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    Delle onde e del mare - Luciano Mazzocchi (sul dialogo religioso)

    Delle Onde e del mare
    L'avventura di un cristiano in dialogo con lo Zen
    Luciano Mazzocchi

    Il libro è davvero bello: tolleranza, amore, rispetto, approfondimento delle radici, dialogo. Idee da incarnare e trasportare in qualunque campo della nostra esistenza.
    Ho conosciuto personalmente Padre Mazzocchi ed avuto la gran fortuna di partecipare a meditazioni zen ed approfondimenti del vangelo guidati da lui (ma potrei anche dire solo dalla sua magnifica presenza). E' un uomo quasi impossibile da definire, delineare; e non voglio farlo, perchè sminuirei qualcosa ...

    E' un sacerdote missionario cristiano che nel 1963 viene inviato in Giappone per annunciare il Vangelo e li si accorge di come sia impraticabile, seppur virtuoso, tale tentativo di innesto senza la contemporanea conoscenza e rispetto per la cultura, le tradizioni e la natura del popolo/terreno su cui si cerca di penetrare.

    Nel libro il percorso personale del sacerdote è raccontato attraverso un dialogo (scontro/incontro) tra due ministri di religione: un italiano, missionario cattolico fra i buddisti del Giappone, e un giapponese, missionario Zen fra i cristiani d'italia. I due si trovano tra i passeggeri di un volo partito da Tokio. L'aereo, per motivi sindacali, fa una sosta di alcuni giorni in Pakistan e i due si ritrovano a dividere una camera d'albergo ed un dibattito religioso serrato, libero da ogni etichetta e maschera che comincia da una lettera che si indirizzano vicendevolmente, il cui punto saliente si può riassumere in queste frasi:

    [CENTER]"Il cristianesimo è violento fino al midollo, io buddista non mi farò mai cristiano!" afferma il monaco dello Zen;
    "Il buddismo è narcisismo di pratiche religiose, io cristiano non mi farò mai buddista" risponde il missionaro cristiano ...[/CENTER]

    Il libro termina con altre due lettere che Padre Mazzocchi - a conclusione della sua lunga riflessione ed esperienza che lo porterà a rispettare ed incarnare contemporaneamente sia la visione cattolica del Vangelo della conversione e del perdono (la lieta notizia), sia quella orientale del silenzio e dell'ascolto interiore (la via della compostezza), in quanto entrambe: vie maestre di verità - indirizza alla Sua amata Chiesa, invitandola a non irrigidirsi su posizioni esclusive ed aprirsi alla sfida lanciata dai popoli dell'Oriente con la loro devozione nella natura; ed al suo amico monaco dello Zen invitando anche lui all'apertura, alla compenetrazione dei due messaggi (occidentale ed orientale) che non sono contrapposti ma che insieme costituiscono le sponde immaginarie di uno stesso fiume:

    [CENTER]"Un po' come quando un fotografo riprende un corso d'acqua da una sponda: quella da cui viene scattata la fotografia forma il primo piano, mentre l'altra il secondo. Tuttavia, senza il primo ed il secondo piano non ci sono le due sponde, senza le due sponde non c'è il fiume e senza il fiume non c'è alcuna fotografia da scattare"[/CENTER]

    Riporto una parte della lettera (riportata anche sul retro della copertina del libro stesso) che il monaco dello Zen invia a Padre Mazzocchi e nel quale è ripresa la metafora delle onde e del mare che da il titolo al libro:

    "Noi orientali abbiamo addestrato il fondo della nostra anima - l'anima come la intendiamo noi, senza darvi sensi metafisici che portano lontano - a restare calma, anche quando si scatenano le tante difficoltà. Non lo facciamo per un motivo convenzionale e formale, fosse pure quello di parare l'urto con minore dispendio di energia. Lo facciamo perchè per noi il fondo della realtà è talmente preponderante nel nostro comprendere l'esistenza, che le onde della superficie non ci sconvolgono. Sono soltanto onde; non sono il mare.
    Tu mi dirai: 'Ma le onde fattesi tumultuose possono ingoiare la vita dei marinai!'. Si, ma noi chiamiamo onde anche le singole vite, anche la propria vita. Così il nostro volto non si lascia travolgere da ciò che accade, in un 'altalena di su e giù, a seconda di come noi vediamo le onde.
    Caro missionario che dall'Occidente vai nelle terre orientali, in nome del tuo cristianesimo tutto dedito alle vicende storiche, non biasimare il nostro radicale affetto verso la calma silenziosa dell'essere, nella quale intendiamo far ritorno in qualunque situazione. Non prendertela se non non ci agitiamo, anche quando in superficie l'essere si agita. Non venire a insegnarci la bestemmia! Tu dirai: 'Io prete cristiano insegnare la bestemmia?'. Sì, ci puoi insegnare a bestemmiare contro la vita, se istilli nei nostri animi la presunzione che le cose debbano andare come noi, in superficie, le vediamo e le pensiamo. Lasciaci vedere e pensare la realtà, pescando nel suo fondo misterioso"
    :ciauz:


  • Consiglio Direttivo

    Grazie per la presentazione, Cherry: niente di meglio per questa sezione di un libro sul confronto pacato e su uno scambio fecondo tra grandi tradizioni filosofiche, culturali e religiose quali il Cristianesimo e lo Zen.

    Come spiegano gli stessi autori, una sintesi è probabilmente impossibile, sempre che non si pensi di sfigurare l'essenza di ciascuno dei due mondi o, peggio, di riciclare qualche elemento a caso dalle varie concezioni creando una miscellanea superficiale e posticcia.

    Ciò non di meno, la lezione che se ne trae è essenziale: finché si parla, ci si rispetta, si cerca il confronto e si fugge il conflitto, nulla di male può accadere.

    L'imposizione, la volontà di dominio, l'affermazione violenta del proprio io, al contrario, denotano una straordinaria paura da parte di chi produce tali abominazioni del pensiero e dell'azione.

    Ben vengano dunque le due sponde che si guardano, distanti e ferme ma rispettose l'una dell'altra ed entrambe accoglienti nei riguardi del fiume: se solo provassero a confliggere, sarebbe inevitabilmente la rovina per entrambe, per lo sconfitto e per il vincitore.

    Sarà forse un caso, ma a scrivere queste opere sono per lo più uomini e donne che hanno vissuto profondamente *dentro *il mondo e le sue genti, che hanno misurato quanto astratti e vuoti possano essere i precetti e le idee, e viceversa pieni e ricchi i singoli personaggi, intrecciati e complessi come nemmeno la più alta delle teorie cosmogoniche saprà essere mai.


  • Super User

    Ben vengano dunque le due sponde che si guardano, distanti e ferme ma rispettose l'una dell'altra ed entrambe accoglienti nei riguardi del fiume: se solo provassero a confliggere, sarebbe inevitabilmente la rovina per entrambe, per lo sconfitto e per il vincitore.

    E qui vengono prese in considerazione queste due grandi religioni solo perchè sono le terre in cui il confronto è avvenuto concretamente per Padre Mazzocchi. Come hai sottolineato: non si tratta di astrazioni ma di verifiche sul campo, originate, condotte e miranti ad uno stesso Amore, di persone che hanno faticato sudore, lacrime e gioie vere ed allo stesso tempo hanno avuto il coraggio di buttarsi dentro a quel mare, senza paura di perdere nulla e nulla hanno perso. 🙂

    In quel mare, infatti, si possono trovare cose che hanno nomi diversi in ciascuna sponda ma che nel mare sono uno, sono le stesse cose, magari solo guardate da prospettive diverse (nelle potenzialità attive e passive delle due religioni).

    Il prete cattolico comprende che la sua scelta dipende dalla territorialità in cui è maturata, dalla storia del suo dna. E che la stessa viene arricchita e non depauperata dall'innesto con la visione opposta (non contraddittoria).

    Per Il cattolico, il silenzio di fondo e la pratica dello Zen diventano così una delle Vie maestre per vivere il Cristo e comprenderLo anche oltre le definizioni in cui Lo costringiamo per una maggiore comprensione.
    :ciauz: