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Giovani, web e sballo
Mi ha preoccupato molto questa notizia ansa di oggi (che riporta: L'edizione 2008 dell'indagine annuale della Società Italiana di Pediatria su "Abitudini e stili di vita degli adolescenti), perchè - pur nella bontà delle motivazioni/intenzioni di fondo e di studio: aiutare i giovani che sempre di più finiscono vittime di droghe e di approcci esistenziali superficiali- finisce per colpevolizzare genitori e web.
I primi, infatti, sarebbero responsabili della solitudine e della mancanza di comunicazione con i propri figli e soprattutto di controllo.
Il secondo di essere utilizzato dai giovani solo per chat e divertimento in generale.Come al solito noto che si cercano di curare, prima colpevolizzandoli, degli effetti e così si lasciano le vere cause libere di continuare a fare danni.
Se i genitori non seguono abbastanza i loro figli è (solo) perchè sono moralmente criticabili? Non hanno voglia? Godono nel vedere i loro figli suicidarsi lentamente?
Condanniamo il web perchè ha tra i tantissimi e svariati contenuti anche quelli meno tutelabili? E' lo stesso che condannare il mondo, la vita, pure chi ce l'ha data perchè ha in se pure il male.Io credo che la battaglia migliore sia quella che utilizza gli incentivi e non le pene, almeno più possibile.
Mi vengono in mente: Caterve di articoli positivi, su come e su chi usa il web e il tempo in altro modo e non per questo è noioso o distante dai giovani. Premi (di ogni genere, soprattutto incentivi economici e pubblicità) a chi mette le sue capacità a servizio di idee e sfruttamenti migliori (come il Forum su cui scrivo).
Aiutiamo anche i genitori a capire come farsi aiutare con i figli dal web. Negare (la critica e la paura che si sa creare intorno ad un fenomeno vale come negazione) un fenomeno così concreto è inutile anzi dannoso.
Aiutiamo i genitori ad avere più tempo (più soldi o meno spese), insomma andiamo alla base, con dei piccoli passi coordinati però in tutte le direzioni.In questo modo si dimostra che la preoccupazione per i nostri giovani è concreta e non un modo per sviare l'attenzione o per trovare soluzioni facili o drastiche.
Personalmente trovo ogni giorno aiuto dal web per la mia famiglia. Certo, io sono una tra i pochi fortunati che è riuscita ad avere "tempo" per onorarla questa famiglia e non è un merito; per questo appena posso cerco di mettere in rete esperienze e ricerche fatte (nel mio caso si tratta di farlo per altre mamme con meno tempo e possibilità) che possano essere di supporto.
L'articolo conclude con dei dati sul bullismo. Riporto le cause che si sono evidenziate:
"Le ragioni principali risultano: dimostrare di essere forti e coraggiosi (indicata dall'83% dei maschi e dall'88,5% delle femmine) e essere ammirati dal gruppo (79,6% dei maschi e 82% delle femmine). E' interessante osservare che per il 54% del campione si fa il bullo per non rischiare di diventare vittima: una sorta di "bullismo preventivo". Minoritaria, ma comunque significativa, la percentuale di chi dice che si fa il bullo per razzismo (29,7%).Sono daccordo sull'indirizzare l'impegno della famiglia alla trasmissione di valori ben diversi ma, credetemi (lo dico solo per chi non ha esperienza diretta) non è facile farlo (spesso nemmeno produttivo) quando si è isolati in questa enorme battaglia.
Tra la famiglia e il web c'è anche la scuola, c'è lo Stato, cè anche la Chiesa.
Spero sempre di sbagliarmi ... ma non vedo azioni concrete coordinate e mirate intorno alla parola giovani.
:():