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La frase riportata per Me vuol dire che se si esercita professione abituale autonoma e un'altra attività, cioè non solo la professione, allora ci si deve iscrivere alla separata, penso che l'altra attività anche part-time sia sempre una non esclusività della professione.
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Alcuni professionisti che conosco, quando hanno incarichi per pochi mesi, non comunicano alla loro cassa la sospensione, preferendo continuare a versare normalmente i contributi, senza iscriversi alla gestione separata.
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Per Serdep:
Ma in questo caso non corrono il rischio di incorrere in sanzioni?
Suppongo che InarCassa svolge i normali controlli....almeno credo.....altrimenti sarebbe un'ottima cosa....veramente geniale....
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Il problema non sarebbe inarcassa, la quale comunque incassa i soldi dei contributi.
Il problema, per loro, potrebbe essere rappresentato dall'Inps (gestione separata) che potrebbe richiedere i contributi non versati.
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Secondo me, se si versa ad InarCassa, una cassa di provenienza esiste.....quindi decade l'obbligo di versare alla Gestione Separata INPS.
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Forse avrei risolto la questione.....mi sono imbattuto in questa specificazione da parte di InarCassa che dice:
attenzione!
L'eventuale iscrizione alla Gestione Separata INPS, istituita con Legge 335/95, è da considerare obbligatoria solo se connessa all'assegnazione da parte delle Università degli Studi di borse di studio per la frequenza di corsi di dottorato di ricerca o di assegni di ricerca.
Qualora, invece, consegua ad altra attività di lavoro autonomo, detta iscrizione è ininfluente perché destinata a cessare per effetto dell'iscrizione ad Inarcassa.per approfondimento pongo il link:
w ww.inarcassa.it/faq/scheda_iscriz.html#assoggettamentoVoi cosa ne dite?
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Tale specificazione riguarda il caso di un soggetto iscritto alla gestione separata per un'attività di lavoro autonomo (non subordinato) che a causa dell'attività esercitata (architetto, ingegnere) si debba iscrivere ad inarcassa. Nel caso di lavoro dipendente (quindi, assoggettamento obbligatorio ad altra forma previdenziale) si perdono i requisiti di iscrizione ad inarcassa (si ha la sospensione) - punti 7.2 e 7.5 Statuto - ed entra in ballo la 335/95.
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Esatto....mi sono fatto prendere da un lume di una speranza che non esiste....
Quindi in definitiva mi troverò a pagare il 27% (10% + 17%) per i periodi di iscrizione ad InarCassa ed un eventuale mancato rinnovo del contratto per il periodo da luglio fino a dicembre?
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Scusate, ma avrei un'ultima domanda....ovvero:
Dato per assodato che:
- il lavoratore autonomo è tenuto ad iscriversi alla gestione separata INPS (L.335/1995) per i Lavoratori autonomi senza una cassa previdenziale di riferimento;
- il versamento del 2% rimane a favore dell'Inarcassa
Anche per i mesi di cancellazione dai ruoli previdenziali di InarCassa nei quali sono lavoratore dipendente, una cassa di riferimento per me comunque esiste. Si dovrebbe vedere il significato della parola riferimento......qualcuno ha riferimenti normativi a riguardo?
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Buongiorno a tutti, ho visto che la discussione è un po' vecchia ma non ho ancora trovato un chiarimento a questo problema: il 2% ad inarcassa deve essere versato anche da chi (come me) non è iscritto ad Inarcassa perchè titolare di altre previdenze in quanto non esercita la professione di Ingegnere pur essendo iscritto all'Albo ed avendo partita iva (non come ingegnere comunque)?
grazie
Marco
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@Gianny.78 said:
Forse avrei risolto la questione.....mi sono imbattuto in questa specificazione da parte di InarCassa che dice:
attenzione!
L'eventuale iscrizione alla Gestione Separata INPS, istituita con Legge 335/95, è da considerare obbligatoria solo se connessa all'assegnazione da parte delle Università degli Studi di borse di studio per la frequenza di corsi di dottorato di ricerca o di assegni di ricerca.
Qualora, invece, consegua ad altra attività di lavoro autonomo, detta iscrizione è ininfluente perché destinata a cessare per effetto dell'iscrizione ad Inarcassa.per approfondimento pongo il link:
w ww.inarcassa.it/faq/scheda_iscriz.html#assoggettamentoVoi cosa ne dite?
Innazitutto saluti e complimenti a tutto il forum.
Nonostante siano alcune ore che leggo discussioni su discussioni relative all'argomento ancora non ho tutto chiaro, ma siccome mi sembra che in qualche modo questo caso sia simile al mio, provo a chiedere spiegazioni:
io sono fruitore di borsa di studio (ho iniziato quest'anno il dottorato di ricerca) e, necessariamente, mi sono iscritto alla gestione separata.
Adesso, da pochissimi giorni sono iscritto all'ordine ed ho eseguito il mio primo lavoro professionale.
Bene, al momento di emettere fattura mi sono chiesto, che fare?
Considerarla una prestazione occasionale o emettere fattura ed aprire una partita iva in regime dei contributi minimi (tenete presente che per vincoli legati alla borsa di dottorato il mio reddito ulteriore deve essere minore di 13000 euro).
Nel caso in cui la considerassi una prestazione occasionale (sbagliando, lo so) dalla somma pattuita il datore di lavoro dovrebbe detrarre il 20% e versarlo tramite f24, quindi io non dovrei fare praticamente nulla, giusto?
Nel caso in cui (in previsione di future possibilità di lavoro) decidessi di aprire una partita iva in regime dei minimi come dovrei calcolare la fattura? E quanto dovrei versare? Ed a chi?
Ultimissima, una vostra opinione: cosa conviene fare di più???
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..scusate, io mi trovo in una situazione "simile" che avevo postato un paio di giorni fa senza però ricevere risposte: architetto con Inarcassa, se passo a contratto a tempo indeterminato e chiudo la PI devo ancora qualcosa a Inarcassa? e i miei 4 anni e mezzo di contributi Inarcassa qualcuno in futuro li considererà?
Grazie mille