• Super User

    Il futuro "Rosato" del vino

    Salve a tutti volevo informare tutti gli amanti del vino che il 27 aprile verrà votata definitivamente una proposta di legge per permettere che il vino Rosè venga prodotto mediante l'unione fra vino bianco e vino rosso per venire incontro alle tendenze delle nuove generazioni ed all'apertura di nuovi mercati, soprattutto la Cina.

    Il consumo e l'apprezzo di vino rosé nel mondo sta diventando davvero una moda e la Commissione europea ha pensato bene di snaturare l'essenza e la tipicità del vino rischiando di compromettere la qualità dello stesso in quanto sarebbe possibile produrre un rosè senza possedere nè le materie prime nè le competenze adeguate.

    In Francia si stanno battendo contro questa proposta che rischia di far perdere molti posti di lavoro nei paesi produttori di questo vino. Le conseguenze saranno dunque gravi per l'economia ma anche per la cultura e la tipicità del prodotto.
    François Millo, direttore del Consiglio Interprofessionale dei Vini di Provenza afferma che "Nel mondo vi è una filosofia che non è quella del rosato in Francia. I vini tagliati per avere un colore rosa non sono affatto dei rosati...non hanno il sapore, la vitalità e la qualità del roseè."

    Se questa legge passerà sarà opportuno che nelle etichette venga indicato il metodo di lavorazione, se tradizionale o "miscelato".

    Per i momento i 27 rappresentanti UE hanno votato "positivamente" questa proposta e la votazione finale avverrà, come ho già detto, il 27 aprile dopo la consultazione con la World Trade Organization.
    L'accusa posta da molti Paesi è che l'obbiettivo della Commissione europea sia di eliminare le barriere enologiche dell'UE per aprire nuovi mercati, in primis la Cina.

    In Italia, il direttore del Consorzio di tutela dell'Oltrepò, Carlo Alberto Panont, dopo la prima votazione, ha detto: "Impressiona che la direttiva per trasformare il rosé in un miscuglio indistinto abbia già raccolto un primo benestare. Noi ci appelliamo all'Organizzazione per il commercio mondiale, dove gli altri Stati hanno tempo due mesi per bloccare questa follia. Se Bruxelles dovesse ratificare la decisione di stravolgere i criteri produttivi del Rosé si distruggerà una cultura. Noi che in Oltrepò stiamo puntando sul far vincere qualità, tradizione e cultura del vino portando sulla passerella del Vinitaly il Cruasé, un esclusivo rosé da Pinot nero, ci batteremo perché la politica italiana si faccia sentire subito sui tavoli europei, con serietà e fermezza".

    La miscelatura di vino bianco e rosso per la produzione di rosato è già praticata, ad esempio inSud Africa e Australia, ma è considerata un'eresia dai vignerons francesi poichè in realtà - per chi non lo sapesse - il vino Rosè si produce mediante una breve macerazione delle bucce d'uva scura nel mosto.

    A voi il giudizio.

    :gtsad:


  • Super User

    Ciao Pretty, non capisco una cosa credo per totale ignoranza in materia ...
    Non possono coesistere le due produzioni diverse? Avranno costi diversi e incontreranno un diverso pubblico e favore dello stesso. Oppure rosè diventerebbe proprio e solo quello mischiato e la produzione dell'altro finirebbe?

    Non ho una buona cultura di rosè anche se ho sentito molte persone parlarne bene.


  • Super User

    Ciao Cherry, i produttori si stanno battendo proprio sul fatto che i consumatori vengano appropriatamente informati in materia, mediante campagne informative ma, soprattutto attraverso l'etichetta, che dovrà riportare chiaramente il metodo di produzione utilizzato.
    Il rischio di frode è molto alto in questi casi e produttori storici di rosé come la Francia e l'Italia si vedrebbero invadere il proprio mercato di prodotti che coi loro hanno in comune solo il nome, ma che il consumatore non riuscirebbe a distinguere. E' comune idea, infatti, che il vino rosato sia fatto mischiando bianco e rosso ma è bene che tutti sappiano che il colore rosato del vino è dovuto alla breve macerazione della buccia di uva scura nel mosto.

    Come è avvenuto due anni fa in Italia col Tocai, soppiantato dall'ungherese Tokaj, si rischia di perdere un'altro patrimonio culturale importante.

    A chi non ricordasse la vicenda del Tocai riassumo brevemente. Il Tocai era uno storico vino prodotto soprattutto in Friuli ma due anni fa, l'Ungheria ha posto questo vincolo per il suo ingresso totale in Europa: vietare la troduzione di Tocai in Italia perchè il vero Tokaj è quello ungherese mentre quello italiano è solo una brutta copia. Ovviamente la Commissione europea ha pensato che fosse più importante l'ingresso di un paese nell'Ue (cosa rispettabilissima) ed ha penalizzato l'Italia con la sua "piccola" produzione. Ovviamente il vitigno Tocai esiste ancora ma ha dovuto cambiare nome (tanti nomi). Molti lo chiamano Friulano, altri Tai ma si tratta di una sconfitta per l'Italia poichè il consumatore non riconosce più quel vino come Tocai e non si fida più dei produttori che purtroppo sono solo vittime della situazione.

    Purtroppo ci sono casi in cui le barriere, a mio avviso, dovrebbero esserci ed alcuni traffici dovrebbero essere vietati se la loro legalizzazione andasse a danneggiare la qualità dei prodotti e la cultura storica dei paesi.

    Quindi Cherry ti dico, le produzioni potrebbero anche coesistere ma dovrebbe esser ben comunicato in etichetta come sono state fatte e dove. Purtroppo anche in Italia è pieno di truffatori che inizieranno a produrre il Rosé con questo metodo senza scriverlo in etichetta. Non si saprà più qual'è il vero Rosé con conseguente danneggiamento delle oneste produzioni.


  • Super User

    Ho capito perfettamente, hai ragione.
    Qualcosa di simile la ricordo anche anni fa a proposito del parmigiano e della mozzarella (mi pare) ma poi non ho più seguito gli sviluppi ...