiana.Beh, diciamo che come spesso accade forse qualcuno in passato ha esagerato con queste società "scatole vuote" ed il fisco italiano ha tirato le corde.
Se compri delle azioni della Jaguar e ne divieni comproprietario e partecipante agli utili nessuno ti accuserà mai di esterovestizione, mentre se possiedi la maggioranza di una ltd dislocata fuori del territorio e non ci sono apparenti motivi per cui la tua ltd abbia sede all'estero, tu ne sei l'amministratore e continui a risiedere in italia , insomma... devi ammettere che la cosa puzza.
Non mi venire a dire che si costituisce una ltd in uk perchè è più "comoda"Poi va da se che la cosa migliore sarebbe unificare la tassazione e colmare l'abisso che adesso esiste tra quella italiana e quella uk (o irlandese, o francese, etc). Ma questo è tutto un'altro discorso.
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@Tomcat said:
...mentre se possiedi la maggioranza di una ltd dislocata fuori del territorio e non ci sono apparenti motivi per cui la tua ltd abbia sede all'estero, tu ne sei l'amministratore e continui a risiedere in italia , insomma... devi ammettere che la cosa puzza.
Se - come detto sopra - i motivi sono un business completamente localizzato all'estero, non direi che la cosa puzzi, o e' quantomeno questionabile.
Alla fine l'unico motivo di attrazione e' la residenza del socio/amministratore, ma basta questo per l'accusa di esterovestizione (per la legge basta un solo motivo dei tre possibili).
Ad es. i miei clienti sono svizzeri, viaggio spesso per gestirli, ma in quanto residente italiano questo non basta al fisco italiano per giustificare una LTD in UK o una domiciliata svizzera.
Mentre sarebbe normale per il resto d'Europa.
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Un mio amico vive a Londra e vorremmo aprire una Ltd
Lui tiene i contatti e compra la merce, io qui in Italia la rivendo e cerco clienti.
Suppongo che non ci siano problemi di esterovestizione.
Io che devo fare per mettermi in regola?
grazie
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Gentili Amici,
ho letto oggi alcuni dei "post" inviati; credo che, oltre ad alcune verità, siano state scritte diverse inesattezze e falsità.
I vantaggi di costituire una Private Limited Company o Ltd a Londra si possono così riassumere:- aspetti societari: non serve il notaio per la costituzione ed il trasferimento di quote di Ltd; il capitale versato puà essere anche di una Sterlina su 1.000 Sterline di capitale nominale minino;
- aspetti fiscali; l'aliquota fiscale applicata sui redditi d'impresa è del 21% fino a 300.000 Sterline di utile;
3)** aspetti amministrativi**; non esitono studi di settore, coefficienti di congruità, ritenute d'acconto per professionisti, acconti d'imposta ed una gestione così articoltata e massiccia di registri fiscali e libri sociali; - gestione e costo del personale: la gestione è molto facile ed il personale viene pagato con cadenza settimanale; i cedolini paga sono molto semplici e non così articolati come in Italia;
- Imposta sul Valore Aggiunto (IVA); l'aliquota ordinaria è del 17,5%;
- responsabilità limitata della Ltd: tale principio è uno dei cardini del sistema societario inglese, a differenza di quanto sta accadendo sempre più spesso in Italia anche per Srl;
- pianificazione fiscale e societaria internazionale: esistono numerose e consolidate opportunità al riguardo.
Un discorso a parte per quanto riguarda l'E-commerce; attenzione che, in determinate condizioni, il "Server" costituisce una "stabile organizzazione" e, quindi, meditate gente, meditate ...
Se non bastasse, sono a vs. disposizione per ogni ulteriore richiesta di approfondimento.
All the best.... from London.
Dr. Stefano Rossini
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Il thread è molto vecchio ma provo ad aggiungere un considerazione, particolarmente sensata per chi opera nel web.
In diversi paesi esteri (non solo uk, quindi) sono differenti (e spesso più semplici e snelle) le disposizioni in materia di privacy, regole di vendita, contenuti, ecc.
Quindi vorrei sottoporre la questione da un punto di vista diverso:
- un'azienda che opera in italia (e in europa?) può aprire sede legale e fiscale nel paese che preferisce? Ovviamente sia le persone che l'azienda pagherebbero le tasse in italia.
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L'adesione alla UE prevede che qualsiasi soggetto ivi residente sia libero di stabilire all'interno dela medesima la propria iniziativa d'impresa.
Nulla vieta, pertanto, la costituzione da parte di un soggetto italiano di altra società estera nella UE (o anche extra UE), fatte salve le norme fiscali in materia (in particolare il Decreto Bersani del 2006).
Di rilievo, nel mondo del Web, l'inconsapevole costituzione di una stabile organizzazione all'estero a seguito dell'utilizzo, in condizioni particolari, di un server situato in altro Paese che comporterebbe l'applicazione di una doppia imposizione fiscale, nonchè dele sanzioni amministrative derivanti dalla mancata segnalazione alle autorità competenti delle attività d'impresa ivi svolte.
Buon Internet a tutti ...
Stefano Rossini
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Ciao,
mi chiedevo se sia possibile aprire Ltd in Inghilterra e contestualmente ottenere la residenza nello stesso paese...
E' difficile ottenere la residenza?
La si può ottenere contestualmente all'apertura di una Ltd?
Essendo residenti, si sarebbe tenuti a pagare le tasse solo in Inghilterra?
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Ciao,
mi chiedevo se sia possibile aprire Ltd in Inghilterra e contestualmente ottenere la residenza nello stesso paese...
E' difficile ottenere la residenza?
La si può ottenere contestualmente all'apertura di una Ltd?
Essendo residenti, si sarebbe tenuti a pagare le tasse solo in Inghilterra?
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@Tropicalista said:
Ciao,
mi chiedevo se sia possibile aprire Ltd in Inghilterra e contestualmente ottenere la residenza nello stesso paese...
E' difficile ottenere la residenza?
La si può ottenere contestualmente all'apertura di una Ltd?
Essendo residenti, si sarebbe tenuti a pagare le tasse solo in Inghilterra?
Certo che puoi chiedere ed ottenere la residenza, oltrettutto per fini di lavoro...
Ovviamente Le imposte le pagheresti in Inghilterra, e tutto sarebbe ok se tutto fosse vero.
Il problema in realtà è che spesso la residenza è fittizia ed i in caso di accertamento se ne pagano le conseguenze.
La normativa prevede per esempio che sia prova di residenza ove siano ubicati gli interessi del soggetto (iscrizione dei figli a scuola, adesione a circoli e club, mogli e fidanzarte ecc....)
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Lo dicevo perchè a me non dispiacerebbe trasferirmi in Inghilterra.
Il lavoro ci sarebbe, i servizi sono migliori rispetto all'italia, le ragazze sono facili.... vedo solo lati positivi