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@lamboston said:
scusa WWW, grazie di tutto ed avrei voluto inviarti un msg privato per non disturbare qui, ma ho capito che non posso per via dei 15: volevo solo chiederti come fare per aprire il thread che dici e...
grazieMa figurati Lamboston !!!
Non disturbi affatto.
Anzi sei il benvenuto.
Fortunatamente la bella Nimue ha provveduto, prima e meglio di me, a fornirti tutto l'ausilio necessario.Io certamente non sarei stato così chiaro e soave...
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Ciao Lamboston,
i tuoi dolci versi mi riportano alla mente Marquez. Un uomo che seppe trovare la giusta misura tra versi e prosa, anche lui nel suo "l'amore ai tempi del colera" cantava l'amore senescente eppure nonostante l'età i due protagonisti sembravano freschi come rose..
L'amore non ha tempo, vola sugli anni e se è come il buon vino non può che migliorare. E allora la pelle avvizzita diventa il giusto prezzo per la saggezza e agli occhi dell'innamorato-a non è che un dettaglio invisibile..
Il tuo post mi porta a fare paralleli tra l'amore in vecchiaia: saggio e maturo e quello del buon Pablo: acerbo e selvaggio.
Tutto ciò mi porta anche a riflettere: può l'amore visitare entrambe le tappe?
Può un amore essere eterno, o forse nascerà incediario per finire pompiere?
Ps. è bello averti a bordo, spero di leggere altri tuoi post e magari se vorrai discutere su Neruda.
la poesia di Pablo è fantastica perchè può essere compresa anche da noi comuni mortali che fantastichiamo sui versi. Ciò che ha scritto è vivo in noi perchè almeno una volta nella nostra vita è passato nelle nostre vene.
Dafne
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ciao dafne
grazie per le parole belle che esprimi e per esserti assunta il difficile compito di moderare una situazione dove tanti pazzi rischiano di offuscare il senso di chi le cose le ha narrate perché vissute.
Ho bevuto i versi di Neruda e la splendida prosa di Marquez fin da quando, ragazzino e innamorato di Rafael Alberti, ho cercato di volare oltre, lontano, oltre le colombe dell'amore di Rafael. Per questo tendo a non parlare di loro, mi sento poco adeguato, più propenso sono a collaborare con i miei scritti che, seppur minimi, mi danno la serenità di fare come loro: cantare è raccontare una vita, come ci insegna oggi Luis Sepulveda.
Per i paralleli fra amore e vecchiaia penso spesso a quelle parole del Vangelo, valide anche per chi non crede, in cui si dice "oggi sei giovane ... ma quando sarai vecchio qualcuno ti cingerà e ne avrai bisogno e piacere" (più o meno questo è il senso). Ecco, se l'amore non ha limiti significa proprio questo, riuscire ad accompagnarsi ed essere innamorati della vita in ogni attimo. Questo penso esprima anche Neruda nei suoi canti carnali ma vivi oltre la carnalità.
Spero di essere spesso qui.
Vorrei inviarti una mia cosa scritta qualche anno fa, alla morte di Rafael Alberti.Un bacio a tutti
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:):)
"**Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire
un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire
ai consigli sensati.Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta
musica, chi non trova grazia in se stesso.Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare.Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi della propria
sfortuna o della pioggia incessante.Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi
non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.**"
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Abbiamo celebrato Neruda come poeta d'amore, nei suoi aspetti gioiosi e sensuali.
Inevitabile tributo, direi.
Qui su GT ci ha regalato piaceri sublimi, come solo le poesie d'amore potrebbero fare.
Altrettanto inevitabilmente Neruda cantò di quel sentimento tutti gli estremi.
Non solo la gioia dell'incontro, lo stupore di un bocciolo che si schiude.Con altrettanta grazia a potenza Pablo scrisse degli amori che vanno sfumando, che si perdono nelle pieghe del destino.
Anche questo è un passaggio decisamente inevitabile?
Non sempre, non per forza.
Eppure la caducità è la quint'essenza della 'bellezza' di questo sentimento, come di molte altre cose di questo mondo.
Non sarebbe 'data' la somma gioia se non la conoscessimo come eternamente effimera e precaria, attaccata ad un filo fatto di sogni e speranze facili da intaccare, quasi evanescenti.
**
Posso scrivere versi**"**Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".E il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.**"
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Pablo Neruda è uno dei miei scrittori preferiti.
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Pablo Neruda... semplicemente un genio, uno dei miei preferiti; questa poesia me la dedicò tempo fa un amico, la posto in italiano anche se preferisco la versione in lingua. Non ne conosco il titolo, credo non abbia:
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.Vado dichiaratamente OT (me lo concedete?) con l'originale in spagnolo:
Me gustas cuando callas porque estás como ausente, / y me oyes desde lejos, y mi voz no te toca. / Parece que los ojos se te hubieran volado / y parece que un beso te cerrara la boca.Como todas las cosas están llenas de mi alma / emerges de las cosas, llena del alma mía. / Mariposa de sueño, te pareces a mi alma, / y te pareces a la palabra melancolía.
Me gustas cuando callas y estás como distante. / Y estás como quejándote, mariposa en arrullo. / Y me oyes desde lejos, y mi voz no te alcanza: / déjame que me calle con el silencio tuyo.
Déjame que te hable también con tu silencio / claro como una lámpara, simple como un anillo. / Eres como la noche, callada y constelada. / Tu silencio es de estrella, tan lejano y sencillo.
Me gustas cuando callas porque estás como ausente. / Distante y dolorosa como si hubieras muerto. / Una palabra entonces, una sonrisa bastan. / Y estoy alegre, alegre de que no sea cierto.
...Che ne dici, Nimue, non sembra scritta per me che sono sempre così distante?
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@Velia said:
Vado dichiaratamente OT (me lo concedete?) con l'originale in spagnolo: ...
Al cospetto di un OT così gradevole, la mancata concessione da parte nostra avrebbe il gusto amaro di un madornale errore.
Largo al "fuori tema", dunque, ché quaggiù possiamo essere un po' meno rigorosi rispetto agli standard delle aree tecniche.
Benvenuta nell'angolo dei poeti, Velia, e grazie per questo contributo che spero primo di una lunga serie.
La poesia è variamente intitolata: alcuni la indicano con il primo verso Me gustas cuando callas porque estás como ausente; per altri è semplicemente la obra quince ("opera quindici") della raccolta "Veinte poemas de amor y una canción desesperada".
Sia come sia, è un testo bellissimo.
Buona permanenza qui tra noi.
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""Amare è così breve, e dimenticare così lungo."
P. Neruda