• Consiglio Direttivo

    Ottimizzare un testo: arte o tecnica?

    E quando mi ricapita l'occasione di inaugurare una sezione vuota in GT? :sbav:

    Mi rivolgo a voi SEO, SEM, guru dell'ottimizzazione ed esperti di contenuti multimediali, tra cui il testo - parte ancora consistente dei dati che fluiscono in Rete.

    Ottimizzare un documento fatto di parole, stile compositivo, atmosfera, "feeling" e regole sintattico-ortografico-grammaticali è, secondo me, operazione delicata che sta tra l'editing tecnico (correzione errori e refusi) e la composizione letteraria.

    Poiché non ho mai fatto nulla del genere (però mai dire mai :D), vi chiedo: quanto c'è di "meccanico", quanto di "mestiere" e quanto invece di "artistico" in questa operazione?

    Ci mettete l'anima e il guizzo geniale del prosatore di talento, o l'abilità impiegatizia dell'esperto che strizza sempre e comunque l'occhio agli spider di google? Prevale insomma il poeta o l'ingegnere?

    Fatemi sapere, se volete; l'argomento è succulento e mi interessa parecchio...

    :ciauz:


  • Moderatore

    😄

    Caro Leonov, la tua domanda potrebbe far la concorrenza a quelle che vengono postate ogni giorno nella sezione 'regina' del forum GT, cioè quella che parla di posizionamento nei motori di ricerca.

    Anzi, lo fa.

    😉

    Perchè è 'il modo' di porsi la domanda che è intelligente e 'vincente sui motori'.

    Ti risponde www, che è l'ultima ruota del carro in materia: tutto sommato nella mia percezione sono ancora un 'niubbo' del forum, e un 'forse- dilettante' di quelle tecniche che altri studiano seriamente nella sezione che ti dicevo sopra.

    Tiri in ballo almeno due aspetti diversi, in parte.

    Dal punto di vista della comunicazione rivolta alle persone in carne ed ossa, il copywriting è un mestiere fondamentale nelle pubblicazioni online di ogni tipo.

    Può essere 'persuasivo', come si dice, cioè orientato a generare un determinato tipo di reazioni nel lettore.

    Ed esistono certamente moltissime 'tecniche', cioè metodi 'scientifici' di comporre un determinato contenuto per ottenere un determinato effetto.

    Rimane il fatto che non esiste UNA tecnica per comunicare, e la persuasione è un arte che - a tutti gli effetti e per come mi ricordo io - nasce ben prima dell' "invenzione" del concetto di scienza, pertanto non può essere codificata scientificamente 'in tutto e per tutto'.

    La 'migliore comunicazione pubblica' che mi capita di poter incontrare è sempre più simile ad un 'prodotto artistico' che non al risultato dell'applicazione di una tecnica più o meno misurabile.

    Però tu tiri in ballo anche le macchine, e non solo i 'lettori' o i visitatori di un sito.

    Non ci piove, la SEO deve confrontarsi con aspetti che sono intrinsecamente tecnici.

    Ma naturalmente tu ti riferisci alle tecniche seo per la generazione di contenuti testuali 'che vincono su Google', e non tanto ai software o alle installazioni web che sono portatori di questi contenuti, come forum, blog o siti di ogni tipo.

    Cioè ti chiedi: a parità di condizioni tecniche per la costruzione di un determinato sito, il metodo di scrittura che si occupa di riempire quelle pagine influisce sugli algoritmi e secondo quali principi?

    E' una tecnica il copywriting seo-oriented?
    E' 'una forma letteraria contemporanea' o esistono delle regole?

    😄

    Non lo so, direi che nella comunicazione esistono diversi 'vocabolari' e diversi modi di usarli.

    Non è detto che utilizzare una tecnica di scrittura SEO oriented preveda necessariamente un 'vocabolario' tecnico; anzi, i risultati possono essere del tutto 'artistici' o fantasiosi, volendo.

    Quindi esiste l' "arte" di scrivere testi ottimizzati per gli spider.

    Dai un'occhiata al primo sito che vedi in questa serp:

    http://www.google.it/search?hl=it&q=velocipedi+equestri&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=f&oq=

    Risale al primo seo contest italiano, e trovo che in quel caso le tecniche abbiano felicemente incontrato il 'mestiere' e... il 'bello stile'.

    Se non proprio 'arte', almeno 'artigianato di ottima fattura'.

    🙂


  • Consiglio Direttivo

    Grazie WWW per la risposta, come sempre non solo chiara e dettagliata, ma anche molto stimolante e piena di spunti.

    Forti di queste premesse, vediamo un po' di inquadrare il problema per dare un possibile impulso iniziale a questa neonata sezione che muove i suoi primissimi, timidi passi ed emette i vagiti del cucciolo.

    Lo premetto: questo sarà un post un po' lungo, ma sono tante le cose da dire e, a beneficio di una futura chiarezza, forse è meglio spendere qualche parola in più a monte.

    La precedente replica mette in luce molte facce diverse di un singolo fenomeno, tutte interconnesse tra loro, che tuttavia si distinguono per natura, sfumature, metodi e applicazioni. Vediamole:

    • Abbiamo innanzitutto quello che potremmo chiamare un aspetto "strutturale", ovvero il complesso di metodi, tecniche e trucchi informatici (impostazione di codici, adeguamento a standard di accessibilità ed usabilità, gestione dei link, aggiramento delle penalizzazioni, modifiche al file robots etc.) atti a rendere un sito o altro contenuto non semplicemente leggibile da, ma addirittura appetibile ad un motore di ricerca. Il Forum GT esamina tradizionalmente questo aspetto del problema nell'Area Alta, ove è presente la rinomata e animata sezione Seo e Tecnologie che da anni studia con successo tutto ciò ed offre eccellenti soluzioni.

    • Abbiamo quindi l'aspetto "persuasivo", che coinvolge simultaneamente il reparto tecnico e quello "creativo-grafico-letterario", ove troneggia la ricerca di un livello di eccellenza nei contenuti e nella loro presentazione, al fine di catturare la (sempre più sfuggente) attenzione dell'utente della Rete e spingerlo ad effettuare un acquisto, affezionarsi ad un ambiente, iscriversi ad un gruppo o - magari - aderire ad un progetto, votare per un partito e perfino scegliere un punto di vista su grandi temi. Qui entra in gioco la vasta sezione di GT che ha nome Internet, Marketing ed Economia, rinomata e frequentata non meno della precedente.

    • Ultimo, ma solo in ordine di comparizione, arriva l'aspetto "stilistico-formale", ovvero il complesso di regole, tecniche e accorgimenti di tipo squisitamente scrittorio-compositivo che permettono di rendere un contenuto (specie quello testuale) innanzitutto corretto e conforme alle regole di espressione della lingua italiana, ma anche - in un secondo momento - pregevole, equilibrato, fruibile e godibile dall'utente. Qui il contesto in cui il contenuto sarà successivamente collocato (siti web, forum, social networks, giornali on-line) ha un ruolo molto meno rilevante ed è invece l'intrinseca costruzione del brano, dello slogan, dell'argomentazione ad avere valore. Tale aspetto, lo si capisce subito, sta contemporaneamente a monte e a valle di un progetto qualsiasi: come premessa, consente di produrre contenuti leggibili da tutti e privi di errori; come conclusione, aiuta a costruire qualcosa che non sia solo corretto, ma anche bello, con tutti i benefici che da questo fatto conseguono.

    A questo punto sorge senz'altro LA domanda: possiamo noi della sezione Semantica contribuire al lavoro portato avanti dai ricercatori di GT altrove e con successo?

    Secondo il mio parere, il contributo che da qui può essere fatto confluire in area tecnica (SEO e Tecnologie) è marginale, seppur non infinitesimale, a causa degli standard più rigidi e della più approfondita conoscenza che è richiesta di specifici linguaggi di programmazione o di formattazione del codice sorgente. Un lavoro per professionisti (e smanettoni) che è molto meglio lasciare a chi sa e a chi vuole imparare dai migliori.

    Per quel che concerne invece la sezione Marketing, il supporto può essere decisamente più incisivo, tanto a livello teorico che pratico.

    Ad esempio, si potrebbero evidenziare qui da noi quegli strumenti retorici che WWW ha suggerito esistere a monte di un contenuto e che ne migliorano l'efficacia e l'impatto sull'utente. Potrebbe essere di utilità impostare uno studio analitico e sintetico della Retorica quale scienza, con il ricorso tanto a casi reali e contemporanei - siti e relativi contenuti - quanto la costruzione di una rassegna di tecniche standard basate su modelli classici (e i più grandi retori del mondo, si sa, sono stati Latini e Greci, iniziatori di una gloriosa tradizione che arriva fino agli odierni legal drama televisivi come Perry Mason o Law & Order).

    Infine - e qui si apre un lungo, faticoso ma entusiasmante cammino per chi vorrà mettersi in viaggio con noi - c'è l'aspetto "stilistico-formale", sul quale è ancora tutto da dire (o quasi).

    Nel ramo della composizione non conta essere geni del computer, esperti dei linguaggi di programmazione o abili manipolatori di link e nofollow: basta amare la lingua italiana ed essere pronti a giocare con le sue illimitate opportunità espressive.

    C'è da parlare di sinonimi e termini "difficili", scelta dello stile - più lineare per comunicazioni chiare e veloci, più complesso per argomentazioni e presentazioni ad esperti - e bilanciamento della punteggiatura, ritmo compositivo e regole ortografiche, grammatica e sintassi, congiuntivi ed espressioni gergali, linguaggio da televisione e da accademia, dialetti e licenze poetiche...

    In poche parole: c'è un mondo di cose da fare, dire e soprattutto scrivere.

    Il viaggio comincia... :sun:


  • Super User

    Secondo il mio parere, il contributo che da qui può essere fatto confluire in area tecnica (SEO e Tecnologie) è marginale, seppur non infinitesimale,Ritengo sia invece di primaria importanza.

    Il sito meglio realizzato in senso tecnico, se poi non offre ai bot testo ghiotto e succulento se lo scorda di farsi posizionare.

    Gli spider amano le descrizioni forbite, con approfondimenti ad argomenti correlati ed attinenti ben scritti. L'uso di termini inusuali e dotti, poco presenti in rete ma semanticamente inerenti l'argomento, fa loro sentire il sito come portatore di contenuti particolarmente unici e validi.

    E sono ben lieti di proporli agli utenti dei motori di ricerca in bella evidenza. 🙂


  • Consiglio Direttivo

    @Andrez said:

    Gli spider amano le descrizioni forbite, con approfondimenti ad argomenti correlati ed attinenti ben scritti. L'uso di termini inusuali e dotti, poco presenti in rete ma semanticamente inerenti l'argomento, fa loro sentire il sito come portatore di contenuti particolarmente unici e validi.

    Perdona la svista, Sommo Admin. :perfavore:

    Mi era proprio sfuggito il meta-tag "description". 😢

    Sebbene la compilazione di una descrizione efficace, originale e inusuale sia qualcosa che istintivamente tendo ad associare alla creazione di contenuti, essa fa parte integrante dell'armamentario SEO.

    Motivo in più per studiare, studiare, studiare - la rosa degli argomenti di sezione si allarga ulteriormente. 😄


  • Super User

    Il meta-tag "description" è importante, ma qui intendevo la descrizione nei testi dell'argomento trattato. 😄


  • Moderatore

    Andrez intende dire che è il 'vocabolario' utilizzato che fa la differenza e che connota semanticamente un sito, in base ai testi che presenta.

    Faccio un esempio di facile comprensione.

    Io e Leonov abbiamo una formazione universitaria del tutto diversa, uno umanistica e l'altro scientifica.

    Essendo entrambe persone di questo mondo, naturalmente, entrambi possiamo avere interessi culturali compositi, e quindi esserci interessati di moltissimi argomenti diversi.

    E' infine probabile che per motivi del tutto mondani entrambi ci siamo trovati coinvolti in discussioni 'di carattere generale' su argomenti i più disparati.

    Poniamo... la teoria della relatività di Einstein.

    Se dovessimo parlarne in un salotto, con un bicchiere di brandy in mano, potremmo sfoderare richiami di media fruibilità e di medio spessore, e probabilmente faremo in modo di garantire ad entrambi - per 'buone maniere' - pari dignità di parola su quel determinato argomento.

    Proprio per ovviare alle nostre 'relative diversità di conoscenza' saremmo portati ad utilizzare un vocabolario 'medio', magari colto ma di portata semplice, comprensibile per entrambi.

    Io sarei portato a richiamare il paradosso della crisi europea degli anni venti subito dopo la fine della cosìddetta 'belle epoque', legando l'idea stessa della 'relatività' al momento cruciale del declino culturale del positivismo ottocentesco - con pochi anni di anticipo sugli orrori della seconda guerra mondiale - mentre il buon Leonov tenterebbe di riportarmi sul 'topic', descrivendo più da vicino il benedetto motivo per cui la velocità della luce nel vuoto non è necessariamente la stessa in ogni punto del cosmo.

    Insomma, potremmo chiacchierare amabilmente tirando fuori diverse annotazioni 'serie' mischiate a mille 'diversivi' di natura colloquiale, del tutto 'comuni'.

    Se invece Leonov dovesse parlare di Einstein e della sua teoria con un bambino di 6 anni, tutto sommato, utilizzerebbe argomentazioni diverse, e non sorseggerebbe brandy.

    Ancora diverso sarebbe il suo vocabolario se dovesse fare un'introduzione del tema 'relatività' ad una classe di liceo; e infine sarà diverso il modo in cui tratterà l'argomento - poniamo - nella sua tesi di laurea.

    Non cambiano le conoscenze di Leonov, che ovviamente è sempre la medesima persona.

    Cambia l'uditorio a cui le sottopone, cambia il vocabolario di cui Leonov si serve per ottenere - retoricamente parlando - ragione.

    Non è tanto il problema di utilizzare vocabolari forbiti e basta: è di usare esattamente il vocabolario che ci si aspetta 'in quel dato contesto di utilizzo'.

    Oltre al marketing e alla 'retorica', quindi, c'è proprio il grande tema della 'simulazione' concettuale.

    E per questo non ci sono programmatori che tengano, carissimo Leonov.

    Nel senso che 'sapere' e 'saper divulgare' sono doti che vanno ben al di là dei pre-requisiti tecnici, che in ogni caso vanno sempre più tramontando.

    Ma ancora più rara e complessa è la capacità di travalicare i confini del proprio 'vocabolario di riferimento' per abbracciare le 'sfere di competenza' di settori 'altri', rispetto al nostro punto di partenza formativo-culturale-gnoseologico.

    Come diceva Giorgio nell'altro topic di là, "saper cercare le informazioni sarà più importante di conoscere le nozioni".

    Nel copywriting SEO-oriented la cosa più difficile non è ripetere dieci volte (o nove o undici) la parola per cui vorremmo scalare le serp di Google.

    Ma utilizzare tutte quelle 100 parole che compongono l'universo-mondo cui fa riferimento la parola che ci interessa. E non altre, non di più, non con toni diversi da quelli che una 'macchina' potrebbe aspettarsi.

    Il caso dei velocipedi equestri è simbolico proprio per questo: se un concetto non esiste, un SEO è in grado di 'inventarlo', ed è perfino costretto ad 'istruire' Google in materia.

    Se devo scalare una serp per la 'cucina popolare' devo prima 'farmi una cultura' sulla gastronomia locale delle diverse regioni italiane.
    Sforzarmi di utilizzare un vocabolario che non è il mio 'originale' - ma che assomiglia invece a quello di centinaia e migliaia di ristoratori della nostra ottima penisola mangereccia.

    E' una 'simulazione', ovviamente; magari non so cucinare nemmeno un po'.

    Ma Google mica può assaggiare le mie ricette.


  • Consiglio Direttivo

    @WWW said:

    Andrez intende dire che è il 'vocabolario' utilizzato che fa la differenza e che connota semanticamente un sito, in base ai testi che presenta.

    [...]

    Non è tanto il problema di utilizzare vocabolari forbiti e basta: è di usare esattamente il vocabolario che ci si aspetta 'in quel dato contesto di utilizzo'.

    Oltre al marketing e alla 'retorica', quindi, c'è proprio il grande tema della 'simulazione' concettuale.

    Passo dopo passo, le nebbie si diradano. :sun:

    L'esempio di WWW della Relatività - per questa squisitezza l'aspirante relativista generale qui presente ringrazia sentitamente 😄 - mi fa aprire gli occhi su una nozione che in parte avevo dimenticato, in parte premesso tacitamente, in parte sottostimato.

    Una cosa che, incidentalmente, è al cuore della costruzione di un contenuto testuale almeno quanto la sintassi del linguaggio di programmazione in cui il documento verrà prodotto: le parole da usare.

    Tutto ciò esige un delicatissimo equilibrio, come se chi scrive per la Rete globale dovesse essere allo stesso tempo il camalenonte che si amalgama nell'ambiente circostante ("simulazione di conoscenze") e la pianta carnivora che produce fiori dai colori sgargianti per attirare certe prede ("contenuti appetibili" per utenti e motori di ricerca). Dote da romanziere, che racconta con apparente disinvoltura una storia di trecento anni fa senza apparire stonato.

    Molto interessante.

    In effetti, la sfida che Internet pone ai suoi "demiurghi di contenuto" è estremamente impegnativa: apparire esperti tanto quanto gli altri, ma allo stesso tempo comunicativi e facilmente comprensibili più degli altri, ma allo stesso tempo ancora più esperti degli altri, ma allo stesso tempo più creativi e originali, ma allo stesso tempo più... (è una vite senza fine).

    Il tutto in uno scenario ben diverso da quello ordinario, che è fatto da contesti piuttosto settorializzati: creare un sito internet vuol dire infatti rivolgersi potenzialmente a chiunque, non ad una cerchia moderatamente ristretta di persone con le nostre stesse basi e bagaglio di nozioni, fatto che accade abitualmente. Il dosaggio degli ingredienti deve essere quasi assoluto per essere visibili a tutti, comprensibili ai più, utili agli esperti e originali nello specifico.

    In questo senso, parlare di "arte" è assolutamente corretto, specie se il riferimento è a quel tipo di arte universale (assai lontana dalla versione più moderna, spesso indecifrabile anche dall'artista stesso) che fa presa sui fruitori di ogni tempo proprio grazie a criteri di apparente semplicità, perfezione del dettaglio, equilibrio, originalità espressiva ma coerenza e armonia d'assieme.


  • Super User

    Avete descritto in modo sublime quanto avevo appena abbozzato. 🙂